Consigli utili per chi scia

Proteggere gli occhi con filtri a norma di legge: si possono evitare problemi oculari anche seri

Sciando si trascorre più tempo all’aperto, aumentando di conseguenza l’esposizione ai raggi solari, con potenziali rischi per i nostri occhi, soprattutto sui campi da sci e in altri luoghi dov’è presente un elevato riverbero. Infatti, la luce visibile è quella parte dello spettro delle radiazioni elettromagnetiche che sono percepibili dall’occhio umano (lunghezza d’onda 380-750 nanometri). Tuttavia, esistono anche radiazioni (invisibili a occhio nudo) che possono provocare danni, tra cui i raggi ultravioletti (la cui lunghezza d’onda è compresa tra i 100 e i 400 nanometri): si dividono in UVA (315-400 nm), UVB (280-315 nm) e UVC (100-280 nm).

I livelli di raggi ultravioletti sono maggiori al crescere dell’altitudine (ogni mille metri aumentano del 10-12%) e dell’altezza del sole sull’orizzonte (più pericoloso nelle ore centrali della giornata e nei mesi estivi), al diminuire della latitudine e della nuvolosità.

Si può fare a meno degli occhiali da sole quando il tempo è brutto?

Non è opportuno: purtroppo il 90% dei raggi ultravioletti può penetrare attraverso le nuvole e la neve può riflettere fino all’80% dei raggi UV (riverbero). Gli UVA e gli UVB rappresentano gli ultravioletti più dannosi per gli occhi, mentre gli UVC vengono schermati quasi completamente dallo strato di ozono presente nell’atmosfera ad alta quota.

Quali sono i rischi a cui possono andare incontro i nostri occhi?

Diverse sono le strutture oculari che possono essere colpite: la delicata cute palpebrale può andare facilmente incontro a scottature; la cornea, se esposta per più di un’ora al sole, è soggetta a irritazioni e arrossamenti, fino a veri e propri quadri di cheratite attinica. I sintomi insorgono 8-24 ore dall’esposizione: principalmente consistono in un arrossamento della congiuntiva ed erosioni della superficie corneale, con dolore intenso, sensazione di corpo estraneo negli occhi, abbondante lacrimazione, fotofobia e blefarospasmo.

Anche il cristallino può andare incontro più facilmente ad opacizzazione, con la formazione  quindi (alla lunga) di una cataratta precoce. Nei casi acuti più gravi (ad esempio se si fissa a lungo il sole senza occhiali scuri protettivi) si può andare incontro a maculopatia fototraumatica.

Inoltre, tutte le radiazioni non assorbite o schermate dalle strutture anteriori dell’occhio (ultravioletti e luce blu) possono arrivare sulla retina, determinando gravi reazioni fototossiche: potenzialmente sono una (con)causa di degenerazione maculare legata all’età (AMD).

Da tutto ciò si evince l’importanza di una protezione oculare adeguata, con lenti solari provviste di filtri a norma di legge che dovrebbero garantire una visione confortevole e proteggere i nostri occhi da insulti esterni.

Cosa dice l’Oms in proposito?

Secondo l’OMS tra gli effetti negativi delle radiazioni ultraviolette, oltre al melanoma cutaneo e ad altri tumori maligni della pelle, ci sono un raro tumore oculare (neoplasia squamosa corneo-congiuntivale), la cataratta corticale (opacizzazione superficiale del cristallino), lo pterigio e il melanoma oculare.

Anche i bambini devono proteggersi con gli occhiali da sole?

Soprattutto i bambini, visto che il loro cristallino (un vero e proprio filtro naturale) è completamente trasparente e, quindi, l’occhio è più sensibile ai raggi ultravioletti.

Quanti tipi di lenti si trovano e quali sono le più idonee?

Molti sono gli occhiali da sole in commercio: si va dai semplici filtri colorati (suddivisi in 5 categorie), in grado di ridurre l’intensità luminosa e – a partire dalla categoria 3 – capaci di schermare anche i raggi ultravioletti, fino ad arrivare ai filtri polarizzati per proteggere gli occhi da luci riflesse intense (come, ad esempio, il riverbero della superficie dell’acqua, del ghiaccio, della neve, ecc.).

Per gli sport estremi, inoltre, possono essere particolarmente utili gli occhiali solari con forma ergonomica avvolgente, che permettono una protezione globale dai raggi solari (in particolare gli ultravioletti), dalla polvere e dal vento. Fondamentale è – lo ripetiamo – usare esclusivamente buoni occhiali dotati di filtri solari a norma di legge.

Consulta anche il sito dell’OMS (WHO)

Come stare al monitor senza problemi visivi

Computer e altri dispositivi elettronici devono essere impiegati seguendo una serie di norme per evitare fastidi oculari riconducibili a un uso prolungato e continuativo degli schermi.

La normativa sui videoterminali in Italia e indicazioni utili

Nel Decreto Legislativo 626/94 – trasfuso nel 2008 nel Testo unico sulla salute e la sicurezza sul lavoro poi integrato e modificato – sono indicate tutte le caratteristiche che il posto di lavoro deve avere e che il datore è tenuto a rispettare affinché si abbia il massimo comfort. Questa normativa prevede il rispetto di alcune importanti regole d’interesse oculare che possono essere applicate anche quando si usa il computer a casa [All’art. 174 del citato D.Lgs.81/2008] (“Obblighi del datore di lavoro”) si legge:

1. Il datore di lavoro, all’atto della valutazione del rischio […], analizza i posti di lavoro con particolare riguardo:

a) ai rischi per la vista e per gli occhi;

b) ai problemi legati alla postura ed all’affaticamento fisico o mentale;

c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale.

