Istat, più anziani e disabili tra gli italiani

Disabile visivo con bastone bianco

Rapporto annuale 2014: quasi il 15% della popolazione ha almeno una malattia cronica grave

Sono aumentati gli italiani che dichiarano di stare male o molto male, attestandosi attorno al 7,7 per cento della popolazione (circa un punto percentuale in più nel 2012 rispetto al 2005). Sono, inoltre, cresciute in percentuale le persone che soffrono almeno di una patologia cronica grave, soprattutto perché la popolazione è invecchiata. E’ quanto si legge nel Rapporto Annuale 2014 dell’Istat nel capitolo dedicato a “Tendenze demografiche e trasformazioni sociali: nuove sfide per il sistema di welfare”.

Occhio al diabete, ai tumori e alle demenze senili

Le persone colpite almeno da una malattie cronica grave due anni fa erano il 14,8 per cento della popolazione (+1,5% rispetto al 2005). C’è stato, in generale, un incremento della popolazione anziana esposta al rischio di ammalarsi (pensiamo ad esempio, a livello oculare, all’AMD). Il diabete – che tra l’altro causa retinopatia diabetica –, i tumori, l’Alzheimer e le demenze senili sono le patologie che mostrano una dinamica in evidente crescita rispetto al passato.

Più disabili anziani a rischio emarginazione

“Con l’invecchiamento della popolazione – spiega l’Istat – aumenta la disabilità, intesa come una condizione della persona legata a quel ventaglio di attività di vita che subiscono serie di restrizioni a causa di limitazioni funzionali (menomazioni fisiche o sensoriali legate alla vista, all’udito e alla parola). Si tratta di limitazioni che insorgono con il peggioramento delle condizioni di salute e riducono la mobilità degli anziani o le loro capacità sensoriali (vista e udito in particolare)”. Di conseguenza ci può essere un aumento dell’emarginazione sociale degli anziani, almeno se “le politiche sociali non intervengono con adeguate strategie di aiuto e assistenza, che permettano loro di continuare a vivere in maniera autonoma e a partecipare attivamente alla vita sociale”.

L’Italia spende in salute meno della media Ue

Il nostro Paese si attesta al 24,9 per cento delle risorse pro-capite destinate alla spesa sociale, collocandosi tra le ultime posizioni nel contesto europeo (l’Ue a 28 destina mediamente il 29,4 per cento). L’Irlanda è, invece, il Paese che destina la quota più alta di spesa della protezione sociale alla sanità, con il 45 per cento.

Bassa spesa per i minorati

Nel Belpaese la spesa destinata alle persone con disabilità è pari al 5,8 per cento della spesa per la protezione sociale (si tratta di pensioni di invalidità, contributi per favorire l’inserimento lavorativo, servizi finalizzati all’assistenza e all’integrazione sociale e strutture residenziali): “l’impegno economico per questa funzione – scrive l’Istat – ci colloca tra i Paesi europei con le percentuali più basse di spesa destinate alla disabilità, per la quale l’Europa alloca il 7,7 per cento della spesa per la protezione sociale. Tra i 28 Paesi europei spicca la Croazia (17,2 per cento); all’opposto troviamo Malta, con una percentuale pari al 4,1 per cento”.

Il Mezzogiorno resta indietro

Lo svantaggio del Mezzogiorno è strutturale: le condizioni di salute sono mediamente peggiori rispetto al resto del Paese. Più in generale in Italia l’accessibilità alle cure sanitarie è più difficile per chi ha risorse economiche scarse o inadeguate. In oltre la metà dei casi (50,4%), chi rinuncia ad una prestazione sanitaria lo fa per motivi economici, nel 32,4% a causa delle liste di attesa o eccessiva distanza dalle strutture.

Meno spesa sanitaria pubblica e più disuguaglianze, deficit minore

In Italia la spesa sanitaria pubblica tende a diminuire: se era pari a circa 111 miliardi di euro nel 2012, è stata comunque inferiore di circa l’1% rispetto al 2011 e dell’1,5% in confronto al 2010. Eppure c’è qualche aspetto positivo in questo scenario con molte ombre: nella sanità pubblica diminuisce il deficit della Aziende sanitarie, migliora l’appropriatezza organizzativa e clinica, anche se ­– conclude l’Istat – “persistono le disuguaglianze di salute e di accessibilità alle cure”.

