Occhiali intelligenti, un prototipo per disabili visivi

Occhiali intelligenti (Foto di Stephen Hicks, Università di Oxford)

Occhiali intelligenti (Foto di Stephen Hicks, Università di Oxford) Occhiali intelligenti, un prototipo per disabili visivi Saranno sperimentati nel 2014 a Oxford e Londra: sagome luminose compaiono su lenti trasparenti 4 novembre 201 3 – Il futuro delle lenti è più vicino ai ciechi e agli ipovedenti di quanto non si pensi: “occhiali intelligenti” potranno aiutarli a orientarsi, consentendo loro di diventare più autonomi. Il prossimo anno un progetto pilota dell’Università di Oxford e di Londra vedrà 160 persone impegnate in una sperimentazione che si rivolge principalmente ai non vedenti legali (non si tratta di una contraddizione in termini perché parliamo di ciechi con qualche residuo visivo). Gli “occhiali intelligenti” attualmente messi a punto da Stephen Hicks – un inventore e neurologo dell’università di Oxford (UK) – sfruttano, spiega la Royal Society di Londra, videocamere incorporate nella montatura degli occhiali speciali e un software dedicato per rilevare gli oggetti più vicini, visualizzandoli su lenti trasparenti dotate di led, presentandoli in forma semplificata e intuitiva. Per spostarsi in ambienti non familiari, compresi gli spazi pubblici, con gli occhiali intelligenti si potrà successivamente sfruttare una funzione che tradurrà in audio le scritte e gli ambienti che i disabili visivi trovano innanzi a sé. Per ora, tuttavia, il prototipo si limita a segnalare acusticamente gli ostacoli, che visivamente risultano tanto più luminosi quanto più sono prossimi: si presentano come sagome chiare su uno sfondo scuro. N. B. Gli occhiali ‘intelligenti’ potrebbero essere disponibili entro qualche anno. Va precisato però che, allo stato attuale, gli ausili elettronici non sostituiscono completamente bensì aiutano il cieco che impiega il classico bastone bianco o il cane guida. Gli ipovedenti possono già oggi utilizzare il proprio smartphone o il proprio tablet per aiutarsi a orientare nello spazio e per leggere testi (grazie alla funzione zoom). La riabilitazione visiva resta, in ogni caso, la strada maestra per gli ipovedenti che vogliano imparare a sfruttare meglio il proprio residuo visivo.

