Settimana Mondiale Glaucoma

relatori_ministero_salute-7_marzo_2019.jpg

Glaucoma, una settimana che guarda alla prevenzione

tonometria_umo_iapb_italia_onlus-galleria-photospipc784de273100e8d49aeb80330a8c4b03.jpg

Migliaia di visite oculistiche gratuite: l’iniziativa è promossa dalla IAPB Italia assieme alla Società Oftalmologica Italiana e alla Società Italiana Glaucoma

cop-settimanaglaucoma-680pix.jpg

Distrugge la vista senza pietà quando non viene curato in tempo: è il glaucoma, che “corrode” silenziosamente il campo visivo a partire dalla sua periferia. Ecco perché è fondamentale prevenire i danni di questa malattia oculare: un’occasione preziosa per farlo è stata la settimana mondiale del glaucoma che si è celebrata dal 10 al 16 marzo 2019 con l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus, la Società Oftalmologica Italiana (SOI) e la Società Italiana Glaucoma (SIGLA). Anche il Policlinico A. Gemelli ha aderito all’iniziativa il 15 marzo con un Open Day.

Tanti specialisti per salvare i vostri occhi

Nel sito ufficiale sono ancora reperibili gli oculisti aderenti all’iniziativa per chi non fosse già stato dall’oculista (quando si telefona bisogna far riferimento ai promotori dell’iniziativa): le visite oculistiche – che sono gratuite per coloro che non si sono mai sottoposti ad una visita oculistica – proseguono anche oltre la settimana mondiale del glaucoma. Il più delle volte si tratta di specialisti iscritti alla SOI che mettono a disposizione volontariamente la loro professionalità per tutelare la salute visiva dei cittadini anche oltre la fine della settimana del glaucoma. Questa prima visita oculistica – che va prenotata contattando direttamente lo specialista – di solito comprende il controllo del visus, del fondo oculare e la misurazione della pressione intraoculare (tonometria).

Perché il glaucoma è pericoloso

Il glaucoma è un temibile “nemico della vista”: si tratta di una patologia oculare degenerativa di solito associata a una pressione oculare troppo alta. Ciò può arrivare a causare la morte di neuroni che trasportano gli impulsi dalla retina alla corteccia cerebrale, arrivando, nei casi più gravi, a interrompere la trasmissione dei segnali visivi.

Le persone più a rischio di glaucoma hanno più di 40 anni (la probabilità di esserne colpiti aumenta con quanto più si è anziani), soprattutto se ci sono altri casi in famiglia. Tra le persone a rischio glaucoma otto su dieci non vanno regolarmente dal medico oculista, mettendo in pericolo la propria vista. Tra l’altro chi ha già ricevuto una diagnosi solo in un caso su tre segue in modo accettabile le terapie e si sottopone agli esami prescritti.

Il glaucoma è la prima causa di cecità irreversibile al mondo, per cui è fondamentale arrivare tempestivamente a una diagnosi perché, nelle sue fasi iniziali, non dà alcun sintomo e può essere scovato solo da uno specialista. Questa patologia colpisce di solito entrambi gli occhi e per trattarla sono disponibili colliri specifici (detti “ipotonizzanti”), trattamenti laser o interventi chirurgici.

L’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della IAPB Italia onlus, ha dichiarato:

L’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus
L’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus

Oggi la vista ha un ruolo sempre più importante nella vita quotidiana, sebbene siano ancora troppo pochi coloro che la proteggono regolarmente. Questa campagna vuole affermare la centralità della vista, che è un senso meraviglioso, e la necessità di ricevere la giusta priorità sia a livello di sanità pubblica che di abitudini personali. Per questo abbiamo creato, assieme a SOI e SIGLA, una sorta di task force che opererà sul territorio nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica e gli organi competenti per la tutela della salute visiva.

Gli appuntamenti

relatori_ministero_salute-7_marzo_2019-500pixel-lancio_settimana_glaucoma.jpgIl 7 marzo si è tenuta una conferenza stampa dalle ore 11, presso la Sala dell’Auditorium del Ministero della Salute-Lungotevere Ripa 1, sulla settimana del glaucoma, sulla prevenzione e l’informazione. Il Ministro della Salute Giulia Grillo ha inviato un messaggio scritto, mentre hanno potuto partecipare di persona sia il dott. Giuseppe Ruocco che la dott.ssa Giuseppina Rizzo, entrambi del Dicastero della Salute.