Fonte: Istat

Ultima modifica: 13 giugno 2014

Quei nei da tenere d’occhio

CASI DI MELANOMA (Fonte grafico: www.aimatmelanoma.org)

CASI DI MELANOMA (Fonte grafico: www.aimatmelanoma.org)Quei nei da tenere d’occhio Per evitare il rischio di melanoma cutaneo i nei sospetti vanno asportati. Il sole va sempre preso con cautela 30 maggio 2014 – Il rischio di tumori della pelle non va mai sottovalutato: i nei sospetti vanno controllati e rimossi (anche se sono sulle palpebre). Ad accendere nuovamente i riflettori sul problema è il Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Bisogna però agire sul fronte della prevenzione anche con una rapida diagnosi.Melanoma palpebrale “La tempestiva asportazione di un neo che degenera in melanoma – assicura il Gemelli – garantisce la guarigione al 100%”. Infatti, “programmi di prevenzione e diagnosi precoce hanno dimostrato che di melanoma si guarisce”. Sono più a rischio le persone tra i 25 e i 50 anni, soprattutto le donne. Tuttavia il melanoma – che riguarda l’occhio nel 3% dei casi – può colpire chiunque e ad ogni età. In sintesi, le regole citate per godere spensieratamente dell’aria aperta e delle vacanze sono: 1) esporsi al sole gradualmente evitando le ore centrali della giornata (dalle 12 alle 16); 2) far uso di creme solari adeguate, con filtri elevati (30-50), applicandole ogni due ore durante l’esposizione; 3) usare occhiali da sole a norma di legge e, quando necessario, anche un cappellino e una maglietta.

Leggi anche: “ Proteggere gli occhi dal sole ” Vedi anche: “ Melanoma della coroide ” Evento in calendario: 21-22 giugno 2014, Prevenzione dei tumori della pelle con “Gemelli Insieme“ (Lido di Ostia, Roma)

Fonte principale: Policlinico A. Gemelli Ultimo aggiornamento: 3 giugno 2014

Il Ministero della Salute chiede i danni alle farmaceutiche

Il Ministero della Salute chiede i danni alle farmaceutiche Sotto accusa supposte pratiche illecite riguardo a un farmaco contro il glaucoma e alle iniezioni intravitreali contro l’AMD umida 29 maggio 2014 – Cresce lo scontro tra lo Stato e gli interessi privati di tre multinazionali farmaceutiche (Pfizer, Roche e Novartis) che producono alcuni farmaci ad uso oculare. Il Ministero della Salute ha reso noto il 28 maggio di avere chiesto sia i danni patrimoniali (14 milioni di euro) sia i danni non patrimoniali alla Pfizer per abuso di posizione dominante in relazione a un farmaco contro la forma più comune di glaucoma (Xalatan), una malattia correlata a una pressione oculare eccessiva. Inoltre continua la controversia riguardo alle iniezioni che vengono praticate nel bulbo oculare (intravitreali di anti-VEGF) per bloccare la proliferazione indesiderata di vasi retinici che danneggiano rapidamente la visione centrale (per l’AMD umida, detta anche essudativa o neovascolare, la forma più grave di degenerazione maculare legata all’età). Se da un lato esiste un farmaco molto più economico concepito però per trattare il tumore al colon (Avastin con impiego off-label, che esula dalle indicazioni del foglietto illustrativo), dall’altro ne è stato sintetizzato un altro molto simile per specifico uso oftalmico (Lucentis). Il Consiglio Superiore di Sanità ha sostenuto tuttavia, il 14 aprile 2014, come tra i due farmaci non esistano differenze “statisticamente significative” né a livello di efficacia né di sicurezza. Inoltre l’Antitrust ha comminato una multa alle due aziende farmaceutiche produttrici per pratiche anticoncorrenziali. Di conseguenza – dando credito alla tesi accusatoria di “un’intesa orizzontale restrittiva della concorrenza finalizzata alla commercializzazione del farmaco Lucentis molto più costoso del farmaco Avastin, ad esso equivalente” – il Dicastero della Salute ha richiesto alle società farmaceutiche coinvolte (Roche e Novartis) il risarcimento di tutti i danni patrimoniali (circa 45 milioni nel 2012, 540 milioni nel 2013 e 615 milioni nel 2014) e non patrimoniali “arrecati illecitamente al Sistema Sanitario Nazionale” (per un totale di 1,2 miliardi di euro). Novartis ha precisato però che “non ha ricevuto al momento alcuna notifica”. Inoltre la grande azienda farmaceutica svizzera “respinge in maniera decisa le accuse di pratiche anti-concorrenziali e per questo ha impugnato il provvedimento dell’autorità Antitrust dinanzi al TAR del Lazio: il procedimento è ancora in corso e la sentenza è attesa entro la fine dell’anno”. “Pertanto – prosegue Novartis in una nota diffusa il 28 maggio 2014 – risulta infondata qualsiasi richiesta di risarcimento così come le cifre indicate nella comunicazione del Ministero che non trovano alcuna corrispondenza con la realtà dei fatti”. Infine la multinazionale farmaceutica “ribadisce la correttezza del proprio operato e di avere sempre agito nel pieno rispetto della normativa italiana ed europea”.

