Con lo strabismo divergente triplicati rischi di malattia mentale

Con lo strabismo divergente triplicati rischi di malattia mentale La prevenzione e una terapia tempestiva sono fondamentali già nei bambini

28 novembre 2008 – Strabismo? Il rischio per la salute non è solo a livello visivo, ma anche sul piano mentale. Infatti, secondo una nuova ricerca condotta dalla Mayo Clinic (Minnesota, Usa) i cosiddetti “occhi storti” nei bambini – se deviati verso l’esterno – triplicherebbero i rischi di contrarre una malattia mentale.

Lo studio retrospettivo – pubblicato su Pediatrics, rivista ufficiale dell’Accademia americana di pediatria – ha esaminato i dati clinici di 407 bambini colpiti da strabismo, confrontandoli con quelli di coetanei del medesimo sesso con un corretto allineamento oculare. Ebbene, chi aveva gli occhi che convergevano (esotropia) non ha mostrato problemi mentali, mentre l’incidenza di problemi psichici è risultata essere tripla in chi era affetto da strabismo divergente (exotropia). Dunque la prevenzione non è solo importante dal punto di vista funzionale ed estetico, ma la correzione degli strabismi può migliorare anche la salute mentale e il corretto sviluppo cerebrale.

Fonte: Mayo Clinic News
Numero Verde di assistenza oculistica (tutte le mattine dei giorni feriali, dalle 10 alle 13). Risponde un medico oculista se si scrive anche nel forum del sito della IAPB Italia onlus .Nota: per variare la dimensione dei caratteri premere il tasto Ctrl assieme ai tasti +/- oppure girare

Guardiamo alle staminali per rigenerare la retina

Topo mutante con Dna

Guardiamo alle staminali per rigenerare la retina Un esperimento condotto sui topi ha consentito di riparare il tessuto retinico, ma anche negli occhi umani è presente la

Fonte cellulare della rigenerazione 28 novembre 2008 – Abbiamo una

Fonte di cellule celata nelle profondità dei nostri occhi: se si riuscirà ad attingere da questa ‘miniera’ di cellule staminali , un giorno si potrà probabilmente riparare la retina . È ciò che è già stato fatto nei topi da ricercatori dell’Università di Washington. D’altronde il tessuto nervoso sensibile alla luce già ricresce spontaneamente nei pesci e, in parte, anche negli uccelli; però il passo avanti consiste nel fatto che – grazie alle cellule ‘bambine’ – si è riusciti a riparare la retina di un mammifero, a noi geneticamente più affine. Gli studiosi dell’Università di Washington si sono concentrati su un particolare tipo di cellule, dette ‘gliali di Müller’, che si trovano nello strato retinico più interno. “Questo tipo di cellule esistono nella retina di tutti i vertebrati – ha affermato Tom Reh, che ha diretto lo studio –; quindi la

Fonte cellulare della rigenerazione è presente nella retina umana ”. Questo potenziale ‘autoriparativo’ del tessuto retinico, se liberato nell’uomo, potrà portare a nuove cure contro la cecità dovuta a traumi e a malattie attualmente incurabili. Ciò si pensa di farlo come è già avvenuto sulle cavie: iniettando nella retina delle sostanze in grado di stimolare la ricrescita cellulare in sostituzione delle cellule danneggiate. Comunque, studi precedenti avevano già dimostrato che le cellule retiniche – almeno quelle dei topi – Retinapossono essere moltiplicate in coltura. Altri ricercatori della Suny Upstate Medical University di Syracuse, che si trova anch’essa negli Usa, avrebbero invece restituito la vista (almeno parzialmente) ad alcune rane grazie alle staminali della pelle impiantate negli embrioni. Per ottenere questo risultato hanno addizionato le cellule ‘totipotenti’ con sette fattori genetici in grado di farle diventare cellule dell’occhio invece che di altre parti dell’organismo. Successivamente è avvenuto il trapianto. Per ora, tuttavia, questa strada non si ritiene che sia applicabile sull’uomo. StaminaliPerò questi ultimi esperimenti sono serviti a fare luce – è il caso di dirlo – sui meccanismi biologici che sovrintendono i due sensi di vista e udito, contribuendo a indicare strade nuove alla medicina rigenerativa. Secondo Anand Swaroop, esperto di staminali del National Eye Institute statunitense, questi risultati sono la prova dell’enorme potenziale offerto dalle cellule staminali per la cura di malattie oculari fortemente invalidanti.

