I tuoi occhi

Malattie oculari

Retinopatia miopica

Cos’è?

retinopatia miopica La retinopatia miopica è una patologia della retina tipica delle persone affette da miopia elevata (errore refrattivo > – 6 diottrie o lunghezza assiale > 26,5 mm). La gravità delle alterazioni retiniche aumenta al crescere del vizio refrattivo. Alcune alterazioni tipiche di questi occhi si possono trovare, comunque, anche in persone con una lieve miopia o persino emmetropi (prive di difetti visivi); dunque sono sempre consigliabili visite oculistiche periodiche di controllo.

Da cosa è causata? 

Distacco di retina 

Nella miopia l’occhio è più allungato rispetto alla norma, proporzionalmente al difetto refrattivo, provocando una serie di alterazioni anatomiche, a carico di sclera, coroide, retina e disco ottico.. La retina, in particolare, subisce degli stiramenti con formazione di  lesioni in periferia (piccoli fori, anche microscopici),  in quanto non riesce ad adattarsi bene all’allungamento del bulbo. Tale processo di “stiramento” coinvolge anche la coroide, provocando un assottigliamento del complesso vascolare coroideale e rendendo il tessuto retinico meno irrorato per mezzo dei vasi sanguigni. L’ipossia retinica, in seguito, può portare al rilascio del fattore di crescita endoteliale vascolare, che fa da mediatore per lo sviluppo di neovasi a livello della coroide (CNV). A livello della retina periferica, il processo di assottigliamento del bulbo, può indurre tutta una serie di processi degenerativi, con formazione di piccoli fori, rotture, fino ad arrivare alla complicanza più grave: il distacco di retina.

A che età può presentarsi?

In genere la miopia insorge in età scolare, aumenta nel periodo dello sviluppo e tende a stabilizzarsi intorno ai 20-25 anni, aumentando solo lievemente dopo quell’età. La miopia patologica o degenerativa, invece, insorge già nei bambini piccoli (tipicamente a 2-3 anni d’età) e progredisce col passare degli anni arrivando anche a valori molto elevati (ad esempio 30 diottrie), poiché il bulbo oculare continua ad allungarsi in modo patologico (anche al termine del periodo di crescita), arrivando a compromettere l’integrità di tutte le strutture anatomiche. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, tutta la serie di processi descritti relativi alla miopia patologica, conducono ad un importante deterioramento dell’ acuità visiva, colpendo spesso i pazienti durante l’età lavorativa e impedendo loro di svolgere anche le più semplici attività quotidiane.

Ci sono forme di prevenzione?

La miopia è dovuta sia a fattori ereditari che a fattori ambientali. È necessario, quindi, far crescere i bambini all’aria aperta, evitare che leggano o giochino in condizioni di scarsa luminosità e bisogna seguire uno stile alimentare (a tutte le età), prediligendo le sostanze antiossidanti. L’assunzione d’integratori alimentari retinici – tra cui la mirtillina – rappresenta una forma di prevenzione importante soprattutto per la protezione dei vasi.

Quali sono le terapie esistenti?

Non esiste una terapia medica che curi la retinopatia miopica. Al contrario, si possono curare le complicanze che insorgono nella retina di un occhio miope, intervenendo in base alle degenerazioni o lesioni che si vengono ad instaurare. Le rotture, i fori e le aree di maggior assottigliamento retinico (degenerazioni regmatogene) vengono trattate con il laser argon. Contro la formazione di nuovi vasi sottoretinici in zona maculare (CNV), la terapia fotodinamica (PDT) si è dimostrata efficace, soprattutto in passato, così come anche (più di recente) l’utilizzo di iniezioni intravitreali di farmaci detti antiangiogenici (o anti-VEGF, che inibiscono la proliferazione di vasi retinici indesiderati).

Si può diventare ciechi a causa della retinopatia miopica?

No, anche se può comportare una minorazione visiva rilevante a causa delle sue complicanze (come la neovascolarizzazione coroideale, detta CNV). La CNV può avere un’evoluzione lenta; infatti, dopo un brusco peggioramento iniziale della vista si può assistere a un miglioramento dovuto alla riduzione dei fenomeni emorragici ed essudativi e all’instaurarsi di una fissazione non più centrale, mantenendo quindi una discreta visione anche al termine della sua evoluzione.

Quando il processo di neovascolarizzazione  va incontro a cicatrizzazione si può osservare uno scotoma (macchia scura) che col tempo può allargarsi, con conseguente diminuzione della vista sino alla cecità legale ). Altra causa di minorazione visiva può essere lo stafiloma miopico, generalmente presente in giovane età, la cui gravità può aumentare negli anni; la prognosi visiva dipende però dalla sua localizzazione. Infatti, quando lo stafiloma è centrale, nel 50% dei casi il paziente diventa legalmente cieco dopo i 60 anni.

Alterazioni dovute alla retinopatia miopica:

  1. Stafiloma miopico: si osserva con l’esame del fondo oculare. È localizzato a livello della zona posteriore del bulbo (polo posteriore). È presente in giovane età e consiste in uno sfiancamento posteriore del bulbo, che lascia intravedere i vasi sanguigni della sottostante coroide (strato intermedio dell’occhio posto tra la retina e la sclera); si può associare a un’atrofia dell’epitelio pigmentato retinico (strato esterno della retina neurosensoriale, attaccato alla coroide, che nutre le cellule visive).
  2. Distrofia e atrofia corioretinica: è causata dall’assottigliamento dell’epitelio pigmentato retinico che rende visibile la vascolarizzazione coroideale. Si creano, in pratica, delle isole di atrofia corio-capillare completa, più o meno confluenti e attraversate da vasi coroideali profondi ben visibili sullo strato bianco-giallastro della sclera. In base alla loro localizzazione (in particolare se coinvolgono la fovea), sono causa di deterioramento funzionale più o meno grave, sino a poter indurre anche l’abolizione completa della visione centrale.
  3. Tilted discè caratterizzato da uno stafiloma decentrato. Il nervo ottico appare di forma ovale con un maggiore asse orizzontale. Si può riscontrare anche in miopie inferiori a 6 diottrie, ma spesso si associa a un astigmatismo.
  4. Rotture membrana di Bruch: si evidenziano maggiormente negli occhi con una lunghezza assiale superiore a 26 mm. All’esame del fondo oculare appaiono come linee giallastre. Possono essere prive di sintomi o si possono accompagnare ad emorragie sottoretiniche tondeggianti, piccole e a contorni ben definiti. Se presenti a livello foveale (zona centrale della macula) provocano una riduzione della vista.
  5. Neovascolarizzazione coroideale (CNV): è la complicanza più temibile. Si presenta come una lesione grigiastra al polo posteriore come conseguenza di una rottura della membrana di Bruch. È caratterizzata da essudazione ed emorragie retinica. Provoca visione distorta, annebbiamento e scotoma centrale (zona di non visione al centro del campo visivo).
  6. Distacco di retinapuò essere posteriore, partendo da un foro maculare o si può originare da una rottura retinica periferica.
  7.  

 

Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus 
Leggi le condizioni generali di consultazione di questo sito

Pagina pubblicata il 14 maggio 2009. Ultimo aggiornamento:15/12/2022

Ultima revisione scientifica: 15/12/2022

Contatta l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus
 
Il Numero Verde di consultazione oculistica è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13.
Scrivi nel Forum: un medico oculista ti risponderà gratuitamente.