Fonti: Ministero della Salute , Consiglio Superiore di Sanità (Sole24hSanità), Novartis .

Corteccia visiva attivata anche da stimoli non retinici

Corteccia visiva attivata anche da stimoli non retinici Suoni e parole hanno un potere evocativo che non va affatto sottovalutato 28 maggio 2014 – La corteccia visiva si attiva anche con suoni e parole, non solo con la visione diretta delle immagini. Una serie di cinque esperimenti è stata condotta in Scozia e in Svizzera sfruttando la risonanza magnetica funzionale, che ha evidenziato una precisa interazione tra stimoli uditivi e l’area cerebrale principale deputata alla visione. Infatti, a un gruppo di volontari bendati sono stati fatti ascoltare tre tipi di suoni: il canto degli uccelli, il rumore del traffico e il parlottio di una folla. Tali suoni – spiegano i ricercatori su Current Biology – possono avere indotto delle “aspettative o delle rappresentazioni mentali”. Insomma, ognuno di noi, quando ascolta un suono, evoca una scena o pensa a un concetto (che diventa “un’unica forma di input non-retinico nella corteccia visiva primaria”). Dunque i ricercatori hanno concluso che gli esperimenti offrono una prova sempre più stringente dell’esistenza di un feedback coerente d’informazioni astratte proveniente da

Fonti non retiniche. Come dire: gli occhi sono importanti, ma non sono tutto. Un racconto e un suono possiedono un potere evocativo che può provocare una visualizzazione di tipo mentale che ormai ha un riscontro sperimentale attendibile. Nota Tale esame (fMRI) permette di mappare l’attività delle aree cerebrali nel momento in cui si eseguono determinati compiti.

Fonte principale: Current Biology

Se la salute va in fumo

sigaretta

Il 31 maggio si celebra la Giornata mondiale contro il tabacco con l’Oms. Il fumo può causare anche danni oculari

Se non volete che la vostra salute vada in fumo, rinunciate a sigari, pipe e sigarette. Si è celebrata il 31 maggio la Giornata mondiale contro il tabacco assieme all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Il fumo prima causa evitabile di decesso

Secondo l’Oms “il consumo di tabacco è la singola causa globale di decesso più prevenibile ed è attualmente responsabile del 10% delle morti di adulti nel mondo”. Oltre l’80% dei decessi evitabili avvengono nei Paesi a reddito medio-basso. Il fumo uccide quasi sei milioni di persone l’anno, delle quali oltre 600 mila non fumano (subiscono il fumo passivo). Smettere di fumare può significare quindi non solo salvare la propria vita, ma anche quella di chi vi sta intorno.

