Diabete, in agguato il rischio disabilità

Diabete, in agguato il rischio disabilità Secondo un nuovo studio retrospettivo nei diabetici la possibilità di essere colpiti da handicap è maggiore di almeno il 50%: sono essenziali la prevenzione e le cure 24 luglio 2013 – La disabilità e il diabete possono andare a «braccetto». Il rischio di essere colpiti da handicap di qualche tipo aumenta di oltre il 50% negli adulti non giovani. ARetina di diabetica sottolinearlo è un’ampia rassegna retrospettiva di 26 studi precedenti. I ricercatori hanno concluso che gli sforzi per promuovere un invecchiamento in salute devono tenere conto di tutti questi rischi: bisogna ricorrere alla prevenzione, soprattutto attraverso controlli medici periodici, e a una corretta gestione del diabete. A livello oculare il maggiore rischio nei diabetici li corre la retina: può essere colpita da retinopatia diabetica, che può richiedere l’intervento col laser per bloccarne l’evoluzione (si bruciano alcune zone mirate per bloccare l’evoluzione della patologia). Tuttavia il primo “strumento“ di cura è la prevenzione: se il diabete viene trattato correttamente è più difficile che le diverse parti del corpo subiscano danni (occhi, reni, nervi periferici, cuore, arti inferiori, ecc.). Vedi anche video sulla retinopatia diabetica

Fonte: The Lancet Diabetes & Endocrinology

Ultima modifica: 1 agosto 2013

Rigenerare la retina con le staminali

Staminali ottenute da cellule adulte geneticamente riprogrammate (iPS o pluripotenti indotte). Foto: Stephen Tsang

Staminali ottenute da cellule adulte geneticamente riprogrammate (iPS o pluripotenti indotte). Foto: Stephen TsangRigenerare la retina con le staminali Dagli esperimenti sulle cavie di laboratorio in Gran Bretagna a quelli sugli uomini in Giappone Staminali per curare le malattie degenerative della retina. Il Giappone – a partire dalla metà del 2014 – ha iniziato una sperimentazione triennale su un gruppo di una decina di persone colpite dalla degenerazione maculare legata all’età ( AMD ), considerate gravemente ipovedenti, al fine di migliorare le loro scarse capacità visive. L’annuncio è stato dato poco dopo la metà di luglio 2013 in seguito all’autorizzazione del Ministro della Sanità giapponese Norihisa Tamura. Retina colpita dalla forma umida di AMD Per la prima volta al mondo i ricercatori giapponesi fanno uso di staminali ottenute da cellule adulte geneticamente riprogrammate (iPS) per tentare di migliorare la poca visione centrale residua (si mira a migliorare l’acuità visiva da 1/10 a 2/10 circa). Con questa tecnica si azzera il rischio di rigetto, poiché le cellule staminali impiantate sono ottenute ringiovanendo, con tecniche genetiche, altri tipi di cellula dell’individuo stesso (ad esempio cellule della pelle), che vengono successivamente fatte sviluppare mediante fattori di accrescimento e, infine, impiantate nella retina del malato (per funzionare si devono poi connettere correttamente al resto del ‘circuito’ retinico). Tra i rischi non va Bastoncelli nuovi in retina di topi ciechi (Foto: UCL)esclusa però la possibilità di indurre un tumore. Nel frattempo proseguono anche i test sulle cavie di laboratorio. Tanto che un’équipe inglese dello University College di Londra (UCL) ha recentemente pubblicato su Nature Biotechnology uno studio in cui spiega di essere riuscita a rigenerare i bastoncelli nei topi, fotorecettori utilizzati in condizioni di scarsa luminosità e particolarmente importanti per la visione periferica. In quest’ultimo caso sono state impiegate cellule staminali embrionali fino a farle sviluppare in precursori delle cellule fotosensibili.

Fonti principali: Bbc , Nature Biotechnology , UCL , RIKEN.