2. Il datore di lavoro adotta le misure appropriate per ovviare ai rischi riscontrati […], tenendo conto della somma ovvero della combinazione della incidenza dei rischi riscontrati.

Come studio scientifico si legga anche: Journal of Clinical and Diagnostic Research, 2013 February, Vol-7(2), pp. 331-335]]. Esse riguardano in particolare:

  • La distanza visiva adeguata, che per schermi di dimensioni standard (15-17 pollici) deve essere variabile indicativamente tra i 50 e i 70-80 cm; ovviamente, maggiore sarà la grandezza dello schermo e più elevata dovrà essere la distanza.
  • La posizione della tastiera sul tavolo di lavoro: deve esserci spazio sufficiente per appoggiare gli avambracci.
  • L’altezza dello schermo: quest’ultimo deve essere posizionato leggermente più in basso rispetto all’altezza degli occhi (di 15-20°) e, se possibile, a una distanza di almeno un metro e mezzo dalle finestre.
  • Posizione delle fonti luminose: non dovrebbero essere poste a meno di 30° rispetto alla direzione del vostro sguardo per evitare di essere abbagliati o, comunque, infastiditi dalla luce.
  • La qualità della visione: è importante che siano sempre indossati gli occhiali prescritti dall’oculista quando si svolge un’attività di fronte allo schermo. Fate sapere all’oculista che lavorate al computer; potrà, quindi, tenerne conto nella scelta degli occhiali da prescrivere.
  • Il contrasto e la luminosità dei monitor devono essere ben regolati, in modo tale da non dare fastidio. Fate delle prove per trovare la vostra condizione ottimale per svolgere confortevolmente le vostre attività al pc.
  • I riflessi sullo schermo devono essere evitati o ridotti al minimo, poiché rendono difficoltosa la lettura: in genere il monitor va collocato a 90 gradi rispetto alla fonte di luce naturale o, comunque, in modo tale che la leggibilità sia ottimale. Inoltre anche il piano di lavoro dovrebbe avere una superficie chiara, possibilmente non di colore bianco e, in ogni caso, non riflettente.
  • Pausa di 15 minuti ogni due ore (oppure di cinque minuti ogni tre quarti d’ora o, ancora, di venti secondi ogni venti minuti secondo lo standard americano): occorre farla cercando di guardare oggetti posti a una distanza di almeno sei metri: questo permette agli occhi di riposarsi.
  • Carattere ben leggibile (almeno corpo 12), da usare preferibilmente con colore scuro su sfondo chiaro. Sono, comunque, da evitare i seguenti abbinamenti cromatici: rosso e blu; giallo e violetto; giallo e verde. Come sfondo di prassi non vanno usati il rosso, il giallo, il verde né l’arancione.
  • Ricordarsi di sbattere le palpebre: quando siamo concentrati sul monitor (ad esempio quando leggiamo un testo) diminuiamo involontariamente la frequenza con cui ammicchiamo [si stima che la sua riduzione possa essere del 66% ([approfondisci)]]. Ciò comporta una minore protezione della superficie anteriore dell’occhio (cornea); per evitare d’incorrere nella secchezza oculare può essere utile non solo prestare attenzione a non ridurre l’ammiccamento ma anche, se necessario, ricorrere alle lacrime artificiali.

Disturbi oculari associati all’utilizzo degli schermi

L’utilizzo prolungato del monitor (così come dello smartphone e/o del tablet) può comportare la comparsa di disturbi oculari quali bruciore, arrossamento, lacrimazione o secchezza oculare, fastidio alla luce (fotofobia), senso di affaticamento e annebbiamenti visivi transitori (complessivamente indicati in inglese con l’espressione Computer Vision Syndrome) [vedi articolo: Porcar E, Pons AM, Lorente A, [“Visual and ocular effects from the use of flat-panel displays”, Int.J. Ophthalmol., Jun 18, 2016;9(6):881-5. doi: 10.18240/ijo.2016.06.16, eCollection 2016: su 116 persone che utilizzavano il computer, il 72% ha riferito fastidi visivi correlati e, in particolare, affaticamento oculare medio-grave (14%), suscettibilità a luci intense (12%), visione sfocata da lontano nonostante l’eventuale correzione (10%), affaticamento visivo, occhio secco, occhi irritati o bruciore oculare (9%), difficoltà a mettere a fuoco passando da una distanza a un’altra oppure mal di testa (8%), visione sfocata da vicino o alla media distanza (<4%). I sintomi visivi sono leggermente maggiori nelle donne e peggiorano con l’abuso del video, soprattutto oltre le sei ore d’utilizzo nello stesso giorno. Tutti questi fastidi possono essere controllati riducendo il tempo trascorso davanti allo schermo, facendo pause più frequenti o arrivando a sospenderne l’uso per un periodo di tempo proporzionale alla gravità dei disturbi (è consigliabile, in questo caso, evitare temporaneamente l’eventuale impiego di lenti a contatto e fare uso, invece, solo di occhiali dotati di lenti antiriflesso fino a quando non passa il fastidio). È, comunque, sempre consigliabile sottoporsi a una visita oculistica se i disturbi persistono].