Dunque l’Agenzia Onu per la salute suggerisce di aumentare ulteriormente le tasse sulle sigarette oltre a rafforzare le avvertenze sui pacchetti di sigarette. Le maggiori entrate dello Stato potrebbero essere investite proprio in salute. Visione con cataratta

Miglior vista senza il fumo

Il fumo può annebbiare o danneggiare la vista. I rischi oculari per i fumatori vanno da una maggiore incidenza di cataratta, passando per un incremento di potenziali danni alla retina centrale (a causa della degenerazione maculare legata all’età), oltre all’irritazione diretta provocata dal fumo sulla congiuntiva (arrossamento oculare transitorio) e al maggior rischio di uveiti. Fondamentale è, quindi, rinunciare al fumo e praticare l’esercizio fisico regolare. Può giovare anche bere vino in modo molto moderato durante i pasti. Come questi tre fattori incidano sulla salute visiva è stato studiato, ad esempio, da ricercatori dell’ Università del Wisconsin (Usa), che hanno seguito quasi 5000 adulti per un ventennio.

Sigarette elettroniche della discordia

L’ideale è ovviamente smettere di fumare del tutto. Che le sigarette elettroniche (e-cig) non rappresentino un’alternativa salutare al classico fumo di sigaretta viene sottolineato da un nuovo studio condotto da allergologi americani (pubblicato sul numero di giugno degli annali di “Allergy, Asthma & Immunology”). Infatti accade spesso che l’uso della sigaretta elettronica si sommi alla sigaretta classica e, inoltre, permane il problema della dipendenza dalla nicotina. è vero che esistono anche delle e-cig senza nicotina – che consentono di “svapare” senza i residui della combustione della carta oltre che senza i veleni del tabacco –, ma sono stati sollevati dubbi riguardo alla potenziale nocività dei liquidi contenuti nelle ricariche. Però ci sono autorevoli studiosi, quali Umberto Veronesi, che difendono l’impiego della sigaretta elettronica rigorosamente senza nicotina, usata quindi come presidio medico: “Se tutti coloro che fumano sigarette tradizionali – afferma l’oncologo – si mettessero a fumare e-cig, salveremmo almeno 30 mila vite all’anno in Italia e 500 milioni nel mondo”.

Il fumo nel Belpaese

In Italia i fumatori sono 11,3 milioni, circa il 22% della popolazione: sono questi i nuovi dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Mediamente nel nostro Paese chi fuma consuma 13 sigarette al giorno. Per la prima volta dal 2009 si osserva un aumento della percentuale di fumatrici (che passano dal 15,3% del 2013 al 18,9% del 2014). Viceversa si è avuta una lieve diminuzione dei fumatori maschi (dal 26,2% al 25,4%). Fumano, comunque, più gli uomini delle donne in tutte le fasce d’età. Il picco si registra tra i 25 e 44 anni: fuma il 26% delle femmine e il 32,3% dei maschi. I consumatori di sigarette elettroniche risultano oggi meno della metà rispetto ai dati forniti nel 2013. Tuttavia, prosegue l’Istituto Superiore di Sanità, almeno “tra gli utilizzatori della e-cig è aumentata quest’anno la percentuale di chi ha dichiarato di aver smesso di fumare le sigarette tradizionali“ (il 18,8% nel 2014 contro il 10,6 % del 2013).

Più prevenzione anche contro il fumo passivo

Il Ministro della Salute Lorenzin ha affermato che “grave è esporre al fumo passivo i nostri figli: la metà dei bambini lo è già al secondo anno di vita, 38 [bambini] su cento hanno un genitore che fuma in casa, questo ci dicono i dati Istat”. Quindi, ha proseguito il Ministro, “combattere il fumo, attivo e passivo, è il primo passo della prevenzione, unica infallibile arma contro le malattie croniche”.

Come smettere di fumare

Per smettere di fumare esistono dei centri specializzati antifumo segnalati dall’Istituto Superiore di Sanità, che tra l’altro fornisce anche un telefono verde contro il fumo (800 55 40 88) . Può aiutare, inoltre, la Guida pratica per smettere di fumare della Fondazione Veronesi.

