Meno oncocercosi nel mondo

Meno oncocercosi nel mondo La cecità dei fiumi si sta riducendo grazie ai programmi sanitari internazionali 30 novembre 2009 – Affligge nella maggior parte dei casi le aree povere dell’Africa rurale: parliamo della cecità dei fiumi (oncocercosi). Si tratta di una grave infezione oculare provocata da un piccolissimo verme contenuto nelle acque contaminate, che penetra nel corpo attraverso la pelle, si riproduce e può giungere sino agli occhi, peggiorando la vista fino a comprometterla. Tuttavia, l’oncocercosi è trattabile con alcuni farmaci, tra cui l’ivermectina. In un programma per l’eliminazione della malattia nelle Americhe (Oepa) si è visto che i casi si sono ridotti del 31% nella popolazione a rischio di sei Paesi dagli anni Novanta ad oggi. Questi risultati sono stati comunicati durante il 58° congresso della Società americana di medicina tropicale e d’igiene (Astmh) che si è tenuto dal 3 al 7 novembre ad Atlanta. Eppure, la situazione planetaria – sebbene in via di miglioramento – non è affatto rose e fiori: secondo l’Oms 37 milioni di persone ancora risultano infette.

Leggi anche: “Oms, sconfiggere la cecità dei fiumi è possibile

Fonte: American Society of Tropical Medicine and Hygiene

Invecchiamento e disabilità visiva

Genova

GenovaInvecchiamento e disabilità visiva Il 27 e il 28 novembre si sono tenute due giornate di studio a Genova, con tanto di visite oculistiche gratuite per gli anzianiAvv. Giuseppe Castronovo (Presidente della IAPB Italia onlus) Due giornate di studio sull’anziano disabile visivo e visite oculistiche gratuite riservate alla terza età. Si sono tenute il 27 e il 28 novembre a Genova (Palazzo Ducale), in occasione del convegno nazionale promosso dall’Istituto David Chiossone e dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi. All’appuntamento ha partecipato, tra gli altri, l’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus. Si stima che un ultraottantenne su tre sia affetto da glaucoma o da degenerazione maculare senile ( AMD ), malattie che possono causare cecità. Tra chi ha più di 70 anni, il 10% è colpito da AMD e il 5% da glaucoma. È quanto si sostiene nello studio curato dall’Istituto Chiossone, secondo cui oltre un milione di ultrasessantacinquenni soffre di malattie visive; tra l’altro l’85% deiVisita oculistica ad anziana ciechi italiani è costituito da anziani (secondo l’Istat nel 2004-5 si dichiaravano non vedenti 362.000 persone). Il problema è che sta aumentando l’incidenza della terza età sulla popolazione, un fenomeno a cui bisognerebbe prestare ancora più attenzione, dedicandosi maggiormente anche alla prevenzione delle patologie oculari. I controlli gratuiti della vista sono stati riservati agli over 65: si sono tenuti in un ambulatorio mobile allestito in Piazza De Ferrari (sempre a Genova). Le visite oculistiche periodiche sono vivamente consigliate per prevenire le malattie oculari o per diagnosticarle e curarle tempestivamente. Istituto David Chiossone di Genova Notizia pubblicata il 13 novembre 2009. Ultimo aggiornamento: 30 novembre 2009.

Fonti: Istituto David Chiossone, Istat.

Giornata Mondiale Del Diabete: 14 Novembre 2009

Giornata mondiale del diabete (14 novembre) celebrata, in giorno prima, con un convegno in Campidoglio. Da sinistra: avv. Giuseppe Castronovo (Presidente della IAPB Italia onlus) e il Prof. Adolfo Panfili (delegato del Sindaco di Roma)

