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Occhio bionico (Immagine: Archives of Ophthalmology)

Non più ciechi (forse) con l’occhio bionico

Occhio bionico (Immagine: Archives of Ophthalmology)Non più ciechi (forse) con l’occhio bionico Solo poco più della metà dei malati di retinite pigmentosa vede qualcosa con la retina elettronica 23 ottobre 2012 – Che l’occhio bionico ridia la vista a tutti i ciechi è un mito scientifico postmoderno da sfatare. Solo alcuni non vedenti, quasi esclusivamente malati di retinite pigmentosa, possono ricevere un impianto di retina artificiale. Una volta impiantata questa protesi elettronica, solo poco più della metà dei malati – il 54% ossia 15 ciechi su 28 – vede qualcosa e riesce a rilevare oggetti in movimento. A queste conclusioni è pervenuto un recente studio sull’occhio bionico condotto sulla protesi da 60 elettrodi (ne esiste però un’altra con una definizione più elevata da 1500 pixel). Il meccanismo su cui si basa l’occhio bionico è l’amplificazione dei segnali bioelettrici che la retina naturale, seppur malata, ancora riesce ad emettere; le sue cellule devono aver preservato, dunque, un minimo di vitalità. Va inoltre detto che – ammesso che la sperimentazione vada a buon fine e che gli effetti collaterali siano accettabili – la visione è esclusivamente in bianco e nero, per flash successivi e limitata al centro del campo visivo (con un’ampizza di circa 11 gradi). Insomma, si tratta dei primi passi della “visione artificiale”. Una visione che un uomo di Prato, a cui è stata impiantata la protesi retinica lo scorso anno, ha assimilato a parvenze: egli ha dichiarato di sentirsi come l’uomo della caverna di Platone descritto nel dialogo “La Repubblica“ ( clicca qui per approfondire ).

Fonte principale: Archives of Ophthalmology

Ultima modifica: 29 ottobre 2012

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