Pagina pubblicata il 23 luglio 2013. Ultimo aggiornamento: 13 febbraio 2015

Tutti i geni della retina

Tutti i geni della retina Un catalogo completo delle sequenze genetiche del tessuto nervoso fotosensibile è stato stilato negli Usa 22 luglio 2013 – Vederci chiaro sui geni contenuti nella retina e sulle malattie degenerative che la colpiscono. È questo l’obiettivo di un nuovo studio pubblicato da ricercatori dell’Università di Harvard e della Pennsylvania su BioMed, che ha consentito di mappare accuratamente il codice genetico del tessuto nervoso fotosensibile contenuto nei nostri occhi. Com’era prevedibile anche la retina contiene la maggior parte degli oltre ventimila geni del resto del nostro corpo, ma c’è un novità importante: sono stati identificati 116 presunti nuovi geni. La ricerca sul codice genetico retinico, di cui ora si dispone una mappa più precisa, è fondamentale perché eventuali sue alterazioni causano malattie e pertanto richiedono una correzioni genetica (la cosiddetta terapia genica ). Dunque, sapere dove si trovano i geni malati ossia dove sono i difetti genetici è la premessa per procedere a un’eventuale loro sostituzione, consentendo quando possibile la guarigione della patologia. L’identificazione di parti del codice genetico chiamate esoni (ne sono stati individuati quasi trentamila nuovi) può aiutare a rintracciare la causa delle malattie dei pazienti colpiti da degenerazioni retiniche con familiarità. Attualmente l’unica malattia genetica oculare che si è riusciti a curare (in alcuni bambini) è l’ amaurosi congenita di Leber , ma molti sforzi si stanno facendo anche per il trattamento della retinite pigmentosa e altre patologie oculari rare. Le degenerazioni retiniche ereditarie sono una causa importante di riduzione e di perdita della vista. Queste malattie sono causate soprattutto da alterazioni (mutazioni) dei geni utilizzati nella visione. Fino ad oggi sono stati identificati oltre 200 geni riconducibili a tali patologie retiniche degenerative, ma non si è rintracciata la causa in circa la metà dei casi clinici.

Fonte: BioMed

Ultima modifica: 19 agosto 2013

Oculistica, record di proteste per liste d’attesa

Presentazione del XVI Rapporto PiT Salute-Cittadinanzattiva (Roma, 16 luglio 2013)

Presentazione del XVI Rapporto PiT Salute-Cittadinanzattiva (Roma, 16 luglio 2013)Oculistica, record di proteste per liste d’attesa Si allungano i tempi d’accesso alle visite specialistiche. Secondo Cittadinanzattiva , che ha presentato a Roma il XVI Rapporto PiT Salute, occorre dare più importanza alla prevenzione I tempi d’attesa per una visita specialistica diventano sempre più estenuanti: secondo le segnalazioni dei cittadini l’oculistica batte tutte le altre specialità. Lo denuncia la onlus Cittadinanzattiva, che il 16 luglio ha presentato a Roma, presso il Ministero della Salute, il XVI Rapporto PiT Salute. Analizzando oltre 5.000 segnalazioni delle 27.491 raccolte nel 2012, si è visto che il primato negativo di lamentele spetta alle liste di attesa di oculistica col 25,6% (contro il 18,5% del 2011), a cui segue, quasi a pari merito, I cittadini possono contare su sempre meno posti lettocardiologia (balzata dall’11,5% al 25% in un solo anno) e, al terzo posto, ortopedia (passata dal 17% al 15,1% delle segnalazioni). Mediamente in Italia, per una visita oculistica nel pubblico – stando alle segnalazioni dei cittadini – bisogna attendere circa nove mesi e mezzo. In generale sono da registrarsi crescenti difficoltà nell’accesso alle cure mediche che, tra l’altro, sono più care che in passato a causa dell’aumento dei ticket. Inoltre viene lamentato sempre più spesso un costo eccessivo dei farmaci. In occasione della presentazione del suo studio, Cittadinanzattiva non solo ha sottolineato l’ importanza della prevenzione , ma ha anche segnalato delle carenze esistenti in Italia a livello di riabilitazione, cure domiciliari e del pronto soccorso. Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato“Noi siamo convinti che la prevenzione – ha affermato Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato – sia la chiave di sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale”. Infatti bisogna entrare in una “logica di sistema” non limitandosi a una logica emergenziale, facendo screening e sviluppando maggiormente l’assistenza territoriale per i malati cronici, degli anziani, ecc. Bisogna, infatti, far sì – ha proseguito Aceti – che l’ospedale ritorni a rispondere in modo appropriato alle esigenze dei cittadini, che ad esempio soffrono di una riduzione dei posti letto. Tra l’altro si pone il problema della disomogeneità dei servizi territoriali: “Oggi le regioni del Centro-Sud – ha osservato ancora il Coordinatore del Tribunale per i Diritti del Malato – non sono in grado di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)”. Complessivamente il Sistema Sanitario Nazionale può contare su minori risorse rispetto al passato, pur dando un contributo importante all’economia nazionale (produce l’11% del Pil consumandone il 7,1%). Un definanziamento complessivo che sta avendo ripercussioni negative anche sotto il profilo delle prestazioni sanitarie.

