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Xeroftalmia

Cos’è?

Il significato del termine xeroftalmia è occhio secco, dal greco xero “secco” e ophtalmós “occhio”.  Si tratta, infatti, di una grave patologia dell’occhio, caratterizzata dalla presenza di   secchezza oculare, causata dalla carenza di vitamina A. Può degenerare in ulcerazione della cornea (cheratomalacia).

 

Diffusione

La xeroftalmia risulta essere la maggiore causa di cecità infantile nei Paesi in via di sviluppo. Si calcola che:

  • 250 milioni di bambini in età prescolare soffrono di carenza di vitamina A;
  • ogni anno 350.000 bambini diventano ciechi (complessivamente, secondo l’OMS, sono 1,4 milioni i piccoli non vedenti per diverse cause);
  • annualmente muoiono 2 milioni di bambini per la carenza di vitamina A (ipovitaminosi). 

Aspetti Clinici 

La xeroftalmia si sviluppa a seguito della perdita di cellule della congiuntiva (caliciformi e mucosecernenti) e a un’alterazione delle cellule epiteliali congiuntivali (metaplasia squamosa). Tali alterazioni causano la cheratinizzazione dell’epitelio congiuntivale, che conferisce a questo tessuto un aspetto secco: è la “xerosi congiuntivale”. Quest’ultima si manifesta a livello della congiuntiva bulbare: le caratteristiche tipiche includono la mancanza di umidità della mucosa, un suo ispessimento, un raggrinzimento e una perdita  della trasparenza. A tale quadro clinico può associarsi la presenza di piccole placche grigiastre di aspetto schiumoso (più frequentemente localizzate a livello del limbus corneale, temporalmente e bilateralmente), dette macchie di Bitot. L’instabilità del film lacrimale causa un aspetto ruvido e opaco della cornea (xerosi corneale). La secchezza corneale e congiuntivale possono portare a difetti dell’epitelio corneale fino ad arrivare all’ulcerazione della stessa, con  conseguente perdita della vista nel 50% dei pazienti non trattati. 

Sintomi 

I pazienti affetti da xeroftalmia presentano svariati sintomi, quelli più comuni sono:

  • emeralopia (cecità notturna);
  • bruciore oculare;
  • iperemia congiuntivale;
  • sensazione di sabbia nell’occhio;
  • fastidio alla luce (fotofobia);
  • secchezza oculare.

Diagnosi

L’apporto di vitamina A dovrebbe essere adeguato. Il livello plasmatico di vitamina A è l’elemento principale per la diagnosi [1]. La citologia ad impressione congiuntivale è una tecnica utile per identificare la xeroftalmia. I metodi di raccolta, fissazione e colorazione del campione sono adatti ad essere usati nei paesi in via di sviluppo, a differenza dell’altra metodica (misurazione dei livelli sierici della vitamina). Può essere utile anche eseguire il test di Schirmer, per una valutazione della quantità di lacrime prodotte.
Invece le macchie di Bitot  non possono essere un’adeguata spia di uno stato d’ipovitaminosi A: possono essere infatti legate ad uno stato di malnutrizione generalizzata.In alcuni casi la xeroftalmia può essere associata a xerostomia (bocca secca), in tali pazienti è consigliabile far eseguire delle indagini specifiche che escludano la presenza di una patologia autoimmune (come ad esempio la sindrome di Sjögren). Entrambi le problematiche (xeroftalmia e xerostomia) possono essere presenti anche nel lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide e la fibromialgia.

Trattamento

L’integrazione di vitamina A dà di solito buoni risultati nella regressione della cecità notturna, della xerosi congiuntivale e delle macchie di Bitot, ma è meno efficace nel trattamento delle complicanze corneali. La profilassi è sempre preferibile alla terapia: può essere somministrata oralmente o mediante iniezione intramuscolare.Oltre all’assunzione di vitamina A, è importante mantenere la superficie oculare sempre ben idratata, attraverso l’instillazione ripetuta più volte al giorno di colliri lubrificanti, da associare eventualmente ad una somministrazione in gel (sempre con prodotti lubrificanti) la sera prima di andare a dormire. Per alleviare i disturbi causati dalla secchezza oculare è, inoltre, preferibile non esporsi al vento e a fonti di calore eccessivo ed evitare di soggiornare in ambienti con aria troppo secca.
Con pochissime risorse si potrebbe ridurre la mortalità dei bambini del 34% nelle aree con questa deficienza vitaminica. Il programma Vision 2020 [2] puntava ad identificare le aree a maggior rischio e ad incoraggiare misure preventive attraverso immunizzazioni, educazione a una corretta alimentazione e all’assunzione di complementi di Vitamina A. 

[1“gli indicatori clinici e funzionali correlati con la salute oculare e i biomarcatori biochimici della vitamina A (ovvero il retinolo serico, l’RBP, il retinolo derivante dall’allattamento al seno, i test di dosaggio, il metodo della diluizione isotopica e gli esteri serici del retinolo). Tali biomarcatori sono quindi correlati con le concentrazioni di vitamina A nel fegato, che di solito sono considerati il gold standard per valutare i livelli di vitamina A”, (cit. da Tanumihardjo SA, Russell RM, Stephensen CB, Gannon BM, Craft NE, Haskell MJ, Lietz G, Schulze K, Raiten DJ, “Biomarkers of Nutrition for Development (BOND)-Vitamin A Review”, J Nutr. 2016 Sep;146(9):1816S-48S. doi: 10.3945/jn.115.229708. Epub 2016 Aug 10)


Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus

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Pagina pubblicata il 27 aprile 2007. Ultimo aggiornamento: 27 gennaio 2023. 

Ultima revisione scientifica: 27 gennaio 2023. 

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