Il GPS cerebrale, scoperta da Nobel Il senso dell’orientamento richiede il corretto funzionamento di strutture specifiche. Premiati Keefe e i coniugi Moser6 ottobre 2014 – Gli scopritori del cosiddetto “GPS cerebrale” vincono il Nobel per la medicina. L’istituto svedese Karolinska l’ha assegnato a John O´Keefe e ai coniugi May-Britt ed Edvard I. Moser. Nella motivazione si legge che il Premio è stato conferito “per le loro scoperte di cellule che costituiscono un sistema di posizionamento nel cervello”. Ovviamente anche la vista è fondamentale per l’orientamento. Pare che soprattutto le donne scelgano dei luoghi specifici come punti di riferimento, mentre negli uomini il senso dell’orientamento spontaneo sarebbe più spiccato. Sono comunque necessarie anche delle mappe cerebrali per orientarci nello spazio: dai ricercatori premiati sono stati dimostrati i fondamenti cellulari di una delle funzioni cognitive più elevate. Se nel 1971 John O´Keefe aveva già scoperto il primo componente del sistema di posizionamento nei ratti (nell’ippocampo), è stato solo nel 2005 che May-Britt and Edvard Moser hanno individuato le “cellule a griglia”, che rendono possibile la determinazione della posizione e la navigazione da un punto all’altro. Insomma, si tratterebbe di una sorta di navigatore biologico incorporato nel cervello.
Troppe attese e ticket più elevati, i cittadini si curano menoPresentato il 30 settembre alla Camera dei Deputati il XVII Rapporto Pit Salute-Tribunale del malato1 ottobre 2014 – Nove mesi d’attesa per una visita oculistica o per un elettrocardiogramma, un anno per una TAC, venti mesi per una visita psichiatrica. Sono questi i tempi medi che lo scorso anno sono stati “denunciati” al Tribunale per i diritti del malato- Cittadinanzattiva , il quale il 30 settembre 2014 ha presentato il XVII Rapporto PIT Salute presso la Camera dei Deputati. é emerso “con grande evidenza che le difficoltà economiche, i costi crescenti dei servizi sanitari e le difficoltà di accesso spingono i cittadini a rinunciare alle cure e a sacrificare la propria salute”. Insomma, le prestazioni offerte dalla sanità pubblica sembrano perdere colpi.Su oltre 24 mila segnalazioni del 2013, in quasi un quarto dei casi (23,7%, +5,3% rispetto al 2012) riguardano le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie determinate da liste di attesa (58,3%, -16% sul 2012), il peso dei ticket (31,4%, +21% nel 2013 rispetto all’anno precedente) e l’ intramoenia considerata economicamente poco sostenibile (per il 10,1% degli interpellati). Ciò che allontana sempre più i cittadini dalle cure e dalla sanità pubblica è l’onere dei ticket e l’obbligo di “sopportare” la lista di attesa con tempi troppo spesso dilatati (nonostante gli obblighi di legge vigenti). Le segnalazioni sui tempi eccessivamente lunghi restano ancora al vertice delle preoccupazioni dei cittadini: a lamentarsi per le liste di attesa è il 58,5% degli intervistati, quasi ugualmente ripartite fra esami diagnostici (34,1%), visite specialistiche (31,4%, tra cui quelle oculistiche) e interventi chirurgici (27,1%, compresi quelli a livello oculare).“Dobbiamo innanzitutto ridurre i ticket – ha ammonito Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva –, scongiurare nuovi tagli al Fondo Sanitario Nazionale e governare seriamente i tempi di attesa di tutte le prestazioni sanitarie, e non solo di alcune come accade ora, mettendo nero su bianco un nuovo Piano di Governo dei tempi di attesa, fermo al 2012. E ancora, affrontare l’affanno che ospedali e servizi territoriali stanno vivendo”. Inoltre, ha osservato Aceti, “è fondamentale agire seriamente sui LEA (Livelli Essenziali d’Assistenza, ndr), aggiornandoli dopo 14 anni, oltre che strutturare e implementare un nuovo sistema di monitoraggio che fotografi la reale accessibilità degli stessi per i cittadini”.“Si risentono, quindi, gli effetti dei tagli alla spesa pubblica degli ultimi anni, con politiche sia nazionali che locali – ha concluso Cittadinanzattiva – che sono andate nella medesima direzione, assottigliando sempre più l’offerta e le garanzie ed esponendo i cittadini a rischi maggiori in termini di mancata presa in carico”.
