Scelte visive… col cervello

Scelte visive… col cervello Un’area del talamo è fondamentale per l’attenzione visiva: seleziona solo le informazioni più rilevanti 31 ottobre 2012 – Le aree del cervello dedicate alla visione si trovano soprattutto in corrispondenza della parte posteriore della testa (corteccia occipitale) e ai lati del cranio (corteccia fronto-parietale). Alla base del cervello – in un’area del talamo chiamata pulvinar – c’è però una sorta di “centralina” che regola l’attenzioneAree della corteccia cerebrale deputate alla visione (Fonte: Università di Monaco) visiva selettiva: si tratta di un vero e proprio filtro delle informazioni rilevanti per la singola persona. Questa è la conclusione a cui è pervenuto uno studio condotto a Berkeley, presso l’Università della California, e pubblicato sulla rivista Nature Communications . Per studiare l’attività del cervello durante la visione è stata utilizzata la risonanza magnetica funzionale: mentre “gli oggetti a cui si prestava attenzione sono state codificati con alta precisione, non è risultata alcuna codificazione misurabile per gli oggetti ignorati”. Dunque il pulvinar ha filtrato gli elementi distraenti, sopprimendo le informazioni visive irrilevanti.

Leggi anche: “ Alla ricerca dell’oggetto perduto

Fonte principale: Nature Communications

Ultima modifica: 5 novembre 2012

Ottobre-Dicembre 2012

L’ipovisione è la vera protagonista di questo numero della rivista pubblicata dalla IAPB Italia onlus. Essa ospita sia un articolo che racconta la storia degli ipovedenti (A. Mombelli) e sia un’intervista al Prof. B. Lumbroso (“Ipovedenti senza discriminazioni”). “Ipovisione e terapie mediche del futuro” è, invece, l’articolo a firma di S. Turco che tratta delle terapie attuali e di quelle più avveniristiche contro diverse malattie oculari: dalla terapia genica alle staminali, passando per il fattore di crescita nervoso. Il numero, accanto alle consuete News dal mondo oculistico, contiene anche due rigorosi studi scientifici: “Genomica della degenerazione maculare legata all’età” (S. Zampatti, F. Ricci, A. Cusumano, G. Novelli, E. Giardina) e “Potenziali Evocati Visivi da pattern” (R. Appolloni, A. Tiezzi, E. Scarfò, I. Macchi).

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Retina, una finestra sul cervello

Scansione dei diversi strati della retina (Fonte: Archives of Neurology)

Scansione dei diversi strati della retina (Fonte: Archives of Neurology)Retina, una finestra sul cervello L’OCT può aiutare a prevedere l’evoluzione della sclerosi multipla 30 ottobre 2012 – La retina può essere considerata una propaggine del cervello. Pertanto l’evoluzione di una malattia come la sclerosi multipla può essere seguita integrando gli esami classici con una scansione retinica (esaminando i vari strati della retina mediante OCT). Così come, con quest’ultimo esame, si possono prevedere i danni cerebrali causati dal sistema immunitario , che provoca la distruzione progressiva dello strato esterno e isolante dei nervi (la mielina). Se si escludono le forme benigne (attorno al 10%), la sclerosi a placche è generalmente non curabile in modo definitivo, anche se la sua evoluzione si può rallentare grazie al cortisone e a farmaci immunosoppressori. Ricercatori americani diretti da P. A. Calabresi ( Johns Hopkins University ) hanno constatato che in alcuni malati di sclerosi multipla si verifica un aumento dello spessore dello strato nucleare interno della retina. Più tale rigonfiamento è accentuato, peggiore è il quadro clinico. In particolare in uno studio pubblicato su The Lancet Neurology, sono stati seguiti 164 pazienti affetti da sclerosi multipla e 60 pazienti sani per oltre due anni e mezzo. Mentre diverse persone malate presentavano piccole cisti negli strati retinici centrali (edema maculare microcistico), gli individui sani non hanno manifestato il medesimo problema. In un altro studio pubblicato su Archives of Neurology si è constatato, oltre a un ispessimento degli strati centrali della retina, anche un incremento del volume cerebrale nei malati di sclerosi multipla. Nota risonanza magnetica del cervello e del midollo spinale, potenziali evocati visivi (PEV) ed esame del liquido cerebrospinale.

