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Malattie oculari

Oncocerchiasi (cecità dei fiumi, oncocercosi)

VLUU L110, M110 / Samsung L110, M110

L’oncocerchiasi (oncocercosi), detta anche “cecità dei fiumi”, è causata dall’infezione provocata da un verme (nematode), l’Onchocerca volvulus che si riproduce vicino i maggiori corsi d’acqua che attraversano molti paesi dell’Africa equatoriale e dell’America meridionale. Le larve dell’agente vettore della malattia, si sviluppano solamente in acque limpide, molto ossigenate e con scarse sostanze organiche. Il termine “cecità dei fiumi” indica la relazione tra la malattia a livello oculare e l’area abitata dai soggetti malati. Le piccole larve si trasformano in vermi adulti e possono vivere anche 15 anni; questo lungo periodo di vita ne facilita la trasmissione tra gli esseri umani. Ogni giorno i vermi femmina producono migliaia di larve microscopiche, dette microfilarie, che si diffondono nel corpo attraverso la puntura delle mosche sull’uomo e quando muoiono causano forti reazioni come infiammazione, irritazione e prurito. Se le larve raggiungono gli occhi possono verificarsi danni irreversibili alla vista. In particolare, viene infettata la cornea (si sviluppa una cheratite sclerosante) che spesso si accompagna a un’infiammazione interna dell’occhio con conseguenti danni alla retina dovuti a cicatrizzazione e degenerazione del tessuto nervoso (atrofia). Si ritiene che l’oncocercosi sia, dopo il tracoma, la seconda causa al mondo di cecità prevenibile tra le malattie contagiose. Tuttavia va detto che, grazie agli sforzi mondiali, la patologia sembra essere in via di progressiva riduzione.

Epidemiologia

L’oncocercosi colpisce principalmente le popolazioni rurali dell’Africa subsahariana e dello Yemen, con focolai endemici più piccoli in alcune parti dell’America Latina. Si manifesta di più negli uomini che nelle donne e ha un’incidenza minore nella fascia d’età 0-10 anni, con un picco maggiore in soggetti di 20-40 anni. Sono infatti soprattutto le persone sopra i 40 anni a poter essere affette dalla cecità irreversibile. L’infestazione dei vermi avviene durante l’infanzia, senza che i soggetti manifestino segni di malattia per lunghi periodi di tempo inoltre, per essere infettati bisogna essere punti diverse volte e soggiornare nelle zone ad alto rischio per più di tre mesi. Il numero di vermi adulti presenti in un soggetto è relativo al numero di punture fatte dalla mosca nera, pertanto i rischi d’ infezione sono direttamente proporzionali al numero di punture ricevute nella vita.

Diagnosi 

La diagnosi di oncocercosi può essere eseguita in qualsiasi fase della malattia, ma bisogna intervenire in tempo per scongiurare danni irreparabili. In particolare la diagnosi si può fare in due modi:

  • con la conta delle larve (microfilarie);
  • visualizzando la larva adulta (dopo aver eseguito la biopsia ad un nodulo sottocutaneo oppure individuando le microfilarie all’interno dell’occhio).

Clinica 

Il primo segno della malattia è una modesta uveite anteriore (infiammazione oculare). Il piccolo parassita biancastro (“vermetto”), che si trova nella parte dell’occhio più vicina alla pupilla (detta “camera anteriore”), può essere individuato all’esame con lampada a fessura. Con l’andare del tempo e con il persistente ingresso delle microfilarie all’interno dell’occhio, l’infiammazione progredisce e la situazione si aggrava a causa dei fenomeni di cicatrizzazione.


Il coinvolgimento del segmento posteriore dell’occhio produce una corioretinite (infiammazione della coroide e della retina). L’ulteriore progressione della patologia porta alla comparsa di atrofia corioretinica (morte e perdita di tessuto retinico e cicatrizzazione), accumulo di pigmento, fibrosi e neovascolarizzazione (proliferazione di nuovi vasi sanguigni). Le lesioni sono generalmente simmetriche (coinvolgono entrambi gli occhi) e tendono a risparmiare il centro della retina (la macula) fino agli stadi terminali della malattia.

