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Campo visivo e perimetria
Campo visivo

Cos’è?

Il campo visivo è quella porzione di spazio che l’occhio è in grado di percepire, quando viene osservato un punto fisso. Occorre fare una distinzione tra campo visivo monoculare e campo visivo binoculare: il primo rappresenta ciò che è visibile con un solo occhio, mentre il secondo si riferisce ad entrambi gli occhi. Di norma, il campo visivo viene suddiviso in quattro quadranti, ottenuti tramite l’intersezione di due assi perpendicolari in un punto, detto punto di fissazione e corrispondente alla fovea retinica. La fovea è la regione centrale della retina in cui si ha la massima acutezza visiva.

Qual è lo strumento impiegato per misurarlo?

Lo studio del campo visivo può essere effettuato mediante perimetria manuale o automatica; quest’ultima attualmente è sicuramente la più diffusa e si avvale di macchinari automatizzati che rendono più semplice l’analisi dei risultati grazie alla presenza di dispositivi hardware e software. Nella perimetria automatizzata, il campo visivo viene valutato qualitativamente e quantitativamente. Il perimetro automatico consente di testare un numero maggiore di punti rispetto a quello manuale. In particolare, grazie a degli algoritmi numerici è possibile determinare la distribuzione del difetto e la sensibilità della retina, dati che vengono poi comparati con i risultati della popolazione “normale” (cioè senza deficit del campo visivo). Attualmente, alla ‘’perimetria’’ viene associato il termine ‘’campimetria’’, in quanto si utilizzano moderne apparecchiature computerizzate (i campimetri) che elaborano vere e proprie mappe del campo visivo.

Come funziona?

Per il funzionamento del campo esistono due metodi: il “cinetico” e lo “statico”. Tali metodi si differenziano a seconda di come vengono proiettate le luci su uno schermo. Il metodo cinetico utilizza luci che si muovono (stimoli luminosi) dall’esterno all’interno variando al contempo la loro intensità luminosa. Col metodo statico si utilizzano, invece, luci fisse; ma anche in questo caso varia la loro luminosità. Per l’esecuzione del campo visivo, il paziente è seduto di fronte ad una piccola cupola concava con un target al centro e gli viene chiesto di focalizzarsi su di esso. L’occhio non in esame viene coperto. Il computer dà l’input di stimolo luminoso alla cupola e il paziente preme un pulsante ogni volta che ne riconosce uno. Sarà il computer stesso a fornire una mappatura automatica e a calcolare il campo visivo del paziente. Per valutare l’attendibilità dei risultati del campo visivo, l’oculista deve controllare appositi parametri (definiti appunto come indici di affidabilità):

  • FP (falsi positivi), esprime il numero di volte in cui il paziente ha premuto il pulsante in risposta a stimoli luminosi mai presentati. L’avere un numero elevato di falsi positivi può indicare la presenza di un comportamento ansioso da parte del paziente;
  • FN (falsi negativi), esprime il numero di volte in cui il paziente non ha premuto il pulsante in risposta a stimoli luminosi sicuramente percepibili (presenti in un’area la cui sensibilità è già stata determinata). Un numero elevato di falsi negativi, può essere correlato ad affaticamento da parte del paziente;

perdite di fissazione, esprime il numero di risposte affermative alla presentazione di stimoli presenti nella macchia cieca, il che indica che in quel momento il paziente non fissava la mira centrale. Un numero alto di perdite di fissazione, può indicare una scarsa comprensione da parte del paziente di come deve essere eseguito il test, affaticamento, agitazione, scarsa collaborazione.

Quali sono i sistemi usati?

L’Humphrey Field Analyzer (HFA) rappresenta il gold standard di riferimento per la perimetria e, in particolare, per la diagnosi del glaucoma.

Il metodo di Zingirian-Gandolfo permette un’analisi completa del campo visivo binoculare, con calcolo della minorazione della visione periferica (fino all’ipovisione o alla cecità). Consente di effettuare una valutazione ottimale a livello funzionale, dato importante per quantificare il danno visivo periferico e, di conseguenza, le difficoltà avvertite dal paziente nello svolgimento delle normali attività quotidiane. Il campo visivo percentuale di Zingirian-Gandolfo ha tantissimi vantaggi:

  • è di breve durata: 5-7 minuti, massimo 10;
  • è di facile esecuzione;
  • va bene anche per soggetti che hanno problemi di collaborazione, come gli anziani, i bambini ed i pazienti neurologici.

Il test si fa con entrambi gli occhi aperti, facendo fissare il paziente con l’occhio migliore. Ha una estensione orizzontale complessiva di circa 120°.Con tale metodo vengono esplorati 100 punti, dei quali 60 si trovano nella zona bassa del campo visivo (emicampo inferiore) e i rimanenti 40 in quella superiore. Inoltre 64 punti sono collocati nel campo visivo paracentrale (5°-30°) e solo 36 in quello periferico (30°-60°).

A cosa serve e cosa valuta?

Il campo visivo permette di quantificare e rilevare le perdite assolute e relative di sensibilità retinica, evidenziando gli eventuali difetti periferici o centrali. Quindi è estremamente utile per valutare non solo l’esordio, ma anche la progressione di una malattia tanto invalidante quale il glaucoma.

Viene, inoltre, utilizzato per studiare le alterazioni campimetriche che si riscontrano nelle patologie neurologiche (neuriti ottiche, edema della papilla) e nelle affezioni cerebro-vascolari (ischemia del nervo ottico). L’architettura delle zone cieche del campo visivo (scotomatose) segue la disposizione delle fibre nervose, quindi, la valutazione di queste zone ci consente di risalire alla patologia in atto.

Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus 
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Pagina pubblicata il 29 gennaio 2009. Ultimo aggiornamento: 11 febbraio 2019. 

Ultima revisione scientifica: 13 marzo 2025