Disabili, Italia tra gli ultimi come protezione sociale

Disabile visivo con bastone bianco

Disabili, Italia tra gli ultimi come protezione sociale Censis: nel modello italiano molte responsabilità gravano sulle famiglie 18 ottobre 2012 – Italia tra gli ultimi Stati in Europa per risorse destinate alla protezione sociale delle persone con disabilità. Lo attesta una ricerca realizzata dal Censis (promossa dalla Fondazione Cesare Serono) sui bisogni ignorati delle persone portatrici di handicap, basata sul confronto con gli altri Paesi europei dell’offerta di servizi per cronici e disabili da parte della sanità italiana. In Italia si spendono 438 euro pro-capite annui, meno della media europea (531 euro), decisamente lontani dal Regno Unito (754 euro). Indietro nell’inserimento lavorativo, poche risorse per la scuola. Il modello italiano rimane assistenzialistico e molte responsabilità sono “scaricate” sulle famiglie. Ancora più grande è la sproporzione tra le misure erogate sotto forma di prestazioni economiche e quelle sotto forma di beni e servizi. In quest’ultimo caso il valore pro-capite annuo in Italia non raggiunge i 23 euro, cioè meno di un quinto della spesa media europea (125 euro), un importo lontanissimo dai 251 euro della Germania e pari a meno della metà perfino della spesa rilevata in Spagna (55 euro). Tra i disabili sono stati considerati, naturalmente, anche quelli visivi.

Fonte: Censis

Ue, la paura della cecità

Sondaggio condotto su oltre 5000 persone: durante l’invecchiamento la perdita della vista è il problema di salute più sentito dopo la perdita della memoria

Il timore di piombare nell’oscurità si aggira per l’Europa. Oltre 5000 persone sono state intervistate in cinque Paesi dell’Unione europea: la paura di perdere la vista preoccupa oltre il doppio delle persone rispetto ai problemi cardiaci, respiratori o al diabete (che, per inciso, può provocare anche retinopatia diabetica ). È questa la conclusione di un sondaggio effettuato dal Forum europeo contro la cecità (E-FAB). La perdita della vista è risultata la principale preoccupazione, negli anziani, dopo la perdita della memoria a livello di salute. Oltre la metà degli intervistati (53%) hanno dichiarato di essere preoccupati per la grave riduzione della vistaBandiere europee e dalla cecità durante l’invecchiamento; inoltre, hanno affermato chi sistemi sanitari nazionali dovrebbero dedicare più risorse alla prevenzione della perdita della funzionalità visiva. “I risultati di questo sondaggio – ha affermato N. Sharma di AMD Alliance International – confermano che molte persone classificano la perdita della vista e la cecità prevenibile (per l’Oms l’80% dei casi a livello mondiale, ndr) come un grande problema personale di salute ed è ragionevole pensare che, per quanto ne sappiamo, il rischio di cecità dovuto alle malattie retiniche stia aumentando. Quasi i due terzi delle persone interpellate hanno dichiarato che una diagnosi tardiva e la mancanza di check-up oculistici regolari sono grandi ostacoli alla diagnosi, il che suggerisce che abbiamo bisogno di maggiori investimenti nei servizi oculistici per vincere la sfida della prevenzione della cecità in Europa”.

Testa la tua vista ora

Fonte: clicca qui

Pagina pubblicata il 17 ottobre 2012.

Ultima modifica: 25 ottobre

Ue, la paura della cecità

Sondaggio condotto su oltre 5000 persone: durante l’invecchiamento la perdita della vista è il problema di salute più sentito dopo la perdita della memoria

Il timore di piombare nell’oscurità si aggira per l’Europa. Oltre 5000 persone sono state intervistate in cinque Paesi dell’Unione europea: la paura di perdere la vista preoccupa oltre il doppio delle persone rispetto ai problemi cardiaci, respiratori o al diabete (che, per inciso, può provocare anche retinopatia diabetica ). È questa la conclusione di un sondaggio effettuato dal Forum europeo contro la cecità (E-FAB). La perdita della vista è risultata la principale preoccupazione, negli anziani, dopo la perdita della memoria a livello di salute. Oltre la metà degli intervistati (53%) hanno dichiarato di essere preoccupati per la grave riduzione della vistaBandiere europee e dalla cecità durante l’invecchiamento; inoltre, hanno affermato chi sistemi sanitari nazionali dovrebbero dedicare più risorse alla prevenzione della perdita della funzionalità visiva. “I risultati di questo sondaggio – ha affermato N. Sharma di AMD Alliance International – confermano che molte persone classificano la perdita della vista e la cecità prevenibile (per l’Oms l’80% dei casi a livello mondiale, ndr) come un grande problema personale di salute ed è ragionevole pensare che, per quanto ne sappiamo, il rischio di cecità dovuto alle malattie retiniche stia aumentando. Quasi i due terzi delle persone interpellate hanno dichiarato che una diagnosi tardiva e la mancanza di check-up oculistici regolari sono grandi ostacoli alla diagnosi, il che suggerisce che abbiamo bisogno di maggiori investimenti nei servizi oculistici per vincere la sfida della prevenzione della cecità in Europa”.