Link utile: Video degli ‘occhiali intelligenti’ sperimentali

Fonti: Royal Society, Mirror News

Ue, in viaggio con più diritti di cura

Bandiere Ue

Ue, in viaggio con più diritti di cura Prevenzione, diagnosi e trattamenti saranno maggiormente accessibili nell’Europa a 28 Paesi. Il 25 ottobre è entrata in vigore la Direttiva Ue sulle cure transfrontaliere L’Unione europea strizza un occhio agli assistiti. Il 25 ottobre 2013 è entrata in vigore la Direttiva Ue per le cure transfrontaliere. Già lo scorso maggio la Commissione europea aveva sottolineato la necessità di tutelare al meglio la salute dei cittadini, che devonoTessera sanitaria italiana avere pieno accesso all’assistenza sanitaria e ai trattamenti medici: prevenzione, diagnosi e cura devono essere accessibili in tutta l’Unione europea , a prescindere dalla disponibilità economica, dalla nazionalità e dal sesso del richiedente. Questi principi devono essere applicati nei singoli Paesi dell’Unione, che attualmente conta 28 Paesi (la Croazia è entrata a farne parte il primo luglio 2013). In particolare i cittadini dell’Ue hanno il diritto di: 1) ricevere assistenza sanitaria quando si sta visitando un altro Paese dell’Unione europea (è importante avere sempre con sé la tessera sanitaria e verificare che sul verso compaia la dicitura “ tessera europea di assicurazione malattia ”): non c’è bisogno di tornare a casa per essere curati; 2) essere rimborsati per le spese sanitarie sostenute in un altro Paese europeo, ma solo “in certe circostanze e normalmente sino all’importo che verrebbe rimborsato nel proprio Paese per lo stesso trattamento” (l’eventuale differenza è a carico del cittadino); 3) ricevere informazioni sulla sicurezza e sugli standard di qualità dei Paesi europei. Nei diversi Stati membri deve essere attivato un numero telefonico nazionale per questo fine (ma al momento quasi tutti i Paesi Ue non hanno ancora provveduto). Si può, in linea di principio, scegliere in quale Paese dell’Unione europea farsi curare, ma ci sono casi in cui potrebbe essere necessaria un’autorizzazione preventiva. Restano comunque esclusi i trapianti e le terapie di lunga durata ; 4) essere curati da professionisti della salute qualificati in qualunque Paese Ue ; 5) ottenere una copia dei propri dati medici e dei trattamenti ricevuti, in modo tale da assicurare continuità terapeutica una volta rientrati nel proprio Paese; Operazione di cataratta 6) avere il riconoscimento della propria prescrizione medica in tutti i Paesi comunitari (a tal fine si potranno richiedere prescrizioni transfrontaliere valide in tutta Europa); 7) essere curati con medicinali sicuri ed efficaci; 8) essere messi in grado di riferire presunti effetti collaterali delle medicine; 9) essere curati con dispositivi medici sicuri (oltre che tecnologicamente avanzati); 10) beneficiare degli alti standard comuni per quanto riguarda trasfusioni di sangue, trapianti di organi, tessuti e cellule. L’Italia ha previsto uno stanziamento all’interno della Legge di Stabilità di 121 milioni di euro per il 2014. Il 3 dicembre 2013 il Consiglio dei Ministri – dietro proposta del Ministro della salute e del Ministro per gli affari europei – ha approvato il testo del decreto legislativo di recepimento della Direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera all’interno dell’Ue. Tuttavia occorre un ulteriore passaggio: “Il perfezionamento del decreto – scrive il Ministero della Salute – avverrà dopo il parere della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni Parlamentari“. Con l’entrata in vigore del provvedimento prenderà avvio l’attività del Punto di contatto nazionale per informazioni specifiche sull’assistenza transfrontaliera. Gli assistiti riceveranno sotto forma di rimborso lo stesso importo che avrebbero ricevuto nel loro Paese per lo stesso tipo di cure. Se il trattamento ricevuto all’estero è meno costoso che in patria, il rimborso equivarrà al prezzo effettivo del trattamento. In generale il paziente paga le cure che riceve ed è successivamente rimborsato dall’autorità nazionale nel più breve tempo possibile. Tuttavia, va detto che gli Stati membri hanno anche la possibilità di versare direttamente l’importo per l’assistenza sanitaria piuttosto che rimborsare le persone assistite. è possibile recarsi all’estero per ricevere cure se il trattamento non è disponibile nel proprio Paese, ma si ha diritto al rimborso solo se il trattamento rientra nell’offerta di assistenza sanitaria cui si ha diritto nel proprio Stato di origine. Si ha, in ogni caso, diritto a ricevere una copia della cartella clinica dal Paese di origine prima di sottoporsi a cure in un altro Stato membro e dal prestatore di assistenza sanitaria nel paese di cura prima di rientrare in patria. Va detto che le autorità nazionali possono introdurre un sistema di “autorizzazione preventiva” per le cure mediche somministrate in un altro Stato membro in tre casi: a) per le cure che comportano un ricovero ospedaliero di almeno una notte; b) per un’assistenza sanitaria altamente specializzata e costosa; c) in casi gravi e specifici correlati alla qualità o alla sicurezza dell’assistenza erogata.

