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Vitrectomia

Cos’è la vitrectomia?

È una procedura chirurgica che consiste nell’asportazione del corpo vitreo (sostanza gelatinosa e trasparente che riempie la cavità oculare tra il cristallino e la retina e che costituisce indicativamente i 4/5 del volume del bulbo oculare) e nella sua sostituzione con un mezzo analogo che viene inserito all’interno dell’occhio e definito “sostituto vitreale” (aria, gas, olio di silicone).Vitrectomia

Quando si effettua?

La vitrectomia può essere indicata per trattare diverse patologie oculari, principalmente si effettua in caso di:

  • Distacco della retina. Il trattamento chirurgico viene utilizzato in questi casi per trattare quelle condizioni in cui la retina si separa dalla sua posizione normale nella parte posteriore dell’occhio. Durante la vitrectomia, si può ricorrere al laser o alla crioterapia per sigillare le rotture della retina e riposizionarla.
  • Foro maculare. Consiste in una lacerazione della regione centrale della retina detta macula,  responsabile della visione distinta. La vitrectomia viene eseguita per chiudere il foro maculare e stabilizzare/migliorare il visus.
  • Pucker maculare (membrana epiretinica). Si tratta di un’alterazione anatomica dell’interfaccia vitreoretinica  (zona di confine tra il corpo vitreo e la retina) caratterizzata dallo sviluppo di una sottile membrana traslucida sopra la macula.  Quando tale membrana si ispessisce e tende a raggrinzirsi, causa una deformazione e una progressiva distorsione della retina, con conseguente peggioramento della visione centrale. La vitrectomia può essere utilizzata per rimuovere questa membrana e ripristinare l’anatomia maculare. 
  • Emorragia vitreale. Consiste in un versamento ematico più o meno importante (dovuto alla rottura di un vaso sanguigno) all’interno della camera vitreale. Nei casi in cui l’emorragia risulta piuttosto grave e il sangue non si riassorbe spontaneamente è necessario ricorrere alla vitrectomia, in modo da ottenere un miglioramento del visus.
  • Retinopatia diabetica proliferante. È una sofferenza della retina, tipica dei soggetti affetti da diabete e caratterizzata dalla continua formazione di vasi sanguigni a livello retinico. Questi vasi sono fragili, anomali e con la tendenza a dar luogo a sanguinamenti (emorragie). Anche in questi casi è indicata la vitrectomia.
  • Uveite. Si tratta di un’infiammazione dell’occhio che interessa l’ùvea ovvero lo strato intermedio del bulbo oculare (situato tra la retina e la sclera), costituito da iride, corpo ciliare e coroide. La vitrectomia viene eseguita in presenza di opacità vitreale persistente, emorragia intraoculare o distacco della retina.
  • Presenza di frammenti catarattosi in camera vitrea: complicanza dell’intervento chirurgico di cataratta.

Presenta dei rischi?

Sì, ne presenta alcuni: la vitrectomia è un intervento delicato di microchirurgia. Le complicanze principali sono eventuali distacchi di retina, sanguinamenti, opacizzazioni del cristallino e glaucoma. (Leggi il consenso informato della SOI).

Il corpo vitreo si riforma subito?

No, il corpo vitreo non si rigenera spontaneamente nell’immediato: nell’occhio operato può essere inserito temporaneamente un sostituto vitreale che funziona sia come mezzo diottrico (attraverso di esso passa la luce), sia come mezzo tamponante (mantiene la retina in sede). Alcuni sostituti vitreali devono essere rimossi obbligatoriamente dopo un certo periodo di tempo, ad esempio l’olio di silicone va asportato dopo circa 3-6 mesi perché altrimenti potrebbe provocare glaucoma o danni corneali; invece altri mezzi, come l’aria o il gas, si riassorbono spontaneamente e vengono progressivamente sostituiti dai normali fluidi organici presenti all’interno dell’occhio.

Come si esegue l’intervento?

La procedura più diffusa è la vitrectomia a tre vie. Si inseriscono nell’occhio tre strumenti. Il primo è la sonda che inietta l’acqua (BSS, soluzione salina bilanciata) per mantenere costanti la pressione e il volume dell’occhio; il secondo è una fibra ottica che serve ad illuminare; infine, c’è il vitrectomo, uno strumento che taglia e contemporaneamente aspira il corpo vitreo. Da diversi anni l’intervento chirurgico è stato migliorato, può essere infatti  realizzato mediante micro-incisioni che, non necessitando di punti di sutura, favoriscono un rapido recupero funzionale e provocano minore infiammazione oculare. Questo tipo di vitrectomia è denominata mini-invasiva da 27G. Con la lettera “G” = Gauge, si indica la misura del diametro degli aghi delle siringhe, più è grande il numero più piccolo è il diametro. La vitrectomia mininvasiva consente, dunque, un rapido ripristino delle funzioni dell’occhio e un ricovero di qualche ora per il paziente, che potrà tornare a casa in tempi brevi dopo l’intervento. Il giorno successivo è prevista la visita di controllo con l’oculista, dopodiché il paziente potrà riprendere gradualmente le sue attività normali; per quelle più faticose (quali palestra o sport), sarà necessario attendere qualche settimana. Ovviamente, verranno programmate altre visite di controllo, secondo le tempistiche indicate dall’oculista.

Cosa si può concludere?

La vitrectomia è un intervento che presenta alcuni rischi: l’occhio potrebbe diventare più delicato. Resta però l’unica soluzione per risolvere alcune patologie oculari e si rende necessario per evitare complicanze più gravi.

Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus 
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Pagina pubblicata il 3 giugno 2009. Ultimo aggiornamento: 13 giugno 2025. 

Ultima revisione scientifica: 13 giugno 2025.

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