Retinopatia diabetica, orizzonte prevenzione

Fondo oculare di persona affetta da retinopatia diabetica

Oltre 30 per cento dei diabetici è colpito da complicanze visive, ma pochi si controllano. Il 6 luglio forum a Roma

foto-convegno-rd-web-ok.jpgIl diabete è una delle “pandemie” del nostro tempo: secondo l’OMS circa 422 milioni di persone ne sono affette, per l’Istat oltre 3,2 milioni solo in Italia. Si stima che almeno un terzo di queste persone siano colpite da retinopatia diabetica, la prima causa di cecità e ipovisione in età lavorativa; ma i danni retinici sono spesso evitabili grazie a controlli medico-oculistici periodici. Eppure nel Belpaese solo l’11 per cento dei diabetici si sottopone annualmente a una visita oculistica con controllo del fondo oculare. Quindi ancora oggi non c’è una risposta sanitaria adeguata al problema.

Il forum del 6 luglio

Fondo oculare di persona affetta da retinopatia diabetica
Fondo oculare di persona affetta da retinopatia diabetica
Nel nostro Paese l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus punta a sensibilizzare persone e istituzioni riguardo ai possibili danni del diabete a livello visivo. Per questo il 6 luglio 2017 ha promosso a Roma [[col patrocinio del Senato, dell’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero della Salute, Diabete Italia, Società Italiana di Diabetologia, Società Italiana di Medicina Generale, Associazione Medici Diabetologi, Società Oftalmologica Italiana, Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) e l’Associazione d’Iniziativa Parlamentare e Legislativa per la Salute e la Prevenzione]] il 2° Forum nazionale intitolato “La Retinopatia Diabetica: una lotta possibile” [[in Piazza Capranica 72]]. In quest’occasione si è tenuta una lettura magistrale di Walter Ricciardi (Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità), oltre a un intervento di Matteo Piovella (Presidente della Società Oftalmologica Italiana), una relazione di Francesco Bandello (docente di Oftalmologia presso il S. Raffaele di Milano), un intervento di Simona Turco e un altro di Filippo Cruciani (entrambi del Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva).

Solo il 25% dei diabetici fa screening annuali del fondo

Occorre trovare soluzioni sanitarie più adeguate. Per questo è stata presentata una mozione parlamentare con cui si mira a un nuovo modello di gestione delle persone forum_sulla_rd-verticale-roma_6_luglio_2017.jpganche ricorrendo alla telemedicina, in modo da prevenire problemi oculari che altrimenti rischiano di diventare irreversibili. Si consideri che solo un quarto dei diabetici si sottopone a un controllo annuale del fondo oculare. C’è la necessità di adottare scelte di politica sanitaria responsabili e innovative, che consentano la messa a punto di nuovi modelli di gestione, in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni di chi è colpito dal diabete e, in particolar modo, dalla retinopatia [[Naturalmente un modello sanitario innovativo a livello nazionale deve poi tradursi in politiche sanitarie regionali efficaci]]. Quindi si punta al coinvolgimento di tutti soggetti istituzionali di alto profilo. L’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della IAPB Italia onlus, ha fatto il punto:
Se non presa in tempo la patologia diabetica porta alla cecità o all’ipovisione (un’importante riduzione della vista)… La nostra attività della Sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità] si propone di sensibilizzare il paziente e la famiglia, col coinvolgimento di diverse figure professionali. Un passo concreto è stato la creazione del [Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma, importante Centro di collaborazione OMS. Solo con interventi di questo tipo si può concretamente migliorare la qualità di vita del malato, riducendo contemporaneamente l’impatto economico e sociale di un’invalidità così importante.
Link utile: Social Manifesto sulla retinopatia diabetica Programma della giornata Leggi il Comunicato stampa Leggi l’intervista all’avv. Giuseppe Castronovo Fonti principali: WHO, IAPB, Altis

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Intelligenza artificiale e innovazione sanitaria

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La sanità digitale è fondamentale. Il 5 luglio una tavola rotonda a Roma

dna-animazio6b00-176ce.gifSanità digitale e innovazione. Di questi due argomenti e d’intelligenza artificiale nel settore della salute si è discusso il 5 luglio 2017 a Roma in un’ampia tavola rotonda [[in p.zza SS. Apostoli 66, dalle 16 alle 19, ndr]].