Link utili: i) Direttiva per agevolare il riconoscimento delle ricette mediche emesse in un altro Stato membro ; ii) Direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera nell’Unione europea ; iii) Cure transfrontaliere: domande e risposte dell’Unione europea <<<

Fonti: Commissione Europea, Euractiv , Ministero della Salute, Cittadinanzattiva

Pagina pubblicata il 25 ottobre 2013. Ultimo aggiornamento: 4 dicembre 2013.

Miopia, mettiamo a fuoco le cause

L'occhio miope mette male a fuoco gli oggetti lontani, che arrivano sfocati sulla retina

L'occhio miope mette male a fuoco gli oggetti lontani, che arrivano sfocati sulla retinaMiopia, mettiamo a fuoco le cause Oltre ai fattori genetici conta anche lo stile di vita e, in particolare, quante ore si trascorrono all’aperto 21 ottobre 2013 – Cambia epoca, si scoprono nuove cause. Un tempo un lavoro oculare eccessivo da vicino non era considerato uno dei tanti fattori potenzialmente associati alla miopia, mentre oggi persino una carenza di attività all’aperto viene ritenuta, almeno da alcuni oculisti, una delle sue possibili cause (oltre ai tradizionali fattori genetici, ad esempio i genitori miopi). A questa conclusione sono pervenuti ricercatori di Taiwan con uno studio condotto su oltre cinquemila giovani dai 18 ai 24 anni, contribuendo a mettere a fuoco i fattori legati al comune vizio refrattivo. Nella città del Sud-Est asiatico la prevalenza della miopia è molto elevata: tra i giovani maggiorenni è pari all’86,1% (-3,66 diottrie in media). Senza considerare che, col passare degli anni, tende ad aumentare. Un tempo eccessivo trascorso a leggere o, comunque, a guardare da vicino (schermo compreso) potrebbe peggiorare, secondo lo studio taiwanese, la visione da lontano, probabilmente perché si rinuncia a più sane attività all’aperto: un bulbo oculare allungato provoca la sfocatura delle immagini, poiché il fuoco cade davanti alla retina invece che sopra di essa. “Non per questo bisogna sconsigliare la lettura: leggere impegna anche il cervello (non solo nella visione, ma anche nella ricostruzione e comprensione del senso delle frasi). é la lettura senza una giusta correzione ottica e in condizioni di luminosità non ottimali – precisa Silvia, medico oculista del Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva – a creare maggiore sforzo visivo che, alla lunga, può comportare un peggioramento visivo. Viceversa la lettura può essere persino utile nella riabilitazione visiva. Anche il computer, usato in maniera corretta, non crea problemi: bisogna fare della pause, non avere riflessi fastidiosi sullo schermo, mantenere una postura corretta e, naturalmente, utilizzare una correzione ottica (ad esempio occhiali) quando necessaria“ ( vedi Come usare i videoterminali). Secondo precedenti ricerche i bambini che trascorrono più tempo al sole e all’aria aperta, possibilmente praticando sport, tendono ad essere meno miopi (si evita un allungamento eccessivo dell’occhio perché si produce più dopamina). Insomma, questo difetto visivo può essere considerato prevenibile almeno in qualche misura, sebbene la sua causa principale sia di origine genetica. Vedi anche: “Più vita all’aperto per prevenire la miopia

Fonte: Invest. Ophthalm. Vis. Sci.

Ultima modifica: 12 maggio 2015

Prevenzione della cecità e riabilitazione visiva, relazione al Parlamento

Ministero della Salute (Sede di Roma Eur)