Quando si è affetti da congiuntiviticheratiti e altre patologie oculari a carattere infiammatorio (specialmente in forma acuta) potrebbe essere opportuno ridurre al minimo l’attività svolta di fronte al monitor oppure, se possibile, sospenderla del tutto per un breve periodo.

Cosa dice il mondo della ricerca

In uno studio scientifico pubblicato nel 2013 si legge che l’affaticamento oculare è la lamentela più frequente tra chi lavora al computer più di sei ore al giorno. Altri problemi oculari che vengono avvertiti sono il prurito oculare e una sensazione di bruciore agli occhi.

I ricercatori S. Agarwal, D. Goel e A. Sharma scrivono:

“Abbiamo anche scoperto che rimanere a una distanza ideale dallo schermo, mantenere l’altezza degli occhi al di sopra dello schermo, fare pause frequenti e usare monitor antiriflesso LCD (cristalli liquidi) regolando il livello della luminosità (brightness) a seconda dell’ambiente di lavoro ha ridotto in misura significativa questi fastidi oculari”.

Un altro studio ha evidenziato, tra l’altro, come l’uso degli schermi prima di andare a dormire possa causare insonnia perché può alterare i cicli circadiani (ci riferiamo, ad esempio, a schermi cellulari, computer portatili e tablet). Questo effetto sarebbe causato non solo da un’eccessiva luminosità, ma anche dalle frequenze della luce blu. [Si veda, tra gli altri, lo studio di Zhao ZC, Zhou Y, Tan G, Li J, “[Research progress about the effect and prevention of blue light on eyes“, Int J Ophthalmol. 2018 Dec 18;11(12):1999-2003. doi: 10.18240/ijo.2018.12.20. eCollection 2018. Review]].

Per quanto riguarda, invece, i bambini e un uso inteso dello schermo del cellulare, in uno studio universitario coreano pubblicato su BMC Ophthalmology (condotto su 916 giovanissimi) si conclude quanto segue:

L’impiego degli smartphone è stato fortemente associato alla sindrome pediatrica dell’occhio secco (DED); tuttavia l’attività all’aperto è apparsa avere un effetto protettivo dalla sindrome pediatrica. Gli studenti più grandi che vivono negli ambienti urbani avevano maggiori fattori di rischio (lungo impiego dello smartphone) e un tempo d’attività all’aperto più breve. Pertanto occorre un’osservazione più puntuale e prudente quando i bambini più grandi utilizzano gli smartphone nelle zone urbane. [[Moon JH, Kim KW, Moon NJ, “Smartphone use is a risk factor for pediatric dry eye disease according to region and age: a case control study”, [BMC Ophthalmol., 2016 Oct 28;16(1):188]

Nota bene: l’utilizzo degli schermi NON SI ASSOCIA alla comparsa di patologie oculari quali GLAUCOMA, RETINOPATIA DIABETICARETINOPATIA IPERTENSIVA né, tantomeno, ad alterazioni del NERVO OTTICO e non è causa di un loro eventuale peggioramento.

Leggi anche: Occhio e televisione

Link utile: sito ufficiale dell’OMS

Come si fa a mantenere sani i propri occhi?

Prevenzione, stili vita, stagioni, lenti a contatto e arrossamenti. Come comportarsi in diverse situazioni per aver cura della vista.

Il segreto per mantenere in salute i nostri occhi è, innanzitutto, quello di condurre uno stile di vita sano, di non esporli ad agenti nocivi e di sottoporsi periodicamente a visite oculistiche.

È importante seguire un’alimentazione corretta, ricca e varia con frutta e verdura in abbondanza, [Secondo l’OMS minimo 400 grammi al giorno (Link per approfondire)]. È importante, inoltre, praticare quotidianamente almeno mezz’ora di attività fisica, evitare sostanze tossiche per l’organismo (come il fumo) e non esporsi troppo ai raggi solari senza occhiali scuri dotati di filtri a norma di legge (soprattutto d’estate, al mare e in montagna). Inoltre bisogna mettersi gli occhiali correttivi eventualmente prescritti da un oculista per evitare uno sforzo oculare eccessivo o improprio (astenopia).

Quanto contano gli aspetti genetici?

Chiaramente la salute oculare è influenzata da fattori genetici: esistono patologie oculari ereditarie più o meno gravi (degenerazioni retiniche, ecc.) o che, comunque, presentano familiarità (come il glaucoma). Ci sono poi malattie di origine genetica che colpiscono svariati organi e possono coinvolgere indirettamente anche il sistema visivo.

Quanto conta il fattore ambientale?

I fattori ambientali vanno tenuti in grande considerazione. Vivere in zone ad alto tasso d’inquinamento, svolgere la propria attività lavorativa in ambienti polverosi o contaminati da sostanze tossiche aumenta notevolmente il rischio di sviluppare problemi agli occhi (allergie, secchezza oculare, congiuntivite, cheratite, ecc.).

Quali pratiche è importante seguire?

