Esercizi da tenere d’occhio a ogni età

Esercizi da tenere d’occhio a ogni età L’invecchiamento attivo è essenziale anche per preservare la salute oculare 27 novembre 2013 – Lo sport non ha età e può sempre fare “brillare” lo sguardo. Praticare gli esercizi fisici o, almeno, fare lunghe camminate fa bene anche se si è anziani. Secondo un nuovo studio anglo-canadese, infatti, non è mai troppo tardi: il rischio di essere colpiti da malattie cardiache, depressione, malattia di Alzheimer e persino dal diabete si allontana se ci si mantiene costantemente in forma. Si tratta, aggiungiamo noi, anche di un modo per preservare la propria vista: si contribuisce non solo a prevenire la retinopatia diabetica, ma persino – secondo studi precedenti – la cataratta e l’AMD. L’attività fisica è notoriamente associata a una migliore salute complessiva anche nelle persone longeve. L’invecchiamento più o meno attivo è stato valutato per oltre otto anni su dati raccolti durante uno studio britannico effettuato precedentemente (English Longitudinal Study of Ageing). Sono state studiate circa 3.500 persone con un’età media di circa 64 anni. “Un’attività fisica sostenuta – concludono i ricercatori sul British Journal of Sports Medicine – è associata a una migliore salute complessiva. Benefici significativi di salute sono stati osservati tra i partecipanti che sono diventati fisicamente attivi relativamente tardi nella vita”.

Fonti principali: British Journal of Sports Medicine, Bbc

Focus

FOCUS.it 22 novembre 2013 Salute: 60% diabetici ha problemi agli occhi, iniziative in 57 città

Uno Mattina

“Uno Mattina“, 26 novembre 2013 , ore 9:25 RAI UNO Campagna sulla retinopatia diabetica

Giornata Mondiale Della Vista – 10 Ottobre 2013

Senato della Repubblica: da sinistra avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della IAPB Italia onlus, col Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il Presidente del Senato Pietro Grasso e il Segretario Generale IAPB It. Tiziano Melchiorre (Bibl. Spadolini)

Pillola anticoncezionale, potenziale rischio di glaucoma

Pillola anticoncezionale, potenziale rischio di glaucoma Un’assunzione di oltre tre anni potrebbe essere considerata uno dei fattori di rischio della malattia oculare 21 novembre 2013 – Un’assunzione almeno triennale della pillola anticoncezionale potrebbe contribuire allo sviluppo del glaucoma, una malattia oculare correlata generalmente all’aumento della pressione oculare. Lo sostengono ricercatori dell’Università della California (San Francisco), della Duke University School of Medicine e della Nanchang University (Cina): nei giorni scorsi hanno presentato la loro ricerca all’appuntamento dell’Accademia Americana di Oftalmologia ( Meeting di New Orleans , Usa, 15-19 novembre 2013). Gli studiosi hanno utilizzato dati ufficiali raccolti dal 2005 al 2008 durante un ampio studio americano sulla salute e l’alimentazione della popolazione (NHANES). In particolare, sono stati considerati i dati relativi a 3.406 partecipanti: erano donne con più di 40 anni che si erano già sottoposte a visite oculistiche e, inoltre, avevano compilato un questionario sulla loro salute e la loro sessualità.La misurazione del tono oculare deve essere effettuata periodicamente “Hanno scoperto – scrive l’ American Academy of Ophthalmology (AAO) – che le donne che hanno utilizzato per almeno tre anni contraccettivi orali, indipendentemente dal tipo impiegato, avevano una probabilità 2,05 volte maggiore di avere ricevuto anche una diagnosi di glaucoma”. Tuttavia col loro studio – precisa l’AAO – i ricercatori non dimostrano un nesso causale tra gli anticoncezionali e la malattia oculare, bensì indicano che la loro assunzione a lungo termine potrebbe essere uno dei fattori di rischio da considerare oltre quelli già noti: altri casi di glaucoma in famiglia (cause genetiche), alta pressione intraoculare e/o problemi già accertati del campo visivo.