La conferenza, moderata dalla giornalista Annalisa Manduca (Radio Uno Rai), ha toccato i nodi salienti della prevenzione di un’importante malattia oftalmica. Il dott.

Il dott. Matteo Piovella, Presidente della Società Oftalmologica Italiana (SOI)
Il dott. Matteo Piovella, Presidente della Società Oftalmologica Italiana (SOI)

Matteo Piovella, Presidente della SOI, ha affermato:

Se una persona oggi ha il cancro non sappiamo se lo supererà. Invece per il glaucoma abbiamo tutti gli strumenti… Abbiamo la consapevolezza dell’importanza della visita oculistica.

Nonostante la previsione di un aumento delle persone cieche nel mondo soprattutto a causa dell’invecchiamento demografico (potrebbero triplicare entro il 2050), oggi – ha proseguito Piovella – in oculistica “abbiamo degli strumenti straordinari e abbiamo il cento per cento di possibilità di fare diagnosi di glaucoma”.

il_prof._aldo_caporossi_presidente_sigla.jpgA quest’osservazione ha replicato il prof. Aldo Caporossi, Presidente della SIGLA:

Noi abbiamo il cento per cento delle possibilità di fare diagnosi di glaucoma ma non posso affermare che il glaucoma sia sconfitto: lascia dei ‘morti’ sul campo e non sempre riusciamo a curarlo. Però è importante che non perda la vista chi non è stato diagnosticato.

Dal canto suo la dott.ssa Rizzo ha ricordato le principali attività del Ministero della Salute nel campo della prevenzione e l’esistenza di una legge che ha reso obbligatorio lo screening alla nascita. Inoltre ha invitato i medici di famiglia e i pediatri a inviare da un oculista anche le persone a rischio (ad esempio chi ha altri glaucomatosi in famiglia).

Dunque, ha concluso Manduca per sintetizzare il senso dell’iniziativa, “tutti faremo in modo che la settimana risulti lunghissima [gli appuntamenti gratuiti presso gli oculisti saranno disponibili anche oltre il 16 marzo]… La sofferenza di non vedere è talmente forte che dobbiamo portare con noi alcune parole, una delle quali è prevenzione”.

***
In caso di difficoltà di prenotazione della prima visita oculistica gratuita si prega di segnalare il proprio caso specifico, indicando il nome dello specialista contattato e un proprio recapito telefonico, scrivendo a info@iapb.it

Attached documents

Visione potenziata nelle cavie

photo_credit-ma_et_al._mammalian_near-infrared_image_vision_through_injectable_and_self-powered_retinal_nanoantennae_cell-2019.jpg

I topi, dopo iniezioni di nanoparticelle sotto la retina, riescono a percepire i raggi infrarossi per un periodo limitato

photo_credit-ma_et_al._mammalian_near-infrared_image_vision_through_injectable_and_self-powered_retinal_nanoantennae_cell-2019.jpgCavie con una “supervista” nata in laboratorio. È stato da poco superato un nuovo traguardo: dare ai topolini una visione “potenziata”. Scienziati cinesi – parte dei quali lavora anche negli Stati Uniti – sono riusciti a far vedere i raggi infrarossi ai roditori che, per natura, non hanno questa possibilità.

Quest’abilità apparteneva prima solo ad altri esseri viventi, ad esempio ad alcuni serpenti, grazie al loro DNA. Invece, in seguito a una sola iniezione sottoretinica di speciali nanoparticelle, topolini ordinari hanno acquisito questo “superpotere” sensoriale che è durato sino a 10 settimane, consentendo loro di vedere anche al buio i corpi che emettono calore.

I risultati sono stati pubblicati su Cell. Nel comunicato si legge quindi:

Queste scoperte possono portare a progressi nelle tecnologie della visione infrarossa umana, comprese le applicazioni potenziali delle operazioni di crittografia civili e di sicurezza e le operazioni militari.

“La luce visibile che può essere percepita con la visione umana naturale occupando solo una piccola frazione dello spettro elettromagnetico”, ha affermato Tian Xue (Università della Scienza e della Tecnologia della Cina). Eppure “le onde elettromagnetiche più lunghe o quelle più corte della luce visibile trasportano una grande quantità d’informazione”.