Lettura bionica

retina elettronica

retina elettronicaLettura bionica Un cieco malato di retinite pigmentosa è riuscito a leggere grazie alla retina elettronica Cat , mat , dad (gatto, tappetino, papà): sono le tre parole da tre lettere che un cieco ha potuto leggere sullo schermo grazie all’occhio bionico. È avvenuto in Inghilterra a Peter Lane, un cinquantunenne di Stretford che aveva perso la vista quand’era ventenne a causa della retinite pigmentosa: si tratta di una malattia genetica che l’aveva relegato nel mondo dell’oscurità, da cui solo recentemente si è affrancato grazie a un’operazione effettuata presso il Manchester Royal Eye Hospital (Gran Bretagna). Peccato che la visione sia solo in bianco e nero e che le immagini rudimentali siano composte solo da 60 quadrati (6×10 pixel). La fortuna è che il suo nervo ottico fosse integro: la possibilità dell’impianto è per ora concessa solo ad alcuni malati (è stata effettuata su 32 persone nel mondo) e a certe condizioni (ad esempio, le cellule della retina devono aver preservato una certa vitalità). Eppure, si è trattato di una sorta di ‘rinascita’ per Peter, di un ritorno al mondo dei vedenti: è l’ultimo dei ciechi che ha riconquistato la vista per via… elettronica. Notizia pubblicata il 27 novembre 2009

Fonte originale: Times

Giochi di luce per una diagnosi precoce

Aberrometria (cornea)

Aberrometria (cornea)Giochi di luce per una diagnosi precoce In Spagna si è usato l’aberrometro per individuare due malattie oculari come l’AMD e la cheratite 27 novembre 2009 – Cercano di prevedere il futuro clinico dei pazienti studiando la luce che viaggia nei loro occhi: le strutture oculari lasciano delle ‘impronte’ impalpabili che vengono analizzate mediante uno strumento chiamato aberrometro . Parliamo di ricercatori spagnoli dell’università di Granada, che si sono cimentati nella diagnosi di due malattie oculari: la cheratite , che colpisce la superficie oculare trasparente ( cornea ), e laCornea (superficie oculare trasparente a forma di calotta, posta davanti alla iride) degenerazione maculare legata all’età ( AMD ), che può danneggiare il centro della retina fino alla cecità. Il principio è semplice: si studiano eventuali distorsioni della luce durante il suo tragitto attraverso le diverse strutture dell’occhio (non solo cornea e retina , ma anche umor acqueo, cristallino e corpo vitreo ). Come? Analizzando una mappa colorata che rappresenta i diversi gradi di distorsione delle immagini: le anomalie rilevate sono utili per diagnosticare precocemente alcune malattie oculari. La cornea, ad esempio, se colpita da Visione deformata di una griglia in un malato di AMDcheratite devia in modo anomalo i fotoni che l’attraversano, mentre l’AMD – modificando la morfologia della retina – può essere individuata analizzando la luce riflessa (è come se un’immagine rimbalzasse su uno specchio deformante). Per poter effettuare i test gli scienziati hanno confrontato i risultati dell’aberrometria degli occhi sani con quelli malati della stessa età.Mappe ottenute con aberrometria (confronto tra diversi occhi) Dunque Carolina Ortz Herrera, una delle autrici dell’articolo (che sarà pubblicato su Current Eye Research), ha dichiarato che questo lavoro “potrebbe essere di particolare interesse per effettuare una diagnosi precoce di certe malattie, come la degenerazione maculare senile, la principale causa di perdita della visione centrale nei Paesi sviluppati”. Infatti, secondo l’Oms in questi Stati l’AMD (la cui forma secca, quella più diffusa, è attualmente incurabile) ha già devastato la vista di 41 persone su 100, rendendole cieche (la perdita di funzionalità della zona più sensibile della retina, chiamata macula, fa perdere la visione al centro del campo visivo, indispensabile per leggere, guidare, riconoscere le persone, ecc.). “L’aberrometria – ha spiegato Silvia, medico oculista dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB Italia onlus) – è un esame strumentale che non viene utilizzato di routine, nella pratica clinica, per la valutazione delle patologie oculari. Tuttavia, rientra tra gli esami preliminari che vengono richiesti prima della chirurgia refrattiva ( laser a eccimeri ). Può essere anche utilizzato, come hanno fatto i ricercatori dell’Università di Granada, per individuare precocemente malattie come l’AMD e la cheratite”. Note: Liquido salino posto tra la superficie oculare e il cristallino.

Fonti: Università di Granada (Spagna), Oms.