Fonte di riferimento: Cittadinanzattiva

Pagina pubblicata il 16 luglio 2013.

Ultima modifica: 22 luglio 2013

Meno fumo, più salute

Le avvertenze grafiche sui pacchetti di sigarette in Australia e Irlanda prevedono anche la dicitura

Le avvertenze grafiche sui pacchetti di sigarette in Australia e Irlanda prevedono anche la dicitura

Secondo l’Oms il tabacco è la prima causa di morte evitabile e rappresenta una minaccia anche per la vista

Aspirare il fumo può minacciare seriamente la salute (compresa quella oculare). Tanto che il tabacco uccide fino a un fumatore su due: contiene oltre 4000 sostanze chimiche, di cui 250 dannose per l’essere umano, tra le quali almeno 50 sono cancerogene. Ogni anno muoiono per il fumo quasi sei milioni di persone, tra le quali circa seicentomila sono esposte passivamente al fumo altrui.

Complessivamente nel mondo si fuma sempre di più, sebbene alcuni Paesi siano in controtendenza, in particolare quelli a medio o alto reddito. A sottolinearlo è l’Organizzazione mondiale della sanità, che il 10 luglio 2013 ha presentato un nuovo rapporto sul fumo nel mondo.Danni retinici provocati dalla degenerazione maculare legata all'età (forma umida) Se quasi l’80% dei fumatori è concentrato nei Paesi in via di sviluppo (circa un miliardo di persone), si stima che nel nostro secolo un altro miliardo di individui rischi di morire a causa del tabacco.

Il secolo scorso, invece, circa 100 milioni di persone hanno perso la vita per malattie riconducibili a questo vizio. A livello oculare il consumo di tabacco è un importante fattore di rischio dell’AMD, la degenerazione maculare legata all’età, una malattia oculare che può colpire il centro della retina e causare ipovisione e cecità centrali (generalmente a partire dai 55 anni).

Per questo prima l’Australia e poi l’Irlanda hanno deciso di inserire, tra le avvertenze grafiche dei pacchetti di sigarette, che “il fumo causa cecità”. Dal canto suo l’Ue, attraverso la Commissione europea, sta studiando nuove misure per prevenire i danni del fumo. Smoking and Blindness Campaign a Bruxelles (manifestazione contro il fumo, che può provocare anche danni alla vista)I fumatori corrono un rischio più che doppio di essere colpiti dalla degenerazione maculare legata all’età (rispetto ai non fumatori).