Fonti: Oms (Who); American College of Allergy, Asthma, and Immunology, ISS , Ophthalmology, Corsera, Ministero della Salute.

Pagina pubblicata il 27 maggio 2014. Ultimo aggiornamento: 1 agosto 2014

Più sanità elettronica per risparmiare

Più sanità elettronica per risparmiare Il Ministro della Salute Lorenzin: Italia in ritardo rispetto al resto d’Europa e agli Usa 27 maggio 2014 – Sette miliardi di euro: sarebbe questo il risparmio stimato per il Servizio Sanitario Nazionale italiano se fossero attuati tutti i progetti della sanità digitale, dalle ricette elettroniche alle nuove tecnologie che consentono di ridurre gli accessi agli ospedali. È quanto è stato sostenuto oggi a Roma, presso il Forum della Pubblica Amministrazione, dov’è intervenuto anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin: “Sul fronte della sanità digitale siamo assolutamente in ritardo rispetto a Europa e Usa, ma molto è stato fatto considerando il punto di partenza. Uno dei problemi per la sanità elettronica è – ha sottolineato la titolare del Dicastero – che, come avviene per la sanità italiana in generale, abbiamo una situazione che nelle regioni è a macchia di leopardo”.Fascicolo sanitario elettronico (Regione Lombardia) A essere carente, secondo il Ministro, è principalmente il conseguimento dell’uniformità di procedure elettroniche a livello regionale per consentire la condivisione tra strutture sanitarie diverse . Insomma, il sistema sanitario italiano non solo non ha raggiunto uno standard omogeneo, ma sfrutta troppo poco la rete (nel senso che le strutture sanitarie non comunicano sufficientemente tra loro). Nel corso del Forum è stato presentato lo studio condotto su 560 strutture sanitarie valutate con il metodo internazionale “Emram” (Electronical medical record adoption model), dal quale si evince come nella nostra Penisola non sia stato ancora raggiunto il livello massimo di digitalizzazione: sette strutture su dieci si limitano a immettere i dati nel sistema digitale senza tuttavia portare avanti il processo.

Fonte principale: pubblicaamministrazione.net (Forum PA)

Sarcoidosi oculare, no al fumo di sigaretta

sigaretta

Sarcoidosi oculare, no al fumo di sigaretta Per i fumatori aumenta di oltre cinque volte il rischio di contrarre la malattia 21 maggio 2014 – Può colpire non solo gli occhi, i polmoni e i linfonodi ma anche la pelle, il sistema nervoso, il fegato e le articolazioni. Parliamo della sarcoidosi, una malattia granulomatosa cronica la cui origine è ancora poco chiara (è coinvolto il sistema immunitario e potrebbe essere scatenata da virus e batteri in chi è geneticamente predisposto). Va però assolutamente evitato il fumo. “I fattori di rischio della sarcoidosi oculare non sono stati ben studiati – ha affermato Adam Janot della Virginia Commonwealth University School of Medicine –. Di conseguenza abbiamo studiato i casi di 109 pazienti, in cui la diagnosi di sarcoidosi era stata dimostrata con biopsia, e abbiamo identificato i fattori di rischio indipendenti”. I granulomi sono aggregati di cellule che possono svilupparsi in molte parti del corpo: gli organi più comunemente colpiti sono i polmoni, i linfonodi, la cute, l’occhio, il sistema nervoso, il fegato e le articolazioni. La sarcoidosi oculare, che può causare cecità, può colpire fino a un paziente su due a cui è stata diagnosticata una sarcoidosi. I ricercatori americani hanno concluso che l’esposizione al fumo di tabacco aumenta di oltre cinque volte il rischio di sviluppare una sarcoidosi oculare (per l’esattezza 5,24 volte) e i maschi sono più esposti a questa malattia rispetto alle femmine (7,48 volte di più).

