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Malattie oculari

Tracoma

tracoma Si tratta di una grave malattia infettiva degli occhi, una tra le più antiche conosciute dal genere umano, provocata dal batterio Chlamydia Tracomatis. Nella diffusione della patologia occorre tenere in considerazione vari fattori:

  • il tracoma si trasmette facilmente attraverso il contatto diretto con persone infette, in particolare con le loro secrezioni oculari;
  • la presenza di ambienti con scarse condizioni igieniche, la mancanza di acqua pulita per il lavaggio del viso e delle mani e la condivisione di oggetti contaminati (come asciugamani e fazzoletti), contribuiscono alla diffusione dell’infezione;
  • il tracoma è più frequente in climi aridi e regioni sabbiose, dove le condizioni ambientali favoriscono la sopravvivenza del batterio;
  • la patologia è endemica in molte aree povere del mondo, in cui si ha un accesso limitato ai servizi igienico-sanitari e alle cure mediche;
  • la Musca sorbens, comunemente nota come mosca bazar, svolge un ruolo significativo nella trasmissione meccanica del Chlamydia trachomatis. Questa mosca è attratta dalle secrezioni oculari umane, nutrendosi di esse facilita la diffusione del batterio tra gli individui. Molti studi hanno dimostrato che la Musca sorbens è il principale vettore meccanico del tracoma in alcune regioni, evidenziando l’importanza del controllo di questa specie nella prevenzione della malattia.

Il tracoma quasi sempre colpisce entrambi gli occhi. Il periodo di incubazione della malattia è tra i 5 e i 12 giorni, dopodiché compaiono i primi sintomi: occhi rossi, visione offuscata, palpebre gonfie, fastidio alla luce (fotofobia), lacrimazione, scolo nasale frequente. Negli stadi più avanzati della malattia i pazienti presentano: infezioni o infiammazioni ripetute, palpebre rivolte verso l’interno del bulbo (entropion), ciglia anch’esse rivolte all’interno (trichiasi), forte dolore oculare, visus ridotto e cecità, con formazione di cicatrici più o meno estese sulla cornea (nei casi più gravi si evidenzia un’opacizzazione completa della stessa e si forma un vero e proprio panno corneale).

Epidemiologia

Il tracoma è responsabile della cecità o della disabilità visiva di circa 1,9 milioni di persone e causa circa l’1,4% di tutta la cecità nel mondo [1]. Sulla base dei dati di aprile 2024, risulta che 103 milioni di persone vivono in aree in cui il tracoma è endemico e sono a rischio cecità; tali aree sono quella più povere e rurali dell’Africa, dell’America centrale e meridionale, dell’Asia, dell’Australia e del Medio Oriente. Nel complesso, l’Africa rimane il continente più colpito e quello in cui si concentrano gli sforzi di controllo più intensi. Ad ottobre 2024, 21 paesi (Benin, Cambogia, Cina, Gambia, Repubblica islamica dell’Iran, Repubblica democratica popolare del Laos, Ghana, India, Iraq, Malawi, Mali, Messico, Marocco, Myanmar, Nepal, Oman, Pakistan, Arabia Saudita, Togo, Vanuatu e Vietnam) sono stati convalidati dall’OMS come paesi che hanno eliminato il tracoma come problema di salute pubblica. Nel 2023, 130.746 persone hanno ricevuto un trattamento chirurgico per lo stadio avanzato della malattia e 32,9 milioni di persone sono state curate con antibiotici. La copertura antibiotica globale nel 2023 è stata del 29%.

I programmi internazionali di prevenzione e di lotta alla malattia, portati avanti in particolare dall’OMS e dalla IAPB (Sezione italiana), negli anni stanno dando risultati positivi.

In aree dove è diffusa, l’infezione da tracoma colpisce quasi tutti i bambini nei primi due anni di vita. I piccoli malati sono la principale riserva d’infezione nella comunità, soprattutto per le donne che vi stanno a più stretto contatto, giustificando l’incidenza due o tre volte più alta della forma più grave di tracoma nel sesso femminile rispetto a quello maschile. I bambini ospitano il batterio nei tratti superiori dell’apparato respiratorio e gastrointestinale, cosicché la trasmissione può avvenire anche attraverso la propagazione di goccioline respiratorie oppure contaminazione per mezzo delle feci. Con la crescita dei bambini diminuisce la prevalenza e la gravità della malattia attiva. Verso i 15-20 anni inizia la fase cronica cicatriziale della patologia.