Sistemi informatici sempre più sofisticati potranno contribuire ad aiutare sempre più chi soffre di malattie croniche. Tra l’altro potranno mitigare gli effetti delle disabilità visive (cecità e ipovisione); potranno ridurre gli errori nella somministrazione delle cure; ipovedente_con_tablet-web.jpgcontribuiranno a migliorare ulteriormente le performance ospedaliere. Naturalmente potranno essere di supporto ai medici nell’analisi delle immagini diagnostiche. Infine, si prevede che avranno un impatto positivo sui conti pubblici, consentendo di ridurre i costi delle prestazioni sanitarie.

Scrivono gli organizzatori dell’evento:

I sistemi d’intelligenza artificiale sono destinati a trasformare il modo in cui pensiamo alla diagnosi e alla cura delle malattie e i benefici che possono scaturire dalla loro applicazione sono molteplici e interessano i pazienti, i medici e il sistema sanitario in generale. L’intelligenza artificiale porterà a diagnosi sempre più rapide specialmente nei casi di malattie rare.

Durante i lavori è stata sottolineata la centralità dell’evoluzione digitale e delle sue applicazioni (compreso il sequenziamento del DNA). In particolare S. Da Empoli, Presidente di I-Com, ha ricordato l’importanza della medicina di predizione personalizzata e delle possibilità di diagnosi più tempestive. I nuovi sistemi digitali hanno evidenti benefici per la salute pubblica, si possono avere screening medici migliori, fatti in tempi più rapidi, con dispositivi sempre più spesso connessi. In Italia abbiamo il Patto della sanità digitale, che tuttavia potrebbe procedere più velocemente. Si potrà persino arrivare agli ospedali senza carta ossia a una sanità “dematerializzata”.

Tra l’altro è stato evidenziato che si potrà migliorare l’aderenza alle terapie: oggi solo la metà dei pazienti assume farmaci secondo le prescrizioni. Da un lato ci vuole, ad esempio, una migliore gestione dei diabetici, dall’altro occorre un Care Manager, una figura professionale che si occupi esclusivamente dei percorsi terapeutici dei pazienti. Non si deve solo avere innovazione in sanità, ma anche umanizzazione e una comunicazione medico-paziente più efficace e possibilmente più empatica.

“La prevenzione è il presente e, sempre di più, il futuro della sanità anche prima di arrivare alle patologie croniche”, ha affermato Francesca Moccia di Cittadinanzattiva.

Naturalmente sarà possibile incrementare l’assistenza sanitaria domiciliare grazie a reti sempre più rapide e decentrare l’assistenza attraverso la creazione di nuovi centri di raccolta dati sanitari (analizzati poi da remoto).

Tra le persone invitate a parlare (una ventina in tutto) si sono avuti esperti, docenti universitari e il vicepresidente dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus, il dott. Michele Corcio, il quale ha affermato:

Con un’opportuna prevenzione della cecità si possono ottenere dei risparmi compresi tra il 9 e il 34%. [[Il riferimento è a un rapporto commissionato dalla IAPB Italia onlus in cui sono stati presi considerati diversi scenari di risparmio possibile, studiando l’impatto delle quattro principali malattie oculari in Italia (glaucoma, AMD, cataratta e retinopatia diabetica), ndr]]

Fonte principale: icom

La prevenzione guarda al Senato

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Nuovi appuntamenti a Palazzo Madama alla ricerca della retinopatia diabetica

Il Presidente del Senato Pietro Grasso all'ambulatorio di Palazzo Madama per la retinografia (28 giugno 2017)
Il Presidente del Senato Pietro Grasso all’ambulatorio di Palazzo Madama per la retinografia (28 giugno 2017)
La prevenzione della cecità entra ancora in Senato. Mirando a evitare i gravi danni provocati dal diabete a carico della vista.

Questo grazie a una retinografia che viene effettuata presso l’ambulatorio medico di Palazzo Madama, al fine di diagnosticare la retinopatia diabetica.

L’obiettivo dell’iniziativa è sensibilizzare le istituzioni italiane: la tutela della vista evita inutili sofferenze alla popolazione italiana, oltre a prevenire un aggravio di spesa pubblica.

Già il 28 giugno 2017 aveva partecipato all’iniziativa il Presidente del Senato Pietro Grasso, sottoponendosi al controllo retinico.

L’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità-IAPB Italia onlus porta avanti l’ampio progetto denominato “Retinopatia diabetica: una lotta possibile”, condotto in collaborazione con altre realtà italiane:

Sen.Giovanardi
Sen.Giovanardi
C.E.I.S (Università di Tor Vergata), Diabete Italia, Società Oftalmologica Italiana, Italian Barometer Diabetes Observatory, Società Italiana di Diabetologia, Associazione Medici Diabetologi, FAND-Associazione Italiana Diabetici, Società Italiana di Medicina Generale a Altis (media partner). Tale progetto mira anche a cure tempestive nel caso in cui siano presenti lesioni retiniche provocate dal diabete. Con questo spirito è stata anche sollecitata e presentata da una serie di senatori una mozione al Governo il 4 aprile 2017.