Fonti: American Thoracic Society, ATJournals, uveitimilano.it

Quel diabete da tenere d’occhio

Pubblicato il rapporto statistico Oms 2014: assieme a ipertensione e sovrappeso, il diabete è un importante fattore di rischio di una serie di malattie

Diabete, pressione alta e sovrappeso: sono queste le tre “minacce” principali alla nostra salute da cui guardarsi tra le malattie non trasmissibili. Nel Rapporto statistico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) pubblicato a maggio del 2014 sono contenute molte cifre e le malattie non contagiose rivestono un ruolo di peso (soprattutto nei Paesi più industrializzati).

Retinopatia diabetica, controlliamo la glicemia e la retina

“Negli adulti – si legge nel Rapporto Oms – il diabete, l’ipertensione e il sovrappeso o l’obesità aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e di diversi tipi di cancro. Questi rischi contribuiscono anche a malattie non fatali come l’artrite e la perdita della vista dovuta alla retinopatia diabetica“.

A volte quest’ultima porta a un calo progressivo della vista fino all’ipovisione e alla cecità, ma in altri casi è priva di sintomi: si può persino non avvertire alcun disturbo fino a stadi avanzati della malattia, quando si manifesta un calo grave ed improvviso dell’acutezza visiva. Dunque, per prevenirla è fondamentale sia sottoporsi regolarmente a controlli oculistici che fare periodicamente le analisi del sangue: i valori della glicemia (concentrazione di zuccheri nel sangue) devono essere sempre tenuti d’occhio.

L’esercito dei diabetici

L’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato, più recentemente (nel 2014), che i malati di diabete siano 422 milioni nel mondo (approfondisci). In Italia si calcola che circa 3,2 milioni di persone siano affette da diabete (secondo l’Istat il 5,3% della popolazione): questa malattia colpisce soprattutto gli anziani, ma i controlli periodici vanno fatti ad ogni età. Tutti i diabetici sono potenzialmente a rischio di contrarre una retinopatia diabetica.

Un mondo più longevo

Secondo l’Oms nel mondo una femmina nata nel 2012 ha mediamente un’aspettativa di vita di circa 73 anni, mentre un maschio 68. Quindi ci si attende che oggi un bambino viva in media sei anni in più rispetto al 1990. L’Italia resta uno dei Paesi più longevi al mondo, anche se ha perso qualche posizione. Tra le donne italiane l’aspettativa di vita è di 85 anni – il Belpaese si trova oggi al quinto posto in classifica –, mentre il Giappone è primo assoluto (con 87 anni). Dal canto loro i maschi nati oggi in Italia vivono mediamente 80,2 anni (al quarto posto, a pari merito con altri Stati), mentre il record lo detiene l’Islanda con 81,2 anni, a cui seguono la Svizzera (80,7) e l’Australia (80,5 anni).

Malattie infettive e non infettive?

Malattie cardiache (alle coronarie), infezioni polmonari (come la polmonite) e ictus: sono queste le tre cause più importanti di morte prematura. Semplificando il mondo appare diviso in due: se in 22 Paesi (tutti africani) oltre il 70% degli anni persi sono causati ancora da malattie infettive e malattie correlate, in molti altri Paesi (ben 47) – soprattutto quelli ad alto reddito – le patologie non contagiose sono la causa di oltre il 90% degli anni persi per decesso prematuro. Infine, oltre cento Paesi si trovano in una fase di transizione: le malattie non trasmissibili stanno conquistando un peso crescente.

Obesità e prematurità

L’obesità infantile non sta crescendo solo nei Paesi industrializzati, ma curiosamente anche in diverse zone dell’Africa. Sotto i cinque anni, tuttavia, la maggior parte di decessi avviene a causa di nascite premature (17,3% dei casi) – che tra l’altro causano anche problemi retinici ( ROP ) –, mentre la polmonite è la seconda causa di mortalità infantile (15,2%). Infine, l’Istituto Superiore di Sanità stima che in Italia due adulti su cinque (42%) abbiano un peso superiore alla norma, di cui il 31% sono in sovrappeso e l’11% di obesi.