Patogenesi e caratteristiche cliniche

Il tracoma è molto probabilmente dovuto a una risposta di carattere immunologico in conseguenza di ripetute e continue esposizioni al batterio Chlamydia Tracomatis. Un tracoma infettivo acuto è caratterizzato da una congiuntivite non purulenta in entrambi gli occhi e generalmente si evidenzia gonfiore a livello delle ghiandole linfatiche del collo e davanti all’orecchio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha identificato cinque stadi nello sviluppo del tracoma:

  • infiammazione follicolare: stadio iniziale che presenta cinque o più follicoli visibili sulla superficie interna della palpebra superiore (congiuntiva);
  • infiammazione intensa: l’occhio è gravemente irritato con un ispessimento o gonfiore della palpebra superiore;
  • cicatrici palpebrali: le infezioni ripetute creano cicatrici sulla palpebra interna che può assumere una forma distorta o diventare rivolta verso l’interno;
  • ciglia rivolte verso l’interno (trichiasi): la palpebra continua a deformarsi causando l’inversione delle ciglia che sfregano e graffiano la superficie esterna dell’occhio (cornea);
  • opacità della cornea: infiammazione della cornea che porta ad una perdita della sua normale trasparenza e riduzione della vista del paziente

Diagnosi 

Durante la visita medica l’oculista, in prima istanza, prende in esame l’anamnesi del paziente ponendo specifiche domande per verificare se di recente sia stato in aree affette dal tracoma. Poi, procede con l’ esame obiettivo alla lampada a fessura per individuare l’eventuale presenza di cicatrici all’interno della palpebra, le condizioni della cornea e la presenza di possibili follicoli sulla congiuntiva. Per effettuare una diagnosi precisa lo specialista potrà prelevare un campione dall’occhio del paziente per inviarlo al laboratorio. Per individuare la presenza del batterio, si potranno eseguire i seguenti test: analisi PCR per il DNA del batterio, esame culturale, test di immunofluorescenza diretta.


tracoma diagnosi

 

Terapia

Nelle forme acute sporadiche il trattamento con antibiotici per via sistemica è sufficiente. Il trattamento del tracoma endemico rappresenta, invece, una sfida particolare. VISION 2020 – un progetto mondiale per eliminare la cecità evitabile portato avanti dalla IAPB e inizialmente dall’OMS – comprende un programma specifico per l’eliminazione globale del tracoma attuando la cosiddetta strategia “SAFE“. L’acronimo S.A.F.E. rappresenta le quattro componenti chiave di questa strategia:

  • Surgery(chirurgia): interventi chirurgici per correggere la trichiasi nel tentativo di  limitare il più possibile danni gravi alla cornea;
  • Antibiotics(antibiotici): distribuzione di massa di antibiotici per curare l’infezione da Chlamydia trachomatis, l’agente eziologico del tracoma. L’azitromicina è l’antibiotico di scelta nel protocollo SAFE per il controllo della malattia. La sua somministrazione in dose singola orale di 20 mg/kg (fino a un massimo di 1 g) ha dimostrato un’efficacia compresa tra il 78% e il 95% nel trattamento dell’infezione;
  • Facial cleanliness(igiene del viso): educazione alle corrette norme igieniche per prevenire la diffusione del batterio, come il lavaggio frequente del viso e delle mani con acqua pulita;
  • Environmental Improvement(miglioramento ambientale): costruzione di pozzi e bagni per migliorare le condizioni igienico-sanitarie e ridurre la diffusione del batterio.

È stato fissato il 2030 come nuova data per riuscire ad ottenere l’eliminazione globale del tracoma (insieme ad altre malattie).

 

[1] Fonte: https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/trachoma


Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus

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Pagina pubblicata il 27 aprile 2007. Ultimo aggiornamento: 25 marzo 2025

Ultima revisione scientifica: 25 marzo 2025

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