Se un corretto stile di vita e un ambiente sano può tutelarci da molti disturbi oculari, è anche vero che, per preservare la salute dei nostri occhi, è fondamentale la prevenzione. È ovviamente importante eseguire visite oculistiche con cadenza regolare. Questo semplice accorgimento può portare enormi vantaggi:

a) aiuta a fare una diagnosi precoce di malattia (in modo da intervenire in maniera corretta e tempestiva);

b) nei bambini consente di evitare l’occhio pigro (ambliopia);

c) determina una precisa correzione di eventuali vizi refrattivi in modo che la vista non venga sforzata eccessivamente con tutti i disturbi che ne possono derivare (mal di testa, irritabilità, bruciore e rossore oculare, calaziosi, blefarite).

Ogni quanto devo fare una visita oculistica?

Nei bambini è consigliabile un primo controllo alla nascita (test del riflesso rosso) e possibilmente anche a un anno d’età. Se poi non sono stati riscontrati problemi, occorre almeno un’altra visita intorno ai 3-4 anni (età in cui il bambino comincia ad essere collaborante, anche se non riconosce ancora le lettere) e in età prescolare (a 5-6 anni). Per la frequenza dei successivi controlli ci si affida normalmente ai consigli del proprio oculista.

Al di là della periodicità stabilita, si veda anche il calendario suggerito dalla Società Oftalmologica Italiana nel 2019. La periodicità sarà ovviamente maggiore in presenza di specifiche patologie e che può variare anche sensibilmente a seconda dei casi considerati.  È generalmente ritenuta imprescindibile una visita oculistica intorno ai 40 anni; chi ha più di 60-65 anni deve essere ancora più scrupoloso nel sottoporsi annualmente o biennalmente a visite oculistiche (in assenza di particolari patologie o diversa indicazione dell’oculista). Infatti col crescere dell’età aumenta anche l’incidenza di particolari patologie (come la cataratta, la retinopatia diabetica o l’AMD).

Quando ho gli occhi rossi come mi devo comportare?

L’occhio rosso, un disturbo molto frequente e aspecifico, è spesso il segno di un’infiammazione oculare. L’arrossamento è indotto dalla flogosi (infiammazione) e dalla dilatazione dei capillari oculari presenti sulla superficie dell’occhio (a livello della congiuntiva). In base alle cause che lo determinano vanno presi provvedimenti diversi.

Le cause che inducono l’arrossamento oculare sono varie: può essere di origine virale, allergica, batterica, può trattarsi di un attacco acuto di glaucoma, essere di origine traumatica, causato dall’aria troppo secca o dall’esposizione al sole senza adeguata protezione [[occhiali da sole dotati di filtri a norma di legge e marchio CE]].

In linea di massima si può distinguere un arrossamento dell’occhio di tipo transitorio (della durata di 1-2 giorni al massimo), che generalmente non ha conseguenze rilevanti: nei casi più banali, se non è presente un corpo estraneo nell’occhio, sarà utile l’impiego di lacrime artificiali.

Quando l’arrossamento è invece persistente o si manifesta in maniera ricorrente è il caso di consultare un oculista, che potrà prescrivere un antibiotico specifico e, in alcuni casi, colliri cortisonici. Inoltre bisogna correggere bene i difetti visivi e proteggere gli occhi dagli agenti atmosferici. In ogni caso, è sempre necessaria una diagnosi precisa e non bisogna accontentarsi di rimedi fai-da-te o ricorrere all’autodiagnosi, che può essere del tutto fuorviante.

Gli accorgimenti per proteggere gli occhi variano stagionalmente?

Le regole di base da seguire citate in precedenza ovviamente vanno seguite durante tutto l’anno; tuttavia a seconda dei cambiamenti climatici o dei luoghi che si frequentano normalmente, potrebbe risultare utile qualche altro accorgimento aggiuntivo a seconda delle stagioni.

Ad esempio, se compare un arrossamento oculare durante il periodo primaverile accompagnato da prurito e gonfiore palpebrale, lacrimazione, fastidio alla luce (fotofobia), è necessario accertarsi se sia in atto una congiuntivite allergica ed impostare, grazie all’oculista, la terapia più opportuna (che varierà in base alla severità dei sintomi).

Durante la stagione estiva, invece, è consigliabile indossare sempre gli occhiali scuri, soprattutto durante le ore più luminose della giornata; se si è portatori di lenti a contatto bisogna evitare di utilizzarle quando si va al mare o in piscina (approfondisci).

In autunno e inverno, essendo più frequenti i malesseri di stagione da raffreddamento, bisogna prestare più attenzione ai disturbi oculari. Ad esempio le congiuntiviti virali sono spesso la conseguenza d’infezioni delle vie respiratorie superiori (laringiti e faringiti) o di un raffreddamento. La causa più frequente di questo tipo di congiuntiviti è appunto il virus del raffreddore (adenovirus). In molti casi la congiuntivite viene trasmessa da persone con cui si è a stretto contatto.

Quant’è importante un sano stile di vita?

Secondo recenti studi è molto importante. Seguire una dieta ricca di vitamine e antiossidanti (presenti nella frutta, verdura e noci), di omega-3 e omega-6 (contenuti nel pesce), può contribuire a proteggere la nostra salute, compresa quella oculare.

Bisogna sempre proteggersi con gli occhiali scuri?

Non sempre, ma solo quando è necessario. L’occhio è particolarmente vulnerabile ai danni provocati dalla luce solare se non si fa ricorso a protezioni adeguate: soprattutto in caso di riverbero è opportuno utilizzare filtri a norma di legge, che proteggono dalla radiazione ultravioletta.