Fonte: American Academy of Ophthalmology

Ultima modifica: 4 dicembre 2013

La SIMMG aiuta la battaglia contro la retinopatia diabetica

La SIMMG aiuta la battaglia contro la retinopatia diabetica A Firenze consegnata dalla IAPB Italia onlus una targa per l’impegno profuso in favore di una campagna di prevenzione per difendere la vista 21 novembre 2013 – Circa duemila partecipanti sono previsti al congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Generale (SIMMG) che, inaugurato stamattina a Firenze, proseguirà sino al 23 novembre. L’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus ha consegnato una targa alla Società italiana di Medicina Generale per l’impegno profuso “nella prevenzione della cecità attraverso la campagna sulla retinopatia diabetica «Tu non vedi il diabete… il diabete vede te»”. è stato tra l’altro proiettato e apprezzato un video realizzato per sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione dei danni visivi che il diabete può provocare. Attraverso check-up oculistici periodici e corretti stili di vita si possono generalmente evitare sia la cecità che l’ipovisione. Attualmente, tuttavia, il diabete è ancora la prima causa di perdita della vista in età lavorativa nei Paesi industrializzati e in Italia colpisce circa 3,3 milioni di persone.

Link di riferimento: SIMMG

Allarme diabete, minaccia in vista

Allarme diabete, minaccia in vista Ogni minuto in Italia c’è una nuova diagnosi, ma la sua prevenzione necessita di ulteriori sforzi 20 novembre 2013 – Se il diabete fosse contagioso sarebbe una pandemia: oggi colpisce circa 3,27 milioni di italiani e, in dieci anni, la percentuale di malati è passata dal 3,7% al 5,5% della popolazione (Istat 2012). Questi dati sono contenuti nell’Italian Barometer Diabetes Report, presentato oggi a Roma presso il Senato: è un documento redatto annualmente dall’IBDO, un Osservatorio che si dedica allo studio sistematico della malattia. Ogni minuto, nel nostro Paese, viene effettuata una nuova diagnosi della malattia da eccesso di zuccheri nel sangue; ma questo non basta. “Il diabete può essere considerato il modello paradigmatico delle malattie croniche non trasmissibili”, ha affermato il prof. Agostino Consoli, Danno alla retina provocato dal diabete (retinopatia diabetica)docente presso l’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara e curatore del rapporto. “Si tratta di una delle più pericolose, essendo gravata da una serie di complicanze gravissime e costosissime”. Tanto che, in media, per ogni malato si calcola una spesa di 2.600 euro l’anno. Ad esempio il diabete può provocare danni alla retina (vedi retinopatia diabetica), che sono ampiamente prevenibili; però, se non viene curato, può portare all’ipovisione e alla cecità. Inoltre può causare danni cardio-circolatori, renali, agli arti inferiori e ai nervi periferici. La prevenzione, ha concluso il prof. Consoli, “è fondamentale perché la retinopatia diabetica è la prima complicanza microvascolare che si manifesta nel diabete“. Non a caso questa malattia retinica è la prima causa di perdita della vista in età lavorativa nei Paesi industrializzati.

Fonte di riferimento: Infooggi

Pagina pubblicata il 20 novembre 2013.

Ultima modifica: 4 dicembre 2013

Sei trucchi per prevenire il diabete

Retina di diabetico

Dalla dieta all’esercizio fisico: una vita sana è importante anche per la vista

Il diabete può mettere a repentaglio le nostre capacità visive. Il 14 novembre 2013 si è celebrata la Giornata mondiale dedicata a questa malattia, legata a un’eccessiva concentrazione di zuccheri nel sangue: colpisce solo in Italia oltre tre milioni di persone, 422 milioni nel mondo (secondo l’Oms). Retina di diabetico

Un occhio di riguardo deve essere senz’altro riservato alla salute visiva: dopo vent’anni di patologia due persone su tre sono colpite da retinopatia diabetica. Il diabete non curato non solo può provocare seri danni alla retina, ma può anche indurre un glaucoma secondario e/o contribuire persino alla formazione della cataratta. Senza citare possibili danni ai reni, al sistema cardiovascolare, ai nervi periferici e agli arti inferiori.

Ci sono sei trucchi per prevenire i danni causati dal diabete, in primis quelli visivi: 1) una dieta sana ed equilibrata (con precisi limiti alle quantità di zuccheri e di carboidrati che si possono assumere); 2) sottoporsi una volta l’anno a un esame oculistico completo. Secondo l’American Academy of Ophthalmology dovrebbe comprendere, quindi, l’esame del fondo oculare (con dilatazione della pupilla); 3) mantenere normali i livelli della glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue); 4) assicurarsi che la pressione arteriosa e i livelli di colesterolo siano nella norma; 5) smettere di fumare; 6) praticare regolarmente l’esercizio fisico. Diversi studi attestano infatti che lo sport aiuta a prevenire il diabete o a contenerne il peggioramento.