Spiega l’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della IAPB Italia onlus:

Il progetto mira a ridefinire il modello gestionale della retinopatia diabetica, favorendo la prevenzione, la diagnosi precoce e le cure tempestive. Nell’ambito delle iniziative finalizzate alla prevenzione della retinopatia, sarà possibile per i senatori ed il personale in servizio, sottoporsi ad una visita di controllo, della durata di pochi minuti, con rilevazione strumentale (mediante foto del fondo oculare ossia retinografia senza dilatazione della pupilla).

I controlli oculistici (in questo caso ad accesso riservato) sono stati effettuati presso l’ambulatorio medico di Palazzo Madama il 31 maggio e il 7, 14, 21 e 28 giugno 2017 (dalle 10 alle 18).

Leggi anche: Social Manifesto sulla retinopatia diabetica (pdf)

Fonti: IAPB, senato.it

Appuntamento sull’ipovisione in Olanda

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Dal 25 al 29 giugno all’Aia esperti riuniti per la 12° conferenza internazionale sull’ipovisione e la riabilitazione visiva. Partecipa il Polo Nazionale

La riabilitazione visiva degli ipovedenti: un diritto globale. Su questo tema fa il punto la 12ª conferenza internazionale sulla ricerca nell’ipovisione e la riabilitazione che, inaugurata il 25 giugno 2017, prosegue sino al 29 giugno all’Aia.

Ipovisione: un impatto drammatico sulla qualità della vita

L’importante riduzione delle capacità visive ha un impatto drammatico: gli ipovedenti rischiano d’incontrare difficoltà in questi tutti gli aspetti della vita quotidiana, compresi forti limiti a livello di partecipazione ed interazione sociale. L’ipovisione è spesso associata alla depressione, allo stress emotivo e a una ridotta qualità della vita… (Continua a leggere).

L’arte in difesa della vista

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Nuova campagna di sensibilizzazione contro la cecità evitabile presentata il 16 giugno a Milano

Da destra:la dott.ssa Stefania Fortini (Polo Nazionale), Nicoletta Carbone (Radio24), Tiziano Melchiorre (IAPB Italia onlus) e il dott. Filippo Amore (Polo Nazionale) a Milano il 16 giugno
Da destra:la dott.ssa Stefania Fortini (Polo Nazionale), Nicoletta Carbone (Radio24), Tiziano Melchiorre (IAPB Italia onlus) e il dott. Filippo Amore (Polo Nazionale) a Milano il 16 giugno
Cecità evitabile sotto attacco: a controbilanciare i numeri sui costi generati dalle maculopatie a carico dello Stato, la volontà di fare sistema contro la perdita della vista – il più delle volte evitabile – grazie alla collaborazione tra istituzioni, associazioni pazienti, società scientifiche, specialisti e aziende farmaceutiche. Una nuova campagna di sensibilizzazione su importanti malattie retiniche (degenerazione maculare legata all’età ed edema maculare) è stata quindi presentata a Milano il 16 giugno.

L’arte scende in piazza

Informazione e diagnosi precoce sono fondamentali. Con l’iniziativa #ProspettiveNuove, uno street artist di fama internazionale ha voluto contribuire alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica grazie a un’installazione 3D esposta il 16 giugno sul Sagrato del Duomo e in Piazza XXIV Maggio (all’inizio della Darsena, Mi) dal 17 al 21 giugno 2017.

Grazie a un espediente artistico, l’opera – che rappresenta un paesaggio – coinvolge lo spettatore, facendogli sperimentare una visione distorta e poco nitida, simile a quella con cui sono costretti a misurarsi i maculopatici. Però è anche possibile apprezzarne l’effettiva resa tridimensionale, che metaforicamente rappresenta la meta da raggiungere: un percorso che oggi può essere lineare ed efficace per i pazienti, dalla diagnosi alla terapia.

L’ipovedente, chi è costui?

Chi ha già subito una forte riduzione delle capacità visive può essere considerato ipovedente. Però può seguire un percorso di riabilitazione visiva imparando a sfruttare la propria funzionalità retinica residua. Per l’ipovedente la vita è un percorso a ostacoli.