Dunque, il consumo di tabacco può far perdere la vista, senza considerare che può provocare irritazioni oculari dirette. La campagna contro il fumo dell’Oms è promossa e condivisa anche dalla IAPB Italia onlus (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-Sezione italiana), che cerca di scoraggiare il consumo di tabacco.

Già il 30 maggio del 2006 la IAPB Italia onlus aveva avviato, assieme ad altre organizzazioni di tutta Europa, una “Campagna sul fumo e sulla cecità” (Smoking and blindness campaign) nella città di Bruxelles, chiedendo alla Commissione europea di inserire tra le avvertenze la dicitura “il fumo rende ciechi”.

Contatto utile: 800 55 40 88 (lun.-ven., ore 10-16), numero verde contro il fumo dell’Istituto Superiore di Sanità

Leggi anche: “ Respira salute, smetti di fumare

Pagina pubblicata il 12 luglio 2013. Ultima modifica: 16 gennaio 2018

Fonte principale: Who

Israele, più che dimezzata la cecità evitabile

Israele, più che dimezzata la cecità evitabile In una decina d’anni l’attività di prevenzione ha consentito di ridurre del 56% i casi trattabili di perdita della vista 11 luglio 2013 – La battaglia degli israeliani non si limita a quella contro i palestinesi, ma viene condotta assiduamente anche contro la cecità. A questo proposito si è ottenuto un risultato notevole in oltre dieci anni: tra il 1999 e il 2010 i casi di persone colpite da perdita della vista prevenibile sono più che dimezzati nello stato d’Israele. Sebbene circa ventimila individui siano stati registrati come legalmente ciechi, l’incidenza della cecità evitabile è scesa da 33,8 a 14,8 per centomila persone, con una riduzione pari a oltre il 56%. L’equazione che ha avuto successo è, quindi, più prevenzione, meno menomazione visiva . Le quattro malattie oculari che sono state prese in considerazione sono il glaucoma , la retinopatia diabetica , la cataratta e la degenerazione maculare legata all’età (solo la forma umida è considerata trattabile). “Gli interventi attuali sul piano oftalmologico – hanno scritto precedentemente i ricercatori israeliani sull’American Journal of Ophthalmology –, in combinazione col libero accesso universale all’assistenza sanitaria su ampia scala, paiono essere efficaci nel provocare un’importante riduzione dell’incidenza della cecità”. Lo studio retrospettivo è stato condotto su dati raccolti annualmente nel registro nazionale ciechi dallo stato d’Israele. Come esempio virtuoso della propria politica di prevenzione gli israeliani ricordano, tra l’altro, che nel loro Paese esistono cliniche dedicate alla cura dei diabetici, i quali soffrono di diversi problemi di salute (retinici, vascolari, renali, neurologici, ecc.). A lungo termine, ricordano infine i medici israeliani, la presa in carico di un non vedente costa molto di più di una capillare e costante attività di prevenzione delle malattie oculari.

Fonti: Aftau , American Journal of Ophthalmology

Cataratta, l’importanza dei check-up dopo l’intervento

Visione notturna di persona con cataratta (simulazione visione dei fari delle auto)

