Rigenerare la retina con le staminali Dagli esperimenti sulle cavie di laboratorio in Gran Bretagna a quelli sugli uomini in Giappone Staminali per curare le malattie degenerative della retina. Il Giappone – a partire dalla metà del 2014 – ha iniziato una sperimentazione triennale su un gruppo di una decina di persone colpite dalla degenerazione maculare legata all’età ( AMD ), considerate gravemente ipovedenti, al fine di migliorare le loro scarse capacità visive. L’annuncio è stato dato poco dopo la metà di luglio 2013 in seguito all’autorizzazione del Ministro della Sanità giapponese Norihisa Tamura. Per la prima volta al mondo i ricercatori giapponesi fanno uso di staminali ottenute da cellule adulte geneticamente riprogrammate (iPS) per tentare di migliorare la poca visione centrale residua (si mira a migliorare l’acuità visiva da 1/10 a 2/10 circa). Con questa tecnica si azzera il rischio di rigetto, poiché le cellule staminali impiantate sono ottenute ringiovanendo, con tecniche genetiche, altri tipi di cellula dell’individuo stesso (ad esempio cellule della pelle), che vengono successivamente fatte sviluppare mediante fattori di accrescimento e, infine, impiantate nella retina del malato (per funzionare si devono poi connettere correttamente al resto del ‘circuito’ retinico). Tra i rischi non va esclusa però la possibilità di indurre un tumore. Nel frattempo proseguono anche i test sulle cavie di laboratorio. Tanto che un’équipe inglese dello University College di Londra (UCL) ha recentemente pubblicato su Nature Biotechnology uno studio in cui spiega di essere riuscita a rigenerare i bastoncelli nei topi, fotorecettori utilizzati in condizioni di scarsa luminosità e particolarmente importanti per la visione periferica. In quest’ultimo caso sono state impiegate cellule staminali embrionali fino a farle sviluppare in precursori delle cellule fotosensibili.
Fonti principali: Bbc , Nature Biotechnology , UCL , RIKEN.
Pagina pubblicata il 23 luglio 2013. Ultimo aggiornamento: 13 febbraio 2015