Oms, combattere la malnutrizione Può provocare seri problemi di salute anche a livello oculare, soprattutto alla cornea. Però anche il sovrappeso è da evitare 12 giugno 2013 – L’incudine e il martello sono, da un lato, la malnutrizione e, dall’altro, il sovrappeso. In mezzo ci sono tutti i Paesi del mondo. I rischi di salute, infatti, non li corrono solo le popolazioni più povere e quelle a medio reddito, ma anche quelle tendenzialmente sovralimentate (tra cui l’Italia). Per mirare a colmare l’esistente divario alimentare e quello sanitario l’Oms ha appena redatto 24 azioni fondamentali che riguardano la nutrizione. Una sorta di vademecum, utile ai Paesi per prevenire sia un’alimentazione inadeguata che il sovrappeso. Si tenga conto che nel mondo 1,4 miliardi di persone sono in sovrappeso mentre 500 milioni sono obese.Gli squilibri globali sono sotto gli occhi di tutti, ma un recente rapporto della Fao ha fatto un punto preciso sulla situazione mondiale. Ben 868 milioni di persone ancora sperimentano la fame: si tratta del 12,5% della popolazione mondiale. Il 26% dei bambini soffre di sviluppo insufficiente e due miliardi di persone sono esposte a qualche forma di carenza nutritiva (vitamine, minerali o nutrienti essenziali). Si possono prevenire persino i problemi di salute oculare dovuti allo scarso apporto vitaminico, in particolare di vitamina A, fondamentale per preservare la salute corneale (vedi xeroftalmia). In caso di scarso apporto vitaminico anche la retina può risentirne (in particolare i suoi fotorecettori). Il betacarotene è un precursore della vitamina A ed è fondamentale anche per la vista: è contenuto, tra l’altro, in carote, pomodori, albicocche, meloni, arance, peperoni rossi, spinaci e broccoli. Anche per difendere la salute oculare è consigliabile seguire una dieta varia, ricca di vitamine, omega-3 e omega-6 (contenuti principalmente nel pesce). Un’alimentazione sana e completa riduce anche il rischio di ammalarsi di degenerazione maculare legata all’età (AMD), una malattia degenerativa che può colpire il centro della retina dopo i 55 anni. Anche la vitamina D3 svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del sistema immunitario e può contribuire a proteggere la retina, ma anche la celebre vitamina C è molto importante per il funzionamento della retina stessa.
Fonti principali: Oms, Fao Ultimo aggiornamento: 8 luglio 2013
Negli Usa si guarda all’AMD Dal 3 al 7 giugno 2013 settimana di sensibilizzazione sulla degenerazione maculare legata all’etàBisogna avere un occhio di riguardo per l’AMD. Parliamo, infatti, della degenerazione maculare legata all’età: è la prima causa di perdita della vista nelle persone con più di 55 anni nei Paesi di maggior benessere. Questo avviene anche negli Stati Uniti dove, dal 3 al 7 giugno 2013, per tutta la settimana lavorativa, si è svolta una campagna di sensibilizzazione sulla malattia oculare a carattere degenerativo.La degenerazione maculare legata all’età è una patologia che colpisce la macula, l’area centrale della retina. Ciò può provocare offuscamento visivo, deformazione delle immagini o cecità centrale. Per una prima valutazione si può utilizzare la griglia di Amsler, un reticolo di linee perpendicolari tra loro Se si riscontrano alterazioni (ad esempio se si vedono le linee del pavimento ondulate) e si ha una certa età è meglio sottoporsi a una visita oculistica di controllo. La buona salute generale dell’organismo e un corretto stile di vita sono importanti per preservare una buona vista. “Puoi abbassare il rischio di contrarre la degenerazione maculare legata all’età – ammonisce Prevent Blindness America – evitando di fumare, mangiando sano e mantenendoti attivo/a”. Aiuta molto a prevenire la perdita della vista sottoporsi a controlli oculistici regolari. Insomma, salva la vista, tieni d’occhio la prevenzione!