Ministero della Salute (Sede di Roma Eur) Prevenzione della cecità e riabilitazione visiva, relazione al Parlamento Nel documento annuale del Ministero della Salute apprezzato l’operato della IAPB Italia onlus e del Polo Nazionale: garantiscono il diritto alla tutela della vista 18 ottobre 2013 – Una conferma della capacità del Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva e della IAPB Italia onlus di intraprendere efficaci programmi per garantire il diritto alla tutela della vista , interagendo proficuamente sia con le istituzioni nazionali che internazionali. È questo, in sintesi, il parere espresso dal Ministero della Salute, che lo scorso 4 ottobre ha inviato alla Camera e al Senato la Relazione sullo “stato d’attuazione delle politiche inerenti la prevenzione della cecità, educazione e riabilitazione visiva” (relativo al 2012).Riabilitazione di ipovedente Tale documento viene inviato annualmente all’Aula: contiene una descrizione di tutte le attività svolte l’anno precedente non solo dalla IAPB Italia onlus, ma anche dalle Regioni e dallo stesso Ministero della Salute. “Altro dato che è emerso dall’analisi – scrive il Dicastero – è che a distanza di 16 anni dall’approvazione della Legge 284/97, esiste ancora, a livello nazionale, una forte disomogeneità riguardo il numero e tipologia dei centri di riabilitazione visiva, le prestazioni effettuate ed il personale presente nei centri”. I centri pediatrici per la riabilitazione visiva sono ancora concentrati nel Nord Italia, mentre secondo il Ministero della Salute la nota dolente è una sostanziale carenza di strutture di questo tipo nel Centro-Sud. Infine, si pone lo spinoso problema della fortissima riduzione dei fondi per le Regioni (pari a circa 194mila euro per tutto il 2013, indicativamente un decimo della cifra precedentemente stanziata, un importo irrisorio per l’assistenza). “Il taglio delle risorse – spiegano dal Ministero della Salute – impatterà quindi negativamente sull’intero territorio nazionale, sulle prestazioni erogate e sui servizi offerti ai disabili visivi, contrastando gli effetti delle azioni di governo centrale”. Come a dire che rischiano di essere compromesse una serie di azioni di lotta all’ipovisione e alla cecità.

Link utile: Relazione al Parlamento sullo stato d’attuazione delle politiche inerenti la prevenzione della cecità, educazione e riabilitazione visiva

Fonti: Ministero della Salute, Il Sole 24 Ore-Sanità

Più sport contro il diabete

Più sport contro il diabete Si possono prevenire i danni alla salute retinica della malattia da eccesso di zuccheri 17 ottobre 2013 – La battaglia contro il diabete passa anche attraverso l’esercizio fisico abituale: consente di controllare il livello di zuccheri nel sangue e migliora il benessere nelle persone colpite dalla forma meno grave della malattia (diabete di tipo 2). Quest’ultima è controllabile con un corretto stile di vita, a partire dalla dieta, ed eventualmente con farmaci specifici (ipoglicemizzanti). Indicativamente vanno incontro a problemi oculari alla retina tre persone su quattro colpite dalla forma meno grave di diabete e nove su dieci affette, invece dalla forma più grave (diabete di tipo 1, che richiede somministrazione d’insulina). Secondo altre

Fonti la retinopatia diabetica colpisce due diabetici su tre dopo vent’anni di malattia. Fondo oculare di diabetico In Italia, secondo dati Istat aggiornati, è diabetico il 5,5% della popolazione ovvero oltre tre milioni di persone. Nel nostro Paese e nelle altre nazioni industrializzate la retinopatia diabetica è la prima causa di cecità in età lavorativa . Secondo l’Oms i diabetici sono complessivamente 347 milioni nel mondo. I danni causati dal diabete sia alla retina che ad altre parti del corpo (reni, apparato cardiocircolatorio, nervi periferici, arti) sono generalmente evitabili controllando periodicamente la glicemia (concentrazione di zuccheri nel sangue) e sottoponendosi a controlli oculistici periodici.