Fonti: Sanità News, Eureka.

Quella vista indifesa

Quella vista indifesa Cdv: oltre il 60% dei bambini
da uno a cinque anni non ha mai fatto una visita dall’oculista

26
novembre 2008
– Si chiude troppo spesso un occhio sulla salute
oculare dei bambini. Oltre il 60% dei piccoli di età compresa tra uno e cinque
anni, infatti, non è mai stato portato da alcun medico oculista. ù questa la conclusione
a cui perviene uno studio presentato ufficialmente ieri a Milano dalla
Commissione difesa vista (Cdv).

Attualmente non esiste una normativa nazionale che
imponga controlli oculistici periodici mirati e, dunque, la cura della vista è
affidata soprattutto alla coscienza dei genitori. Eppure,
secondo l’indagine,
presentata durante la conferenza dalla dott.ssa Stefania Farneti, il 6% dei
bambini tra 1 e 5 anni presenta difetti visivi, ma il 34% di essi non riceve
una correzione adeguata mentre il 41% dei genitori non ha adottato alcuna
modalità di prevenzione. Anche un bambino su 3 da 6 a 13 anni soffre almeno di un
difetto visivo, ma un terzo dei genitori dichiara di non aver fatto
prevenzione.

però esistono anche dati
ufficiali dell’Istat: secondo un’indagine del 2005 il
9,7% dei bambini da 0 a 14 anni ha fatto uso di
lenti nei dodici mesi precedenti all’intervista. Tuttavia, ce ne sono certamente
altri a cui non è stato (ancora) diagnosticato alcun disturbo.

però, se si considerano tutte le età, l’incidenza di chi
ha fatto ricorso a occhiali o lenti a contatto in Italia è del 41,1%;
applicando questa percentuale alla popolazione odierna si arriva a 24,5 milioni
di persone colpite da un vizio refrattivo (miopia, ipermetropia, astigmatismo) oppure da presbiopia, senza calcolare chi
soffre di vere e proprie patologie visive (le più diffuse sono la cataratta, il glaucoma e l’Amd).

Fonti: web, Istat

Teniamo d’occhio i numeri dell’oculistica

Teniamo d’occhio i numeri
dell’oculistica I dati del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali

24 novembre 2008 – Sapete quanti ricoveri ci sono
stati solo in Italia lo scorso anno per malattie e disturbi oculari? Si viaggia
verso il mezzo milione. Per essere più precisi la risposta che dà il Ministero
del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali è di 480.874 ricoveri, che possono essere stati sia in day hospital
(338.722 casi, con poco più di un giorno e mezzo di degenza media) e sia di tipo ordinario (142.152 casi, con una media di 3,2 giorni di degenza).

ciò che balza agli occhi – è il caso di dirlo – è
l’elevato numero di interventi sul cristallino: ben 216.872. Infatti la cataratta,
che consiste nella sostituzione del cristallino naturale divenuto opaco con uno
artificiale, è di gran lunga l’intervento più comune. In seconda posizione –
con 34.450 – ci sono gli interventi all’interno dell’occhio, in particolare
quelli per i glaucomi gravi. Al terzo posto compaiono le operazioni chirurgiche sulle “strutture extraoculari” (ad esempio sulle
palpebre e la congiuntiva), con oltre 31mila interventi effettuati solamente lo
scorso anno.