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Pagina pubblicata il 17 ottobre 2012.

Ultima modifica: 25 ottobre

TG1-Oftalmologia pediatrica

Unità mobili oftalmiche della IAPB Italia onlus in giro per l’Italia con “Occhio ai bambini“ 15 ottobre 2012 RAI UNO – TG1 Edizione delle 8.00

Più fumo, più cataratta

Visione di persona colpita da cataratta

Visione di persona colpita da cataratta

Il consumo di sigarette negli anziani tende a far opacizzare il cristallino

Il cristallino tende a diventare opaco non solo con l’età, ma anche a causa del fumo. Che esista una relazione tra il consumo di sigarette e la cataratta era già stato ipotizzato, ma un’équipe di ricercatori cinesi ha esaminato molti studi scientifici già pubblicati, facendone una puntuale rassegna.

Nonostante la cataratta possa essere rimossa chirurgicamente sostituendo il cristallino divenuto opaco con un cristallino artificiale, dove l’intervento non è a carico dello Stato – soprattutto nei Paesi in via di sviluppo – ci sono molte persone che non possono permettersi l’intervento chirurgico e, quindi, diventano ipovedenti o cieche (in questo caso, tuttavia, la loro condizione è reversibile).

Durante la ricerca è stata confrontata la prevalenza della cataratta nei fumatori con persone che non avevano mai fumato. Non solo persone che prima fumavano correvano rischi più elevati di incorrere nella cataratta, ma l’incidenza più elevata si è osservata negli anziani che ancora fumavano. In particolare si è constatato soprattutto un incremento dei casi di cataratta nucleare (opacizzazione del nucleo centrale del cristallino) e di cataratta subcapsulare posteriore (l’opacizzazione ha colpito la parte retrostante della capsula che contiene la lente) mentre, invece, un terzo tipo non si è manifestato con una frequenza più elevata (detto “corticale“ perché superficiale). E’ importante smettere di fumare anche per prevenire un’altra malattia oculare, che colpisce il centro della retina: la degenerazione maculare legata all’età (AMD). Precedenti studi hanno dimostrato, infine, che l’esercizio fisico regolare è importante sia per ridurre il rischio di contrarre la cataratta che la degenerazione maculare, oltre che per mantenere in salute l’organismo nel suo complesso (clicca qui per approfondire).

Fonte principale: IOVS

Pagina pubblicata il 15 ottobre 2012. Ultima modifica: 25 gennaio 2019

Più fumo, più cataratta

Visione di persona colpita da cataratta

Visione di persona colpita da cataratta

Il consumo di sigarette negli anziani tende a far opacizzare il cristallino

Il cristallino tende a diventare opaco non solo con l’età, ma anche a causa del fumo. Che esista una relazione tra il consumo di sigarette e la cataratta era già stato ipotizzato, ma un’équipe di ricercatori cinesi ha esaminato molti studi scientifici già pubblicati, facendone una puntuale rassegna.

Nonostante la cataratta possa essere rimossa chirurgicamente sostituendo il cristallino divenuto opaco con un cristallino artificiale, dove l’intervento non è a carico dello Stato – soprattutto nei Paesi in via di sviluppo – ci sono molte persone che non possono permettersi l’intervento chirurgico e, quindi, diventano ipovedenti o cieche (in questo caso, tuttavia, la loro condizione è reversibile).

Durante la ricerca è stata confrontata la prevalenza della cataratta nei fumatori con persone che non avevano mai fumato. Non solo persone che prima fumavano correvano rischi più elevati di incorrere nella cataratta, ma l’incidenza più elevata si è osservata negli anziani che ancora fumavano. In particolare si è constatato soprattutto un incremento dei casi di cataratta nucleare (opacizzazione del nucleo centrale del cristallino) e di cataratta subcapsulare posteriore (l’opacizzazione ha colpito la parte retrostante della capsula che contiene la lente) mentre, invece, un terzo tipo non si è manifestato con una frequenza più elevata (detto “corticale“ perché superficiale). E’ importante smettere di fumare anche per prevenire un’altra malattia oculare, che colpisce il centro della retina: la degenerazione maculare legata all’età (AMD). Precedenti studi hanno dimostrato, infine, che l’esercizio fisico regolare è importante sia per ridurre il rischio di contrarre la cataratta che la degenerazione maculare, oltre che per mantenere in salute l’organismo nel suo complesso (clicca qui per approfondire).

Fonte principale: IOVS

Pagina pubblicata il 15 ottobre 2012. Ultima modifica: 25 gennaio 2019

TG1-Oftalmologia pediatrica

Unità mobili oftalmiche della IAPB Italia onlus in giro per l’Italia con “Occhio ai bambini“ 15 ottobre 2012 RAI UNO – TG1 Edizione delle 8.00