L’intenzione sarebbe quella di dare la possibilità anche agli esseri umani di avere una visione “aumentata”. In questa direzione sta lavorando anche un’équipe multidisciplinare di ricercatori, oltre a Gang Han della University of Massachusetts Medical School, che ha sviluppato le nanotecnologie necessarie. L’équipe ha prodotto delle nanoparticelle che possono legarsi, grazie a delle proteine, ai fotorecettori: quando i raggi infrarossi colpiscono la retina, le nanoparticelle catturano le onde, emettendo al contempo luce visibile. Quindi i bastoncelli e i coni assorbono quest’ultima e inviano un segnale ordinario al cervello.

Tuttavia, si legge su Nature, “non tutti ritengono che questa tecnica possa essere utilizzata per migliorare la visione umana”. Infatti, sostiene Glen Jeffery – un neuroscienziato della visione che lavora presso lo University College London – “la retina umana non è abituata a percepire l’infrarosso. Non si sa assolutamente come la gente interpreterebbe le immagini: l’ambiente [circostante] apparirebbe molto più luminoso”, rendendo, ad esempio, non più tollerabile la percezione visiva. Dunque, nonostante la tecnica sia straordinaria, non è affatto chiaro che impatto avrà e, ha concluso, “sono l’ultima persona al mondo che vorrebbe vedere nell’infrarosso”.

Fonti: Cell, Nature, Cell Press

OMS, nuovi dati sulla sifilide congenita

unicef-etiopia-web.jpg

È una malattia prevenibile che può causare anche cecità. È particolarmente diffusa in Africa e Sud America

unicef-etiopia-web-photospip25f6a24c9c6effd788c3a4a20f793322.jpgSapevi che la sifilide può essere trasmessa da madre a figlio? Lo domanda l’OMS, che ha pubblicato su PLOS ONE i nuovi dati su questa malattia, la quale, nonostante una sua minore diffusione, è la seconda causa globale di decesso neonatale, preceduta solamente dalla malaria [[si stimano oltre 200mila neonati l’anno deceduti per questa causa]]. Eppure l’infezione non solo è facilmente prevenibile ma è anche trattabile, in quest’ultimo caso con antibiotici, persino durante la gravidanza.

La sifilide – che dopo l’Aids è l’infezione sessualmente trasmissibile col più alto tasso di mortalità – è causata da un batterio chiamato Treponema pallidum che si riproduce facilmente sulle mucose dei genitali e della bocca: si stimano circa sei milioni di nuovi casi l’anno a livello planetario, concentrati soprattutto in Africa e Sud America.

L’OMS mira a eliminare la trasmissione madre-figlio della sifilide, che negli ultimi anni è stata debellata in 12 Paesi. Nonostante una sua diminuzione tra il 2012 e il 2016, il numero di donne e bambini colpiti rimane, nota l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ancora “inaccettabilmente elevato”. È quindi fondamentale che tutte le donne ricevano durante la gravidanza uno screening e garantire l’accesso alle cure o, nello specifico, il trattamento precoce della sifilide nell’ambito di un’assistenza prenatale di alta qualità.

In Italia la diffusione della sifilide è molto bassa: l’Istituto Superiore di Sanità riporta 9.968 casi di patologia latente tra il 1991 e il 2015. ll batterio viene trasmesso attraverso contatto diretto con le lesioni che si manifestano nel corso della malattia e spesso possono passare inosservate o essere sottovalutate, poiché sono spesso indolori. Tipicamente un neonato contagiato soffre di eruzione cutanea caratterizzata da bolle e vescicole, in particolare su palmo, ascelle e volto. Se non viene correttamente trattata la patologia può provocare, in secondo momento, persino atrofia ottica.

“La sifilide – scrive il Ministero della Salute – è una malattia complessa, che, se non curata, può portare a varie complicanze, come cardiopatie, demenza, cecità, paralisi e morte”.

Percentuale di persone in assistenza prenatale con diagnosi di sifilide (Fonte: WHO, dati 2008)
Percentuale di persone in assistenza prenatale con diagnosi di sifilide (Fonte: WHO, dati 2008)

Fonti: WHO, Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute