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Malattie oculari

Scotoma

Cos’è?

Scotoma centrale Lo “scotoma” (dal greco skótos, “oscurità”) è un difetto lacunare del campo visivo. E’ correlato a una riduzione della sensibilità retinica (scotoma relativo) o a una scomparsa completa della sensibilità stessa (scotoma assoluto) in alcune aree della retina, dove l’immagine non risulta più percepibile oppure se ne ha una percezione sbiadita.

Infatti, con uno scotoma assoluto in certe aree del campo visivo la percezione visiva è perduta (si presentano zone scure anche a macchia di leopardo), mentre con uno scotoma relativo in alcune aree non si ha più la percezione cromatica (non si percepiscono più alcuni colori oppure tutti ad eccezione del bianco). Gli scotomi possono avere diverse forme, che variano in base alla patologia di base che li ha determinati. In particolare possono essere: tondeggianti, anulari, ovali, a mosaico.

Come si manifesta?

All’esame del campo visivo (mappa campimetrica) lo scotoma viene rappresentato graficamente come un’area nera che può avere diverse localizzazioni (periferiche o centrali).

Solitamente non viene notato da chi ne è colpito, a meno che ciò non influenzi la visione centrale o non interferisca con l’acuità visiva. Viene definito “negativo” quando non si percepiscono, del tutto o in parte, gli oggetti fissati a causa di una macchia scura. Al contrario è detto “positivo” quando si percepisce una macchia a luminosità intermittente e di colore variabile che si proietta sugli oggetti fissati.

Quali sono le cause?

Le cause sono varie e coinvolgono diverse strutture dell’occhio. Le ragioni principali per cui può presentarsi uno scotoma sono:

Quali sono i sintomi?

Scotoma In linea di massima lo scotoma non comporta disturbi importanti (a meno che non sia di dimensioni notevoli o localizzato nella zona centrale), tanto che in alcune patologie (tipo il glaucoma) ci si rende conto della sua presenza solo quando il campo visivo è già danneggiato e si è, quindi, ristretto. Per scongiurare quest’eventualità è consigliabile sottoporsi periodicamente a un controllo oculistico.

Come si classifica?

Scotoma arciforme (Fonte: www.ncbi.nlm.nih.gov) Si può classificare in:

  1. scotoma fisiologico (o macchia cieca di Mariotte): zona di non visione che corrisponde al punto in cui emerge il nervo ottico dalla retina (macchia cieca) che, in alcune patologie (tipo il glaucoma e l’edema della papilla), può ampliarsi;
  2. scotoma centrale: coinvolge la zona centrale del campo visivo (entro i 5°) ossia quella che si usa per fissare gli oggetti. Si manifesta quand’è presente un’alterazione funzionale della macula: chi ne è affetto lamenta la visione di una macchia scura al centro. Lo scotoma centrale si può presentare sia a causa di una degenerazione maculare legata all’età (AMD) sia per situazioni infettive tipo toxoplasmosi o focolai di corioretinite oppure, ancora, in caso di alterazioni della conduzione nervosa (otticopatie);
  3. scotoma paracentrale: area di riduzione parziale o totale della sensibilità luminosa che coinvolge l’area paracentrale di fissazione (zona intorno alla macula). Si riscontra nella patologia maculare o del nervo ottico;
  4. scotoma centrocecale: è uno scotoma centrale inizialmente piccolo che lentamente si allarga, coinvolgendo sia il punto di fissazione centrale (macula) sia la macchia cieca. Si può manifestare nelle patologie del nervo ottico e nelle patologie metaboliche da accumulo;
  5. scotoma anulare: area cieca del campo visivo di forma circolare, generalmente localizzato fra 20° e 40° dal punto di fissazione. Si può manifestare in alcune degenerazioni retiniche tipo la retinite pigmentosa;
  6. scotoma arciforme o di Bjerrum: area cieca del campo visivo di forma arcuata o a semiluna suggestivo di una sofferenza del nervo ottico (glaucoma e otticopatie varie); a partenza dalla macchia cieca, presenta una forma di “C” maiuscola nella media periferia del campo visivo;
  7. scotoma scintillante: presenza di una macchiolina scura davanti agli occhi dalla quale si originano piccole strisce scintillanti e colorate (associato molto spesso ad emicrania);
  8. scotomi periferici: sono in genere legati a retinopatie e corioretinopatie.

Come si diagnostica?

L’esame strumentale che permette di effettuare una diagnosi di scotoma è il campo visivo, che dà informazioni sulla visione centrale e sulla visione periferica. Quest’ultima è indispensabile all’uomo ancor più della visione centrale, in quanto gli consente di apprezzare l’esistenza e la morfologia degli oggetti mobili e immobili che lo circondano, consentendogli l’orientamento spaziale. Inoltre è importante eseguire una valutazione neurologica.

Si può curare?

Se le lesioni sono permanenti (ad esempio alle vie ottiche o al tessuto retinico) non esiste una terapia risolutiva; infatti, quando la causa riguarda danni alle cellule nervose (ad esempio in caso di glaucoma od otticopatie) allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non si può fare nulla (anche se varie sperimentazioni sono in corso). In ogni caso, si potrebbe recuperare parte della funzionalità retinica residua mediante un efficace processo riabilitativo.

E’ opportuno però fare prevenzione mediante visite oculistiche di screening per capire quando sia necessario instaurare una terapia che tenga sotto controllo la situazione oculare (ad esempio, nel glaucoma l’utilizzo di colliri ipotonizzanti che abbassano la pressione dell’occhio e prevengono danni al nervo ottico).

Quando, invece, la causa riguarda, ad esempio, il cristallino (presenza di una cataratta) è sufficiente un intervento chirurgico per asportarlo e sostituirlo con una lente artificiale intraoculare (IOL).

Per quanto riguarda le patologie vascolari retiniche, tipo le occlusioni vascolari (arteriosa o venosa), è importante identificare la causa precisa per poi instaurare la terapia farmacologica idonea (farmaci anticoagulanti, antiaggreganti e trombolitici) e l’eventuale terapia laser per prevenire le complicanze.

Nelle patologie retiniche come la degenerazione maculare legata all’età (AMD) è importante stabilire la forma di maculopatia (secca o umida) per instaurare eventualmente una terapia opportuna: nelle forma essudativa le iniezioni intravitreali e la terapia fotodinamica, mentre nella forma atrofica ci si limita all’utilizzo di integratori (a base di luteina, zeaxantina, acidi grassi polinsaturi omega-3 e vitamine) che possono migliorare l’apporto nutritivo al centro della retina (trofismo maculare), anche se attualmente non esistono trattamenti farmacologici efficaci.

Nel distacco di retina l’approccio è di tipo chirurgico, volto a riposizionare il tessuto retinico nella sua sede originaria.

Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus 
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Pagina pubblicata il 25 novembre 2010. Ultimo aggiornamento: 5 aprile 2023 

Ultima revisione scientifica: 5 aprile 2023 

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