Fonte: Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. Numero
Verde di assistenza oculistica (tutte le mattine dei giorni feriali, dalle 10
alle 13). Risponde un medico oculista se si scrive anche nel forum del sito
della IAPB Italia
onlus
.
Nota: per variare la dimensione dei caratteri
premere il tasto Ctrl assieme ai tasti +/- oppure girare

Intravitreali, occhio agli effetti collaterali

Cavia da laboratorio

Cavia da laboratorio

Intravitreali, occhio agli effetti collaterali Studio Usa: problemi nelle cavie da laboratorio 21 novembre 2008 – “Seri effetti collaterali”: è questo il ‘verdetto’ di uno studio
condotto dallo Schepens Eye Research Institute, struttura che fa capo all’università
di Harvard, sui farmaci che riducono la proliferazione dei vasi della retina (detti
antiangiogenici ovvero anti Vegf usati, ad esempio, contro l’Amd,
una malattia che può causare cecità centrale).

Infatti i
ricercatori hanno riscontrato che, almeno nei topi adulti, muoiono i fotorecettori,
essenziali per la visione, e altre cellule retiniche (cellule gliali di M
ùller). “IlRetina colpita da Amd (forma umida) messaggio conclusivo di questo studio – afferma
Patricia D’Amore, responsabile della ricerca – è che i medici dovrebbero stare
attenti a monitorare i pazienti quando vengono sottoposti a trattamenti anti
Vegf per controllare se ci siano eventuali effetti collaterali”. Insomma,
quando ci si sottopone a terapia a base di iniezioni intravitreali contro l’Amd
umida (una delle due forme di degenerazione maculare legata all’età) “i nostri
risultati – prosegue D’Amore – suggeriscono che possano presentarsi effetti
collaterali imprevisti”.

Fonte: Schepens
Eye Research Insitute
(Harvard University). Articolo
originale pubblicato su PloS ONE (3 novembre 2008).

Unicef, un mondo solidale a misura di bambino

Unicef, un mondo solidale a misura di bambino Si è celebrata ieri la Giornata mondiale dell’infanzia. Più aiuti per i piccoli colpiti dai conflitti

21 novembre 2008 – Alleviare le sofferenze dei
bambini vittime di conflitti armati. Sarà questo il fine di un nuovo gruppo di
lavoro dell’Unicef che è stato lanciato ieri a New York, in occasione della
Giornata mondiale dedicata all’infanzia.

Questo nuovo network della solidarietà “potrà concentrare
la propria attenzione sui bambini sofferenti
coinvolti nei
conflitti

– ha affermato la direttrice dell’Unicef Ann M. Veneman – e dimostrare come gli stessi giovani possano contribuire in modo
straordinario a ricostruire la loro vita”.

I bambini hanno diritto alla
salute, a partire da quella oculare.
Nel
mondo è stato stimato che ogni minuto un bambino diventa cieco.
Circa i tre
quarti di questi casi si verificano negli Stati più svantaggiati e sono
prevenibili o curabili.

“La cecità dell’infanzia è devastante ed è un’ingiustizia del
tutto inutile. Considerare la cecità e i disturbi della vista dei bambini – si
legge nella brochure di Vision 2020, un programma internazionale portato avanti
dalla IAPB e dall’OMS – è una priorità […] ha
apportato un nuovo impulso a favore dei
controlli oculistici e di molte iniziative mondiali. Ciononostante, tanto resta
da fare. Vision 2020
auspica – prosegue l’opuscolo – un centro di assistenza oculistica
dell’infanzia ogni 10 milioni di persone, con un’_quipe di professionisti
addestrati e attrezzati”.
In conclusione, un mondo globale ha bisogno anche di
maggiore solidarietà globale, che consenta l’accesso alle cure mediche anche alle fasce
deboli della popolazione. A partire da quelle che si trovano in zone povere del nostro Pianeta o che sono colpite da conflitti bellici.