Se si fuma molto quali rischi corrono gli occhi?

Il tabacco aumenta il rischio di tumori (soprattutto ai polmoni) e di malattie cardio-circolatorie, ma è anche uno dei fattori che accrescono la probabilità di essere colpiti da degenerazione maculare legata all’età (AMD), una grave malattia degenerativa della retina che può provocare ipovisione e cecità centrale (particolarmente negli anziani). Inoltre il fumo può irritare direttamente gli occhi (a partire dalla congiuntiva) soprattutto in chi porta lenti a contatto e, secondo recenti studi, aumenta il rischio di cataratta (l’opacizzazione del cristallino è molto comune nella terza età).

Non mi piace portare gli occhiali, posso farne a meno?

Se prescritti da un medico oculista è consigliabile indossare sempre gli occhiali (o, in alternativa, le lenti a contatto, che però presentano maggiori rischi se non utilizzate correttamente). La giusta correzione è fondamentale per non sforzare gli occhi. Non solo bisogna insegnare ai bambini a portare gli occhiali, ma anche dopo i 40 anni spesso servono per leggere da vicino.

Metto spesso le lenti a contatto, potrei avere problemi oculari?

Dipende dall’uso che se ne fa. Chi porta le lenti a contatto (LAC) deve stare molto attento a una corretta igiene e non deve metterle troppe ore al giorno. Il problema principale è la sofferenza della superficie oculare, con annessi rischi di congiuntiviti o cheratiti infettive (che colpiscono la cornea). Le lenti a contatto in realtà non devono sostituire mai completamente gli occhiali, anche se sicuramente offrono a chi le indossa grande comfort (buona qualità visiva, possibilità di essere più liberi quando si pratica uno sport, ecc.).

È infine consigliabile l’utilizzo di lacrime artificiali che tendono a mantenere stabile il film lacrimale che ricopre la superficie oculare, soprattutto quando si portano le lenti a contatto. I sintomi più comuni di un loro abuso sono un’eccessiva lacrimazione e bruciore oculare. L’occhio può diventare rosso (iperemia congiuntivale) e la congiuntiva gonfiarsi (ossia diventare edematosa). La vista generalmente non risulta ridotta, ma se tale evenienza si verificasse bisogna sospettare un coinvolgimento infiammatorio della cornea (cheratite), la quale potrebbe anche presentare delle piccole opacità superficiali (infiltrati).

Leggi anche: Una dieta sana secondo l’OMS (“Healthy Diet“)

Dodecalogo per proteggere la vista

  1. Sottoponetevi regolarmente a una visita oculistica completa che preveda anche l’esame del fondo oculare [indicativamente ogni uno-due anni]. Se siete affetti da diabete, malattie del sistema immunitario, ipertensione o altre patologie vascolari sarà necessario recarvi da un medico oculista più spesso, secondo una periodicità che stabilirà lo stesso specialista. La visita oculistica di controllo è ancora più importante se ci sono altri casi in famiglia di malattie dell’occhio come il glaucoma, il cheratocono, la maculopatia.
  2. Non trascurate le alterazioni della visione, come i lampi luminosi (fosfeni) o l’annebbiamento visivo: è sempre meglio fare un check-up oculistico presso uno specialista.
  3. Utilizzate esclusivamente occhiali da sole con filtri a norma di legge nelle giornate assolate, soprattutto quando vi recate al mare o in montagna (approfondisci). È bene, comunque, evitare o ridurre l’esposizione al sole intenso, che accelera i processi di invecchiamento delle cellule.
  4. Periodicamente provate a leggere e a guardare lontano chiudendo un occhio alla volta. Se notate, ad esempio, che un occhio vede peggio dell’altro, delle immagini distorte o delle linee ondulate (metamorfopsie), allora recatevi da un oculista per una visita, sottoponendovi anche a un controllo del fondo oculare[Leggi anche corretto impiego dei videoterminali; [consigli per la guida]
  5. Se avete gli occhi rossi non instillate colliri senza aver prima consultato il vostro oculista, a meno che non si tratti di lacrime artificiali. Se portate le lenti a contatto toglietele immediatamente.
  6. Quando siete alla guida o state di fronte allo schermo utilizzate sempre eventuali occhiali correttivi che potrebbe avervi prescritto un oculista [è tra l’altro importante ridurre i riflessi, facendo ad esempio uso di filtri polarizzati].
  7. Mangiate tutti i giorni frutta e verdura fresca (secondo l’OMS almeno 400 grammi al dì [“Healthy Diet” – sito WHO]) e riducete i grassi animali e le calorie assunte. Naturalmente l’apporto vitaminico è importante. Inoltre, bevete quotidianamente una quantità adeguata d’acqua [di solito 1,5-2 litri al giorno]]: oltre a far bene a tutto il corpo, anche l’occhio vuole la sua parte. Potrete così evitare o almeno ridurre le miodesopsie (corpi mobili vitreali o “mosche volanti”). Tra l’altro è opportuno consumare regolarmente pesce, frutta e verdura (approfondisci).
  8. Attenzione a cosa entra negli occhi: polveri, trucco e detersivi sono generalmente agenti che possono determinare infiammazione e arrossamento e, talvolta, abrasione e ustione della cornea (la superficie trasparente dell’occhio). Nel caso in cui avvenga il contatto con una di queste sostanze e si manifesti irritazione agli occhi, nell’immediato si consiglia di risciacquare abbondantemente con acqua e di recarsi da un oculista (se necessario al pronto soccorso oftalmico), che valuterà l’eventuale danno e prescriverà la terapia più indicata.
  9. Le lenti a contatto di norma non vanno portate più di 6-8 ore al giorno; ma la loro tollerabilità varia a seconda dell’occhio e del tipo di lente (vedi il dodecalogo). Pertanto, innanzitutto va fatta una visita oculistica per verificare che non ci siano controindicazioni assolute o relative all’impiego delle lenti a contatto. Ad eccezione delle lenti giornaliere vanno sempre utilizzati dei liquidi specifici per conservarle e disinfettarle. In presenza di arrossamento oculare, dolore e/o secrezione dovete sospenderne l’uso fino a nuova indicazione dell’oculista; altrimenti potreste incorrere in complicanze (ad esempio le cheratiti).
  10. Non fate mai ricorso ai cosiddetti “rimedi fai-da-te” (tipo gli impacchi caldi): potrebbero persino peggiorare i disturbi oculari.
  11. Smettete di fumare se avete questo vizio: il consumo di tabacco è il fattore di rischio principale per la degenerazione maculare legata all’età, una malattia retinica che provoca cecità centrale. Inoltre il fumo è chiamato in causa nell’insorgenza o nel peggioramento di moltissime malattie degli occhi e, tra l’altro, contribuisce allo sviluppo della cataratta e può irritare la superficie oculare.
  12. Se utilizzate il computer o altri dispositivi dotati di schermo fate delle pause periodiche per evitare l’affaticamento oculare (astenopia). Occorre infatti distogliere lo sguardo dallo schermo per cinque minuti ogni tre quarti d’ora o per un quarto d’ora ogni due ore (quest’ultima tempistica è stabilita dalla legge italiana per i videoterminalisti): per riposare gli occhi bisognerebbe guardare almeno a sei metri di distanza e, dunque, durante la pausa bisogna evitare di mettersi a leggere. Di fronte agli schermi si tende ad ammiccare meno: per questa ragione può essere necessario l’uso dei sostituti lacrimali (lacrime artificiali), soprattutto in ambienti troppo secchi (riscaldati ma non umidificati) e in quelli dove c’è l’aria condizionata (vedi la scheda informativa sull’occhio secco). Infine se il vostro dispositivo lo prevede è consigliabile attivare un filtro per la luce blu. In alternativa, è possibile utilizzare degli occhiali (con gradazione specifica prescritta dall’oculista, oppure se non è necessario con lenti neutre), trattati con appositi filtri per la luce blu.

