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Cristallino

Cos’è?

Dobbiamo immaginare il cristallino come una lente discoidale (a forma di mandorla), trasparente, posizionata tra l’iride e il corpo vitreo, ancorata al corpo ciliare mediante legamenti: si trova in sospensione e viene “automaticamente“ deformata per regolare la messa a fuoco. Si tratta di una struttura che non è provvista né di nervi né di vasi sanguigni o linfatici (pertanto alla sua nutrizione provvede l’umor acqueo).

Come funziona?

La luce che attraversa la cornea e la pupilla passa attraverso il cristallino. Quest’ultimo funziona, quindi, come una lente biconvessa (perché ha entrambe la facce curve): fa convergere i raggi luminosi che provengono dall’ambiente esterno direttamente sulla retina, consentendoci una visione chiara e nitida quando la messa a fuoco è ottimale.

Come si mette a fuoco?

Quando l’oggetto osservato è molto vicino i muscoli ciliari si contraggono, i legamenti sospensori si rilasciano e aumenta, di conseguenza, la curvatura del cristallino. Al contrario, quando l’occhio guarda oggetti distanti i muscoli sono rilassati e i legamenti sospensori sono in tensione; ciò si traduce in una diminuzione della curvatura della lente, che tende ad appiattirsi. Quindi, il cristallino ha la capacità di variare il suo potere refrattivo modificando la curvatura: consente di mettere a fuoco sulla retina oggetti posti a distanze differenti.

Da cosa è costituito?

Da fibre collagene: sono disposte in modo regolare parallelamente tra loro, il che normalmente conferisce al cristallino la sua caratteristica trasparenza. Tali fibre sono contenute all’interno di una membrana trasparente chiamata “capsula” o “cristalloide” (metaforicamente è come se fosse il guscio di una mandorla).

A quali problemi può andare incontro il cristallino?

Nel corso degli anni avviene un fisiologico e progressivo accumulo di pigmento proteico tra le fibre, con il conseguente “ingiallimento” della lente fino alla cataratta, che rappresenta la sua patologia più comune.

Ci sono diversi tipi di cataratta?

Sì, a seconda della zona che si opacizza si possono avere diversi tipi di cataratta.
Le tre forme più frequenti sono:

 1) cataratta nucleare (opacizzazione della zona centrale del cristallino);

 2) cataratta corticale (opacizzazione della zona superficiale);

 3) cataratta sottocapsulare posteriore (opacizzazione della parte del cristallino più lontana dalla pupilla).

Come si possono curare i problemi visivi dovuti alla cataratta?

 Generalmente bisogna sottoporsi a un’operazione chirurgica. L’operazione di cataratta è l’intervento chirurgico in assoluto più eseguito al mondo. Un intervento chirurgico può essere necessario anche se si verificano dislocazioni ed alterazioni della forma del cristallino.

Cos’è il cristallino artificiale?

Si tratta di una piccola lente fatta con uno speciale materiale plastico trasparente, di solito polimetilmetacrilato. Quando ci si sottopone ad intervento di cataratta viene rimosso il cristallino naturale (che può essere frantumato mediante ultrasuoni), che viene sostituito con un cristallino artificiale. Ciò consente di avere una visione chiara. 

Tuttavia non è sempre sufficiente per ridare la massima acuità visiva; affinché ciò avvenga, occorre che tutte le strutture dell’occhio – innanzitutto retina, nervo ottico e cornea – siano sane e correttamente funzionanti.

Quali sono i tipi di cristallino artificiale?

Esistono diversi tipi di lenti intraoculari che richiedono una attenta selezione da parte del chirurgo in base alle tipologie oculari di ogni paziente e alle sue abitudini di vita/condizioni di lavoro. Esistono, tra l’altro, cristallini artificiali multifocali che permettono di avere una visione sia per lontano che per vicino. Queste nuove lenti sono costruite esattamente con lo stesso materiale delle tradizionali lenti intraoculari monofocali, ma differiscono per l’architettura oltre che per le “prestazioni”. Per quanto riguarda l’architettura della lente, la differenza principale sta nel fatto che la parte ottica di questo cristallino è costituita da diversi anelli concentrici di differente potere che consentono la funzione visiva a distanze diverse; questa lente ha lo scopo di permettere il recupero della visione per le tre distanze (lontano, intermedio e vicino).


Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus

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Pagina pubblicata il 9 maggio 2007. Ultimo aggiornamento: 8 agosto 2016.

Ultima revisione scientifica: 11 dicembre 2013.

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