Alta montagna, ecco i rischi per la vista Visione doppia ed emorragie retiniche: le altitudini elevate devono essere affrontate con attenzione 10 giugno 2013 – Il mal di montagna acuto (AMS), di cui si può soffrire oltre i 2500-3000 metri, può essere associato a diversi problemi di salute: mal di testa, senso di vertigine, nausea, affanno, tosse, torpore, visione doppia, problemi alla retina e, nei casi più gravi, edema cerebrale e polmonare. Una nuova ricerca – condotta dall’università di Tubinga – cerca di far luce su un male che non è stato ancora studiato a fondo nei suoi aspetti oftalmici: sono stati esaminati 14 volontari sani non acclimatati, che sono saliti da una quota attorno ai 340 metri a oltre 4.500 metri. Emorragie retiniche periferiche sono state osservate nella metà dei casi (7 persone su 14).La retina, nel suo complesso, ha sofferto per sbalzi della pressione in modo analogo a ciò che avviene con la retinopatia ipertensiva. I ricercatori tedeschi hanno riscontrato emorragie retiniche, èdema del disco ottico , essudati, aumento della tortuosità e dilatazione dei vasi retinici (fino ad emorragie dei vasi periferici). Lo studio è stato effettuato ricorrendo a un esame chiamato angiografia che serve per lo studio dei vasi sanguigni. Le fotografie del fondo oculare sono state poi studiate da quattro oculisti differenti per una loro esatta classificazione.
Respira salute, smetti di fumare Il 31 maggio si è celebrata la Giornata mondiale contro il tabacco. Fumare aumenta i rischi anche per la vista Il fumo può “minare” le nostre capacità visive. Nei forti fumatori, infatti, aumenta il rischio di essere colpiti da AMD, una malattia retinica degenerativa che può causare cecità centrale (principalmente negli anziani). La Giornata mondiale contro il tabacco, voluta dall’Organizzazione mondiale della sanità, si è celebrata il 31 maggio ed è stata un’occasione per riflettere sui danni che produce il tabacco. Per l’occasione l’ Istituto Superiore di Sanità ha organizzato a Roma un convegno sul tema. Il tabacco manda la salute… in fumo I danni che il fumo può arrecare alla salute sono innumerevoli: tumori, malattie cardiocircolatorie, ecc. Dopo l’ipertensione – che, tra l’altro, può causare retinopatia – il tabacco è la seconda causa di decesso al mondo : al suo uso, secondo l’Oms, è riconducibile una morte su dieci. Il fumo può irritare direttamente gli occhi e aumenta la probabilità di ammalarsi di cataratta, oltre a essere uno dei fattori di rischio di una patologia come l’AMD. “Il tabacco – scrive l’Oms – è il principale fattore di rischio di malattie non trasmissibili, come il cancro, le malattie cardiovascolari e le patologie respiratorie croniche”. Il tabacco nuoce alla vista è stato dimostrato che esiste una correlazione stretta tra il consumo di tabacco e l’AMD, malattia che colpisce la macula (al centro della retina) e si manifesta nelle prime fasi con una distorsione delle immagini. Per chi fuma la probabilità di essere colpiti dalla degenerazione maculare legata all’età è almeno doppia rispetto ai non fumatori. Dunque, il fumo può far perdere la vista ; senza considerare che può provocare irritazioni oculari anche in chi si trovasse nello stesso ambiente dove altri fumano.I dati dell’Oms Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità:– il tabacco uccide fino a un fumatore su due;– quasi l’80% del miliardo di fumatori nel mondo vive nei Paesi a medio e basso reddito;– il consumo del tabacco sta complessivamente aumentando nel mondo, sebbene si stia riducendo nei Paesi benestanti (quelli a medio ed alto reddito).Ue: si fuma da troppo giovani, ma c’è meno fumo passivo “Poiché il 70% dei fumatori dell’Unione europea inizia prima dei 18 anni, dobbiamo batterci – ha affermato Tonio Borg, Commissionario europeo per la salute e la politica dei consumatori – per rendere meno attraenti per i giovani prodotti a base di tabacco e il fumo”. In sempre più Paesi nell’Unione europea vige il divieto di fumare nei locali pubblici. La protezione dal fumo passivo è migliorata notevolmente nell’Ue. Nel 2012 il 28% dei cittadini europei è risultato esposto al fumo passivo nei bar rispetto al 46% che si registrava nel 2009. L’esposizione al fumo passivo è una
Fonte diffusa di mortalità, morbilità e disabilità nell’Unione europea. Secondo stime prudenziali nel 2002 più di 70 mila adulti sono morti nell’Ue a causa dell’esposizione al fumo: molti di essi erano non fumatori oppure lavoratori esposti al fumo ambientale sul posto di lavoro. ISS, in Italia si fuma meno Secondo l’ Istituto Superiore di Sanità in Italia si fumano meno ‘bionde’: siamo passati da 16,1 sigarette fumate al giorno nel 2003 a 12,7 nel 2013. Nel Belpaese si inizia a fumare mediamente a 17,7 anni, con uno scarto di circa un anno tra maschi e femmine (17,3 i maschi e 18,3 le femmine). Oltre il 70% dei fumatori ha iniziato tra i 15 e i 24 anni. Particolare preoccupazione desta la percentuale dei fumatori che hanno iniziato prima dei 15 anni: sono il 13,4%. Tra i consumatori di sigarette elettroniche soltanto il 10,6% ha smesso di fumare le sigarette tradizionali, mentre il 44,4% ha diminuito leggermente il numero, il 22,9% le ha ridotte drasticamente; però il 22,1% non ha modificato le abitudini tabagiche. Quindi l’89,4% dei consumatori delle sigarette elettroniche sono ancora fumatori: la stragrande maggioranza (il 95,6%) utilizza quelle con nicotina.Il ruolo dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità La campagna dell’Oms contro il fumo è condivisa e sostenuta dalla IAPB Italia onlus (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità), che cerca di scoraggiare il consumo di tabacco. Si possono, infatti, proteggere gli occhi anche facendo sì che meno fumo finisca nei nostri polmoni.L’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità ha fatto partire, il 30 maggio del 2006 a Bruxelles, la Smoking and blindness campaign (“Campagna sul fumo e sulla cecità”). Questa iniziativa ha come obiettivo principale la revisione delle avvertenze sui prodotti del tabacco: oltre a leggere “il fumo uccide” in futuro potrebbe comparire sui pacchetti di sigarette la frase “il fumo rende ciechi” o altra avvertenza analoga.Numero verde contro il fumo dell’Istituto Superiore di Sanità: 800 55 40 88 (lun.-ven.: 10-16)
L’azione programmata di prevenzione della disabilità visiva (2014-2019)
La prevenzione della disabilità visiva ha un respiro mondiale. L’Oms ha dato l’ok a un Piano d’azione per contrastare la cecità e l’ipovisione (2014-2019). L’approvazione del documento è avvenuta durante la 66ª assemblea mondiale dell’Organizzazione mondiale della sanità, che si è tenuta a Ginevra dal 20 al 27 maggio 2013.
I tre documenti Oms
Durante i lavori sono stati considerati tre punti d’azione globale: 1) uno sulle patologie non trasmissibili (ossia non contagiose da persona a persona, come il diabete) e le malattie tropicali dimenticate (a livello oculare si pensi al tracoma o all’oncocercosi); 2) un testo sulla salute mentale; 3) un documento sulla prevenzione della cecità e dell’ipovisione evitabili (vedi Piano d’azione globale 2014-2019).
