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Parti dell’occhio

Sclera

 

Cos’è?


È comunemente chiamata “bianco dell’occhio”: si tratta di una membrana fibrosa che riveste in gran parte il bulbo oculare (all’incirca i 5/6 della superficie). È ricoperta esternamente dalla congiuntiva, mentre anteriormente confina con la cornea; posteriormente lascia passare il nervo ottico.

Da cosa è costituita?

Principalmente da fibre connettivali che si intrecciano tra loro in varie direzioni (disposte principalmente come i meridiani e i paralleli di un mappamondo). Questa struttura reticolare assicura la resistenza meccanica del bulbo oculare. Dalla sclera si originano le inserzioni per i tendini dei muscoli oculari estrinseci, che controllano i movimenti oculari.

Con quali parti dell’occhio è connessa?

La sclera ha rapporti internamente con l’ùvea e, nella porzione anteriore, con il corpo ciliare [1] e la radice dell’iride. Esternamente è rivestita dall’episclera, una membrana fibrovascolare molto sottile; contiene numerosi vasi sanguigni che si rendono ben visibili in corso di processi infiammatori (flogistici). La sclera presenta posteriormente il passaggio per il nervo ottico, dove risulta costituita da fibre connettivali che si intersecano tra loro, originando tanti piccoli orifizi attraverso i quali passano i fasci di fibre del nervo ottico.

Può variare il suo colore?

La sclera è il bianco degli occhi
Sì, a seconda dell’età e dell’eventuale presenza di patologie. Passa dall’azzurrognolo nel bambino al bianco nell’età adulta e, infine, al bianco-giallastro nell’anziano (a causa del deposito di grasso).

A cosa serve, in particolare?

Forma un vero e proprio ‘guscio’ elastico piuttosto resistente che, sostenuto anche dalla pressione interna dell’occhio, stabilizza la forma del bulbo oculare proteggendone, al contempo, il contenuto.

A quali malattie è soggetta?

La sclera può andare incontro a infiammazioni chiamate scleriti , alla base delle quali ritroviamo un processo di ipersensibilità a complessi immuni [2] che, depositandosi sul tessuto collagene della sclera, richiamano le cellule infiammatorie (generalmente espressione di patologie generali quali artrite reumatoide, vasculiti sistemiche, poliartrite nodosa, malattia di Wegner e spondilite anchilosante) oppure ad agenti infettivi come, ad esempio, i virus erpetici (varicella/zoster) oppure a batteri provenienti da congiuntiva, cornea, uvea o dai tessuti orbitari.

Quando può colpire?

La massima incidenza delle scleriti si verifica tra i 40 ed i 60 anni, con maggior frequenza nelle donne. Oltre al rossore causano riduzione della visione, iperlacrimazione, ipersensibilità alla luce (fotofobia) e, soprattutto, dolore oculare che aumenta muovendo gli occhi. Possono anche essere posteriori: in questi casi si associano generalmente ad uveite, cataratta o pars planite (uveite intermedia) possono manifestarsi con distacco retinico essudativo, emorragie retiniche ed èdema maculare cistoide. In questi casi si lamenta dolore irradiato alla tempia, allo zigomo e all’arcata sopraccigliare; nei casi più gravi si può avere diplopia. Importanti sono, comunque, una diagnosi precoce e una terapia tempestiva per prevenire complicanze quali la riduzione della vista, l’assottigliamento sclerale, le uveiti e le cheratopatie (patologie della cornea).

Come si cura?

La terapia si avvale sia di corticosteroidi per via topica e sistemica (antinfiammatori in grado di ridurre il dolore) sia di immunosoppressori; ma la terapia dipende dall’entità della sclerite e, in caso di recidive, sarebbe opportuno farsi seguire da un reumatologo o da un immunologo per capire bene la causa della patologia.

Cosa sono le episcleriti?

Sono forme infiammatorie più blande e meno dolorose: si hanno quando l’infiammazione coinvolge solo lo strato più superficiale della sclera. Frequentemente si ripresentano con nuovi episodi, tipici dell’età adulta. Se l’esordio è acuto l’occhio diventa improvvisamente rosso, non c’è mai secrezione, ma ci può essere un aumento della lacrimazione. Spesso le episcleriti si possono presentare con un nodulo che solleva la congiuntiva sovrastante (episclerite nodulare). Generalmente il rossore è intenso e frequentemente interessa solo un settore dell’occhio. Anche se non trattata, l’episclerite può guarire spontaneamente in 10-20 giorni. Talvolta, però, può essere utile una terapia con corticosteroidi più volte al dì per alcuni giorni, che va continuata e ridotta gradualmente anche dopo la scomparsa della sintomatologia, al fine di evitare ricadute.

È vero che chi è molto miope soffre più spesso di scleriti?

Sì, la sclerite colpisce frequentemente i miopi elevati : la loro sclera può andare incontro a uno sfiancamento (ectasia). Quest’ultima può essere totale o parziale; però solo nei casi più gravi si ritiene opportuno intervenire chirurgicamente con tecniche di resezione ovvero di scleroplastica. Le scleriti si possono presentare anche per processi flogistici (infiammatori), anomalie congenite o traumi.

A che tipo di traumi è soggetta la sclera?

Ovviamente la sclera può subire traumi mediante oggetti taglienti o acuminati: il taglio è sempre più esteso di quanto sembri apparentemente. È molto importante, in caso di trauma, recarsi subito al pronto soccorso oculistico per suturare precocemente tali ferite; l’oculista riapporrà con molta attenzione i lembi della ferita, ricoprendola con l’episclera e la congiuntiva, al fine di facilitare la formazione di tessuto fibroso e, quindi, la chiusura della ferita stessa. La sclera si può lacerare in caso di scoppio del bulbo in seguito a trauma, quando si esercita una pressione esterna superiore alla capacità di resistenza del tessuto sclerale.

I tumori della sclera sono frequenti?

No, non lo sono e, tra l’altro, hanno quasi sempre natura benigna (fibromi, osteomi e condromi). Si presentano come noduli solidi e possono aumentare di volume nel corso degli anni. La sclera e l’episclera possono essere invase, anche se raramente, da neoplasie a partenza intraoculare o extraoculare, quali melanomi intraoculari, mieloma, sarcoidosi, che possono mimare semplici scleriti e, in questi casi, la diagnosi può essere molto difficoltosa.

[1una struttura anatomica oculare deputata sia alla produzione dell’umor acqueo che al controllo dell’accomodazione.

[2Il sistema immunitario individua come estraneo un elemento (antigene) dell’organismo e, dunque, lo attacca.

Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus
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Pagina pubblicata il 13 gennaio 2010. Ultimo aggiornamento: 5 aprile 2018.

Ultima revisione scientifica: 6 agosto 2014.

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