Un convegno al Ministero della Salute il 14 novembre: in Italia circa 5 milioni di diabetici
Il diabete è un “sorvegliato” speciale: è una malattia cronica che cresce a grande velocità e mette a rischio la salute mondiale anche per le sue numerose complicanze. Secondo l’Oms ne sono affette 422 milioni di persone, di cui 147 già colpite da retinopatia diabetica. Il diabete è la prima causa di cecità prevenibile nei Paesi industrializzati; in Italia ne sarebbero affette circa 5 milioni di persone.
Pericolo salute con zuccheri concentrati
Il diabete è una patologia micidiale – multifattoriale e multiorgano – perché può colpire in modo persino silente: corrono seri pericoli gli occhi (la retina), i reni, il cervello (rischio di ictus), gli arti inferiori (rischio piede diabetico), i nervi periferici (riduzione della sensibilità retinica)…
I temi del convegno
Su questi temi si è tenuta una conferenza a Roma il 14 novembre, organizzata da Diabete Italia onlus. Sono intervenuti esperti, politici, sondaggisti, presidenti di diverse realtà che si occupano dell’argomento. I lavori, dopo un’iniziale presentazione, sono stati divisi in due sessioni: 1) fotografia del diabete in Italia e nelle Regioni; 2) diabete e alimentazione.
Serve più prevenzione
Dal canto suo la IAPB Italia, in oltre 80 luoghi, ha spiegato i rischi che comporta per la vista la retinopatia diabetica con la distribuzione di opuscoli divulgativi nei centri di diabetologia (in collaborazione con Diabete Italia).
La prevenzione si fa anche attraverso l’alimentazione. L’assistenza sanitaria deve garantire un percorso a tutti. Una malattia cronica non può non confrontarsi con le nuove tecnologie. Quella del diabete è da considerarsi un’emergenza.
Giovanni Lamenza, Presidente di Diabete Italia onlus, ha parlato della qualità della vita dei diabetici:
In Italia ci sono circa quattro milioni di [diabetici] diagnosticati, un milione di non diagnosticati e circa 15 mila bambini con diabete di tipo 1. Il diabete è una patologia complessa da gestire, deve prendere continuamente decisioni in base a un numero. È una patologia da imparare, il paziente deve “volersi bene”, deve curarsi bene. La cura del diabete deve entrare nella cultura di ognuno di noi. Bisogna [però] che ci sia aderenza alle terapie.
Anche la Senatrice Manuela Granaiola (XII Commissione Igiene e Sanità Senato) ha espresso il suo pensiero:
Credo che sia importante che in tutte le regioni sia applicato il Piano Nazionale del Diabete. È inaccettabile che in alcune regioni si venga [curati in modo ottimale] e in altre no.
Un sondaggio tra i diabetici
Grazie a un sondaggio condotto da Eurisko su 500 diabetici è emerso come oltre il 90% delle persone, almeno in Italia, si rivolga alle strutture pubbliche. Complessivamente il livello di soddisfazione è alto o molto alto.
Nel 59% dei casi i diabetici italiani sono seguiti da un diabetologo e mediamente si va dal medico 3,7 volte l’anno. Quasi un terzo degli intervistati si sentono depressi, ansiosi o altro. Le complicanze nelle quali ci si impegna di più sono i problemi vascolari periferici, i problemi cardiaci e la retinopatia diabetica. Però il 59% del campione considerato è solo seguito dal diabetologo, il 28% da quest’ultimo assieme al medico di medicina generale e il 13% solo da quest’ultima figura professionale.
Metà del campione ha riferito di non essere né ansioso né depresso, mentre l’altra metà è stata divisa in moderatamente affetto da questi disturbi (41%) o ne è affetto in misura estrema (9%).
Telemedicina
La propensione a utilizzare strumenti digitali di comunicazione negli oculisti (34%) non ha raggiunto ancora gli stessi livelli del neurologo (specialista al top col 53%), dello stesso diabetologo o del nefrologo (entrambi al 49%).
Solo un paziente su 4 sa esattamente cosa sia la telemedicina che ancora, quindi, resta una grande sconosciuta. I vantaggi principali della medicina a distanza (per via telematica) sono quelli di monitorare costantemente la malattia mantenendo un contatto col medico.
Diabete: un’emergenza sociale
Il Piano nazionale del diabete è stato recepito da 20 regioni. Il diabete è un esempio paradigmatico di malattia cronica. Nel fare questo considerazioni Paola Pisanti (Direzione generale della programmazione del Ministero della Salute) ha notato a proposito della crescita del numero di diabetici:
Questo trend è in aumento (diabete di tipo 1 e di tipo 2) se non facciamo nulla. Aumenta per l’invecchiamento, perché non si fa prevenzione… Bisogna medicalizzare il più possibile, dare terapie e cure appropriate, far sentire il paziente uguale agli altri.
La cura deve essere incentrata sulla persona con l’integrazione di varie figure specialistiche (approccio reticolare integrato). “La persona diabetica – ha affermato Pisanti – deve imparare ad autogestirsi, deve essere formata e informata”.
Insomma, la prevenzione del diabete o almeno dei danni che provoca passa per la sensibilizzazione e una cultura delle cure integrate.