Visione notturna di persona con cataratta (simulazione visione dei fari delle auto)Cataratta, l’importanza dei check-up dopo l’intervento Non bisogna mai trascurare i controlli oculistici postoperatori come avviene, ad esempio, nei Paesi in via di sviluppo 5 luglio 2013 – Si inizia a vedere offuscato, i colori sono più sbiaditi e la sera si viene abbagliati più del solito dai fari delle macchine. Potrebbe essere un Operazione chirurgica di catarattaprincipio di cataratta (comune tra gli anziani), una malattia oculare che può essere operata sostituendo il cristallino divenuto opaco con una piccola lente artificiale. Anche negli stati dove l’operazione è economicamente sostenibile, si pone però il problema del controllo dopo l’operazione chirurgica, che non sempre viene effettuato. Circa la metà dei casi di cecità o ipovisione nel mondo (il 53% su oltre 285 milioni di persone con un handicap visivo) sono dovuti proprio alla cataratta. Questa malattia oculare non è considerata prevenibile, ma almeno operarla non è difficile; però, oltre alle difficoltà economiche, nei Paesi in via di sviluppo c’è una scarsa consapevolezza del problema, ci sono timori circa l’intervento e tendono a dominare atteggiamenti fatalistici che considerano irreversibile la cecità in età avanzata, mentre in realtà spesso così non è (almeno nel caso della cataratta). “Chirurghi competenti – scrivono due ricercatori inglesi dell’Istituto di Oftalmologia dello University College di Londra (UCL) e del celebre Moorfields Eye Hospital sono una componente essenziale per garantire servizi di alta qualità. Un numero inadeguato di chirurghi che possano effettuare indipendentemente interventi di qualità accettabile è un ostacolo pratico grave in alcune regioni (dal mondo, ad esempio nella Cina rurale così come in certe zone dell’Africa, dell’India e dell’Indonesia, ndr )”. I ricercatori ricordano come il programma congiunto IAPB-OMS , Vision2020 (l’iniziativa globale per eliminare la cecità evitabile entro la fine di questo decennio), comprende un aumento del tasso d’intervento di cataratta. I risultati finali riguardo al successo dell’operazione e a una sua maggiore diffusione nei Paesi in via di sviluppo non interessa solo il singolo individuo, ma anche l’intera comunità in cui questi è inserito. “Un attento monitoraggio – concludono gli autori dello studio – mediante visite che seguono l’operazione aiutano i medici a diagnosticare e a trattare tempestivamente complicazioni postoperatorie” (come infezioni oculari, scompenso corneale, ipertensione oculare, ecc.). Secondo l’Istat, infine, la cataratta colpisce mediamente in Italia l’8,5% della popolazione tra i 70 e i 74 anni, il 12,4% nei cinque anni successivi e il 17,1% di chi supera gli 80 anni. Dopo l’intervento è consigliabile sottoporsi ad almeno tre controlli oculistici; tuttavia, il loro numero esatto e la loro periodicità devono essere stabiliti dall’oculista caso per caso.

Fonti: The Lancet , Who , Istat

Ultima modifica: 11 luglio 2013

Odissea riconoscimento invalidità

Cieco con accompagnatore

Cieco con accompagnatoreOdissea riconoscimento invalidità In quasi la metà dei casi segnalati sono state rilevate lungaggini e tortuosità burocratiche: lo afferma Cittadinanzattiva in un suo Rapporto 1 luglio 2013 – Lungaggini burocratiche e tortuosità delle procedure, inadeguata valutazione delle condizioni cliniche e ritardi nella concessione dei benefici economici. Sono questi i problemi principali riscontrati da Cittadinanzattiva a proposito del riconoscimento dell’invalidità in Italia. Questa onlus ha presentato, lo scorso 25 giugno, il primo Rapporto nazionale sull’invalidità civile e la burocrazia, nell’ambito di una campagna lanciata poco meno di due anni fa intitolata “Sono un V.i.P.-Very invalid People”. L’iniziativa è culminata in un documento in cui si sono prese in esame 3.876 segnalazioni dei cittadini del 2012. I tempi di riconoscimento dell’invalidità – ad esempio della cecità – sono stati considerati eccessivi non solo rispetto ai 120 giorni stabiliti dalla legge, ma anche relativamente alle reali esigenze dei cittadini, che nel 45,6% dei casi hanno lamentato tale problema, con conseguenti ritardi nell’ottenimento dei benefici economici. Gli stessi cittadini hanno spesso dovuto acquistare o affittare protesi ed ausili, pagare rette altissime per la Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) e ticket sanitari sempre più elevati, in assenza di un’esenzione non ancora riconosciuta (e ovviamente impossibilità di accedere ad agevolazioni fiscali). Quasi il 30% dei cittadini, inoltre, ha considerato inadeguata la valutazione della propria condizione clinica da parte della commissione medico-legale: per la mancata concessione o revoca dell’assegno di accompagnamento (48,5%), per un’inadeguata percentuale di riconoscimento dell’invalidità/handicap (42,4%) o perché viene loro riconosciuta una pensione di invalidità rivedibile (9,1%).

