Riabilitazione e fissazione retinica Persino gli adulti possiedono un certo grado di plasticità del sistema visivo: possono imparare a sfruttare meglio le proprie capacità residue 28 maggio 2013 – La plasticità del nostro cervello non tramonta mai definitivamente. Se è vero che la nostra corteccia è molto più plastica da bambini, in realtà un certo grado di “flessibilità” neuronale è presente anche negli adulti. Però se si è ipovedenti o ciechi parziali occorre seguire speciali programmi di riabilitazione per allenarsi a vedere sfruttando una zona diversa della retina rispetto a quella che è stata danneggiata dalla malattia (il cosiddetto residuo visivo). È quanto sottolineano optometristi dell’Università della California (Berkeley), i quali – studiando le possibilità riabilitative di chi aveva perso la visione centrale – hanno insegnato ai loro pazienti a guardare con un’altra zona della retina (miglior punto di fissazione retinico o Preferred Retinal Locus). Le persone che hanno perso la visione centrale (ad esempio i malati di AMD a uno stadio avanzato), hanno seri problemi a orientarsi nella vita quotidiana: non riconoscono i volti, non possono guidare, ecc. Eppure qualcosa si può fare: la riabilitazione e i corsi di orientamento e mobilità consentono di tornare a essere relativamente autonomi. Per sfruttare appieno le potenzialità residue dei propri occhi c’è però bisogno di una allenamento costante e di rivolgersi a un centro specializzato nella riabilitazione degli ipovedenti.
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Fonte: Wolters Kluwer Health