Fonti principali: Johns Hopkins Medicine , The Lancet Neurology , Archives of Neurology

L’AIMO guarda alle patologie oculari

L’AIMO guarda alle patologie oculari L’Associazione Italiana Medici Oculisti ha tenuto a Roma il 3° Congresso Nazionale lo scorso 26 ottobre Dalla diagnostica delle malattie oculari fino alla loro cura. In occasione del 3° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti (AIMO) – che si è svolto a Roma il 26 ottobre – si è parlato di numerose patologie: glaucoma , affezioni della cornea, malattie retiniche ereditarie e maculopatie (esistono anche dei test genetici per una diagnosi precoce). Un intervento di chirurgia oculare è stato trasmesso in diretta dall’Ospedale Bambino Gesù di Palidoro. Esso ha coronato i corsi sulla chirurgia della cataratta, sull’impianto nell’occhio di lenti per la correzione dell’astigmatismo e di lenti multifocali nonché sulla chirurgia refrattiva (ad esempio sul laser per correggere la miopia). L’appuntamento è stato articolato in corsi della durata di quattro ore ciascuno, rivolti principalmente a medici oculisti. ____ Ad esempio retinite pigmentosa, amaurosi congenita di Leber, malattia di Best, ecc. Clicca qui per consultare il programma completo

Fonte principale: AIMO Ultimo aggiornamento: 29 ottobre 2012. Pagina pubblicata per la prima volta il 13 settembre 2012

La SOI a Congresso

La SOI a Congresso 92° appuntamento nazionale per la Società Oftalmologica Italiana a Roma dal 28 novembre al primo dicembre. La IAPB Italia onlus ha dedicato un simposio alla retinite pigmentosa Dal glaucoma alla chirurgia laser della superficie oculare, passando per la neuroftalmologia e la cataratta. Sono innumerevoli i temi che sono stati trattati in occasione del 92° Congresso nazionale della Società Oftalmologica Italiana ( SOI ), che si è svolto a Roma dal 28 novembre al primo dicembre 2012. Lo strabismo è stato uno degli argomenti ufficiali di quest’edizione del congresso. Agli interventi necessari per correggere gli Da sinistra M. Piovella (Presidente SOI), C. M. Villani (Presidente ASMOI)...occhi “deviati“ e alla diagnosi e alla prevenzione dell’ambliopia sono stati dedicati diversi interventi nella mattinata del 29 novembre. Durante il congresso si è trattato anche di oftalmologia pediatrica. Naturalmente la retina, cornea e le altre strutture oculari, comprese le varie patologie che le colpiscono a tutte le età, sono state costantemente al centro delle attenzioni. Si sono tenuti, inoltre, una serie di simposi , tra cui “Criticità nella certificazione oculistica per il riconoscimento di cieco civile” (il 28 novembre a cura della Società Italiana di Oftalmologia Legale). Altro simposio degno di nota è stato dedicato al rapporto tra oculista e ortottista nell’attività clinica quotidiana: è stato organizzato dall’ASMOOI e il 29 novembre ha visto la partecipazione di una serie di specialisti del 92° Congresso nazionale della Società Oftalmologica Italiana (Roma, 28 novembre-1 dicembre 2012)Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva: F. Amore e P. Piscopo, che hanno tenuto due diverse relazioni su “L’oculista e l’ortottista nella riabilitazione visiva“, e V. Silvestri, che ha parlato di OCT e microperimetria nelle maculopatie. Venerdì 30 novembre si è svolto un corso, diretto da F. Cruciani, sugli ausili da prescrivere sia per vicino che per lontano nell’ipovisione causata da maculopatia (interventi di S. Turco, G. Giacomelli, B. Iurilli, V. Silvestri, F. Bartolomei, R. Perilli). Speciali sessioni di chirurgia sono state trasmesse in diretta il 30 novembre e il primo dicembre dalle sale operatorie del Dipartimento di Oculistica Ospedale S. Eugenio di Roma. Il primo dicembre si è tenuto un simposio dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus dedicato alla retinite pigmentosa (“Stato attuale e prospettive future”). Durante l’incontro sono stati tra l’altro affrontati argomenti di elettrofisiologia oculare (E. Rispoli) e sono stati menzionati gli approcci più avanzati nel trattamento della retinite pigmentosa (malattia genetica considerata ancora oggi incurabile): l’ occhio bionico , le cellule staminali e il trapianto di fotorecettori rappresentano strade che, in futuro, potrebbero dare buoni frutti. Simposio della IAPB Italia onlus – Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità primo dicembre 2012 a Roma – Centro Congressi Cavalieri – Sala Caravaggio Retinite pigmentosa: stato attuale e prospettive future Presidente: G. Castronovo Coordinatore Scientifico: F. Cruciani Moderatore: A. Reibaldi 08:30 E. Rispoli, “Fisiopatologia ed elettrofisiologia della retinite pigmentosa” 08:50 E.M. Vingolo, “Gli aspetti clinici della retinite pigmentosa” 09:05 S. Z. Scalinci, “La riabilitazione del soggetto con retinite pigmentosa” 09:45 L. Toto (per L. Mastropasqua), “Prospettive Future” 10:00 Fine della Sessione Per il programma clicca qui