Fonti principali: Oms , Epicentro-ISS

Pagina pubblicata il 19 maggio 2014. Ultima modifica: 2 febbraio 2017

Campagna retinopatia diabetica (clicca sull’immagine per il video)

Oms, occhi puntati su Ginevra

Assemblea annuale Oms (Foto Who-V. Martin)

Assemblea annuale Oms (Foto Who-V. Martin)Oms, occhi puntati su Ginevra Dal 19 al 24 maggio 2014 si tiene la 67° Assemblea internazionale, con la partecipazione di oltre 3000 delegazioni. La Direttrice dell’Oms Chan: la prevenzione deve avere almeno la stessa priorità delle cure Oltre tremila delegazioni provenienti da tutto il mondo, 194 Stati partecipanti, sei giorni di lavori. Sono questi i numeri della 67° Assemblea annuale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che il 19 maggio si è aperta a Ginevra.La Direttrice Generale Oms Margaret Chan (Foto WHO-V. Martin, part.) Più attenzione alla prevenzione La Direttrice Generale dell’Oms Margaret Chan è intervenuta con un discorso inaugurale. “Occorre un impegno molto maggiore nella prevenzione“, ha affermato. Puntare, in particolare, alla prevenzione e al controllo delle malattie non contagiose è un’ottima strategia. “Con le malattie non trasmissibili che attualmente sono i maggiori killer nel mondo, questo secolo – ha precisato Chan – deve essere un’era in cui la prevenzione abbia almeno la stessa priorità delle cure“. Battaglia contro le malattie non trasmissibili Tra i numerosi appuntamenti è prevista una sessione dedicata alle malattie non contagiose e alla loro prevenzione (come il diabete – che ha conseguenze negative anche sulla vista –, le malattie cardiache, le patologie polmonari o il cancro). Verranno, inoltre, presi in considerazione una serie di indicatori per valutare il Piano d’azione globale per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili (2013-2020). Maternità, infanzia e disabilitàBambini etiopi Si parlerà – tra i numerosi temi affrontati – di maternità, infanzia e alimentazione. Verrà anche discusso un documento sulla disabilità e un altro sulla “promozione della salute per tutta la vita”. Non mancheranno le analisi dedicate allo sviluppo di un’agenda post-2015. Sarà, infine, valutato il successo degli otto obiettivi del millennio. Più equità e crescita inclusiva L’equità nell’accesso alle cure, dell’eliminazione della povertà e della crescita inclusiva fanno da sfondo ai lavori dell’Oms che si concluderanno il 24 maggio. Lo ha ricordato la stessa Direttrice generale Chan nel suo discorso d’apertura. Per ulteriori aggiornamenti consultare la pagina Facebook dell’Oms

Fonte: Who

Pagina pubblicata il 19 maggio 2014.

Ultima modifica: 20 maggio 2014

Occhio bionico, una luce hi-tech

Occhio bionico

Occhio bionicoOcchio bionico, una luce hi-tech Si è svolto a Bergamo un convegno sulla protesi retinica: si può sperimentare quasi solamente in caso di retinite pigmentosa 19 maggio 2014 – Fare luce sull’occhio bionico, sull’ipovisione e sulla riabilitazione visiva. Attorno a questi temi si sono incentrati i lavori del convegno che si è svolto a Bergamo venerdì scorso. L’occhio bionico è una protesi retinica elettronica che, solo in alcuni casi, si può sperimentare quasi esclusivamente su malati di retinite pigmentosa, una malattia retinica ereditaria. L’obiettivo dei lavori è stato – scrivono gli organizzatori – “fornire informazioni ed esperienze nel percorso di ricerca relativo alle gravi malattie degenerative oculari” (come l’AMD e le altre forme di retinopatia). In particolare ci si è focalizzati sugli aspetti epidemiologici, di prevenzione e sulle terapie innovative. Il tutto è avvenuto nell’orizzonte di una rete di collaborazione promossa dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB Italia onlus) attraverso il Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva e dall’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti (UICI). Hanno preso parte ai lavori, tra gli altri, A. Mombelli e M. Corcio (Vicepresidente della IAPB Italia onlus).