Stefania Fortini, psicologa e psicoterapeuta del Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva (presso il Policlinico A. Gemelli di Roma)
Stefania Fortini, psicologa e psicoterapeuta del Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva (presso il Policlinico A. Gemelli di Roma)
Stefania Fortini, psicologa e psicoterapeuta del Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva-IAPB Italia onlus, spiega:

Non riesce più a riconoscere i volti, a leggere, spesso non è in grado di svolgere le commissioni quotidiane più banali senza ricorrere all’aiuto di qualcuno, perde l’indipendenza e non di rado finisce per sentirsi un peso per familiari e amici. Una delle più frequenti conseguenze è quella di rinchiudersi in casa e isolarsi. Un terzo circa delle persone affette da degenerazione maculare legata all’età arriva a soffrire di depressione.

Tra l’altro è intervenuto Tiziano Melchiorre, segretario generale della IAPB Italia onlus, il quale ha affermato a margine del convegno:

Tiziano Melchiorre, segretario generale della IAPB Italia onlus
Tiziano Melchiorre, segretario generale della IAPB Italia onlus

La vista ha ancora poca importanza nell’agenda sanitaria. E’ necessario che tutte le forze istituzionali, produttive, scientifiche, ecc. lavorino in sintonia per far sì che la tutela della vista diventi prioritaria nei programmi di sanità pubblica, affinché mai nessuno possa perderla per cause prevenibili.

La crescita delle maculopatie

Misurare la cecità legale evitabile, il suo impatto sulle prestazioni assistenziali e previdenziali e come può evolvere, rappresenta il punto di partenza per intervenire. Sono stati quindi presentati il 16 giugno nel capoluogo lombardo i dati dell’Osservatorio Italiano sui Costi della Cecità Legale, promosso dalla farmaceutica Novartis e curato dal CEIS [[Centre for Economic and International Study Economic Evaluation and HTA-EEHTA, Faculty of Economics]] della seconda Università di Roma Tor Vergata.

“Siamo di fronte a oltre 15.300 casi di ciechi civili in media ogni anno dovuti a maculopatie, per un peso complessivo a carico dell’INPS, tra pensioni e indennità, di ben 113 milioni di euro l’anno.” – spiega Francesco Mennini, Direttore CEIS, Università di Roma “Tor Vergata”.

amd-simulazione-scotoma_centrale-orologio-photospip335b0e4798a0d23cefa3b512b5facf99.jpgUn costo ingente per la collettività, che riflette il serio problema dei pazienti che spesso perdono la propria autonomia. Spiega infatti Francesco Bandello, Direttore Clinica Oculistica Università Vita Salute, Istituto Scientifico San Raffaele di Milano:

Secondo i dati epidemiologici la Degenerazione Maculare Legata all’Età (AMD) è una delle principali malattie croniche nei soggetti con più di 65 anni. Significativo è anche l’impatto dell’edema maculare conseguente a retinopatia diabetica, la più comune complicanza oculare del diabete, in circa l’1-3% dei diabetici. La macula è la parte nobile della retina, responsabile della visione dei dettagli e dei colori. Le maculopatie possono insorgere lentamente e nelle fasi iniziali i sintomi sono modesti. Tuttavia, nel tempo, determinano una più o meno severa compromissione della visione centrale, mentre la visione periferica o laterale viene conservata.

L’AMD umida si può rallentare

In questo scenario allarmante, si cominciano però a intravedere prospettive nuove. “Dal 2013 al 2014, abbiamo registrato una riduzione di circa l’8% del numero di beneficiari di prestazioni INPS per maculopatie e retinopatie”, ha aggiunto il Prof. Mennini.

Un’importante inversione di tendenza, che può riflettere l’introduzione di terapie salva-vista anti-VEGF, proprio a partire da questo periodo. “Farmaci come quelli anti-VEGF hanno dimostrato di migliorare in percentuali significative la visione dei pazienti, rallentando la progressione della patologia – spiega Giovanni Staurenghi, Direttore Clinica Oculistica Ospedale Luigi Sacco, Università degli Studi di Milano –, ma questi farmaci richiedono un intervento tempestivo e continuativo nel tempo” (per la forma umida o essudativa dell’AMD, meno comune ma più devastante).

Infine il prof. Teresio Avitabile, Direttore della Clinica Oculistica Universitaria di Catania e Tesoriere della SOI (Società Oftalmologica Italiana), ha dichiarato:

I dati presentati dall’Osservatorio lanciano una sfida a tutti noi che operiamo per la presa in carico di pazienti a cui viene sottratta la possibilità di una vita normale, quando invece esistono soluzioni efficaci per scongiurare questo esito. Solo facendo sistema, il percorso verso l’appropriatezza terapeutica e la sostenibilità diventerà raggiungibile.

