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Radiografia della Sanità italiana

Il nuovo Rapporto Crea Sanità curato dall’Università di Tor Vergata presentato a Roma

camera-aula-gruppi-parlamentari-photospipd79bde6df4ccdd99427a0c32171c4cc6.jpgSecondo le ultime stime dell’Ocse nel 2014 la spesa per la prevenzione si è attestata al 4,9% della spesa pubblica corrente, mentre l’anno precedente era del 3,7%. L’Italia sembra quindi investire, in questo campo, una quota maggiore rispetto agli altri Paesi dell’Europa Occidentale; tuttavia in termini pro-capite resta inferiore a quella di Regno Unito, Germania, Lussemburgo, Danimarca, Olanda, Svezia, ecc. È quanto è scritto nel nuovo Rapporto Crea Sanità, curato dall’Università romana di Tor Vergata, presentato il 14 dicembre a Roma presso l’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera.

Spesa sanitaria sempre più bassa nell’Europa occidentale

La spesa sanitaria italiana è complessivamente inferiore del 32,5% rispetto a quella del resto dell’Europa Occidentale (Unione europea a 15 Paesi). In rapporto al PIL, l’Italia è al nono posto col 9,4%, contro il 10,4% della parte più sviluppata del Vecchio Continente. Negli ultimi 10 anni la spesa sanitaria pubblica italiana è cresciuta dell’1% medio annuo contro il 3,8% degli altri Paesi di quest’area: questo porta la spesa sanitaria pubblica italiana ad essere inferiore del 36% rispetto a quella degli altri Stati considerati. La crescita della spesa privata (2,1% medio annuo) è stata invece leggermente inferiore a quella europea (2,3%), però pari a oltre il doppio rispetto di quella pubblica.copertina-rapporto-crea-sanita-ok.jpg

Grandi differenze a livello regionale

Le differenze di spesa sono allarmanti tra le diverse Regioni, anche standardizzando il dato per le diverse demografie e per la mobilità dei pazienti: nel 2015, fra la Regione in cui si spende di più (Provincia Autonoma di Bolzano) e quella in cui si si spende meno (Calabria), il divario pro-capite ha superato il 50%. L’incidenza della spesa privata pro-capite su quella totale è pari al 30,5% in Valle d’Aosta e del 16,0% in Sardegna. Le differenze di spesa sono andate progressivamente riducendosi fino al 2009, ma hanno poi ricominciato ad allargarsi nel periodo successivo, in corrispondenza dell’azione dei Piani di Rientro e dei Commissariamenti, tesi al risanamento dei deficit.

Spesa sanitaria privata ed equità

Nel 2014 il 77% delle famiglie ha effettuato spese sanitarie di tasca propria, mentre l’anno precedente ammontavano al 58; la maggiore frequenza del ricorso a spese private è, però, “compensata” dalla riduzione della spesa effettiva pro-capite. Il 5% delle famiglie residenti in Italia, soprattutto quelle del Centro-Sud, nonché quelle dei quintili di consumo medio-bassi, ha dichiarato di aver ridotto, tanto da averle annullate, le spese sanitarie private, configurando così ulteriori rinunce alle spese sanitarie. Si spende prevalentemente per farmaci, visite ed esami diagnostici.

Fonte: Rapporto Crea Sanità

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