Direttrice OMS: più equità e copertura sanitaria universale
“Tutti e tre i piani – ha affermato Margaret Chan, già Direttrice generale Oms – necessitano di un approccio vita natural durante e mirano ad ottenere equità mediante una copertura sanitaria universale”. La prevenzione è uno dei punti cardine del nuovo documento. E’ fondamentale che gli Stati offrano l’accesso a servizi sanitari integrati, adottando un approccio più ampio alle cure. In conclusione, la prevenzione della cecità nel mondo ha ora… uno sguardo più lungo!
Riabilitazione e fissazione retinica Persino gli adulti possiedono un certo grado di plasticità del sistema visivo: possono imparare a sfruttare meglio le proprie capacità residue28 maggio 2013 – La plasticità del nostro cervello non tramonta mai definitivamente. Se è vero che la nostra corteccia è molto più plastica da bambini, in realtà un certo grado di “flessibilità” neuronale è presente anche negli adulti. Però se si è ipovedenti o ciechi parziali occorre seguire speciali programmi di riabilitazione per allenarsi a vedere sfruttando una zona diversa della retina rispetto a quella che è stata danneggiata dalla malattia (il cosiddetto residuo visivo). È quanto sottolineano optometristi dell’Università della California (Berkeley), i quali – studiando le possibilità riabilitative di chi aveva perso la visione centrale – hanno insegnato ai loro pazienti a guardare con un’altra zona della retina (miglior punto di fissazione retinico o Preferred Retinal Locus). Le persone che hanno perso la visione centrale (ad esempio i malati di AMD a uno stadio avanzato), hanno seri problemi a orientarsi nella vita quotidiana: non riconoscono i volti, non possono guidare, ecc. Eppure qualcosa si può fare: la riabilitazione e i corsi di orientamento e mobilità consentono di tornare a essere relativamente autonomi. Per sfruttare appieno le potenzialità residue dei propri occhi c’è però bisogno di una allenamento costante e di rivolgersi a un centro specializzato nella riabilitazione degli ipovedenti.
Quel mondo dipinto di blu Abusare della luce artificiale può disturbare il sonno: lo sostiene un esperto dell’università di Harvard 24 maggio 2013 – Gli schermi dei dispositivi tecnologici non fanno dormire sonni tranquilli. A sottolinearlo è un docente dell’Università di Harvard, Charles Czeisler, che ha pubblicato su Nature un interessante schermi può creare non solo fastidi oculari diretti (se non si fanno regolarmente delle interruzioni), ma indirettamente può avere conseguenze negative sulla salute in generale perché le frequenze sul blu possono provocare insonnia (con maggiori rischi per il cuore, il sistema nervoso, ecc.). Lo stesso può essere vero per le lampadine a led: da questo punto di vista erano meglio le vecchie lampade a incandescenza che molti Paesi ora però vietano per motivi di risparmio energetico.La causa della nocività della luce emessa da diversi dispositivi artificiali starebbe – secondo lo studioso di Harvard (Usa) – nell’alterazione del ciclo sonno-veglia (circadiano) dovuto alle frequenze blu emesse in abbondanza da luci al led e da schermi grandi e piccoli. Per questo Czeisler suggerisce di arricchire le frequenze dei dispositivi elettronici con una luce giallo-arancio. Insomma, uno spettro multicolore giova alla vista e… alla qualità del sonno.