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#ProspettiveNuove ha ottenuto il Patrocinio della Società Oftalmologica Italiana (SOI) e dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità-IAPB Italia onlus.

Fonte principale: Havas

Nuovi check-up oculistici per senzatetto, rom e indigenti

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Appuntamenti da aprile a giugno a Roma: è un’iniziativa della IAPB Italia onlus con la Comunità di S. Egidio

controllo_oculistico_con_lente_eritreo-ok-web.jpgApriamo i nostri occhi e il cuore alla solidarietà. Le cure oftalmiche scendono in strada a Roma accanto ai senzatetto e a persone indigenti. Non solo italiani poverissimi, ma anche eritrei, rom, siriani in fuga da guerre e povertà…

Dopo essersi svolti a febbraio 2017 per quattro lunedì, vengono ora riproposti due volte al mese da aprile a giugno controlli oculistici gratuiti sia nella zona di Trastevere [[comprendono il controllo dell’acuità visiva, del fondo dell’occhio e della pressione oculare]] e sia, dal 26 aprile, in un campo rom (check-up rivolti soprattutto ai bambini).

L’iniziativa – organizzata dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus assieme alla Comunità di S. Egidio – si svolge sempre a bordo di un’Unità mobile oftalmica, un camper appositamente attrezzato.

Tra l’altro vengono prescritte lenti che, d’intesa con alcuni ottici, vengono poi fornite gratuitamente assieme a una montatura low cost a persone già selezionate per le loro condizioni di estrema povertà. Inoltre talvolta vengono dispensati – esclusivamente per quest’iniziativa – campioni gratuiti di colliri e lacrime artificiali.

Numerose sono state fino a oggi le nazionalità assistite, soprattutto persone provenienti da Paesi dell’Africa, dell’Est europeo e del Medio Oriente. Sono stati già visitati, durante lo screening dello scorso febbraio, disperati che stavano per affondare durante la traversata del Mediterraneo, persone sfuggite ai bombardamenti in Siria, così come italiani scivolati nella povertà che non si possono neanche permettere un paio d’occhiali. In un secondo momento il progetto ha coinvolto anche parecchi bambini rom (campo nomadi alla periferia di Roma).

Il progetto ha una forte valenza morale e sociale: è riservato esclusivamente a persone svantaggiate già selezionate per le loro condizioni difficili, che possono finalmente accedere anche a un controllo oculistico. Si mira così a una diagnosi tempestiva dei problemi e delle patologie oculari.

L’iniziativa si svolge a beneficio di persone che vivono, in molti casi, per strada o sono ospitate presso le strutture della Comunità di S. Egidio: sono in condizioni di grave emarginazione e ora ricevono un ulteriore all’aiuto all’insegna della solidarietà.
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Più rischio diabete in città

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Oltre la metà della popolazione mondiale è inurbata. Tra le complicanze c’è anche la retinopatia diabetica

diabete-convegno-11_aprile_2017-web.jpgNel mondo più di una persona su due vive in città, vale a dire oltre 3 miliardi di abitanti. Con tutti gli annessi rischi per la salute: essere cittadini aumenta la probabilità di soffrire di diabete, una malattia che – secondo l’OMS – colpisce 422 milioni di persone, delle quali 147 milioni con retinopatia diabetica. La maggior parte dei diabetici hanno il tipo 2 ossia quello alimentare. Molti di essi non mangiano correttamente e si muovono poco: condurre una vita sana è il miglior metodo per evitare il diabete.

L’appuntamento di Roma

L’11 aprile è stato presentato a Roma il nuovo numero della rivista “Health Policy in Non Communicable Diseases” (Politica sanitaria per le malattie non trasmissibili), presso la sala della Stampa estera.

“Per rendere le sempre più affollate aree urbane più sicure, vivibili e sane è necessario – scrivono gli organizzatori dell’evento – agire concretamente su aspetti importanti quali lo sviluppo abitativo, la qualità dell’aria, la buona alimentazione e il trasporto, che diventano determinanti della salute delle persone in città”.