Fonte principale: SOI

Pagina pubblicata il 25 ottobre 2012. Ultimo aggiornamento: 3 dicembre 2012

Blefaroplastica, il rischio dell’occhio secco

Blefaroplastica, il rischio dell’occhio secco Studio Usa: l’operazione alle palpebre provoca secchezza oculare in oltre un quarto dei casi 24 ottobre 2012 – Il rischio di occhio secco è dietro l’angolo in oltre un quarto dei casi se ci si sottopone a un intervento alle palpebre. La blefaroplastica è un’operazione chirurgica generalmente a carattere estetico, ma in alcuni casi può essere necessaria per ripristinare la corretta funzionalità delle palpebre. Su 892 casi presi in considerazione dai ricercatori per dieci anni, circa il 26,5% delle persone sottoposte a intervento alle palpebre ha dichiarato di soffrire di problemi di secchezza oculare. Tuttavia sono disponibili gel umettanti e lacrime artificiali per evitare fastidi oculari in caso di occhio secco. Inoltre molte volte i benefici superano quello che potrebbe essere un comune fastidio che si potrebbe presentare dopo l’intervento. L’occhio secco è una sindrome che può colpire anche dopo altri interventi chirurgici che riguardano la superficie oculare, quali il laser per la miopia o altri difetti refrattivi. Vedi anche: Malattie delle palpebre

Fonti principali: Archives of Pl. F. Surgery , J Med. Life

Ultima modifica: 26 ottobre 2012

Salviamo dalla cecità chi ha l’AMD umida

Forma umida della degenerazione maculare legata all'età (AMD o DMS)