Troppi ipertesi nel mondo Il 17 maggio si è celebrata la Giornata mondiale dell’ipertensione arteriosa: importante controllarla anche per evitare rischi alla retina 17 maggio 2013 – Rischio ipertensione in vista. La salute della retina viene ‘minacciata’ da una pressione troppo elevata, che non solo causa danni al sistema cardio-vascolare e ai reni, ma può provocare anche la retinopatia ipertensiva. Anche questo aspetto va ricordato in occasione della IX Giornata mondiale dell’ipertensione arteriosa che si è celebrata il 17 maggio. In Italia ci sono circa 15 milioni di ipertesi e nel mondo sono circa un miliardo e mezzo. La pressione arteriosa alta ha varie cause: da quelle genetiche a quelle legate agli stili di vita. Su questi ultimi si può intervenire facilmente: praticando regolarmente l’esercizio fisico, smettendo di fumare, limitando il numero di caffè, mangiando cibi conditi con poco sale. Fondamentale è controllare periodicamente la pressione e, se elevata, consultare uno specialista e seguire le indicazioni del caso. Va sottolineato che non c’è un nesso evidente tra la pressione arteriosa eccessiva e una pressione dell’occhio troppo elevata (dovuta all’accumulo eccessivo dell’umor acqueo -> glaucoma): generalmente sono considerate indipendenti.Una pressione arteriosa tenuta sotto controllo allunga la vita!
Vaccini contro l’allergia a confronto Un nuovo studio ha comparato due tipi di immunoterapia desensibilizzante contro la congiuntivite allergica, la rinite e l’asma 13 maggio 2013 – Sapere a quale tipo di terapia desensibilizzante eventualmente sottoporsi può essere un passo avanti per gli allergici. Fermo restando la necessità di un consulto presso l’oculista e l’allergologo, potrebbe essere utile ricorrere a un vaccino desensibilizzante in caso di congiuntivite , asma e/o rinite causate da pollini, acari o altri allergeni. Un nuovo studio condotto sui bambini, basato su precedenti ricerche, mette a confronto gli effetti di due terapie iposensibilizzanti specifiche che possono migliorare la vita: quella eseguita con iniezione sottocutanea e quella sublinguale (gocce sotto la lingua contenenti la sostanza a cui si è allergici), concludendo che possono essere entrambe efficaci nel rendere l’allergico meno suscettibile a reazioni spropositate.“L’immunoterapia sottocutanea (SCIT) – precisano gli autori su Pediatrics – è approvata negli Stati Uniti per il trattamento dell’asma e della rinite pediatriche; l’immunoterapia sublinguale (SLIT) non ha un’approvazione ufficiale, ma viene impiegata nella pratica clinica”.Va tuttavia sottolineato come, in alcuni casi, si possano avere effetti collaterali. Dunque è indispensabile una gradualità nella somministrazione, ammesso che sia necessaria, la quale deve comunque essere sempre monitorata da uno specialista.
Concluso l’ARVO, un Nobel dagli oculistiL’appuntamento di respiro mondiale si è svolto negli Usa dal 5 al 9 maggio 2013 10 maggio 2013 – Sono circa 13 mila i partecipanti dell’ARVO 2013 (The Association for Research in Vision and Ophthalmology): si tratta di un appuntamento fondamentale dell’oculistica mondiale che si è svolto a Seattle (Usa) dal 5 al 9 maggio. Quest’anno è intervenuto persino un premio Nobel: è Oliver Smithies, che ha conquistato nel 2007, assieme a Mario Capecchi e Martin Evans, il premio per la medicina conferito dall’Accademia di Stoccolma. I tre hanno scoperto, infatti, i principi per “introdurre specifiche modifiche genetiche nei topi sfruttando le staminali embrionali”. Insomma, sono considerati oggi dei maestri della manipolazione genetica a scopo sperimentale: si possono indurre geneticamente una serie di malattie nelle cavie di laboratorio, per poi studiare gli effetti dei trattamenti sperimentali.I temi che sono stati affrontati dai relatori durante l’ARVO vanno dalle tematiche classiche dell’oculistica (cataratta, glaucoma, ecc.) fino a questioni più specifiche. Non ci si è occupati tuttavia esclusivamente di malattie degli occhi, ma anche di neurologia della visione, di esami specialistici quali l’ OCT (che consente la visualizzazione degli strati retinici) e di trattamenti farmacologici contro una serie di malattie oculari.Durante l’ARVO ci si è occupati anche di salute globale e salute pubblica, in particolare con Christopher Murray, professore americano che in passato ha lavorato per l’Oms.