Staminali ad alto potenziale

staminali embrionali

staminali embrionaliStaminali ad alto potenziale Sono contenute nel liquido amniotico: un’équipe austro-americana ne ha studiato le molteplici virtù 26 novembre 2009 – Hanno il potenziale di svilupparsi in qualunque cellula del corpo umano, comprese quelle dell’occhio: sono le staminali, cellule indifferenziate che si trovano anche nel liquido amniotico. Un’équipe austro-americana ha scoperto che hanno alte capacità proliferative e, dunque, possono essere utilizzate per ‘riparare’ il corpo umano senza particolari dilemmi etici. Il passo principale verso la differenziazione delle cellule embrionali pluripotenti è costituito dai corpi embrionali (Ebs). I ricercatori hanno scoperto come si possa disporre – mediante azioni specifiche – “di un nuovo e potente sistema biologico” per rigenerare in vivo i tessuti: si tratta di due molecole (mTORC1 e 2) che possono controllare la rapamicina, una sostanza coinvolta a sua volta nell’inibizione della moltiplicazione delle cellule, della loro crescita e differenziazione nonché nel rallentamento dello sviluppo tumorale. Nota: Il suo nome si deve al fatto che è stata identificata in un frammento di terreno proveniente dall’isola di Rapa Nui: agisce inibendo la Tor ( target of rapamycin ). Ha effetto inibitorio sulla proliferazione di vari tipi cellulari (tra cui linfociti T e B, fibroblasti, mastociti) (da Medici Oggi ). Referenza originale: “Embryoid body formation of human amniotic fluid stem cells depends on mTOR”, A Valli, M Rosner, C Fuchs, N Siegel, C E Bishop, H Dolznig, U Mädel, W Feichtinger, A Atala, M Hengstschläger, Oncogene (23 November 2009) doi:10.1038/onc.2009.405 Original Article

Fonte originale: Oncogene

Salute da… mangiare

Relatori del convegno

Relatori del convegnoSalute da… mangiare Oggi si tiene a Roma un convegno sull’alimentazione degli italiani 26 novembre 2009 – Mangiano più riso, pasta e olio d’oliva, cenano meno spesso fuori, ma non consumano abbastanza frutta e verdure. Sono queste, in sintesi, le nuove abitudini degli italiani delineate in apertura del convegno che si tiene oggi a Roma sull’alimentazione e la salute (“Spesa alimentare e la salute a tavola”), ideato e promosso da La Repubblica-Salute. Nutrizionisti, medici, dietologi e operatori del mondo alimentare si sono dati appuntamento per fare una ‘radiografia’ delle abitudini alimentari degli italiani, elargendo al contempo consigli e raccomandazioni. Come mangiano gli italiani? Pierluigi Ascani, direttore dell’istituto di ricerche Format, l’ha spiegato sulla base di una nuova indagine. Le ragioni di salute contano per il 67,4% degli intervistati, mentre le tradizioni hanno un peso nelle scelte alimentari per il 66,1%. Il risparmio è al secondo posto, ma solo dopo l’importanza di evitare cibi contaminati (85%); anche non nutrirsi di Ogm è ritenuto importante (per il 73,4% degli intervistati). Questi ultimi aspetti sono stati ripresi in modo più analitico dal Generale Cosimo Piccinino, Comandante dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri (NAS), secondo cui al terzo posto delle priorità degli italiani c’è la sicurezza dei cibi (2008). La tutela della salute pubblica degli italiani passa sia per la sicurezza alimentare che per quella sanitaria (come l’affidabilità dei farmaci) e dei luoghi di lavoro. Non sono poche le