Leggi anche: Opuscolo sul diabete

Fonte principale: Diabetologia Ultimo aggiornamento: 18 novembre 2013

Comunicazione delle cellule, assegnato il Premio Nobel per la Medicina

Premi Nobel per la Medicina 2013: da sinistra gli americani Rothman e Schekman. A destra il tedesco Südhof

Premi Nobel per la Medicina 2013: da sinistra gli americani Rothman e Schekman. A destra il tedesco Südhof Comunicazione delle cellule, assegnato il Premio Nobel per la Medicina L’hanno vinto tre ricercatori per i loro studi sulle vescicole: Rothman, Schekman e Südhof 7 ottobre 2013 – Il mistero dell’organizzazione della comunicazione delle cellule è stato, almeno in parte, svelato: il merito va a James E. Rothman, Randy W. Schekman e Thomas C. Südhof, tre ricercatori che hanno appena vinto congiuntamente il Premio Nobel per la medicina 2013. Vescicole lipidiche “Ogni cellula – scrive il Karolinska Institutet svedese, che assegna il prestigioso riconoscimento – è una fabbrica che produce ed esporta molecole. Ad esempio, l’insulina viene prodotta e rilasciata nel sangue e dei segnali chimici chiamati neurotrasmettitori vengono inviati da una cellula nervosa all’altra. Questa molecole vengono veicolate attraverso la cellula in piccoli pacchetti chiamati vescicole. I tre Premi Nobel hanno scoperto i principi molecolari che governano la modalità in cui questo contenuto viene consegnato, all’interno Struttura interna di una cellula: in alto una vescicoladella cellula, nel luogo e nel momento giusto”. Le vescicole contengono molecole utili all’organismo (ad esempio le proteine) e possono essere paragonate a piccolissimi palloncini che viaggiano all’interno di una cellula e tra cellule diverse, rilasciandone il contenuto una volta arrivate a destinazione. Ricordiamo che la carenza di insulina caratterizza la forma più grave di diabete (il tipo 1). Tale malattia, che secondo l’Oms colpisce circa 346 milioni di persone nel mondo, se non curata può provocare anche gravi danni alla retina (vedi retinopatia diabetica). L’organismo umano (occhi compresi) fonda il suo funzionamento su un delicato equilibrio biochimico. Una sua alterazione può provocare diverse malattie che vanno tempestivamente diagnosticate.

Fonte principale: nobelprize.org

Nuova luce sull’AMD

Gene

Nuova luce sull’AMD La malattia degenerativa della retina centrale è causata da diversi geni, tra cui il C3 , ma conta anche lo stile di vita 18 settembre 2013 – Un altro gene è tra i fattori che mettono a rischio la zona centrale della retina. La degenerazione maculare legata all’età (AMD) – malattia oculare che colpisce generalmente dopo i 55 anni – ha come concausa varianti genetiche del DNA. Una vasta équipe di ricercatori americani, europei e canadesi ha, in particolare, constatato che un gene chiamato C3 ha un ruolo nel provocare la malattia (ma non è il fattore più importante). Fondo oculare di persona affetta da AMD (forma secca) Il team di ricercatori ha mappato il DNA di oltre 2.300 persone colpite da degenerazione maculare senile, confrontandola con quello di persone sane. Si è constato che varianti rare del gene C3 possono alterare la cascata del complemento, la quale consiste in una serie di reazioni molecolari a catena che hanno un ruolo nei processi infiammatori. L’AMD è però una malattia retinica provocata da più fattori: non conta solo l’aspetto genetico, ma anche lo stile di vita, che si può migliorare (bisogna smettere di fumare, praticare regolarmente l’esercizio fisico e seguire una dieta varia, ricca di vitamine, di Omega-3 e Omega-6). Infine, la diagnosi precoce è essenziale: nel caso della forma secca dell’AMD, più diffusa ma considerata incurabile, vengono generalmente consigliati i complementi alimentari. Quando, invece, si presenta la forma umida della degenerazione maculare legata all’età, il medico oculista potrebbe prescrivere iniezioni nell’occhio (intravitreali) per tentare di bloccare i danni alla retina centrale.

