Farmaci, l’esercito dei senza ricetta Il fai-da-te è rischioso sia nella diagnosi che nell’acquisto di medicinali senza prescrizione e senza supervisione di un medico. L’acquisto “abusivo” riguarda soprattutto i giovani 23 settembre 2014 – Il fai-da-te ìmpera nel regno della salute degli italiani. Il problema è che può essere molto scriteriato. Ad esempio se ci si “autoprescrive” un farmaco senza essere medici e si va in farmacia senza ricetta anche laddove vige l’obbligo di legge. Il 23,4% delle persone assume, invece, farmaci con obbligo di prescrizione senza che alcuna ricetta medica. Questa è la percentuale contenuta in un rapporto che Demoskopea ha curato per un sito di medici (dottori.it). Antidolorifici, antibiotici, antistaminici e antipiretici: troppe “autoprescrizioni” La lista dei farmaci acquistati “abusivamente” è lunga. In particolare gli antidolorifici, indicati dal 55,1% degli interpellati (tra i 18 e i 65 anni). A seguire gli antibiotici, assunti di propria spontanea volontà dal 37% del campione considerato, gli antistaminici contro le allergie (28,8%), gli antipiretici per abbassare la febbre (20,3%) e persino gli psicofarmaci, che nell’ultimo anno sarebbero stati assunti almeno una volta senza aver chiesto il parere del medico dal 5,9% dai maggiorenni non anziani e da oltre il 10% fra i 25 e i 34 anni. Colliri terapeutici, necessaria una prescrizione dell’oculista Tra i farmaci acquistati senza prescrizione ci possono essere anche colliri terapeutici che dovrebbero, al contrario, essere sempre prescritti da un medico oculista. Perché, ad esempio, se si acquista un collirio cortisonico e si ha una lesione corneale si potrebbe persino peggiorare il quadro clinico. Non bisogna, infatti, mai sottovalutare i possibili effetti collaterali di un farmaco (rigorosamente riportati nel foglietto illustrativo) accanto alle sue potenzialità terapeutiche. Senza parlare degli ipocondriaci e della loro sindrome del “malato immaginario”: per tentare di curarsi da soli possono fare danni a se stessi. In Italia è digitale l’11% delle ricette In questo contesto stenta a decollare la digitalizzazione delle ricette mediche. Infatti secondo Promofarma solo l’11% delle ricette è digitale in Italia, mentre resiste la vecchia ricetta cartacea. Sono infatti a regime solo cinque regioni: Valle d’Aosta, Trentino, Veneto, Sicilia e Basilicata. Per le altre bisognerà ancora attendere. Sono infatti ancora sette le regioni in cui ancora è in corso una burocratica “definizione delle attività preliminari“ (Calabria, Abruzzo, Sardegna, Lazio, Umbria, Puglia, Alto Adige), mentre nelle rimanenti è in atto una “sperimentazione“. Chissà che la ricetta elettronica funzioni meglio di quella tradizionale.
Fonti di riferimento: Demoskopea, Adn , Benessereblog , Sole 24Ore-Sanità e Promofarma