Fonti di preoccupazione a livello alimentare: si va dall’errato uso di ormoni all’abuso di antibiotici, passando per pesticidi, metalli pesanti, grassi saturi, conservanti (nocivi) e contaminanti. “La popolazione italiana – ha affermato il Comandante dei NAS – è quella più antibiotico-resistente del mondo proprio perché ci ritroviamo gli antibiotici negli alimenti”. Negli ultimi 12 mesi gli italiani hanno ridotto i consumi di alimenti arricchiti (-44,8%), dolcificanti alternativi (-26,4%) e di latte (-26,3%), vino (-25,8%), pesce (-20%) e carne (-11,6%). Se ci si nutre più spesso di riso (+12,3%) e pasta (+8%), va sottolineato però che – secondo il Prof. Eugenio Del Toma – l’apporto calorico dei carboidrati non dovrebbe superare il 50-60% della dieta; invece, i grassi dovrebbero essere tenuti sotto il 30% (tra cui quelli contenuti nell’olio d’oliva) e le proteine tra il 12% e il 20%. Se da un lato sono importanti gli alimenti calorici (come i carboidrati), dall’altro non bisogna trascurare quelli non calorici (come vitamine, minerali e fibre). Frutta e verdura sono importanti per la salute, anche quella visivaL’esperto ha, comunque, invitato a “non essere ossessionati dal problema della dieta” e ha sottolineato, sulla scorta dell’Oms, che “la pandemia vera è l’obesità”, con connesso rischio di sviluppare il diabete (vedi retinopatia diabetica). Si può fare prevenzione anche con l’alimentazione: come diceva Benjamin Franklin “un’oncia di prevenzione vale di più di una libbra di cure”. A livello oculare è importante sapere – aggiungiamo noi – che l’alimentazione deve essere varia e ricca di vitamine con proprietà antiossidanti (frutta, verdura a foglia verde e noci sono importanti per proteggere la retina); luteina, zinco e zeaxantina possono essere utili, mentre indispensabile è la vitamina A, la cui carenza provoca un mancato sviluppo delle cellule deputate alla visione (vedi xeroftalmia, che colpisce i Paesi poveri). Inoltre, hanno un ruolo di prevenzione della degenerazione maculare legata all’età (AMD) anche i celebri Omega-3, contenuti nel pesce. Il ricorso al mirtillo può migliorare la visione in condizioni di scarsa luminosità. Infine, mezzo bicchiere di vino rosso al giorno (durante i pasti), grazie alle sue proprietà antiossidanti, contribuisce a combattere l’invecchiamento e, contemporaneamente, migliora la circolazione sanguigna. Note: Congresso organizzato da Somedia. Effettuata l’11 e il 12 novembre su un campione rappresentativo della popolazione maggiorenne. Vedi: Repubblica Salute

Rischi retinici

Miodesopsie (simulazione al computer)

Miodesopsie (simulazione al computer)Rischi retinici Molti flash e corpi mobili possono essere indice di lesioni alla retina fino al suo distacco 25 novembre 2009 – I corpi mobili sono quelle ombre, fili o puntini più scuri che molte persone vedono fluttuare nel proprio campo visivo. Se compaiono, ad esempio, mentre leggete questa pagina di solito non dovete preoccuparvi: si tratta di un fenomeno normale e fisiologico (sono addensamenti proteici in sospensione nel corpo vitreo, il gel che riempie il bulbo oculare); per ridurli non dovrete far altro che bere molta acqua. Tuttavia, quando se ne presentano molti e all’improvviso potrebbero essere il segno diDistacco del corpo vitreo qualcosa di più serio come, ad esempio, un distacco posteriore di vitreo (PVD), fenomeno il più delle volte legato al processo fisiologico d’invecchiamento: aumenta la sua incidenza dopo i 40 anni, soprattutto a partire dai 70 anni. Può essere benigno (non comportare, quindi, problemi per la vista) oppure, al contrario, può causare rotture della retina che, se non trattate, possono provocarne il distacco e, quindi, la cecità (avviene come se scendesse nel campo visivo una tenda scura). Questa situazione può essere prevenuta mediante un’accurata visita oculistica: lo specialista può decidere di far ricorso al laser per fissare la retina più saldamente. Noi ci accorgiamo della trazione soprattutto quando il distacco è accompagnato dai fosfeni (lampi luminosi). Fino a quando non viene eseguito un eventuale trattamento laser è bene evitare gli sforzi fisici. Distacco di retina Uno studio canadese ha analizzato i dati raccolti dal 1950 a settembre del 2009: i ricercatori sono giunti alla conclusione che il 14% delle persone che hanno parecchi corpi mobili subiscono trazioni retiniche che possono culminare in lesioni della retina o al suo distacco. Invece, il 3,4% delle persone a cui è stato diagnosticato un distacco posteriore di vitreo senza complicazioni è andato incontro a una lacerazione retinica entro sei settimane. Il rischio cresce ulteriormente – affermano i ricercatori – se si presentano almeno dieci nuovi corpi mobili e viene avvertita una riduzione della vista. Per il video in inglese sui rischi di lesioni o di distacco di retina clicca qui . Per il video in inglese sulla retina e l’intervento in caso di distacco clicca qui .

