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retinite pigmentosa

I capelli possono rivelare lo stress dovuto a patologie oculari: lo studio sui pazienti affetti da retinite

Uno studio condotto dal Dipartimento di Oftalmologia dell’Ospedale Universitario Clinico di Valladolid e dell’Istituto di Oftalmobiologia applicata presso l’Università di Valladolid e presentato al 22° Congresso Mondiale EURETINA evidenzia come i soggetti affetti da retinite pigmentosa sperimentino alti livelli di stress e ansia.

La retinite pigmentosa può creare elevati livelli di stress ed ansia nei pazienti, incidendo sulla loro salute mentale. A dimostrarlo è una ricerca condotta da Milagros Mateos, MD, e i colleghi del Dipartimento di Oftalmologia dell’Ospedale Universitario Clinico di Valladolid e dell’Istituto di Oftalmobiologia applicata presso l’Università di Valladolid a Valladolid, in Spagna.

La retinite pigmentosa (RP) è una rata patologia appartenente a un gruppo di malattie ereditarie caratterizzate da una degenerazione progressiva della retina in entrambi gli occhi. Provoca la perdita graduale della visione notturna e del campo visivo periferico, che può progredire fino all’ipovisione e, nei casi più gravi, alla cecità. Attualmente non è considerata una malattia curabile, proprio per questo incide fortemente sulla vita delle persone che ne sono affette.

Con il suo studio, presentato al 22° Congresso Mondiale EURETINA, Mateos ha potuto confermare come i pazienti con RP soffrano di stress cronico, misurandolo facilmente e in modo non invasivo attraverso i capelli che, grazie alla loro concentrazione di cortisolo, possono rappresentare un biomarcatore efficace per rilevare stress ed ansia.

I ricercatori hanno coinvolto nell’indagine 87 pazienti, reclutati dall’Associazione dei pazienti con RP di Casilla y Leon tra gennaio 2019 e giugno 2021, sottoponendoli a un esame oftalmologico che includeva test clinici, strutturali e funzionali, i cui risultati sarebbero stati utilizzati per dividere i pazienti in base alla gravità della malattia. È stato poi utilizzato un test di immunoassorbimento enzimatico per analizzare le ciocche di capelli ed è stato somministrato un questionario per misurare i livelli di stress e ansia.

Dai risultati è emerso che 18 pazienti (23,1%) hanno riportato alti livelli di stress e ansia, mentre in 58 pazienti (58,9%) i livelli risultavano essere ancora più gravi ed elevati.  Tra questi, coloro che registravano uno stadio della malattia più grave presentavano livelli significativamente più elevati di cortisolo nei capelli rispetto ai pazienti con RP lieve o moderata.

“Questo studio mostra che le concentrazioni di cortisolo nei capelli nei pazienti con RP sono elevate rispetto ai controlli basati sulla popolazione ed è stata identificata un’associazione tra il livello di concentrazione e la gravità di RP”, ha affermato Mateos. “Saranno necessarie ricerche future per caratterizzare l’effetto di questi stati psicologici negativi non trattati sulla progressione della malattia, se presente”.

La retinite, come molte delle malattie che colpiscono in modo irreversibile la vista, ha un effetto diretto sulla vita delle persone che ne sono affette. Cambia le abitudini, autonomia, libertà e, molto spesso, rende necessario modificare totalmente il proprio stile di vita.

Sono cambiamenti che comportano un notevole peso psicologico che può giocare sulla salute mentale delle persone: secondo una ricerca pubblicata su JAMA Ophthalmology, la depressione è risultata essere comune nei pazienti con problemi di vista (25%), proprio per questo risulta necessario e fondamentale un supporto specialistico che possa intervenire con riabilitazione visiva e accompagnamento psicologico, cosicché il paziente possa riprendere spazi di autonomia.

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