Glaucoma e ictus, il nesso è nel Dna Due geni causano la malattia dei piccoli vasi, che aumenta il rischio di ictus e può provocare l’aumento della pressione oculare30 settembre 2014 – I “colpevoli“ sono due geni: si chiamano FOXC1 e PITX2 e nuocciono ai vasi sanguigni. Causano (o contribuiscono a provocare) una malattia detta dei “piccoli vasi”, che può colpire anche il cervello, incrementando fino a dieci volte il rischio di ictus. Un nuovo studio canadese – condotto presso l’Università di Alberta e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation– ha cercato di capire meglio le cause genetiche dell’infarto cerebrale e i suoi legami con altre malattie.Quegli stessi geni sono stati anche associati alla sindrome di Axenfeld-Rieger, che può provocare il glaucoma, malattia spesso associata a una pressione oculare eccessiva. Il glaucoma legato a questa sindrome rara si può presentare già nei neonati, anche se di solito compare durante l’adolescenza o l’inizio della vita adulta. “è stato scoperto – scrive l’Università canadese – che le mutazioni [genetiche] esitano nella malattia cerebrale dei piccoli vasi persino in pazienti di un anno. Inibendo questi geni [FOXC1 e PITX2] in modelli di laboratorio i ricercatori hanno indotto cambiamenti vascolari cerebrali comparabili [alla malattia reale] e hanno capito il funzionamento di maccanismi cruciali coinvolti”.
L’importanza dell’esperienza visivaSe le cavie neonate restano sempre al buio non si verifica un corretto sviluppo delle aree cerebrali deputate alla visione26 settembre 2014 – E fu la luce. Dopo la nascita lo sviluppo delle aree visive della corteccia cerebrale avviene anche grazie agli stimoli luminosi, che contribuiscono allo sviluppo delle sinapsi. L’attivazione di alcuni circuiti cerebrali si verifica con un “menù” a base di fotoni e forme colorate. Ricercatori giapponesi – che hanno recentemente pubblicato uno studio su The Journal of Neuroscience– hanno osservato che, se le cavie neonate vengono tenute al buio, le sinapsi delle loro aree visive non si sviluppano. Invece, se vengono esposte a una luce diffusa si verifica uno sviluppo sinaptico, ma in modo limitato.Bisogna che l’esperienza visiva plasmi correttamente i circuiti neuronali. Se un bambino è affetto da ambliopia va trattato, ad esempio, bendando l’occhio sano per stimolare l’altro occhio, altrimenti non si sviluppano i sistemi di elaborazione cerebrale dei segnali retinici. In conclusione, prendere l’abitudine di vedere sin da piccoli è una condizione indispensabile per poter vedere bene da adulti.
Sicilia, occhio ai check-up oculistici Intenso programma di controlli gratuiti in diverse città della grande isola fino a dicembreLe bellezze naturalistiche e artistiche della Sicilia vengono apprezzate meglio con una buona vista. Dunque si può cogliere l’occasione per un check-up oculistico gratuito a bordo di un’Unità mobile oftalmica, che gira instancabilmente la grande isola grazie al Consiglio Regionale dell’ Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Sicilia onlus .Da Trapani a Siracusa, passando per Enna e Palermo. È disponibile on-line il calendario dei controlli oculistici a bordo dell’Unità mobile oftalmica sino a dicembre 2014, che si svolgeranno anche nelle scuole. Annualmente le persone sottoposte a check-up oculistico gratuito in Sicilia sono stimate attorno alle 15-20 mila l’anno e, in diversi casi, sono state diagnosticate malattie della vista.Spesso i problemi visivi e persino l’ipovisione e la cecità possono essere prevenuti. Per non rischiare di diventare come Omero (il non vedente più celebre) sono, quindi, auspicabili controlli periodici della salute oculare. Il prossimo grande appuntamento dedicato alla prevenzione in tutta Italia sarà la Giornata mondiale della vista, che si celebrerà il 9 ottobre con l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB)-Sezione italiana (trova la tua città).