Fonti principali: JAMA , Queen’s University (Canada)

In salute 67 italiani su 100

In salute 67 italiani su 100 Secondo l’Istat dichiarano di stare meglio gli uomini rispetto alle donne 24 novembre 2009 – Sessantasette italiani su cento si dichiarano in salute. Secondo l’Istat le donne, in fatto di salute, hanno mediamente una percezione peggiore del proprio stato: 63,1% contro il 71,2% degli uomini (ma bisogna considerare che vivono più a lungo). Tra le persone anziane ovviamente la sensazione di benessere diminuisce: tra i 65 e i 74 anni solo il 35,8% dichiara di stare bene e, dopo i 75, la percentuale scende al 20,5. A parità di età, già a partire dai 35 anni emergono nette le differenze di genere: nella fascia di età 35-44 anni l’ 80,2% degli uomini si considera in buona salute contro il 75,3% delle coetanee; ma le differenze maggiori si hanno tra i 65-74 anni (51,9% contro il 31,1%). “Un altro importante indicatore per valutare lo stato di salute di una popolazione – precisa l’Istat – è la diffusione di patologie croniche, soprattutto in un contesto, come quello italiano, caratterizzato da un alto tasso di invecchiamento della popolazione. Il 38,8% dei residenti inCongiuntivite allergica Italia ha dichiarato di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche rilevate”. Le malattie croniche più diffuse sono le seguenti: l’artrosi/artrite (17,8%), l’ipertensione (15,8%: vedi retinopatia ipertensiva), le malattie allergiche (10,2%: vedi congiuntivite allergica), l’osteoporosi (7,3%), bronchite cronica e asma bronchiale (6,2%) e diabete (4,8%: vedi retinopatia diabetica).

Fonte: Istat (Annuario statistico italiano 2009)

Rete in crescita, più attenzione alla salute

Occhio alla salute sul web. Internet può essere utile, ma bisogna trovare siti affidabili. Inoltre, le informazioni raccolte in rete NON POSSONO MAI SOSTITUIRE UNA VISITA DI PERSONA

Occhio alla salute sul web. Internet può essere utile, ma bisogna trovare siti affidabili. Inoltre, le informazioni raccolte in rete NON POSSONO MAI SOSTITUIRE UNA VISITA DI PERSONARete in crescita, più attenzione alla salute Sempre più connessi a internet: è il quadro degli italiani dipinto dall’Istat 24 novembre 2009 – La rete è una finestra sul mondo della salute: sempre più spesso viene interrogata in prima battuta per capire, in caso di disturbi, cosa si abbia. Questo fenomeno è anche conseguenza dell’impiego sempre più diffuso di internet: in Italia quasi una persona su due usa la Rete (risultato non particolarmente brillante tra i Paesi industrializzati). Tra questi, stando a una stima del Censis, ci sono 15 milioni di italiani che ricorrono al web per una prima diagnosi. Secondo l’Istat nel 2009 crescono gli utilizzatori di internet (il 44,4% della popolazione dai 6 anni in su). Se l’aumento della fruizione informatica riguarda tutte le fasce di età, l’uso del pc coinvolge soprattutto i giovani, toccando il livello massimo tra i 15 e i 19 anni (quest’anno l’86%). Com’è intuitivo, al crescere dell’età ne diminuisce l’uso: fra i 65 e i 74 anni la percentuale scende al 9,9% fino al 2,4% fra gli ultra settantacinquenni (secondo studi precedenti gli anziani impiegano soprattutto la posta elettronica). Alla fine del 2007 le utenze Internet erano oltre 12 milioni. La maggiore diffusione si registrava nell’Italia nord-occidentale (3,6 milioni) e nel Mezzogiorno (3,3 milioni).

Leggi anche: “ Cura a base di web

Fonti: ISTAT (Annuario statistico italiano 2009), Censis.