Fonti principali: Washington University in St. Louis, Nature Genetics Ultimo aggiornamento: 19 settembre 2013

Test ematici per la cataratta congenita

Test ematici per la cataratta congenita Sperimentati dall’Università di Manchester, presto saranno disponibili in Inghilterra 17 settembre 2013 – Ci sono almeno 100 mutazioni genetiche che causano la cataratta congenita: il cristallino che si presenta opaco alla nascita non consente di avere un corretto sviluppo visivo se non viene rimosso. È relativamente semplice per un oculista diagnosticare una cataratta alla nascita, ma ora si punta a fare di più: l’università di Manchester (UK) ha messo a punto un test genetico sul sangue e l’ha presentato alla Società Britannica di Genetica Medica. Una diagnosi precoce può aiutare a decidere il trattamento migliore in modo tempestivo. Si prevede che il test sia disponibile presso l’ospedale di Manchester a partire dalla fine dell’anno.

Fonte: Bbc

Quando la cecità ha i numeri

Quando la cecità ha i numeri La perdita precoce della vista, spesso evitabile, può comunque migliorare le capacità matematiche 6 settembre 2013 – Non tutto il male viene per nuocere. Se si diventa ciechi precocemente (una situazione in molti casi evitabile) si può avere una marcia in più in matematica. A sostenere questa originale posizione è una coppia di psicologi che ha pubblicato uno studio scientifico sulla rivista Cortex.Cieco con accompagnatore “In particolare – scrivono gli studiosi dell’Università di Hull (Gran Bretagna) – abbiamo scoperto che i partecipanti ciechi dimostrano migliori capacità di stima numerica rispetto ai vedenti”. Queste superiori capacità matematiche si manifestano in contesti diversi, familiari e non familiari. I ciechi, tra l’altro, tendono ad avere migliori prestazioni mnemoniche. Dunque si può supporre, in generale, che nei non vedenti si riscontri un miglioramento dei processi cognitivi superiori.

Fonte: J. Castronovo, JF. Delvenne, “Superior numerical abilities following early visual deprivation”, Cortex 2013 May;49(5):1435-40. doi: 10.1016/j.cortex.2012.12.018. Epub 2013 Jan 17.

Il diabete entra nella lista nera

Il diabete entra nella lista nera Secondo l’Oms è l’ottava causa di decesso al mondo. Causa anche problemi alla retina 29 agosto 2013 – Il diabete, se non curato, può mettere a repentaglio non solo la vista ma anche la vita. L’Oms l’ha inserito ufficialmente come ottava causa di decesso al mondo, facendolo entrare a pieno diritto nella top ten ‘nera’ (prima degli incidenti stradali e delle morti premature), che vede ai primi tre posti le ischemie cardiache (compresi gli infarti), gli ictus e le infezioni respiratorie. Complessivamente nel 2011 sono decedute 55 milioni di persone, in due casi su tre a causa di malattie non trasmissibili (di cui 17 milioni per patologie cardiache). Il diabete è una malattia non trasmissibile molto diffusa: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità colpisce 346 milioni di individui nel mondo. Si presenta in due forme: il tipo 1, che richiede somministrazione d’insulina, e il tipo 2, controllabile con un corretto stile di vita ed eventuali farmaci. Anche la dieta è importante: un maggiore consumo di frutta come i mirtilli, l’uva e le mele è, si legge in uno studio pubblicato sul British Medical Journal , “significativamente associato a un più basso rischio di diabete di tipo 2“. La malattia, caratterizzata da un’eccessiva concentrazione di zuccheri nel sangue (glicemia elevata), deve essere diagnosticata tempestivamente: solo così si possono impedire danni alla retina (vedi retinopatia diabetica), disturbi ai reni, al sistema cardiocircolatorio, ai nervi periferici, ecc. Fondamentale è farsi periodicamente gli esami del sangue e sottoporsi regolarmente a controlli oculistici comprensivi dell’esame della retina (controllo del fondo oculare). Infatti, una visita può salvare la vista e, in alcuni casi, persino la vita.

Fonte: BMJ, Oms Ultimo aggiornamento: 30 agosto 2013