Terapia

L’oncocercosi può essere trattata con una dose annuale di ivermectina (un antiparassitario) per almeno 10-15 anni; il farmaco si assume per via orale, di solito sotto forma di un’unica compressa da deglutire. È stato anche sperimentato un altro antiparassitario, il moxidecin, da assumere in dose singola di 8 mg per via orale. Ovviamente oltre al trattamento farmacologico, il modo ideale per trattare la patologia è quello di prevenirla.

Programmi OMS di cura e prevenzione

Oltre il 99% delle persone infette vive in Africa e nello Yemen; il restante 1% vive al confine tra Brasile e Venezuela. Nel 2023 almeno 249,5 milioni di persone hanno richiesto un trattamento preventivo contro l’oncocercosi. Il Global Burden of Disease Study ha stimato nel 2017 che 14,6 milioni di persone infette avevano già una malattia della pelle e 1,15 milioni avevano perso la vista.

L’OMS ha verificato che cinque paesi sono indenni dall’oncocercosi dopo aver implementato con successo attività di eliminazione per decenni: quattro nella regione delle Americhe: Colombia (2013), Ecuador (2014), Messico (2015) e Guatemala (2016), e uno in Africa: Niger (2025).

Tra il 1974 e il 2002, l’oncocercosi è stata tenuta sotto controllo nell’Africa occidentale attraverso il lavoro dell’Onchocerciasis Control Programme (OCP), utilizzando principalmente l’irrorazione di insetticidi contro le larve di mosca nera (controllo dei vettori) da parte di elicotteri e aerei. Questo è stato poi integrato dalla distribuzione su larga scala di ivermectina dal 1989. Il programma OCP ha guarito 40 milioni di persone dall’infezione, ha prevenuto la cecità in 600 mila persone e ha assicurato a 18 milioni di bambini una nascita senza questa malattia.

L’African Programme for Onchocerciasis Control (APOC) è stato lanciato nel 1995 con l’obiettivo di controllare l’oncocercosi nei restanti paesi endemici in Africa e si è chiuso alla fine del 2015 dopo aver iniziato la transizione verso l’eliminazione dell’oncocercosi. La sua strategia principale era l’istituzione di un trattamento sostenibile diretto alla comunità con ivermectina e il controllo dei vettori con metodi sicuri per l’ambiente, ove appropriato [1].

Sono stati istituiti comitati nazionali per l’eliminazione dell’oncocercosi (NOEC) in 25 paesi in Africa per sviluppare e implementare nuove strategie.

Il Global Onchocerciasis Network for Elimination (GONE) è stato lanciato a gennaio 2023 dall’OMS, dai suoi stati membri e dai partner, il cui obiettivo è supportare i paesi nell’accelerare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi della road map per l’eliminazione dell’oncocercosi.

L’OMS in azione

La Roadmap dell’OMS per le malattie tropicali neglette (NTD) 2021-2030 ha identificato l’oncocercosi come una delle malattie da eliminare. La Roadmap ha fissato obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2030, ovvero eliminare la necessità di MDA (somministrazione di massa di farmaci) di ivermectina in almeno 1 focus in 34 paesi, in oltre il 50% della popolazione in almeno 16 paesi e nell’intera popolazione endemica in almeno 12 paesi. L’Onchocerciasis Technical Advisory Subgroup (OTS) istituito dall’OMS nel 2017 fornisce indicazioni e supervisione per la ricerca operativa per identificare le aree endemiche che richiedono MDA [1].


Scheda informativa a cura della Fondazione Sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità – IAPB Italia ETS

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Pagina pubblicata il 30 giugno 2009. Ultimo aggiornamento: 3 settembre 2025.

Ultima revisione scientifica: 25 marzo 2025.

 

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