La cecità parla al femminile

La cecità parla al femmile Trasmissione radio sul web con l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti il 26 novembre. Si parlerà di politiche associative ‘in rosa’ con gli ascoltatori internettiani 23 novembre 2009 – Le donne cieche e la politica associativa costituiranno il cuore della trasmissione che andrà in onda giovedì prossimo sulla radio web dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti (Uici). Interverranno, tra gli altri, il Presidente Nazionale dell’Uici Tommaso Daniele, Vanda Dignani (componente della DirezioneAscolto di una web radio Nazionale e coordinatrice della Commissione nazionale pari opportunità), nonché esperti ed altri componenti della Commissione nazionale dell’Unione per le pari opportunità. Nel corso del programma verranno fornite risposte ai quesiti dei radioascoltatori e degli internauti, i quali potranno avvalersi di diversi mezzi per parlare. Modalità di partecipazione alla trasmissione: – telefonicamente, contattando durante la diretta il numero di telefono 06 69988353. Sin da oggi si possono chiamare i numeri 06 69988376 o 06 69988411 (sig.ra Mariolina Lombardi) e, lasciando il proprio recapito telefonico, si verrà contattati nel corso del programma; – via e-mail, inviando una posta elettronica col proprio quesito all’indirizzo: indiretta@email.it; – con modulo on-line, che si potrà compilare all’indirizzo internet http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp.

Fonte: Uici

Ciechi verso il raddoppio

Non vedente con bastone bianco

Non vedente con bastone biancoCiechi verso il raddoppio Tendono ad aumentare a causa dell’allungamento della vita: crescono le patologie oculari degenerative 23 novembre 2009 – La cecità non guarda, per così dire, in faccia a nessuno: è destinata ad aumentare con l’allungamento della vita, nonostante le misure messe in atto per la sua prevenzione. L’allarme è stato (ri)lanciato nei giorni scorsi da Ferdinando Ceccato, Presidente dell’Unione italiana dei ciechi e degliSignora con bastone bianco ipovedenti trentina (entro un lustro prevede il raddoppio dei ciechi a livello locale, che attualmente sono circa 1500). Complessivamente in Italia i ciechi sono, secondo l’Istat, circa 362.000 (anno 2005); si tratta di numeri in crescita poiché, se quattro anni fa l’incidenza era di 6,2 per mille, nel 1983 era decisamente più ridotta (pari al 4,3 per mille). Questa tendenza si registra anche a livello globale: se per l’Oms i ciechi erano 30 milioni nel 2002, cinque anni dopo già se ne Cieco con accompagnatoreregistravano 45 milioni. Non solo: nel 2002 gli ipovedenti erano poco più di 161 milioni mentre nel 2007 avevano già toccato i 269 milioni. Tra le patologie che causano più spesso cecità non c’è solo la cataratta (operabile, ma oltre 39 persone su 100 non vedono per causa sua), ma anche l’AMD (degenerazione maculare legata all’età, col 7,1%) e il glaucoma (10,1%). Queste ultime due incidono ancora più nei Paesi benestanti, rispettivamente col 41% e il 16%. Inoltre, va detto che nei Paesi in via di sviluppo spesso non si ha accesso all’uso di occhiali: nel 18,2% dei casi si deve la cecità alla mancanza di questo prezioso ausilio. Per contrastare l’aumento del numero di ciechi è importante che gli ipovedenti e le persone affette da gravi patologie visive si rivolgano a specialisti (vedi centri di riabilitazione visiva ), così da non perdere le capacità visive residue e imparare a sfruttare al meglio il proprio visus, apprendendo al contempo come orientarsi. In Trentino si prevede che, dalla fine del prossimo anno, sarà attivo un nuovo centro di prevenzione e di riabilitazione visiva. Anche a Roma ne è stato inaugurato uno nel 2007 presso il Policlinico A. Gemelli (Polo Nazionale Ipovisione), voluto dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus, grazie al sostegno del Ministero della Salute.