Link utile: Rapporto Very Invalid People

Fonte: Cittadinanzattiva

L’attenzione visiva selettiva si legge nei neuroni

Aree della corteccia cerebrale umana deputate alla visione (Immagine: università di Monaco)

Aree della corteccia cerebrale umana deputate alla visione (Immagine: università di Monaco)L’attenzione visiva selettiva si legge nei neuroni Studiati i meccanismi di modulazione neuronale: abbiamo nel cervello una mappa visiva del mondo esterno 27 giugno 2013 – Un viaggio nei circuiti del cervello all’inseguimento dei segnali elettrici che controllano l’attenzione visiva. Lo hanno fatto sperimentalmente gli scienziati dell’università della California-Davies: hanno dimostrato come l’attenzione visiva condizioni l’attività di neuroni specifici della corteccia cerebrale. “La nostra mente – scrive l’Università della California – ricrea una mappa interna del mondo che osserviamo attraverso i nostri occhi, generando una mappatura del nostro campo visivo in cellule cerebrali specifiche”. Tra l’altro sia gli esseri umani che i primati hanno la capacità di prestare attenzione a oggetti che vengono osservati anche con la coda dell’occhio. I neuroscienziati californiani sono riusciti a misurare l’attività elettrica specifica di neuroni dell’area corticale visiva di scimmie addestrate a premere il bottone di un joystick quando osservavano un oggetto entrare nel loro campo visivo. “I risultati dimostrano – concludono i ricercatori americani su Nature – che l’attenzione regola finemente la comunicazione neuronale a livello sinaptico ”. Dato che i risultati sono considerati estendibili agli esseri umani, questo studio potrà contribuire a comprendere meglio affezioni del sistema nervoso come l’Alzheimer, l’autismo e il deficit d’attenzione legato all’iperattività.

Fonti: Nature , UC Davies

Nascita prematura, maggiore il rischio di AMD

I nati prematuri tendono a sviluppare retinopatia (ROP)

I nati prematuri tendono a sviluppare retinopatia (ROP)Nascita prematura, maggiore il rischio di AMD In un modello sperimentale animale si è visto che la salute visiva è più cagionevole se è basso il peso alla nascita 13 giugno 2013 – Se si nasce prematuri la salute è, in generale, più cagionevole. Anche la vista è più a rischio, a partire dalla retina: non solo la retinopatia del prematuro minaccia le capacità visive quando si è neonati, ma anche in tarda età la macula corre più rischi. Infatti la zona centrale della retina è più esposta a una malattia degenerativa chiamata AMD ossia alla degenerazione maculare legata all’età. A sostenerlo sono scienziati dell’Università di Alberta (Canada), che hanno condotto uno studio su un modello animale (cavie di laboratorio). Tanto minore è il peso alla nascita, tanto più elevati sono, in linea di massima, i rischi anche per la vista sin dai primi anni di vita. Infatti, una molteplicità di vasi retinici indesiderati crescono fino a danneggiare la salute retinica. Se non viene trattata rapidamente (una possibilità è il laser), la retinopatia del prematuro può portare all’ipovisione e persino alla cecità. L’AMD, invece, può colpire soprattutto a partire dai 55 anni: principalmente i malati sono anziani, che rischiano di perdere la visione centrale. Occorreranno però ulteriori studi per verificare questi risultati negli uomini.

Leggi anche: “ ROP, il successo col trattamento laser precoce