Un futuro con più diabetici?

diabetici-stima-crescita_mondiale-mappa-photospipd6ad75a2cc4039d24dc1de68d13e2eed.jpgLa Federazione internazionale diabete (IDF) stima un aumento del 50% dei diabetici, sino a giungere a 642 milioni tra 25 anni. Negli ultimi 40 anni l’obesità è cresciuta di oltre sei volte (passando da 105 milioni di obesi a 640 milioni) e, inoltre, non va dimenticato il progressivo invecchiamento della popolazione.

A settembre 2015 i 193 Stati membri delle Nazioni Unite, riuniti a New York per discutere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), miravano a rendere le città più inclusive, sicure, sostenibili e capaci di affrontare il cambiamento. Strumenti chiave per raggiungere questo obiettivo come lo sviluppo abitativo, la qualità dell’aria, la buona alimentazione e il trasporto sono individuati chiaramente e diventano importanti determinanti della salute delle persone nelle città.

Tutto ciò si inserisce nel più generale tema del miglioramento della salute come priorità globale.

La prevenzione salva il Welfare

“L’Europa ha il 7% della popolazione e la metà del Welfare mondiale”, ha affermato a margine del convegno Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto superiore di sanità e direttore della rivista Health Policy in Non Communicable Diseases. Dunque occorre fare molta più prevenzione, altrimenti i sistemi sanitari universalistici non potrebbero reggere all’enorme impatto delle malattie croniche, tra cui si annovera il diabete.

“Siamo arrivati circa al 40% della popolazione italiana con malattie croniche (oltre il 20% ne ha almeno due), pari quasi a 24 milioni di persone”, ha spiegato il Prof. Ricciardi.
In particolare bisogna evitare quattro fattori (che incidono per l’86% sull’insorgenza delle malattie croniche):

  • eccessiva e cattiva alimentazione;
  • inattività fisica;
  • consumo di alcol;
  • fumo.

“Oggi il 54% della popolazione vive nelle città e il trend dell’urbanizzazione è crescente”, ha osservato Ricciardi.

Roberta Crialesi (Istat) è intervenuta sul “Benessere equo e sostenibile nelle città italiane”. La geografia della salute in Italia è estremamente variegata, ma esiste una dicotomia Nord-Sud, con prevalenza di eccesso ponderale nel Mezzogiorno (sovrappeso, obesità). Dunque chi vive al Sud corre maggiori rischi di diventare diabetico.

Spiega il docente universitario Andrea Lenzi, Presidente del Comitato di Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri nonché Presidente dell’Health City Institute:

Sempre di più, grandi masse di persone si concentrano nelle città, attratte dal miraggio del benessere, dell’occupazione e di una qualità di vita differente. Dobbiamo prendere atto che si tratta di un fenomeno sociale inarrestabile e di una tendenza irreversibile, che va gestito e anche studiato sotto numerosi punti di vista quali l’assetto urbanistico, i trasporti, il contesto occupazionale, ma soprattutto la salute pubblica, perché alla questione inurbamento è indissolubilmente legato, purtroppo, l’aumento delle malattie croniche non trasmissibili come diabete e obesità, proprio per via del cambiamento degli stili di vita alimentari e di movimento.

Il programma per cambiare la vita in città

A queste sollecitazioni risponde anche il programma Cities Changing Diabetes, realizzato in partnership tra University College London (UCL) e il danese Steno Diabetes Center. Coinvolge istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore – tra cui è parte attiva l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus -, con l’obiettivo di studiare il legame fra il diabete e le città e promuovere iniziative per salvaguardare la salute e prevenire la malattia cronica da eccesso di zuccheri nel sangue.

A tale programma hanno già aderito Città del Messico, Copenaghen, Houston, Shanghai, Tianjin, Vancouver e Johannesburg. Roma, invece, è la metropoli scelta per il 2017. In tutte queste città i ricercatori svolgono ricerche per individuare le aree di vulnerabilità, i bisogni insoddisfatti delle persone con diabete e identificare le politiche di prevenzione più adatte e come migliorare la rete di assistenza.

Un manifesto per migliori politiche sanitarie

Ecco i dieci punti del manifesto “Salute nelle città” che ha il fine di realizzare migliori politiche sanitarie:

manifesto_salute-fontespizio-web-photospip1e00588d27b59591c785ebf683e8a96b.jpg1) Ogni cittadino ha diritto ad una vita sana ed integrata nel proprio contesto urbano. Bisogna rendere la salute dei cittadini il fulcro di tutte le politiche urbane.
2) Assicurare un alto livello di alfabetizzazione e di accessibilità all’informazione sanitaria per tutti i cittadini, aumentando il grado di autoconsapevolezza.
3) Inserire l’educazione sanitaria in tutti i programmi scolastici, con particolare riferimento ai rischi per la salute nel contesto urbano.
4) Incoraggiare stili di vita sani nei luoghi di lavoro, nelle grandi comunita` e nelle famiglie.
5) Promuovere una cultura alimentare appropriata attraverso programmi dietetici mirati, prevenendo l’obesità.
6) Ampliare e migliorare l’accesso alle pratiche sportive e motorie per tutti i cittadini, favorendo lo sviluppo psicofisico dei giovani e l’invecchiamento attivo.
7) Sviluppare politiche locali di trasporto urbano orientate alla sostenibilita` ambientale e alla creazione di una vita salutare.
8) Creare iniziative locali per promuovere l’adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria, con particolare riferimento alle malattie croniche, trasmissibili e non trasmissibili.
9) Considerare la salute delle fasce piu` deboli e a rischio quale priorita` per l’inclusione sociale nel contesto urbano.
10) Studiare e monitorare a livello urbano i determinanti della salute dei cittadini, attraverso una forte alleanza tra Comuni, Universita’, aziende sanitarie, centri di ricerca, industria e professionisti.

Fonti principali: HCC, Controluce, Ipasvi

Glaucoma, quando la vista se ne va

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Dal 12 al 18 marzo la settimana mondiale dedicata alla prevenzione della malattia oculare celebrata in circa 90 città italiane

locandina-settimana_glaucoma_2017-solo_grafica-web-photospip0004814dccf75684e19d71143026d863.jpgDiamo sempre un’occhiata periodica alla pressione oculare. Un’occasione preziosa per “guardare” alla prevenzione è stata la settimana mondiale del glaucoma, che si è celebrata dal 12 al 18 marzo 2017. All’evento hanno aderito circa 90 città italiane grazie all’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus, in collaborazione con le Sezioni locali dell’Uici. Sono stati effettuati, in una cinquantina di città, anche check-up oculistici a bordo di Unità mobili oftalmiche o in appositi ambulatori, dove è stata misurata anche la pressione oculare (tonometria). In tutte le città sono stati distribuiti opuscoli gratuiti mentre in una trentina di località si sono tenute delle conferenze informative sulla patologia oculare.

Tutti i numeri del “ladro della vista”

umo-settimana-glaucoma-rm-2017-web.jpgSi stima che il glaucoma colpisca 55 milioni di persone nel mondo, di cui circa un milione solo in Italia [[pari a circa il 3 per cento della popolazione con più di 40 anni, ndr]] (ma nel nostro Paese una persona su due ancora non lo sa). Se non diagnosticata e trattata per tempo, questa patologia oculare può causare la progressiva perdita della vista a causa di danni irreparabili al nervo ottico (per questo è stata soprannominata il “ladro della vista”). Ben 25 milioni di persone sono già cieche o ipovedenti per causa sua. Tuttavia queste condizioni sono il più delle volte evitabili grazie a controlli oculistici periodici.

In tv “sbarca” lo spot sociale

È Ricky Tognazzi il testimonial d’eccezione della campagna sociale Mediafriends che la IAPB Italia onlus ha realizzato. E’ andato in onda sulle reti Mediaset dal 12 al 18 marzo. Scopo di questo spot è sensibilizzare la cittadinanza all’importanza della prevenzione e far comprendere che il glaucoma è una malattia molto frequente, i cui danni si possono spesso evitare grazie a una prevenzione mirata. D’altronde la tv richiede, come senso dominante, proprio la vista. Una ragione in più per pensare alla prevenzione.

Difendiamoci dalla pressione oculare elevata

Afferma l’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della IAPB Italia onlus: È essenziale difendere la vista dal glaucoma, altrimenti si può diventare ciechi o ipovedenti perché il campo visivo si restringe a causa di questa malattia oculare. Una pressione oculare elevata è una reale minaccia per i nostri occhi. Però i danni che provoca sono prevenibili, nella maggior parte dei casi, grazie a una diagnosi precoce. Essendo una malattia che colpisce in modo silente, senza preavviso (generalmente non c’è né dolore né riduzione del visus), il glaucoma si scopre quando la situazione diventa irreparabile. È necessario, quindi, che tutti si facciano misurare periodicamente la pressione oculare durante una visita oculistica. Perché spesso basta questo per salvare la vista. Rivolgo quest’appello a tutte le famiglie: salvate la vostra vista, la luce della vita, il simbolo della salute, libertà e autonomia della persona perché la vista è vita. >Leggi l’opuscolo sul glaucoma >Guarda il video della giornata