Tumori oculari in aumento Il 26 settembre al Policlinico A. Gemelli nuovo Congresso della Società Italiana di Oncologia Oculare25 settembre 2014 – Aumentano i tumori oculari, crescono i timori e si moltiplicano gli impegni scientifici. Si tiene venerdì 26 settembre a Roma, presso il Policlinico A. Gemelli, il 19° Congresso della Società Italiana di Oncologia Oculare (SIOO).Le ragioni di un aumento dei tumori oculari sono diverse, compresi gli stili di vita errati oltre alle consuete cause genetiche. Uno dei fattori di rischio è l’esposizione eccessiva al sole (in particolare ai raggi ultravioletti) senza protezione con occhiali scuri dotati di buoni filtri. Anche se i tumori oculari sono rari, si possono diffondere facilmente al resto dell’organismo: hanno un’alta incidenza di metastasi.Le più frequenti forme tumorali degli occhi sono il melanoma dell’uvea e le neoplasie della congiuntiva. Il melanoma dell’uvea è il tumore intraoculare più frequente nell’adulto e presenta un’incidenza pari a 6-7 nuovi casi per milione di popolazione ogni anno. Il trattamento si avvale di terapie conservative quali la brachiterapia (si impianta temporaneamente dietro al bulbo oculare una ‘placca’ radioattiva) e la terapia radiante con protoni (per i tumori più gravi si ‘bombarda’ la massa tumorale con particelle ad alta energia). “Nell’ambito dei carcinomi e dei linfomi congiuntivali – anticipa Maria Antonietta Blasi, direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Oculare – si è evidenziato un incremento della loro incidenza e una maggiore aggressività del carcinoma squamoso, ritenuto un tempo a basso grado di malignità”. Il Congresso SIOO – società scientifica presieduta da Emilio Balestrazzi (già ordinario di Oftalmologia all’Università Cattolica) – è anche l’occasione per presentare l’Associazione Oncologia Oculare onlus, con sede al Policlinico Gemelli, che si occuperà di fornire prevenzione e sostegno agli ammalati e alle famiglie, e di promuovere la conoscenza di tumori oculari e la formazione del personale. Vedi il programma
Farmaci, l’esercito dei senza ricetta Il fai-da-te è rischioso sia nella diagnosi che nell’acquisto di medicinali senza prescrizione e senza supervisione di un medico. L’acquisto “abusivo” riguarda soprattutto i giovani 23 settembre 2014 – Il fai-da-te ìmpera nel regno della salute degli italiani. Il problema è che può essere molto scriteriato. Ad esempio se ci si “autoprescrive” un farmaco senza essere medici e si va in farmacia senza ricetta anche laddove vige l’obbligo di legge. Il 23,4% delle persone assume, invece, farmaci con obbligo di prescrizione senza che alcuna ricetta medica. Questa è la percentuale contenuta in un rapporto che Demoskopea ha curato per un sito di medici (dottori.it). Antidolorifici, antibiotici, antistaminici e antipiretici: troppe “autoprescrizioni” La lista dei farmaci acquistati “abusivamente” è lunga. In particolare gli antidolorifici, indicati dal 55,1% degli interpellati (tra i 18 e i 65 anni). A seguire gli antibiotici, assunti di propria spontanea volontà dal 37% del campione considerato, gli antistaminici contro le allergie (28,8%), gli antipiretici per abbassare la febbre (20,3%) e persino gli psicofarmaci, che nell’ultimo anno sarebbero stati assunti almeno una volta senza aver chiesto il parere del medico dal 5,9% dai maggiorenni non anziani e da oltre il 10% fra i 25 e i 34 anni. Colliri terapeutici, necessaria una prescrizione dell’oculista Tra i farmaci acquistati senza prescrizione ci possono essere anche colliri terapeutici che dovrebbero, al contrario, essere sempre prescritti da un medico oculista. Perché, ad esempio, se si acquista un collirio cortisonico e si ha una lesione corneale si potrebbe persino peggiorare il quadro clinico. Non bisogna, infatti, mai sottovalutare i possibili effetti collaterali di un farmaco (rigorosamente riportati nel foglietto illustrativo) accanto alle sue potenzialità terapeutiche. Senza parlare degli ipocondriaci e della loro sindrome del “malato immaginario”: per tentare di curarsi da soli possono fare danni a se stessi.In Italia è digitale l’11% delle ricette In questo contesto stenta a decollare la digitalizzazione delle ricette mediche. Infatti secondo Promofarma solo l’11% delle ricette è digitale in Italia, mentre resiste la vecchia ricetta cartacea. Sono infatti a regime solo cinque regioni: Valle d’Aosta, Trentino, Veneto, Sicilia e Basilicata. Per le altre bisognerà ancora attendere. Sono infatti ancora sette le regioni in cui ancora è in corso una burocratica “definizione delle attività preliminari“ (Calabria, Abruzzo, Sardegna, Lazio, Umbria, Puglia, Alto Adige), mentre nelle rimanenti è in atto una “sperimentazione“. Chissà che la ricetta elettronica funzioni meglio di quella tradizionale.