Forma umida della degenerazione maculare legata all'età (AMD o DMS)Salviamo dalla cecità chi ha l’AMD umida Lanciata da Per Vedere Fatti Vedere onlus una campagna contro le limitazioni ai trattamenti offerti dal Sistema Sanitario Nazionale per i malati della forma più grave di degenerazione maculare legata all’età 23 ottobre 2012 – “Salviamo dalla cecità decine di migliaia di pazienti con degenerazione maculare senile” (AMD): è questo lo slogan della campagna lanciata questo mese da Per Vedere Fatti Vedere – onlus fondata dalla Società Oftalmologica Italiana (SOI) – con cui si chiede al Ministero della Salute e all’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) di abolire i limiti esistenti all’impiego delle iniezioni intravitreali. Si tratta di anti-VEGF (farmaci che inibiscono o rallentano la proliferazione di vasi dannosi per la retina), utili per trattare la forma umida dell’AMD, quella più grave perché ad evoluzione più rapida, che può colpire il centro della retina generalmente dopo i 55 anni. Pertanto la SOI chiede di pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale una delibera AIFA (che risale a 14 luglio 2011) che riguarda l’abolizione del limite per cui la cura non può essere offerta anche a chi vede meno di 2/10 (poi tale pubblicazione sarebbe effettivamente avvenuta sulla Gazzetta del 6 dicembre 2012, ndr ). La stessa SOI chiede, inoltre, che venga immediatamente cancellato il limite del secondo occhio (per cui se una persona è già stata trattata a un occhio non ha diritto alla cura del secondo attraverso il Servizio Sanitario Nazionale): occorre allineare l’Italia agli altri Paesi occidentali, dove tali discriminazioni non esistono. “Al momento le iniezioni intravitreali – sottolinea la onlus Per Vedere Fatti Vedere – sono l’unica terapia disponibile per i pazienti con degenerazione maculare senile umida, una grave patologia oculare che colpisce soprattutto gli anziani e che porta alla perdita progressiva della vista, fino alla cecità. Con un calcolo prudenziale, nel nostro Paese si stima che colpisca almeno 110.000 persone. In Italia, unico caso tra i paesi occidentali, la cura della degenerazione maculare senile con le iniezioni intravitreali è garantita dal SSN con inaccettabili limitazioni”.Iniezione intravitreale di anti-VEGF Il trattamento non viene però erogato a chi ha meno di 2/10 di visus (con la migliore correzione ossia con lenti): “Questo limite – afferma Lidia Buccianti, direttore di Per Vedere Fatti Vedere onlus – impedisce di fatto a chi ne ha più bisogno di mantenere quella visione residua in grado di garantire l’autosufficienza e una vita dignitosa. Per un paziente con meno di 2/10, riacquistare anche solo 1/10 significa poter passare da una condizione di dipendenza ad una vita ancora autonoma, cosa fondamentale per molti anziani che oggi vivono soli”. “Attualmente – scrive ancora Per Vedere Fatti Vedere onlus – il trattamento viene erogato, incredibilmente, per un occhio solo. Chi è affetto da degenerazione maculare senile in tutte e due gli occhi deve poterli curare entrambi con la copertura del Servizio Sanitario Nazionale e mantenere in tutti e due gli occhi quella visione residua che può permettere di condurre una vita autosufficiente”. “L’età media degli italiani si sta alzando, la nostra società sta progressivamente invecchiando, e l’incidenza della degenerazione maculare legata all’età è destinata ad aumentare notevolmente – conclude Buccianti – si prevede un aumento di casi di DMS (ossia di AMD, ndr) del 31% nel decennio 2010-2020, con un conseguente aumento dei costi sociali per ipovisione e cecità”. La onlus Per Vedere Fatti Vedere conclude, quindi, considerando i costi elevatissimi della cura con le iniezioni intravitreali: “al momento attuale chi ha i soldi può permettersi di curarsi privatamente, chi non li ha va incontro alla perdita della vista”. L’accesso alle cure è considerato, tuttavia, un diritto che deve essere garantito a tutti i pazienti senza discriminazioni anche per questo motivo: i costi per le cure sarebbero nettamente inferiori ai costi che la società italiana dovrà sostenere per la cecità dei pazienti che non ha curato adeguatamente.

Fonti: Per vedere fatti vedere onlus , SOI , Farmacista33

Non più ciechi (forse) con l’occhio bionico

Occhio bionico (Immagine: Archives of Ophthalmology)

Occhio bionico (Immagine: Archives of Ophthalmology)Non più ciechi (forse) con l’occhio bionico Solo poco più della metà dei malati di retinite pigmentosa vede qualcosa con la retina elettronica 23 ottobre 2012 – Che l’occhio bionico ridia la vista a tutti i ciechi è un mito scientifico postmoderno da sfatare. Solo alcuni non vedenti, quasi esclusivamente malati di retinite pigmentosa, possono ricevere un impianto di retina artificiale. Una volta impiantata questa protesi elettronica, solo poco più della metà dei malati – il 54% ossia 15 ciechi su 28 – vede qualcosa e riesce a rilevare oggetti in movimento. A queste conclusioni è pervenuto un recente studio sull’occhio bionico condotto sulla protesi da 60 elettrodi (ne esiste però un’altra con una definizione più elevata da 1500 pixel). Il meccanismo su cui si basa l’occhio bionico è l’amplificazione dei segnali bioelettrici che la retina naturale, seppur malata, ancora riesce ad emettere; le sue cellule devono aver preservato, dunque, un minimo di vitalità. Va inoltre detto che – ammesso che la sperimentazione vada a buon fine e che gli effetti collaterali siano accettabili – la visione è esclusivamente in bianco e nero, per flash successivi e limitata al centro del campo visivo (con un’ampizza di circa 11 gradi). Insomma, si tratta dei primi passi della “visione artificiale”. Una visione che un uomo di Prato, a cui è stata impiantata la protesi retinica lo scorso anno, ha assimilato a parvenze: egli ha dichiarato di sentirsi come l’uomo della caverna di Platone descritto nel dialogo “La Repubblica“ ( clicca qui per approfondire ).