Fonti: Unicef, V2020 (brochure). Numero Verde di assistenza oculistica (tutte le mattine dei giorni feriali, dalle 10 alle 13). Risponde un medico oculista se si scrive anche nel forum del sito della IAPB Italia onlus .Nota: per variare la dimensione dei caratteri premere il tasto Ctrl assieme ai tasti +/- oppure girare

Verso la rigenerazione del nervo ottico

Verso la rigenerazione del nervo
ottico La realizzazione di un sogno si
avvicina grazie all’Università di Harvard

20 novembre 2008 – Rigenerare il nervo ottico è un sogno più vicino grazie a studi
condotti soprattutto negli Stati Uniti. Rimuovere i meccanismi che impediscono
l’autoriparazione naturale del nervo ottico e delle altre cellule nervose: è
quanto hanno fatto ricercatori dell’Università di Harvard, che hanno pubblicato sulla prestigiosa rivista Science un articolo molto promettente.

Cancellando un fattore di regolazione chiamato
PTEN, infatti, sono stati in grado di ottenere – nelle Assone: somiglia al tronco di una cellula nervosacellule adulte
della retina dette ganglionali –
“una florida rigenerazione degli assoni (parte delle cellule nervose priva di ramificazioni, ndr) in seguito a danni al
nervo ottico”.
In conclusione i ricercatori hanno sottolineato l’importanza di ricorrere a
risorse interne all’organismo, consentendogli dunque un’autorigenerazione dei
neuroni in seguito a lesioni del sistema nervoso.
Staminali embrionali

Un’altra strada foriera di prospettive
è quella che prevede l’uso di cellule staminali.
A livello oculare si
riescono a usare, almeno per ora, per
la cornea
ma non ancora per riparare la retina.
Tra l’altro
le staminali si
possono ricavare dal midollo osseo e riprodurre in coltura, per poi essere
impiegate per riparare i tessuti nervosi (tra cui, ovviamente, ci
sono la retina e il nervo ottico). Il problema è però quello di trasportarle
nei punti giusti. Anche in questo caso ci ha pensato l’università di Harvard:
il ricercatore Jeffrey Karp ha aggiunto sulla superficie delle staminali del
midollo una molecola (chiamata SLeX), che ha consentito di introdurle nella
circolazione sanguigna e di guidarle in modo “intelligente”. Infine bisogna sottolineare che il loro
impiego non è esente da rischi: in alcuni casi possono produrre tumori.

Vedi anche glaucoma cliccando qui.

Fonti: Science, Harvard University. Numero
Verde di assistenza oculistica (tutte le mattine dei giorni feriali, dalle 10
alle 13). Risponde un medico oculista se si scrive anche nel forum del sito
della IAPB Italia
onlus
.
Nota: per variare la dimensione dei caratteri
premere il tasto Ctrl assieme ai tasti +/- oppure girare la rotellina del mouse
mentre si tiene premuto il tasto Ctrl.

Trovare un farmaco per la ricerca

Trovare un farmaco per la ricerca Ieri a Roma si è discusso di medicinali innovativi. Intervenuto
anche il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio

19 novembre 2008 – Di farmaci innovativi e di
ricerca scientifica si è discusso ieri a Roma in occasione del convegno organizzato
dalla Novartis, a cui hanno partecipato –
tra gli altri – il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio, il neorettore
dell’Università Sapienza Luigi Frati, il Presidente di Farmindustria Sergio
Domp_, il Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Antonio
Tomassini nonché il direttore dell’Agenzia italiana del Farmaco Guido Rasi e il
Presidente dell’Istituto superiore di sanità Enrico Garaci. Il dibattito è
stato moderato dal giornalista Bruno Vespa.

Generalmente è stata lamentata, da parte dei relatori, una
certa lentezza nell’approvazione dei nuovi farmaci, in ritardo rispetto alla media europea. Tuttavia il direttore dell’Aifa ha assicurato
come, grazie a nuove assunzioni e a miglioramenti organizzativi, la procedura
diverrà più rapida.