Fonti: Trentino, Oms, Istat

Numeri tenuti d’occhio

Operazione di cataratta

Operazione di catarattaNumeri tenuti d’occhio L’Istat ha pubblicato oggi l’Annuario statistico italiano. La cataratta è al 29° posto tra gli interventi più frequenti; le malattie croniche sono molto diffuse 20 novembre 2009 – La cataratta è un’operazione chirurgica frequente in Italia: secondo l’Istat, che oggi ha pubblicato il nuovo Annuario statistico italiano, sono 64.890 gli interventi effettuati nel 2006 (0,8%). Si tratta di un’operazione che consiste nella rimozione del cristallino, la lente naturale flessibile contenuta nel nostro occhio, e nella sua sostituzione con una lentina artificiale. Richiedeva in media 1,7 giorni di degenza, anche se ormai viene praticata in day surgery. Tre anni fa si piazzava al 29° posto tra le operazioni più comuni in Italia; dopo il parto (in prima posizione), compaiono al secondo e al terzo posto ricoveri per malattie che interessano la circolazione, come l’aterosclerosi, e il cuore. La presenza di patologie croniche costituisce un importante indicatore per comprendere lo stato di salute della popolazione italiana, che è sempre più anziana. Nel 2009 il 38,8% dei residenti nel Belpaese dichiara di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche, ma tale percentuale sale all’86,9% per gli ultrasettantacinquenni. Le malattie croniche più diffuse sono l’artrosi/artrite (17,8%), l’ipertensione (15,8%; vedi retinopatia ipertensiva), le malattie allergiche (10,2%; vedi congiuntivite), l’osteoporosi (7,3%), la bronchite cronica, l’asma bronchiale (6,2%) e il diabete (4,8%; vedi retinopatia diabetica). Nel 2009 gli amanti della sigaretta in Italia rappresentano il 23% della popolazione di 14 anni e più. A fumare sono soprattutto gli uomini (29,5%) rispetto alle donne (17%). Il tabagismo è più diffuso fra coloro che hanno un’etàIl fumo nuoce gravemente alla salute (anche a quella oculare) Medicocompresa tra i 25 e i 34 anni (31,4%). Il fumo di sigaretta rappresenta uno dei principali fattori di rischio di una malattia oculare che colpisce la retina degli anziani: si tratta dell’AMD, la degenerazione maculare legata all’età, che provoca una distorsione delle immagini sino alla perdita della visione centrale. Attualmente la sua forma più comune, detta secca, è considerata incurabile; ma la prima arma è la prevenzione, che passa attraverso uno stile di vita sano caratterizzato da attività fisica costante. Secondo gli ultimi dati disponibili (2006) circa 46.000 erano i medici di base presenti sul territorio nazionale (8 ogni 10.000 abitanti). I medici pediatri erano circa 7.500. Gli ambulatori e i laboratori pubblici e privati convenzionati erano circa 17 ogni 100.000 abitanti (in lieve calo dal 2004).

Fonte: ISTAT (Annuario statistico italiano 2009).

La medicina giovane è in rosa

Visita oculistica

Visita oculisticaLa medicina giovane è in rosa Secondo il Ministero dell’Istruzione sono sempre di più le professioniste della salute 20 novembre 2009 – Fioccano i camici in rosa. In Italia si è già consumato un sorpasso negli ultimi dieci anni: su 67.980 specialisti, quasi 36mila sono donne. Il mondo dei medici chirurghi giovani (dai 25 ai 29 anni) ha una componente femminile del 63,4%. Questa prevalenza è valida però solo sino ai 50 anni perché, dopo quell’età, la bilancia pende nuovamente dalla parte dei maschi. Sono questi i dati resi noti dal Ministero dell’Istruzione. Proprio alle donne in campo medico-oculistico è stato dedicato, lo scorso 3 ottobre, un convegno intitolato “Oftalmologia in rosa” (organizzato dal Comitato Regionale Lombardo dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus), che si è tenuto a Milano presso l’Istituto dei Ciechi.

Fonti: Repubblica su dati Ministero dell’Istruzione, UICI.

