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Malattie oculari
Pterigio
Cos’è lo pterigio?
Si tratta di una malattia degenerativa oculare che consiste in una crescita anomala di tessuto fibroso e vascolare della congiuntiva bulbare, che arriva a coprire la superficie esterna e trasparente dell’occhio che si trova davanti all’iride (cornea). Si potrebbe considerare una sorta di “callo” oculare morbido. Lo pterigio si sviluppa piuttosto lentamente nel corso degli anni e la sua evoluzione non è costante, bensì caratterizzata da periodi di stabilità e periodi in cui la crescita e più rapida. Quando lo pterigio arriva ad invadere la cornea, quest’ultima appare biancastra e ricca di vasi, con una superficie non regolare. Tale situazione induce spesso una serie di fastidiosi sintomi per il paziente, oltre che una riduzione significativa del visus.
Qual è la causa?
Diversi studi hanno messo in evidenza il ruolo svolto dai fattori ambientali nella patogenesi dello pterigio, in particolare hanno evidenziato una correlazione con l’esposizione quotidiana e prolungata ai raggi ultravioletti (UV). Per tale motivo i soggetti maggiormente esposti al rischio di sviluppare uno pterigio sono i marinai, gli agricoltori, gli alpinisti, gli edili, quindi tutte quelle persone che trascorrono diverse ore al giorno all’aria aperta, esponendosi ai raggi del sole, senza utilizzare appositi sistemi di protezione (occhiali scuri contro i raggi UV, cappellini con visiera). Ci sono anche altri fattori di rischio che sembrerebbero essere coinvolti nell’origine dello pterigio, quali: alterazioni importanti del film lacrimale, stati irritatitvi cronici della superficie oculare, razza, ereditarietà. Infine, va ricordato che lo pterigio prevale nei soggetti di sesso maschile e tende a manifestarsi più frequentemente nei soggetti che hanno raggiunto i 40 anni d’età.
Quali sono i sintomi?
Lo pterigio può essere privo di sintomi specifici, soprattutto nelle fasi iniziali, in caso di situazioni più gravi e/o in presenza d’infiammazione, si presentano frequentemente: arrossamento, bruciore, lacrimazione eccessiva, senso di abbagliamento durante la guida notturna o in occasione di esposizione a fonti di luce artificiale, sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio. Quando lo pterigio si accresce si evidenzia una riduzione del visus che fondamentalmente dipende da due fattori: insorgenza di un astigmatismo, dovuto all’estensione dello pterigio sulla cornea con conseguente deformazione della sua curvatura ; invasione della zona ottica (viene coperta la pupilla).
Quali sono i segni?
È possibile vedere anche ad occhio nudo, oltre che con la lampada a fessura, la presenza del tessuto congiuntivale anomalo sulla superficie oculare. Si presenta come un triangolo (in cui si possono distinguere la testa, il collo e il corpo), con l’apice (testa) rivolto verso il centro della cornea. Con la lampada a fessura si può constatare l’abbondanza di vasi. In condizioni d’infiammazione il diametro vascolare è maggiore.
Qual è la terapia?
La terapia è chirurgica: non esistono altre modalità di cura per lo pterigio. Si tratta di un intervento semplice, che si effettua in anestesia locale (con chirurgia ambulatoriale). È indicato soprattutto nei seguenti casi: astigmatismi non correggibili, occlusione della zona ottica, infiammazioni ricorrenti non controllabili con la terapia locale e, in ultimo, per motivi estetici. L’intervento spesso recidiva: lo pterigio può riformarsi. Fondamentale è la prevenzione dello pterigio per chi si espone ai raggi ultravioletti. L’utilizzo di occhiali da sole a norma di legge, infatti, oltre a prevenirne la comparsa, protegge anche le strutture oculari dai potenziali danni delle radiazioni UV (in particolare la retina e il cristallino).
Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus
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Pagina pubblicata il 1 luglio 2008. Ultimo aggiornamento: 24/01/2023
Ultima revisione scientifica: 24 gennaio 2023
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