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Traumi oculari

Cataratta traumatica

Che cos’è?

Cataratta traumatica (in seguito a un colpo ricevuto sull'occhio) Con il termine generico di cataratta si definisce una perdita di trasparenza del cristallino (lente che si trova all’interno dell’occhio), che si può determinare per svariati motivi (di solito a causa dell’invecchiamento, ma anche a seguito di malattie congenite o acquisite, di cure prolungate con cortisonici, di sovraesposizione a fattori ambientali nocivi). Nel caso della cataratta traumatica invece, l’opacizzazione del cristallino è la diretta conseguenza di un trauma all’occhio e può manifestarsi immediatamente o a distanza di tempo.

Quali sono i traumi che la causano?

Gli eventi responsabili di una cataratta traumatica sono, nella maggior parte dei casi, traumi perforanti, ferite oculari, esposizione a calore intenso, radiazioni o sostanze chimiche. Chiaramente esistono dei soggetti più esposti al rischio di cataratta traumatica rispetto ad altri, a causa delle loro attività lavorative, sportive o semplicemente per lo stile di vita che conducono.

Cosa fare?

Nel caso in cui si sia verificato un trauma agli occhi o al capo (soprattutto se l’impatto è stato abbastanza forte), e il soggetto avverta alterazioni della vista, è buona norma recarsi presso un pronto soccorso e sottoporsi a visita di controllo dall’oculista. Qualora le anomalie visive non dovessero manifestarsi subito, è bene tenere conto della possibilità che il cristallino possa comunque andare incontro ad opacizzazione come conseguenza del trauma subito in precedenza. I sintomi che si riscontrano più di frequente sono:

  1. annebbiamenti transitori o permanenti della vista;
  2. senso di abbagliamento nella visione controluce;
  3. aloni luminosi o colorati intorno alle luci puntiformi;
  4. difficoltà nel distinguere i colori;
  5. disturbi durante la guida notturna (aloni attorno alle luci, fari della macchine che abbagliano, ecc.);
  6. visione doppia;
  7. necessità di cambiare frequentemente la prescrizione degli occhiali (ad esempio per astigmatismo, miopia, ipermetropia);
  8. sensazione di bruciore e stanchezza oculare ovvero astenopia (talvolta).

Come si fa la diagnosi?

La presenza di una cataratta traumatica può essere sospettata subito dall’oculista, se si riferisce allo specialista la dinamica del trauma e i sintomi avvertiti. La visita classicamente avviene eseguendo prima una misurazione della vista, sia per lontano che per vicino, poi si ispeziona la parte anteriore dell’occhio alla lampada a fessura, si rileva la pressione oculare e infine si instillano le gocce di collirio midriatico. Una volta dilatata la pupilla, sarà più semplice osservare il cristallino e definire l’entità della cataratta, e la localizzazione delle opacità della lente. Infine si esegue un controllo della retina.

Qual è la terapia?

Facoemulsificazione (frantumazione del cristallino con gli ultrasuoni) L’unica terapia possibile è l’intervento chirurgico, che va eseguito quando si ritiene di non avere una visione sufficiente in rapporto alle proprie necessità. Tuttavia, se il calo della vista non è molto rilevante e, comunque, correggibile con occhiali, si può evitare in un primo momento l’asportazione chirurgica del cristallino opacizzato, ed eseguire semplicemente delle visite oculistiche periodiche per controllare l’evolversi della situazione. Al contrario, se l’opacità del cristallino è evoluta, viene programmato l’intervento chirurgico previa esecuzione di biometria: si tratta di un esame ecografico che, mediante ultrasuoni, determina il potere della lente artificiale (IOL) da inserire dentro l’occhio in sostituzione del cristallino catarattoso.

Come si esegue l’intervento?

La metodica più moderna di estrazione della cataratta è la facoemulsificazione. Con questa tecnica la cataratta viene estratta utilizzando gli ultrasuoni per frammentare il cristallino all’interno dell’occhio e quindi aspirarlo attraverso un’incisione oggi molto piccola. Viene, inoltre, conservata la capsula posteriore del cristallino e al suo interno viene posta una lente di piccolo diametro. L’impiego di un taglio molto piccolo consente di porre un solo punto o addirittura di non mettere affatto punti. L’occhio è poco traumatizzato e il recupero visivo estremamente rapido. Se, invece, il trauma è stato talmente violento da provocare la rottura della capsula del cristallino, è necessario intervenire con una certa urgenza rimuovendo il cristallino catarattoso e impiantando una lente intraoculare artificiale, con successiva pulizia del corpo vitreo ( vitrectomia ) qualora fosse necessario.

Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus 
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Pagina pubblicata il 20 giugno 2013. Ultimo aggiornamento: 2 agosto 2016. 

Ultima revisione scientifica: 20 giugno 2013.

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