Guardare da bambini per apprendere

Guardare da bambini per apprendere I difetti visivi possono creare problemi a scuola, ma sono importanti anche i controlli oculistici prescolari 19 novembre 2009 – Non vedere bene può creare problemi all’apprendimento. Posture anomale, comportamenti diversi dalla norma (come avvicinarsi troppo a un libro o alla tv) possono essere dei campanelli d’allarme: il vostro bambino potrebbe avere un comune disturbo della vista (vizio refrattivo). Se ne è parlato ieri a Medicina 33, rubrica del TG2 condotta da Luciano Onder (Rai Due). Ci sono una serie di indizi comportamentali che consentono di capire se è presente un vizio di refrazione. Se gli insegnanti si accorgono, ad esempio, che un bambino vede troppo da vicino “è probabile – spiega il Prof. Pasquale Vadalà, oculista – che si tratti di una miopia; se inclina la testa da una parte probabilmente vede male da un occhio (oppure può essere affetto da strabismo, ndr ). Se un bambino riferisce che ha un mal di testa potrebbe essere un’ipermetropia”. Non bisogna risparmiare ai piccoli l’uso delle lenti. Infatti, specifica ancora il prof. Vadalà, “la miopia bisogna correggerla perché altrimenti il bambino strizza gli occhi continuamente per vedere da lontano e l’ipermetropia va corretta completamente e sempre, con una correzione a permanenza”. Prof. Pasquale Vadalà La familiarità è un fattore di rischio. “Se la mamma e il papà – ha spiegato il docente – portano entrambi gli occhiali c’è un 30% di probabilità che il figlio possa avere lo stesso difetto di vista (non la presbiopia, che colpisce dopo i 40 anni, ndr ). Se, invece, il genitore è uno solo la probabilità si abbassa al 15%. Quindi, specialmente quando c’è una familiarità, è importante che i bambini, in età prescolare, siano visti dall’oculista”. Infine, c’è anche il rischio che i bambini abbiano patologie come l’occhio pigro (ambliopia), che deve essere diagnosticata tempestivamente per evitare la cecità. Di che si tratta “è un occhio – replica il Prof. Vadalà – che non vede malgrado non abbia delle patologie”; eppure, non viene utilizzato dal bambino. L’importante è che venga ‘riattivato’ seguendo una terapia approntata da un oculista; ma, affinché venga salvata la vista binoculare, è indispensabile una diagnosi in giovanissima età.

Leggi anche: “Consigli utili per i vostri bambini

Fonte: RAI

Laser a confronto

Laser

LaserLaser a confronto Cosa accade dieci anni dopo l’intervento di chirurgia refrattiva PRK e LASIK per ‘eliminare’ la miopia? 19 novembre 2009 – Un confronto… al laser. È stato fatto grazie a uno studio ispano-turco, pubblicato sull’autorevole rivista British Journal of Ophthalmology: dopo un decennio si sono constatati i risultati delle due principali tecniche di chirurgia refrattiva laser su individui affetti da miopia (da moderata a forte). La conclusione è stata che “sia la PRK che la LASIK sono sicure per la miopia moderata. La LASIK ha dimostrato un’efficacia e una prevedibilità leggermente superiore nonché un tasso inferiore di ritrattamento dopo 10 anni”. Tuttavia bisognerà vedere quali risultati si otterranno – tra un decennio – con le tecniche di oggi, certamente più avanzate. Lo studio è stato condotto su 68 occhi, metà dei quali sono stati sottoposti a trattamento PRK. La miopia era compresa tra le 6 e le 10 diottrieLaser a eccimeri ed è stato impiegato un laser detto ‘ad eccimeri’. Il confronto tra LASIK e PRK è stato fatto tra persone della stessa età, che sono state esaminate a distanza di tre mesi, uno, due, cinque e dieci anni dall’intervento. Un secondo intervento è stato necessario nel 18% dei casi con la LASIK e nel 35% con la PRK. Va detto, però, che in entrambi i casi non necessariamente si ‘elimina’ completamente il vizio refrattivo, anche se questo resta sempre l’obiettivo.

Leggi anche: “ FDA, il laser finisce sotto osservazione Referenza originale: “Ten years after photorefractive keratectomy (PRK) and laser in situ keratomileusis (LASIK) for moderate to high myopia (control-matched study)”, J L Alió, D Ortiz, O Muftuoglu, M J Garcia, Br J Ophthalmol 2009;93:13131318

Fonte: The British Journal of Ophthalmology

Campo visivo ridotto, maggiore rischio di fratture

Anziane (Fonte www.own.org.au-> Sydney Theatre Group)

Anziane (Fonte www.own.org.au-> Sydney Theatre Group)Campo visivo ridotto, maggiore rischio di fratture In una ricerca Usa si sono studiati 4.773 casi di anziane over 65 18 novembre 2009 – Meno campo visivo, più fratture. È quanto è stato dimostrato nelle anziane grazie a uno studio condotto negli Usa su 4.773 ultra 65enni. La ricerca, pubblicata sulla rivista ufficiale della Società americana di geriatria, ha preso in considerazione il periodo che va dal 1997 al 2008. Campo visivo Ovviamente, il tasso più elevato di fratture si è riscontrato in chi aveva perso un’area maggiore di campo visivo. “La zona più importante del campo visivo è, negli spostamenti, quella inferiore perché consente – spiega Silvia, medico oculista – di vedere più facilmente gli ostacoli mentre si cammina e di evitarli”. Visione tubulare (campo visivo ridotto a causa del glaucoma non curato)Anche se l’area più utile è considerata normalmente quella centrale (la macula retinica ci consente di leggere, guidare, ecc.), per muoversi senza urtare è molto importante anche il campo visivo periferico che si riduce drasticamente se si soffre, ad esempio, di glaucoma non trattato (visione tubulare o a tunnel).