Pagina pubblicata: 14 novembre 2013. Ultima modifica: 3 febbraio 2017

Fonte principale: AAO

Dendriti “intelligenti”

Neurone

NeuroneDendriti “intelligenti” Studiata in diretta nelle cavie l’attività della corteccia visiva: esistono impulsi locali rigenerativi 13 novembre 2013 – Agiscono come minuscoli dispositivi di calcolo biologici: riescono a rilevare e ad amplificare specifici tipi di input, selezionando in questo modo le informazioni. Sono i dendriti, ramificazioni minori dei neuroni, che hanno un’insospettata “intelligenza”. È quanto sostiene un’équipe angloamericana di ricercatori che ha recentemente pubblicato una lettera su Nature on-line .Neurone della corteccia visiva di topo al microscopio (evidenziato mediante colorante Gli impulsi dendritici aumentano la selettività della risposta neuronale a uno stimolo visivo. I ricercatori sono riusciti a registrare direttamente in vivo – mentre si verificava l’elaborazione sensoriale – l’attività dendritica dei neuroni della corteccia visiva primaria sia in cavie anestetizzate che in quelle vigili. Insomma, è stato effettuato un monitoraggio in diretta dell’attività dendritica della corteccia visiva dei topi, che ha rivelato una sorprendente “intelligenza” di tipo locale. La stimolazione visiva ha provocato impulsi dendritici rigenerativi distinti dai potenziali d’azione.

Fonte: Spencer L. Smith, Ikuko T. Smith, Tiago Branco & Michael Häusser, “Dendritic spikes enhance stimulus selectivity in cortical neurons in vivo”, Nature (Letter) doi:10.1038/nature12600, published online 27 October 2013

Più rischi di distacco di retina nei prematuri

Nato prematuro

Nato prematuroPiù rischi di distacco di retina nei prematuri La probabilità aumenta fino a 19 volte in chi è nato molto prima del tempo: lo attesta un nuovo studio svedese 12 novembre 2013 – Quali rischi corre la vista dei prematuri? La probabilità che la retina si distacchi è 19 volte più elevata in chi nasce prima dei sette mesi. A sostenerlo è un vasto studio svedese – pubblicato sulla rivista Ophthalmology – condotto su circa tre milioni e mezzo di piccoli con diversi tempi di gestazione, che sono stati seguiti mediamente per circa 17 anni a partire da un anno d’età. Complessivamente è stato diagnosticato un distacco di retinaa 1749 personea un certo punto della loro vita. Anche chi nasce prima degli otto mesi deve essere regolarmente seguito da un medico oculista: la retina si può distaccare con una probabilità comunque maggiore rispetto al normale, mentre chi ha trascorso nel grembo materno almeno otto mesi di solito non soffrirà di problemi visivi particolari. La ROP (retinopatia del prematuro) è una malattia oculare con crescita anormale dei vasi retinici che può provocare un distacco di retina. Si tratta di una causa importante di cecità infantile se non si interviene con la prevenzione ed eventualmente con una terapia laser. Se invece il distacco già è avvenuto si può effettuare d’urgenza un intervento chirurgico nel tentativo di far recuperare le capacità visive. Altri problemi oculari più frequentemente riscontrati nei nati prematuri sono un’acuità visiva ridotta, strabismo, ridotta sensibilità al contrasto, campi visivi ristretti e una maggiore incidenza di vizi refrattivi (in particolare miopia elevata: vedi retinopatia miopica ). “Potremmo stare osservando la punta dell’iceberg delle complicazioni oftalmiche successive alla nascita pretermine – ha affermato Anna-Karin Edstedt Bonamy, pediatra presso il Karolinska Institutet di Stoccolma, dove ha diretto la ricerca –. Non solo il distacco di retina aumenta con l’età, ma dagli anni ’70 c’è anche stato un aumento della sopravvivenza tra i nati prematuri. Questo offre opportunità per la ricerca futura, in modo tale da accertare se un rischio più elevato persista tra questi nati prematuri”.

Leggi anche: ROP, il successo col trattamento laser precoce ROP, trattamento precoce nelle forma grave

Fonti: AAO, Ophthalmology