Fonti di riferimento: Demoskopea, Adn , Benessereblog , Sole 24Ore-Sanità e Promofarma
Proteggere gli occhi dal cheratocono Si è tenuto presso il Policlinico A. Gemelli un convegno su una malattia della superficie oculare che può essere trattata con nuove tecniche22 settembre 2014 – Col cheratocono bisogna giocare d’anticipo. Si tratta, infatti, di una malattia che colpisce la superficie oculare (cornea), deformandola, causando aberrazioni visive (come se guardasse attraverso un vetro deformante). Per evitare l’ipovisione e il trapianto di cornea si può ricorrere a una tecnica che consente di rinforzare la superficie dell’occhio (chiamata cross-linking). Se n’è parlato sabato 20 settembre presso il Policlinico A. Gemelli di Roma, andando ad analizzare le nuove prospettive terapeutiche del trattamento del cheratocono.La migliore forma di cura è la prevenzione della deformazione della superficie dell’occhio (che assume l’aspetto di un cono ovvero di una protuberanza). Clinicamente il cheratocono si presenta con un astigmatismo che tende gradualmente ad aumentare fino a non esser più correggibile con occhiali e lenti a contatto. Tra l’altro si può realizzare una “mappa geografica” corneale per poterla “riparare” in modo mirato grazie al calore, sfruttando la riboflavina ossia la vitamina B2 che viene fissata mediante i raggi ultravioletti negli strati corneali, rinforzando così la superficie oculare. Se fino ad oggi si mirava esclusivamente a fermare la progressione della malattia, in futuro al Gemelli sarà probabilmente avviata una sperimentazione che potrà consentire di migliorare la vista dei malati. “II cheratocono – spiega Aldo Caporossi, direttore della Clinica Oculistica del Policlinico Gemelli e uno dei pionieri del cross-linking corneale – è una distrofia ereditaria della cornea caratterizzata da un progressivo assottigliamento e incurvamento della stessa [cornea]. Tale patologia corneale si manifesta tipicamente in età adolescenziale e giovanile, anche se è frequente l’osservazione di casi a esordio in età pediatrica”. Il cheratocono è una malattia rara, con valori di prevalenza riportati che oscillano tra i 10 e i 600 casi su centomila persone, con una prevalenza media di 54,5 su centomila. La sua incidenza è di circa un caso ogni 2000 persone l’anno, sebbene oggi si possa diagnosticare più frequentemente (fino a un caso ogni 600 soggetti sani) grazie alla topografia e alla pachimetria corneale. Nei Paesi industrializzati il cheratocono è la prima causa di trapianto di cornea nei giovani. Dunque bisogna strizzare l’occhio… alla prevenzione!
A Parigi con la prevenzione della cecitàSi è svolto dal 18 al 21 settembre 2014 il Consiglio dei membri della IAPBLa salute oculare è stata protagonista a Parigi. Dal 18 al 21 settembre si è tenuto nella capitale francese il Consiglio dei membri dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità ( IAPB ). Tra l’altro il 20 settembre si è parlato del Piano d’Azione Globale dell’Oms 2014-2019 per una salute oculare universale, che prevede un impegno mondiale focalizzato sui problemi della vista. Non è mancato, inoltre, il tema del diabete , che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità colpisce 347 milioni di persone nel mondo. Per questo si è cercato di capire “come prepararsi a una possibile epidemia che riguarda il legame fra diabete e cecità”. Infatti gli zuccheri nel sangue, se non controllati, possono causare gravi danni oculari (vedi retinopatia diabetica ).All’appuntamento non sono mancate le curiosità quali la “ Vista cibernetica: un nuovo concetto ”, il titolo di una relazione di domenica 21 settembre. In programma ci sono stati anche argomenti più classici quali i risultati degli interventi chirurgici di cataratta , che sono i più eseguiti al mondo (anche se nei Paesi in via di sviluppo spesso non si hanno le risorse per effettuarli). Lo stesso giorno si è tenuto anche un discorso di benvenuto del Presidente della IAPB internazionale, l’australiano Bob McMullan.L’evento – a cui ha partecipato anche una delegazione della IAPB Italia onlus – si è svolto congiuntamente con l’Organizzazione per la Prevenzione della Cecità (OPC) ed è stato seguito dal meeting annuale delle organizzazioni non governative che si occupano di malattie tropicali dimenticate (22-25 settembre 2014), tra cui si annoverano il tracoma e l’oncocercosi.
ROP, il pericolo dei vasi retinici anomali Nei neuroni della retina esiste un meccanismo di attivazione che potrebbe essere bloccato per salvare la vista ai neonati prematuri colpiti da retinopatia17 settembre 2014 – La moltiplicazione indesiderata dei vasi retinici può danneggiare gravemente la retina. È ciò che può avvenire nei nati prematuri, che rischiano di contrarre una forma di retinopatia (ROP). Dunque si cercano gli “indiziati” che fanno scatenare questi meccanismi oppure li agevolano. Un’équipe di ricercatori canadesi – in uno studio pubblicato su Nature Medicine– ha individuato un recettore (F2rl1 o Par2) presente nei neuroni retinici che “migra” dalla membrana cellulare verso il nucleo della cellula promuovendo così la crescita dei vasi sanguigni anomali. Intervenendo su questo meccanismo si potrebbero mettere a punto nuovi trattamenti per prevenire la cecità causata dalla retinopatia del prematuro che può, se non trattata bene, causare persino un distacco di retina. Secondo un precedente studio svedese la probabilità che questo avvenga è pari fino a 19 volte in più rispetto ai nati non prematuri. Vedi anche: “ ROP, il successo col trattamento laser precoce ”