Fonte principale: Journal of the American Society of Geriatrics

Sicurezza stradale, una strada in salita

Sicurezza stradale, una strada in salita Nel mondo, secondo l’Oms, senza nuove misure le vittime degli incidenti aumenteranno del 65% in 20 anni 18 novembre 2009 – Lo stillicidio quotidiano delle vittime della strada finisce sotto i riflettori internazionali: il 19 e il 20 novembre si tiene in Russia la prima conferenza ministeriale globale sulla sicurezza stradale, così come richiesto dall’Assemblea Generale dell’Onu. Il nuovo Rapporto mondiale dell’Oms sulla prevenzione stradale sciorina cifre preoccupanti: 50 milioni di persone riportano ferite in seguito a incidenti mentre 1,2 milioni perdono la vita. Se non si adotteranno nuove misure questi numeri sono destinati, secondo l’Agenzia della Nazioni Unite per la salute, ad aumentare del 65% in 20 anni. Solo in Italia, secondo dati Istat e Aci, nel 2006 sono venute a mancare 5.669 persone (per il 77% uomini), mentre i feriti sono stati quasi 333mila. In questo scenario inquietante c’è però una nota positiva: in Italia le vittime della strada sono in diminuzione, tanto che nel 2000 erano oltre 7.000. A perdere la vita sulla strada nel 2006 erano, il più delle volte, persone alla guida di un’auto (32%) mentre meno frequentemente viaggiavano come passeggeri (17%); seguivanoCurva della strada. 

Fonte: freedigitalphotos.net”  class=”right” width=”232″ height=”159″ src=”https://iapb.it/wp-content/uploads/2008/07/Strada-curva-freedigitalphotos.jpg” /> i motociclisti (26%), i pedoni (13%) e i ciclisti (6%). Chi guida pericolosamente può aver bevuto o aver assunto droghe. Un ruolo importante è ricoperto dalle capacità visive: se si è in preda ai fumi dell’alcol si riducono sensibilmente (così come i riflessi, che rallentano).</span>    <span >Inoltre, è fondamentale che ci si sottoponga a visite oculistiche periodiche di controllo e che si portino gli occhiali se prescritto dal medico. Altro problema può essere causato anche dall’abbagliamento, particolarmente accentuato per chi soffre di </span><a href=cataratta e nei miopi. Infine, le persone molto anziane è sconsigliabile che guidino perché più facilmente suscettibili a malori e perché i riflessi sono, comunque, più lenti in età avanzata.

Leggi anche: “ Viaggiare in sicurezza sulle strade

Link utili: Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti , Aci , Polizia Municipale , ONU.

Fonti: Oms, Onu. Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2009.

Oltre un miliardo di persone soffre la fame

Giovane etiope. In Etiopia la IAPB Italia onlus ha realizzato 113 pozzi da cui attingere acqua potabile