Contatto involontario con sostanze causticanti

Nel caso in cui si faccia uso di sostanze potenzialmente nocive per gli occhi (soda caustica, ecc.) è sicuramente opportuno utilizzare occhialini protettivi perché basta uno schizzo per provocare danni alla superficie oculare.

Nel caso in cui una sostanza irritante o causticante sia entrata in contatto con gli occhi è senz’altro consigliabile recarsi rapidamente a un pronto soccorso oculistico o chiamare il 112 (118). Tuttavia come primo soccorso ci si può avvalere dei seguenti consigli:

  1. rimuovere le lenti a contatto (se presenti);
  2. irrigare abbondantemente l’occhio con acqua tiepida e pulita per 15 minuti, sbattendo le palpebre durante il lavaggio, evitando di strofinare energicamente l’occhio con le mani;
  3. non forzare l’apertura delle palpebre se non si riescono ad aprire;
  4. non dirigere il getto dell’acqua direttamente sull’occhio, ma sulla fronte sopra l’occhio o sopra la radice del naso (se sono colpiti entrambi gli occhi);
  5. non applicare nessun collirio o pomata se non dopo preciso consiglio/prescrizione medica;
  6. chiamare un medico oculista e/o un centro antiveleni per sapere se occorre fare altro.

Resta assodato il fatto che la prima forma di cautela è la prevenzione: i bambini piccoli vanno costantemente tenuti d’occhio e, in ogni caso, tutte le sostanze causticanti, irritanti (compresi i detersivi) e potenzialmente nocive vanno tenute in alto oppure sotto chiave.

Fonti: Policlinico A. Gemelli, Ministero della Salute

Le buone norme al volante

Le buone norme di comportamento al volante.

La vista non deve mai essere trascurata. Oltre a sottoporsi a una visita periodica presso un medico oculista, ecco dieci consigli utili per chi guida:

  1. Utilizzare occhiali da vista per la visione da lontano quando prescritti, meglio se dotati di lenti infrangibili (si consiglia di tenerne comunque un paio di scorta). In caso d’incidente le lenti infrangibili sono più sicure anche se si dovesse verificare l’apertura dell’airbag. Se si portano lenti a contatto è comunque meglio avere con sé anche un paio d’occhiali da vista perché, se le prime danno fastidio, occorre toglierle.
  2. Utilizzare occhiali da sole dotati di filtri a norma di legge, meglio se polarizzati perché riducono i riflessi (oppure applicare delle clip-on scure polarizzate sugli occhiali da vista).
  3. Rallentare prima dell’ingresso nelle gallerie per limitare il cosiddetto “effetto tunnel”: le pupille hanno bisogno di qualche frazione di secondo per adattarsi alle nuove condizioni di luce.
  4. Rispettare sempre i limiti di velocità. Premere troppo l’acceleratore significa anche ridurre la visione laterale e alterare la percezione della profondità.
  5. Limitare l’uso degli abbaglianti a casi di effettiva necessità: abusarne significa impedire agli altri automobilisti di vedere bene la strada di notte.
  6. Non utilizzare dispositivi elettronici mentre si guida se non ricorrendo a comandi vocali, al vivavoce o all’auricolare. Spostare continuamente lo sguardo tra uno schermo di un dispositivo elettronico posto vicino e la strada è pericoloso.
  7. Si stima che circa il 30% degli incidenti sia dovuto all’alcol, che tra l’altro provoca anche una riduzione delle capacità visive (soprattutto della visione periferica) e dei tempi di reazione. Lo stesso dicasi per le droghe, che causano gravi danni alla salute.
  8. In caso di nebbia rallentare o fermarsi quando la visibilità è scarsa.
  9. Non orientare le bocchette dell’aria condizionata verso il volto: potrebbero seccare l’occhio e ingenerare fastidi, soprattutto nel caso in cui si portino lenti a contatto (è comunque consigliabile avere con sé delle lacrime artificiali per idratare gli occhi al bisogno).
  10. Mantenere sempre ben puliti parabrezza, specchietti e vetri dei fanali.

Occhio alla salute oculare in acqua

Proteggere gli occhi dal sole ed evitare l’uso di lenti a contatto aiuta a prevenire i disturbi oculari al mare o in piscina

L’occhio è un organo molto delicato e deve essere sempre protetto. Le palpebre e le lacrime che ricoprono la superficie oculare offrono una prima difesa nei confronti dell’ambiente esterno. Tuttavia quando apriamo gli occhi il film lacrimale non riesce a schermare l’occhio dalle radiazioni solari e, in particolare, dai raggi ultravioletti (UV).

Perché il sole può nuocere alla vista?

Il sole è una fonte molto potente di radiazioni luminose che provocano, specialmente se in eccesso, un danno ossidativo ai tessuti, facendoli invecchiare prima del tempo.

Tutte le strutture oculari possono essere colpite; ma è la retina ad essere particolarmente vulnerabile e, una volta danneggiata, la sua funzionalità è difficilmente recuperabile. I raggi solari possono arrivare a provocare la morte di cellule retiniche (ad esempio se si fissa il sole). L’esposizione protratta ai raggi solari senza protezione può comunque favorire, soprattutto nella stagione estiva, l’insorgenza di patologie come congiuntiviti, cheratiti attiniche, cataratta e, in casi estremi, maculopatie fototraumatiche (lesioni della retina centrale).

Come proteggere gli occhi al mare?

Per precauzione, soprattutto al mare e in altre condizioni di elevata luminosità, gli occhiali da sole con filtri a norma di legge devono essere indossati da tutti, in modo da limitare l’azione dannosa dei raggi ultravioletti (UVA e UVB). Per coloro che vanno in barca a vela o praticano kitesurf/windsurf è particolarmente importante difendersi dal riverbero del sole sull’acqua; quindi è opportuno utilizzare occhiali con montature grandi e resistenti agli urti, con lenti ad alto assorbimento dei raggi ultravioletti e montature avvolgenti. È, inoltre, importante proteggere le palpebre e il contorno occhi perché si tratta di zone particolarmente delicate che vanno difese, oltre che con gli occhiali da sole, anche con una crema solare ipoallergenica e priva di profumazione.

In caso di problemi di arrossamento del contorno occhi si può, in prima battuta, ricorrere, una volta all’ombra, a impacchi con acqua fredda.

Bisogna stare attenti anche all’alimentazione?

Sì, la dieta dovrebbe essere ricca di vitamine (bisogna mangiare molta frutta e verdura, in particolare carote e mirtilli) e di omega-3 (acidi grassi che si trovano soprattutto nel pesce). In questo modo si aumenta la quota di sostanze antiossidanti, che potrebbero contribuire alla protezione della macula, la zona più sensibile al centro della retina.

Naturalmente è fondamentale idratarsi costantemente ossia bere in abbondanza (però l’acqua non deve essere ghiacciata).

Quindi è vero che è importante bere molto d’estate?

Sì, è vero: è fondamentale sia per la salute dell’intero organismo che, più in particolare, dell’occhio. Infatti il caldo di solito provoca uno stato di disidratazione; questo comporta problemi del corpo vitreo, il liquido gelatinoso che riempie il bulbo oculare: è questa la causa dei corpi mobili, detti anche “mosche volanti” (miodesopsie). Inoltre, nei casi estremi si può avere una retrazione del corpo vitreo stesso, con un suo distacco dalla retina (da non confondere però col distacco di retina in senso stretto). La perdita della salute del corpo vitreo aumenta, comunque, il rischio di problemi retinici, soprattutto in persone predisposte (come quelle molto miopi e/o che soffrono di degenerazioni periferiche della retina). Per difendersi bisogna reintegrare i sali minerali e garantire un adeguato apporto idrico.

Se gli occhi si arrossano cosa bisogna fare?

