I tuoi occhi
Malattie oculari
Ambliopia (occhio pigro): cause, sintomi, trattamento.
Cos’è l’ambliopia?
È una condizione in cui la funzione visiva di un occhio (o più raramente di entrambi) è ridotta o assente.
Si tratta di una patologia che si sviluppa in età pediatrica (occhio pigro nel bambino). È caratterizzata da una riduzione dell’acuità visiva, generalmente in un solo occhio.
Consiste in un deficit dell’apparato visivo: il cervello, non riuscendo a interpretare correttamente le informazioni che gli giungono, disattiva – parzialmente o del tutto – i segnali che provengono da uno dei due occhi. Nei bambini il danno è generalmente reversibile, in linea di massima fino a 4-6 anni, ma sull’età precisa non c’è concordanza della comunità medico-scientifica.
Perché si sviluppa l’ambliopia?
L’ambliopia si presenta quando il bambino non usa (in maniera involontaria) un occhio. Questo avviene quando non vede più a fuoco da un occhio o perché il cervello non riesce più a “combinare” (fondere) le immagini che – in caso di strabismo – provengono dall’occhio deviato con quelle fornite dall’occhio sano o, più raramente, perché alla retina non arrivano affatto segnali visivi.
Quali sono le cause dell’ambliopia?
Astigmatismo, miopia e ipermetropia, se non vengono corretti adeguatamente e tempestivamente, possono portare all’ambliopia. In caso di strabismo il cervello non riesce a fondere le immagini provenienti dai due occhi. Questa sensazione è estremamente fastidiosa, per cui il bambino – il cui cervello sopprime le informazioni che derivano dall’occhio più debole – rischia una compromissione della sua funzionalità visiva in un occhio. Tale esclusione può avvenire per patologie congenite o della prima infanzia: la cataratta congenita, se non diagnosticata e asportata precocemente, può portare ad esempio ad ambliopia (così come una marcata ptosi, patologia in cui le palpebre sono calanti)
OCCHIO PIGRO RIMEDI
La prima cura consiste nel correggere il difetto visivo o eliminare gli ostacoli che impediscono la corretta visione. Si deve poi cercare di far lavorare l’occhio pigro; per fare questo generalmente si copre l’occhio sano (bendaggio dell’occhio dominante). Questa terapia consiste nell’applicazione di una benda o di un cerotto coprente sull’occhio dotato di migliore funzionalità e deve essere approntata seguendo precisamente le indicazioni di un medico oculista.
Queste terapie possono durare da alcuni mesi fino ad alcuni anni. Durante la cura i genitori non devono assecondare la richiesta, da parte del bambino, di togliere la benda. Infatti, se la si esaudisse, si verificherebbe un danno non recuperabile. In alcuni casi vengono impiegate, in alternativa, gocce di atropina instillate nell’occhio dominante (sano): dilatando la pupilla, la visione diventa sfocata, e dunque l’occhio pigro si “riattiva” perché costretto a “lavorare”. Tuttavia bisogna tenere conto degli effetti indesiderati contenuti nel foglietto illustrativo del farmaco.
Cosa comporta l’ambliopia?
Se non corretta per tempo può causare la perdita della capacità visiva di uno o di entrambi gli occhi. Ciò significa che viene meno la visione binoculare tridimensionale: non si riescono più ad apprezzare né la profondità né le distanze degli oggetti.
Cosa deve fare il genitore?
Per un genitore è molto difficile accorgersi se uno dei due occhi veda meno, soprattutto quando non è presente uno strabismo. È indispensabile, quindi, che venga effettuata una visita medica oculistica già in età pediatrica (la prima entro i tre anni). Questo perché il modo migliore per affrontare l’ambliopia è prevenirla mediante visite oculistiche pediatriche, cioè eliminare tutte le cause che possono provocarla.
Ambliopia nell’adulto
Quando non si riesce ad avere una diagnosi precoce dell’ambliopia, e di conseguenza non si mettono in atto tutti i rimedi terapeutici menzionati in precedenza durante l’epoca infantile, il paziente si ritrova in età adulta ad avere un deficit visivo (di solito monolaterale) più o meno grave. Molti soggetti adulti che vivono tale condizione tendono a “trascurare” l’occhio ambliope, non facendo più visite oculistiche di controllo in maniera regolare, non aggiornando la gradazione della lente dell’occhio “debole”, adducendo la scusa: “tanto è un occhio che vede poco”. In realtà, si tratta di un atteggiamento scorretto. Bisogna sempre fare visite di controllo regolari, modificare gli occhiali (qualora fosse necessario) e mettere l’occhio pigro nella condizione di lavorare al meglio delle sue possibilità, altrimenti si rischia che, con il passare degli anni, venga ulteriormente escluso dall’occhio sano. Si può intervenire sull’occhio pigro in caso si fosse sviluppata una cataratta in età adulta, o eseguire un intervento di chirurgia refrattiva per annullare la presenza di vizi refrattivi che creino troppa differenza tra i due occhi (sempre previa consultazione con il proprio oculista). Ovviamente è ben noto che, una volta terminato il periodo di sviluppo del cervello, non si può più trattare l’ambliopia con gli stessi risultati che si ottengono su un bambino. Il cervello ha in pratica terminato il suo sviluppo, e ha perso, per la maggior parte, la sua capacità di modellarsi. Ci sono alcune teorie, però, riguardanti la “plasticità” del cervello umano, secondo le quali, l’attività fisica, appositi esercizi di ginnastica oculare, il bendaggio dell’occhio dominante, la chirurgia dello strabismo o altre misure, potrebbero essere in grado di migliorare l’acuità visiva di un occhio ambliope nell’adulto. Si tratta, tuttavia, di teorie sulle quali non tutti gli oculisti concordano e sulle quali si stanno facendo ulteriori studi.
Leggi anche: “Ambliopia, l’importanza del trattamento precoce“
Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus
Leggi le condizioni generali di consultazione di questo sito
Pagina pubblicata il 30 maggio 2008. Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2021.
Ultima revisione scientifica: 7 Settembre 2021.
Scrivi nel Forum: un medico oculista ti risponderà gratuitamente.