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Guardare da bambini per apprendere

Guardare da bambini per apprendere I difetti visivi possono creare problemi a scuola, ma sono importanti anche i controlli oculistici prescolari 19 novembre 2009 – Non vedere bene può creare problemi all’apprendimento. Posture anomale, comportamenti diversi dalla norma (come avvicinarsi troppo a un libro o alla tv) possono essere dei campanelli d’allarme: il vostro bambino potrebbe avere un comune disturbo della vista (vizio refrattivo). Se ne è parlato ieri a Medicina 33, rubrica del TG2 condotta da Luciano Onder (Rai Due). Ci sono una serie di indizi comportamentali che consentono di capire se è presente un vizio di refrazione. Se gli insegnanti si accorgono, ad esempio, che un bambino vede troppo da vicino “è probabile – spiega il Prof. Pasquale Vadalà, oculista – che si tratti di una miopia; se inclina la testa da una parte probabilmente vede male da un occhio (oppure può essere affetto da strabismo, ndr ). Se un bambino riferisce che ha un mal di testa potrebbe essere un’ipermetropia”. Non bisogna risparmiare ai piccoli l’uso delle lenti. Infatti, specifica ancora il prof. Vadalà, “la miopia bisogna correggerla perché altrimenti il bambino strizza gli occhi continuamente per vedere da lontano e l’ipermetropia va corretta completamente e sempre, con una correzione a permanenza”. Prof. Pasquale Vadalà La familiarità è un fattore di rischio. “Se la mamma e il papà – ha spiegato il docente – portano entrambi gli occhiali c’è un 30% di probabilità che il figlio possa avere lo stesso difetto di vista (non la presbiopia, che colpisce dopo i 40 anni, ndr ). Se, invece, il genitore è uno solo la probabilità si abbassa al 15%. Quindi, specialmente quando c’è una familiarità, è importante che i bambini, in età prescolare, siano visti dall’oculista”. Infine, c’è anche il rischio che i bambini abbiano patologie come l’occhio pigro (ambliopia), che deve essere diagnosticata tempestivamente per evitare la cecità. Di che si tratta “è un occhio – replica il Prof. Vadalà – che non vede malgrado non abbia delle patologie”; eppure, non viene utilizzato dal bambino. L’importante è che venga ‘riattivato’ seguendo una terapia approntata da un oculista; ma, affinché venga salvata la vista binoculare, è indispensabile una diagnosi in giovanissima età.

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Fonte: RAI

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