Inoltre in più interventi è stato evidenziato il periodo
difficile che sta vivendo la ricerca italiana, in sofferenza a causa di penuria
di fondi. Di diverso avviso è stato però il sottosegretario Fazio, almeno per quanto
riguarda l’ambito pubblico: infatti l’attuale esecutivo intende sostenere
maggiormente i giovani ricercatori universitari, sovvenzionare progetti dotati
di “portabilità” da un istituto all’altro, garantendo al contempo più
trasparenza nell’assegnazione dei fondi.

però il sottosegretario al Welfare ha riconosciuto come il
privato in Italia investa poco nella ricerca:Il sottosegretario al Welfare Fazio “Su cento prodotti autorizzati
dall’Emea [Agenzia europea per i medicinali], solo il 48,6% viene sperimentato
in Italia” e, per la maggior parte si tratta di sperimentazioni cliniche (in
misura indicativa del 68%): la maggior parte delle ricerche, specialmente nelle
fasi iniziali, avviene all’estero. Di certo non bastano soluzioni di fortuna,
ma – ha insistito Fazio – “bisogna risolvere i problemi strutturali”.

Tra le ragioni – ha affermato Paola Castellani, Direttrice
medica di Novartis – c’è quella delle
lungaggini burocratiche: tra i farmaci impiegabili contro la degenerazione
maculare negli anziani ce n’è uno che agisce contro la proliferazione dei vasi
della retina (il Ranibizumab ), da oltre 23 mesi in
attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Anche il Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato,
in un suo intervento precedente, aveva messo in evidenza come la ricerca sia
“in una situazione non buona nel nostro Paese”; tra l’altro “le molecole
veramente innovative sono sempre meno” e, come se non bastasse, il sistema
italiano soffre di una carenza di rapporti tra l’industria e il mondo
universitario. Tuttavia l’Italia vanta, per così dire, anche dei primati: è –
secondo Tomassini – il terzo Stato in Europa e il quinto nel mondo per spesa
farmaceutica. Che il fronte della ricerca europea sia debole è stato
evidenziato dal Rettore Frati: il rapporto tra i brevetti americani e quelli europei
è all’incirca di cinque a uno.

Eppure – ha sostenuto il Presidente dell’Istituto superiore di
sanità – in Italia“ora si depositano i
brevetti ma non si sfruttano a livello industriale”. Dal canto suo
Farmindustria ha auspicato un quadro
più stabile per poter avere delle certezze nella programmazione del futuro. Quindi
è stato messo in evidenza come alcune Regioni non autorizzino l’acquisto di
farmaci che sono, al contrario, nel prontuario nazionale: così facendo si
genera difformità di trattamento, problema su cui Fazio ha assicurato il
proprio impegno.

Infine il Prof. Giuseppe Mancia, dell’Università di Milano
Bicocca, ha messo in evidenza come esista un problema serio di abbandono delle
terapie prescritte dai medici: secondo dati reali raccolti in Lombardia grazie
alle farmacie, il 43,9% delle persone ha smesso di prendere farmaci contro
l’ipertensione (tra i fattori di rischio di alcune malattie oculari) e la metà della
persone rimanenti ha smesso la cura entro i cinque anni dal suo inizio. Dunque occorre
probabilmente migliorare non solo le terapie, ma anche la cultura della cura
tra i cittadini, puntando sempre più sulla prevenzione.

Tra l’altro proprio ieri – in occasione della giornata
europea dell’antibiotico -, l’Aifa e l’Istituto superiore di sanità hanno messo
in evidenza una serie di rischi legati ad abitudini erronee: circa il 44% delle
persone assume gli antibiotici senza prescrizione medica; ben il 40% degli
intervistati ha ammesso di non aver terminato una cura iniziata. Basti pensare
che, dal 2000 a
oggi, mediamente il consumo di questi farmaci è aumentato del 18%
(per approfondire clicca qui).