I tuoi occhi
Esami e interventi
Aberrometria
Cos’è?
L’aberrometria è un esame diagnostico che consente di valutare oggettivamente la qualità della vista e di studiare la presenza di aberrazioni oculari.
Cosa sono le aberrazioni oculari?
Sono imperfezioni che, nel percorso ottico dei fotoni [[onde/particelle da cui è costituita la luce (quanti o ‘pacchetti’ di energia capaci di stimolare la retina).]] provenienti dall’esterno dell’occhio, producono una distorsione e un’errata messa a fuoco delle immagini sulla retina. Possono essere provocate da irregolarità o da un’alterata trasparenza della superficie anteriore o posteriore della cornea, del cristallino, dell’umor acqueo [[è un liquido salino che si trova tra la cornea e il cristallino.]] , del corpo vitreo o del piano retinico. Anche difetti refrattivi (ipermetropia, astigmatismo e miopia) possono causare aberrazioni oculari che si possono sommare alle precedenti.
Come si correggono le aberrazioni?
Vengono corrette mediante occhiali, lenti a contatto o grazie a tecniche di chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri.
Quando si esegue l’aberrometria?
Quando si riscontra un’alterazione della qualità della visione (persino se si vedono 10/10) causata da un’anomala deviazione o dispersione dei raggi luminosi. Ovviamente sarà il medico oculista a dover stabilire se l’esame è necessario.
Le informazioni ottenute con l’aberrometria vengono utilizzate in chirurgia refrattiva al fine di ottenere un’ottimale acuità visiva (sia quantitativamente che qualitativamente). Tuttavia, a livello sperimentale viene impiegata anche per altri fini. Un’équipe spagnola dell’Università di Granada, ad esempio, ha condotto uno studio che ha inteso dimostrare come l’esame possa essere utilizzato persino per diagnosticare precocemente malattie come la cheratite e l’AMD. Infatti, riscontrando anomalie nella diffusione della luce si possono individuare tempestivamente alterazioni morfologiche della cornea e della retina.
Si può sapere dove si verifica l’aberrazione?
No, un limite delle tecniche aberrometriche è proprio l’impossibilità di definire la sede anatomica d’origine senza il supporto di altri strumenti (quali l’OCT e il topografo).
Infatti, l’aberrometro fornisce una mappa che permette di valutare la conformazione del fronte d’onda che proviene dall’occhio, ma non di ottenere informazioni sulla struttura oculare che causa le eventuali distorsioni.
Quando si può dire se è presente un’aberrazione?
L’aberrazione è assente quando un fascio ideale di raggi luminosi, proveniente da una sorgente luminosa posta all’infinito, è costituito da onde rettilinee e parallele, il cui fronte d’onda (la superficie in fase di avanzamento del fascio) è idealmente piano e perpendicolare alla direzione dei raggi. Quando, invece, sono presenti aberrazioni ottiche la superficie del fronte d’onda presenta delle distorsioni rispetto al piano di riferimento. Chiaramente le linee appariranno distorte in corrispondenza dell’aberrazione.
Come si esegue?
L’esame viene normalmente eseguito senza dilatazione della pupilla (miosi). Quando, al contrario, viene effettuato con pupilla dilatata (midriasi pupillare) si possono ottenere informazioni sulle zone paracentrali e periferiche della retina. Inoltre il diametro pupillare, nelle varie condizioni di luminosità, influisce sulle aberrazioni oculari che vengono esaminate. La dilatazione pupillare, infatti, provoca un minimo aumento (comunque significativo) delle aberrazioni totali.
Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus
Leggi le condizioni generali di consultazione di questo sito
Pagina pubblicata il 27 novembre 2009. Ultimo aggiornamento: 31 agosto 2016.
Ultima revisione scientifica: 27 novembre 2009.