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Intelligenza artificiale e innovazione sanitaria

La sanità digitale è fondamentale. Il 5 luglio una tavola rotonda a Roma

dna-animazio6b00-176ce.gifSanità digitale e innovazione. Di questi due argomenti e d’intelligenza artificiale nel settore della salute si è discusso il 5 luglio 2017 a Roma in un’ampia tavola rotonda [[in p.zza SS. Apostoli 66, dalle 16 alle 19, ndr]].

Sistemi informatici sempre più sofisticati potranno contribuire ad aiutare sempre più chi soffre di malattie croniche. Tra l’altro potranno mitigare gli effetti delle disabilità visive (cecità e ipovisione); potranno ridurre gli errori nella somministrazione delle cure; ipovedente_con_tablet-web.jpgcontribuiranno a migliorare ulteriormente le performance ospedaliere. Naturalmente potranno essere di supporto ai medici nell’analisi delle immagini diagnostiche. Infine, si prevede che avranno un impatto positivo sui conti pubblici, consentendo di ridurre i costi delle prestazioni sanitarie.

Scrivono gli organizzatori dell’evento:

I sistemi d’intelligenza artificiale sono destinati a trasformare il modo in cui pensiamo alla diagnosi e alla cura delle malattie e i benefici che possono scaturire dalla loro applicazione sono molteplici e interessano i pazienti, i medici e il sistema sanitario in generale. L’intelligenza artificiale porterà a diagnosi sempre più rapide specialmente nei casi di malattie rare.

Durante i lavori è stata sottolineata la centralità dell’evoluzione digitale e delle sue applicazioni (compreso il sequenziamento del DNA). In particolare S. Da Empoli, Presidente di I-Com, ha ricordato l’importanza della medicina di predizione personalizzata e delle possibilità di diagnosi più tempestive. I nuovi sistemi digitali hanno evidenti benefici per la salute pubblica, si possono avere screening medici migliori, fatti in tempi più rapidi, con dispositivi sempre più spesso connessi. In Italia abbiamo il Patto della sanità digitale, che tuttavia potrebbe procedere più velocemente. Si potrà persino arrivare agli ospedali senza carta ossia a una sanità “dematerializzata”.

Tra l’altro è stato evidenziato che si potrà migliorare l’aderenza alle terapie: oggi solo la metà dei pazienti assume farmaci secondo le prescrizioni. Da un lato ci vuole, ad esempio, una migliore gestione dei diabetici, dall’altro occorre un Care Manager, una figura professionale che si occupi esclusivamente dei percorsi terapeutici dei pazienti. Non si deve solo avere innovazione in sanità, ma anche umanizzazione e una comunicazione medico-paziente più efficace e possibilmente più empatica.

“La prevenzione è il presente e, sempre di più, il futuro della sanità anche prima di arrivare alle patologie croniche”, ha affermato Francesca Moccia di Cittadinanzattiva.

Naturalmente sarà possibile incrementare l’assistenza sanitaria domiciliare grazie a reti sempre più rapide e decentrare l’assistenza attraverso la creazione di nuovi centri di raccolta dati sanitari (analizzati poi da remoto).

Tra le persone invitate a parlare (una ventina in tutto) si sono avuti esperti, docenti universitari e il vicepresidente dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus, il dott. Michele Corcio, il quale ha affermato:

Con un’opportuna prevenzione della cecità si possono ottenere dei risparmi compresi tra il 9 e il 34%. [[Il riferimento è a un rapporto commissionato dalla IAPB Italia onlus in cui sono stati presi considerati diversi scenari di risparmio possibile, studiando l’impatto delle quattro principali malattie oculari in Italia (glaucoma, AMD, cataratta e retinopatia diabetica), ndr]]

Fonte principale: icom

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