Giovane etiope. In Etiopia la IAPB Italia onlus ha realizzato 113 pozzi da cui attingere acqua potabileOltre un miliardo di persone soffre la fame Si è concluso a Roma il vertice della Fao, dedicato soprattutto ai Paesi poveri Si è concluso il 18 novembre a Roma, intorno a mezzogiorno, il vertice della Fao iniziato lo scorso 16 novembre: gli occhi sono stati rivolti soprattutto ai Paesi poveri ‘divorati’ dalla fame. È stato sottoscritto un generico impegno a sradicare questo dramma alimentare dalla faccia della Terra (mirando a dimezzarlo entro il 2015), ma non sono state adottate precise misure di sostegno. Eppure, secondo Jacques Diouf – Direttore generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura – sono stati registrati dei progressi, ammesso che poi le decisioni prese vengano applicate a livello nazionale. Per la battaglia globale contro la fame – ha insistito Diouf – “ogni persona può fare la differenza“, anche se “lo sviluppo rurale è responsabilità di ogni governo e del proprio popolo”. Tuttavia, “se non abbiamo i capi di Stato, che hanno autorità su tutti i ministri“, avviene che ci si riduce “al solo aspetto tecnico”. “I piccoli coltivatori africani – aveva avvertito in precedenza il Segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon – […] potrebbero vedere ridotti i raccolti del 50% entro il 2020. Dobbiamo cambiare significativamente il nostro modo di alimentarci e, soprattutto, salvaguardare i più poveri e i più vulnerabili“. Si pensi che attualmente muoiono circa 17.000 bambini al giorno. Lo scorso 14 ottobre la Fao ha pubblicato un Rapporto nel quale si sottolinea senza mezzi termini che oltre un miliardo di persone soffre la fame; inoltre, la situazione è peggiorata dalla crisi economica planetaria in corso. Non solo sempre più individui hanno difficoltà a sopravvivere (più di uno su sei), ma nel caso di specifiche carenze vitaminiche il problema ha anche precisi risvolti medici: ad esempio, se c’è deficienza di vitamina A l’apparato visivo non si sviluppa correttamente (vedi xeroftalmia, la principale causa di cecità infantile nei Paesi poveri).Rapporto della FAO: 'Insicurezza alimentare mondialé (ottobre 2009) In Asia e nel Pacifico si stima che 642 milioni di persone soffrano di fame cronica, mentre nella sola Africa subsahariana la cifra scende a 265 milioni. In America Latina e nei Caraibi, secondo l’Agenzia Onu, ce ne sono 53 milioni, mentre in Medio Oriente e nell’Africa Settentrionale ammontano a 42 milioni. Anche i Paesi sviluppati non sono immuni dal dramma della fame: sono 15 milioni coloro che non riescono a nutrirsi a sufficienza. “Per aiutare ora gli affamati – hanno scritto il Direttore Diouf e la Direttrice esecutiva Josette Sheeran nella prefazione al Rapporto – devono essere creati reti di solidarietà e programmi di protezione sociale per raggiungere i più bisognosi […]. Per assicurarsi che la fame sia risolta negli anni a venire, i Paesi in via di sviluppo devono essere assistiti”. Per vedere la popolazione (stimata) del mondo in tempo reale clicca qui. Prima pubblicazione: 11 novembre 2009. Ultime integrazioni e aggiornamenti: 19 novembre 2009.

Fonte principale: Fao

Allungare la vita alle cellule retiniche?

Rivista scientifica

Rivista scientificaAllungare la vita alle cellule retiniche? Si potrebbe fermare l’evoluzione verso la cecità provocata da alcune malattie grazie a una famiglia di molecole 17 novembre 2009 – La lotta contro la cecità ha registrato un altro piccolo progresso: ricercatori dell’Università di Yale (Usa) avrebbero capito come proteggere efficacemente le cellule retiniche (fotorecettori). Infatti, hanno studiato il meccanismo che ne causa la morte in persone affette da malattie oculari quali l’AMD (degenerazione maculare legata all’età) e la retinite pigmentosa. Nonostante la fine dei fotorecettori (coni e bastoncelli) sia dovuta a varie cause, l’équipe diretta dalla prof.ssa Caroline Zeiss è arrivata alla conclusione che l’attivazione di una particolare famiglia di molecole esercita un ruolo importante (si tratta della CREB1/ATF1); gli studiosi hanno ipotizzato, infatti, che essa contribuisca a proteggere la retina. Il prossimo passo potrà essere quello di mettere a punto un farmaco che sfrutti queste molecole. Retina colpita da AMD: la forma secca non è attualmente curabileNote: attualmente è considerata trattabile solo la forma umida, più grave ma meno comune, grazie alle iniezioni intravitreali. Tuttavia, la prevenzione svolge un ruolo fondamentale: in chi ha altri casi in famiglia di AMD è consigliabile smettere di fumare e mangiare pesce, frutta a foglia verde, noci, ecc. Inoltre, è importante praticare regolarmente esercizio fisico. Referenza originale: lliam A. Beltran, Heather G. Allore, Elizabeth Johnson, Virginia Towle, Weng Tao, Gregory M. Acland, Gustavo D. Aguirre, and Caroline J. Zeiss,

2009 50: 5355-5363. First Published on July 30 2009 as doi:10.1167/iovs.09-3741.

Fonte: IOVS