È bene, in prima battuta, risciacquare abbondantemente l’occhio con acqua dolce (se si indossano lenti a contatto bisogna prima toglierle) e usare le lacrime artificiali per mantenere un’adeguata stabilità del film lacrimale. Infatti col sole si può soffrire più facilmente di occhio secco. Se si fa un bagno in mare, soprattutto se si accusano irritazioni oculari, è meglio indossare la maschera o gli occhialini; una volta usciti dall’acqua è consigliabile instillare lacrime artificiali. Tuttavia, se il disturbo persiste bisogna recarsi da un medico oculista.

Perché gli occhi si arrossano?

Per diverse ragioni: l’azione del vento e il caldo aumentano l’evaporazione del film lacrimale, rendendo l’occhio meno protetto e creando, quindi, una condizione simile a quella dell’occhio secco. Il vento stesso può provocare dei disturbi (soprattutto in barca, in kitesurf o in windsurf), mentre in spiaggia può sollevare sabbia o polvere negli occhi (leggi la scheda sull’occhio rosso).

I raggi ultravioletti possono provocare congiuntivite (che può avere anche un’origine virale o batterica) e persino una cheratite attinica. Tuttavia, quest’ultima raramente si riscontra per l’esposizione al sole, mentre è più frequente nelle persone che utilizzano fiamma ossidrica o lampade abbronzanti/lettini solari senza protezione. Tipico è il dolore oculare, che aumenta durante la notte, col picco massimo nelle prime ore del mattino. La terapia è a base di pomate antibiotiche e riepitelizzanti (con bendaggio oculare).

Cosa devo fare se mi è finita della sabbia negli occhi?

Risciacquare con acqua dolce in abbondanza è il primo consiglio utile. Può anche essere necessario effettuare un lavaggio oculare (con acido borico o altri prodotti disinfettanti); ma se il quadro clinico non migliora bisogna recarsi tempestivamente a un pronto soccorso oculistico.

Cosa si deve fare se si usano lenti a contatto?

Al mare sarebbe buona norma non utilizzarle e mettere, invece, occhiali con lenti filtranti (occhiali da sole). Il comfort e la sicurezza delle lenti a contatto sono dati dalla presenza di un buon film lacrimale: si crea un film pre-lente (tra la cornea e la lente stessa) e un film post-lente: questo ambiente fa sì che la lente a contatto non sia mai a diretto contatto con la superficie oculare grazie a una sorta di “cuscinetto idrico” (la lente deve galleggiare sul film lacrimale). L’alterazione di quest’ultimo potrebbe portare alla scomparsa di questo ambiente ottimale; il bagno in mare, data la salinità dell’acqua, ne altera l’osmosi e tende a fare asciugare la lente a contatto, facendole quindi perdere le sue caratteristiche peculiari.

Posso portare le lenti a contatto in piscina?

Il loro uso è sconsigliato non solo al mare, ma anche in piscina, nei laghi e nei fiumi (comprese acque termali): nelle acque dolci potrebbe essere presente l’Acanthamoeba, un microorganismo pericoloso che causa un danno moltoIn piscina è sempre consigliabile indossare gli occhialini e non tenere le lenti a contatto grave alla cornea. Normalmente esso non penetra nella superficie dell’occhio, ma i microtraumi che la lente a contatto potrebbe creare aprono la strada all’infezione. Si deve, quindi, ricorrere sempre ad uno specialista quando si ha un sospetto di una lesione corneale o se perdura la sensazione di corpo estraneo.

Spesso la vacanza è associata ad una minore attenzione o ad una minore cura nell’uso delle lenti a contatto. Se si va in posti dove è difficile effettuare una loro regolare manutenzione o dove è difficoltoso reperire i liquidi di conservazione, è bene usare le lenti a contatto giornaliere per diminuire la possibilità d’infezioni e portare comunque con sé gli occhiali da vista (per essere pronti a toglierle in caso di fastidio o occhio rosso). Comunque, se proprio non si può fare a meno delle lenti a contatto in spiaggia, è indispensabile proteggere gli occhi con occhialini prima di immergersi e buttare le lenti a contatto subito dopo il bagno.

Cosa fare quando la crema solare va nell’occhio?

Bisognerà, in questo caso, risciacquare gli occhi con acqua dolce in abbondanza, in modo da eliminare la sostanza irritante. Infatti, può capitare che la crema solare vada negli occhi o che il sudore possa scioglierla, colando nell’occhio e provocando un forte bruciore.

Si può verificare una crescita anomala della congiuntiva a causa del sole?

pterigioSì, può avvenire: un’esposizione esagerata al sole può provocare, alla lunga, la formazione di pterigio. Si tratta di una malattia oculare del tutto benigna che consiste in una crescita anomala della congiuntiva, che arriva a coprire la superficie esterna e trasparente dell’occhio che si trova davanti all’iride (cornea), caratterizzata da ispessimento dei vasi: questa patologia si potrebbe considerare una sorta di “callo” oculare.

La formazione anomala ha una singolare configurazione triangolare e normalmente parte dal punto interno dell’occhio. Questa protuberanza si sviluppa tra le palpebre e la cornea; quest’ultima, in tale condizione, diventerà biancastra e ricca di vasi, con una superficie non regolare. Lo pterigio si accresce lentamente ma progressivamente. A volte può arrivare fino al centro della cornea, provocando una riduzione della vista. Non è doloroso, ma è antiestetico; dovrà, quindi, essere asportato dall’oculista con un piccolo intervento.