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Aberrometria

Mappa della cornea ottenuta con aberrometro: la colorazione varia a seconda del grado di diffusione della luce

Cos’è L’aberrometria?

L’aberrometria è un esame diagnostico che consente di valutare oggettivamente la qualità della vista e di studiare la presenza di aberrazioni oculari.

Cosa sono le aberrazioni oculari?

Sono imperfezioni che, nel percorso ottico dei fotoni, dal film lacrimale fino al piano retinico, producono una distorsione dei raggi luminosi o e un’errata messa a fuoco delle immagini sulla retina. Possono essere provocate da irregolarità o da un’alterata trasparenza della cornea, del cristallino, dell’umor acqueo, del corpo vitreo o del piano retinico. Nello specifico, le aberrazioni ottiche possono essere suddivise in due grandi categorie: basso ordine ed alto ordine. Quelle di basso ordine includono i comuni vizi refrattivi (ipermetropiaastigmatismo e miopia) e sono le uniche correggibili con gli occhiali o le lenti a contatto; quelle di alto ordine (coma, aberrazione sferica, trifoglio, ecc.) non sono correggibili con gli occhiali ed è importante conoscerne l’entità ed il valore.

Quali sono i SINTOMI che provocano le  aberrazioni oculari?

Le aberrazioni oculari, soprattutto quelle di alto ordine, possono provocare una serie di disturbi visivi quali: visione doppia (diplopia), sfocatura, aloni, perdita di contrasto, immagini fantasma, starburst e bassa qualità durante la visione notturna.

Cause delle aberrazioni

Le principali cause delle aberrazioni oculari sono:

  • curvatura anomala della cornea e/o del cristallino;
  • cicatrizzazione irregolare della cornea a seguito di un intervento di chirurgia refrattiva, di un trauma o di una malattia;
  • cataratta;
  • occhio secco (alterazioni qualitative e quantitative del film lacrimale possono comportare significative distorsioni o alterazioni nella percezione delle immagini).

Quando si esegue l’aberrometria?

Cornea (superficie oculare trasparente a forma di calotta, posta davanti alla iride)

Quando si riscontra un’alterazione nella qualità della visione (persino se si vedono 10/10) causata da un’anomala deviazione o dispersione dei raggi luminosi. Ovviamente sarà il medico oculista a dover stabilire se l’esame è necessario.

Le informazioni ottenute con l’aberrometria vengono utilizzate in chirurgia refrattiva al fine di ottenere un’ottimale acuità visiva (sia quantitativamente che qualitativamente). Tuttavia, a livello sperimentale viene impiegata anche per altri fini. Un’équipe spagnola dell’Università di Granada, ad esempio, ha condotto uno studio che ha inteso dimostrare come l’esame possa essere utilizzato persino per diagnosticare precocemente malattie come la cheratite e l’AMD. Infatti, riscontrando anomalie nella diffusione della luce si possono individuare tempestivamente alterazioni morfologiche della cornea e della retina.

Si può sapere dove si verifica l’aberrazione?

No, un limite delle tecniche aberrometriche è proprio l’impossibilità di definire la sede anatomica d’origine senza il supporto di altri strumenti (quali l’OCT e il topografo).
Infatti, l’aberrometro fornisce una mappa che permette di valutare la conformazione del fronte d’onda che proviene dall’occhio, ma non di ottenere informazioni sulla struttura oculare che causa le eventuali distorsioni.

Quando si può dire se è presente un’aberrazione?

L’aberrazione è assente quando un fascio ideale di raggi luminosi, proveniente da una sorgente luminosa posta all’infinito, è costituito da onde rettilinee e parallele, il cui fronte d’onda (la superficie in fase di avanzamento del fascio) è idealmente piano e perpendicolare alla direzione dei raggi. Quando, invece, sono presenti aberrazioni ottiche la superficie del fronte d’onda presenta delle distorsioni rispetto al piano di riferimento. Chiaramente le linee appariranno distorte in corrispondenza dell’aberrazione.

Come si esegue?

Mappe ottenute con aberrometria (confronto tra diversi occhi)

L’esame non è assolutamente invasivo, non provoca dolore e prevede semplicemente che il paziente si metta seduto di fronte allo strumento (aberrometro), posizioni il mento e la fronte sugli appositi sostegni e spalanchi bene l’occhio fissando una luce per qualche secondo. L’aberrometria viene normalmente eseguita senza dilatazione della pupilla (miosi). Quando, al contrario, viene effettuata con pupilla dilatata (midriasi) si possono ottenere informazioni sulle zone paracentrali e periferiche della retina. Inoltre il diametro pupillare, nelle varie condizioni di luminosità, influisce sulle aberrazioni oculari che vengono esaminate. La dilatazione pupillare, infatti, provoca un minimo aumento (comunque significativo) delle aberrazioni totali.

Scheda informativa a cura della Fondazione Sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità – IAPB Italia ETS
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Pagina pubblicata il 27 novembre 2009. Ultimo aggiornamento: 20 luglio 2025. 

Ultima revisione scientifica: 13 maggio 2025.