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Radiografia della Sanità italiana

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Il nuovo Rapporto Crea Sanità curato dall’Università di Tor Vergata presentato a Roma

camera-aula-gruppi-parlamentari-photospipd79bde6df4ccdd99427a0c32171c4cc6.jpgSecondo le ultime stime dell’Ocse nel 2014 la spesa per la prevenzione si è attestata al 4,9% della spesa pubblica corrente, mentre l’anno precedente era del 3,7%. L’Italia sembra quindi investire, in questo campo, una quota maggiore rispetto agli altri Paesi dell’Europa Occidentale; tuttavia in termini pro-capite resta inferiore a quella di Regno Unito, Germania, Lussemburgo, Danimarca, Olanda, Svezia, ecc. È quanto è scritto nel nuovo Rapporto Crea Sanità, curato dall’Università romana di Tor Vergata, presentato il 14 dicembre a Roma presso l’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera.

Spesa sanitaria sempre più bassa nell’Europa occidentale

La spesa sanitaria italiana è complessivamente inferiore del 32,5% rispetto a quella del resto dell’Europa Occidentale (Unione europea a 15 Paesi). In rapporto al PIL, l’Italia è al nono posto col 9,4%, contro il 10,4% della parte più sviluppata del Vecchio Continente. Negli ultimi 10 anni la spesa sanitaria pubblica italiana è cresciuta dell’1% medio annuo contro il 3,8% degli altri Paesi di quest’area: questo porta la spesa sanitaria pubblica italiana ad essere inferiore del 36% rispetto a quella degli altri Stati considerati. La crescita della spesa privata (2,1% medio annuo) è stata invece leggermente inferiore a quella europea (2,3%), però pari a oltre il doppio rispetto di quella pubblica.copertina-rapporto-crea-sanita-ok.jpg

Grandi differenze a livello regionale

Le differenze di spesa sono allarmanti tra le diverse Regioni, anche standardizzando il dato per le diverse demografie e per la mobilità dei pazienti: nel 2015, fra la Regione in cui si spende di più (Provincia Autonoma di Bolzano) e quella in cui si si spende meno (Calabria), il divario pro-capite ha superato il 50%. L’incidenza della spesa privata pro-capite su quella totale è pari al 30,5% in Valle d’Aosta e del 16,0% in Sardegna. Le differenze di spesa sono andate progressivamente riducendosi fino al 2009, ma hanno poi ricominciato ad allargarsi nel periodo successivo, in corrispondenza dell’azione dei Piani di Rientro e dei Commissariamenti, tesi al risanamento dei deficit.

Spesa sanitaria privata ed equità

Nel 2014 il 77% delle famiglie ha effettuato spese sanitarie di tasca propria, mentre l’anno precedente ammontavano al 58; la maggiore frequenza del ricorso a spese private è, però, “compensata” dalla riduzione della spesa effettiva pro-capite. Il 5% delle famiglie residenti in Italia, soprattutto quelle del Centro-Sud, nonché quelle dei quintili di consumo medio-bassi, ha dichiarato di aver ridotto, tanto da averle annullate, le spese sanitarie private, configurando così ulteriori rinunce alle spese sanitarie. Si spende prevalentemente per farmaci, visite ed esami diagnostici.

Fonte: Rapporto Crea Sanità

SOI, dall’hi-tech alle patologie oculari dei migranti

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Il 96° congresso degli oculisti italiani si è tenuto a Roma dal 23 al 26 novembre. Intervenuti anche Alfano e Amato

soi-pto_info-iapb-italia-onlus.jpgUn evento pensato soprattutto per gli oculisti italiani, molti dei quali si sono dati appuntamento a Roma il 23 novembre 2016 per il 96° Congresso nazionale della Società Oftalmologica Italiana (SOI). Quattro giorni ad alta intensità per fare il punto sulle novità in ambito diagnostico e terapeutico, con un serrato confronto tra specialisti.

ll programma è stato suddiviso in simposi, corsi SOI, corsi monotematici, comunicazioni orali, oltre all’esposizione di poster scientifici. Gli argomenti trattati nelle sezioni del congresso coprono tutte le aree d’intervento dell’oculistica classica: si va dal glaucoma alla cataratta, passando per le uveiti , l’oftalmologia pediatrica e lo strabismo. Tuttavia quest’anno ci sono anche temi inediti quali, ad esempio, le patologie oftalmiche di chi arriva in Italia per fuggire da gravi situazioni socio-economiche, per fuggire da guerre, persecuzioni… (leggi la notizia completa)