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Esami e interventi
Fondo oculare
Cos’è?
L’esame del fondo oculare (detto anche fundus oculi o oftalmoscopia) è un esame diagnostico che viene utilizzato per visualizzare le strutture interne del bulbo, ovvero il corpo vitreo, la testa del nervo ottico, la retina centrale (la macula) e la retina periferica.
Come si esegue?
Si effettua dopo aver dilatato la pupilla mediante instillazione di speciali colliri (detti midriatici). Si esegue in ambiente scarsamente illuminato, seduti o distesi. Si tratta di un esame non invasivo né doloroso, il paziente potrebbe però avvertire un lieve fastidio, dovuto all’abbagliamento provocato dal fascio di luce indirizzato nell’occhio durante l’esplorazione.
Con quali strumenti si effettua?
Con uno strumento chiamato “oftalmoscopio”.
L’oftalmoscopio diretto è un apparecchio simile ad una torcia, munito di una sorgente luminosa posizionata nella testina e di un sistema di lenti in grado di correggere eventuali vizi refrattivi del paziente o dell’esaminatore. Consente di ottenere un’immagine del fondo oculare diritta (non capovolta), con un discreto ingrandimento e buona percezione dei dettagli; il campo d’osservazione non è molto ampio, consente infatti una buona visualizzazione della parte centrale della retina, non si riesce invece ad apprezzare la periferia retinica. L’oftalmoscopio indiretto è uno strumento che viene posizionato sul capo dell’esaminatore, provvisto a sua volta di un sistema di illuminazione. Consente di avere una visualizzazione della retina molto più ampia, così da osservare bene anche la periferia, offre però un’immagine meno ingrandita e invertita. Inoltre, con l’oftalmoscopio indiretto si utilizza una lente tra l’apparecchio e l’esaminato. Anche con la lampada a fessura è possibile eseguire l’esame del fondo oculare utilizzando lenti addizionali, posizionate tra lo strumento e l’occhio del paziente.
Quando serve?
Tutte le persone si devono sottoporre all’esame del fondo dell’occhio con una periodicità che dipende dall’età, dalla presenza di eventuali patologie sistemiche e/o oculari.
Persone che non hanno alcun disturbo e hanno meno di 40 anni possono sottoporsi all’esame una volta ogni 18-24 mesi. Potrebbe bastare una volta l’anno per chi è affetto da miopia o da patologie oculari non gravi (oppure per individui sani con più di 40 anni).
Chi ha problemi retinici o di diabete e ipertensione dovrà sottoporsi a controlli ravvicinati, la cui cadenza esatta deve essere decisa dal singolo oculista a seconda della situazione specifica.
Comunque è importante sottoporsi a un esame del fondo oculare anche quando si vedono per la prima volta dei fosfeni (lampi luminosi) o miodesopsie (mosche volanti). Nel primo caso il corpo vitreo potrebbe esercitare una trazione sulla retina, con rischio di un suo distacco.
Cosa consente di osservare?
L’esame del fondo oculare permette di osservare lo stato del corpo vitreo (il gel che riempie il bulbo oculare) e sue eventuali degenerazioni e di visualizzare l’albero vascolare arterioso e venoso retinico. Permette, inoltre, di osservare la macula, la zona centrale della retina che consente la visione distinta, in grado di farci percepire chiaramente i dettagli degli oggetti, di leggere i caratteri piccoli, riconoscere i volti delle persone. Eventuali degenerazioni e anomalie (distrofie) della macula possono essere dunque diagnosticate e monitorate con l’esame del fondo oculare. Si può, infine, valutare la conformazione della testa del nervo ottico individuando eventuali patologie (locali o sistemiche).
Quali malattie?
Il diabete o l’ipertensione sono patologie che colpiscono i vasi: ciò che accade nell’occhio avviene, ad esempio, anche nel rene e nel cuore. Il vantaggio è che, con il fondo dell’occhio, si riescono a visualizzare le vene e le arterie con sistemi non invasivi. Per quanto riguarda le patologie oculari il semplice esame del fondo dell’occhio ci permette di diagnosticare e monitorare nel tempo diverse patologie quali: maculopatie, retinite pigmentosa, distacco di retina, neuriti ottiche, occlusioni venose e arteriose retiniche, distacco posteriore del vitreo, emorragie vitreali, glaucoma. In questo modo l’oculista può impostare, in maniera tempestiva, una terapia mirata, per scongiurare che si sviluppino danni gravi e irreversibili per i nostri occhi.
Quali sono le controindicazioni di un esame del fondo oculare?
Generalmente non ha controindicazioni. Tuttavia, bisogna stare attenti se si ha la camera anteriore dell’occhio (spazio compreso tra l’iride e la cornea) poco profonda. Instillando le gocce midriatiche (per dilatare la pupilla), si corre il rischio di provocare la chiusura dell’angolo irido-corneale e di ostacolare così il normale deflusso dell’umore acqueo, provocando un innalzamento improvviso ed importante della pressione oculare. Ecco perché, in tali casi, l’esame del fondo oculare potrebbe essere effettuato con la pupilla non dilatata, riuscendo ad esplorare in tal modo esclusivamente il polo posteriore della retina.
Inoltre possono presentarsi reazioni avverse ai colliri che si usano per la dilatazione: possono andare da una semplice reazione allergica a fenomeni sistemici più gravi. Tali effetti sono molto rari e, comunque, controllabili. I midriatici (gocce per dilatare le pupille) sono molti; nel caso in cui vi siano effetti collaterali è bene ricordare quale tipo di farmaco abbia creato problemi, comunicandolo tempestivamente all’oculista o recandosi a un pronto soccorso (possibilmente oculistico). Infine bisogna far passare un lasso di tempo sufficiente per riacquistare la visione che precedeva la dilatazione della pupilla: non ci si può mettere subito alla guida per motivi di sicurezza, dato che si vede annebbiato (leggi anche i consigli utili).
Si può fotografare il fondo dell’occhio?
Sì, con uno strumento chiamato “retinografo”. La retinografia è appunto un esame che permette di documentare lo stato del fondo oculare grazie a immagini digitali a colori, senza dover dilatare la pupilla.
Ultima revisione scientifica: 27/10/2022