Fonte principale: Archives of Ophthalmology

Ultima modifica: 29 ottobre 2012

Riconoscere le allergie oculari

Riconoscere le allergie oculari La congiuntivite allergica è spesso associata a rinite, starnuti e, naturalmente, a occhi arrossati 22 ottobre 2012 – Starnuti improvvisi, occhi arrossati e naso che cola. Sono tutti sintomi che potrebbero essere una spia di un’allergia oculare (ad esempio di una congiuntivite allergica), la cui diagnosi è importante per approntare eventuali terapie. In uno studio anticipato on-line dalla rivista Allergy si legge che “l’allergia oculare include parecchi quadri clinici differenti, che possono essere considerati disturbi da ipersensibilità della superficie oculare”. Tuttavia, proseguono i ricercatori, “i sintomi dell’allergia oculare sono spesso, ma non sempre, associati ad altre manifestazioni allergiche, il più delle volte alla rinite”. Se si sospetta un’allergia è importante sottoporsi a prove allergometriche o ad analisi del sangue specifiche. In genere vengono prescritti dall’oculista colliri e farmaci antistaminici, in grado di ridurre i sintomi. In caso di secchezza oculare al risveglio possono anche essere prescritti specifici gel oculari antistaminici. Contro la rinite allergica esistono spray specifici. Dietro consiglio dell’allergologo, infine, può essere opportuno fare ricorso ai cosiddetti vaccini (terapie desensibilizzanti specifiche) che, introducendo nell’organismo dosi crescenti di ciò a cui si è allergici, mira a ridurre la reazione eccessiva dell’organismo a pollini, alimenti, ecc. In alcuni casi, tuttavia, l’allergico non risponde al vaccino e, dunque, deve cercare di avere un adatto stile di vita, cercando di evitare gli ambienti dove è maggiormente presente l’allergene e facendo uso dei farmaci che consentono di contenere i sintomi. Negli ultimi anni c’è stato un aumento notevole delle allergie anche infantili. Tra le ipotesi che spiegano questo incremento c’è anche quella della nociva associazione di pollini e smog. Inoltre sembra che bambini cresciuti in ambienti eccessivamente antisettici possano in seguito manifestare ipersensibilità in ambienti ricchi di potenziali allergeni.

Fonte principale: Allergy

Malati cronici oltre la metà degli anziani

Anziano (volto)

Malati cronici oltre la metà degli anziani Cittadinanzattiva: in Italia nella fascia d’età tra i 65 e i 74 anni almeno il 50% delle persone ha una o più malattie croniche 19 ottobre 2012 – Almeno una persona su due tra i 65 e i 74 anni di età in Italia soffre di una o più patologie croniche (tra cui quelle oculari) e solo il 30% di esse dichiara di essere in buona salute. A far luce sulle problematiche dell’assistenza socio-sanitaria agli anziani malati cronici e sulle loro famiglie è l’XI Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità “Emergenza famiglie, l’insostenibile leggerezza del Welfare”, presentato questa settimana da Cittadinanzattiva. Ad occuparsi della cura ed assistenza all’anziano malato cronico è, in più della metà (56%) dei casi, un solo nucleo familiare. Ciascuna famiglia dedica mediamente all’assistenza del familiare anziano oltre 5 ore al giorno. Il 12,2% degli ultrasessantacinquenni vive uno stato di povertà relativa e il 5,4% di povertà assoluta. Il Rapporto – basato su dati Istat 2011 – nasce da informazioni acquisite da 28 delle 86 associazioni nazionali, rappresentative di oltre 100 mila cittadini affetti da patologie croniche.

Fonte principale: Cittadinanzattiva