Nanoparticelle contro la retinite pigmentosa
Nanoparticelle contro la retinite pigmentosa Sperimentato sulle cavie di laboratorio un collirio a base di miriocina: rallenta la degenerazione dei fotorecettori. Si attendono ora i test sull’uomo 23 dicembre 2010 – Un collirio contro la retinite pigmentosa , una malattia genetica degenerativa della retina : stanno cercando di metterlo a punto attualmente dei ricercatori italiani, che hanno testato una molecola su cavie di laboratorio vive, di cui sono riusciti a rallentare la degenerazione dei fotorecettori . Se i risultati saranno confermati sull’uomo, un giorno si potrà contrastare la morte delle cellule retiniche – che avviene generalmente a partire dalla periferia, colpendo per primi i bastoncelli –, tardando o persino evitando l’ipovisione e la cecità. La formulazione in gocce – a base di un principio attivo, la miriocina, veicolata sotto forma di nanosfere – potrà, in futuro, essere d’aiuto. Dovrà però essere confermato sugli esseri umani che il meccanismo d’interruzione della catena che distrugge i fotorecettori sia veramente efficace: l’obiettivo è bloccare la produzione di ceramide, un messaggero molecolare che causa la morte delle cellule nervose retiniche. Per ora si sa che il collirio somministrato alle cavie di laboratorio ha consentito di raddoppiare la durata della visione: i topi sono diventati ciechi dopo un massimo di 90 giorni anziché di 40. I risultati sono stati pubblicati sull’autorevole rivista PNAS da un team italiano coordinato da Enrica Strettoi, prima ricercatrice dell’Istituto di Neuroscienze del CNR pisano, a cui hanno partecipato anche l’Università di Milano, l’Università di Pisa (Dipartimento di psichiatria, farmacologia, neurobiologia e biotecnologia) e la Fondazione G. B. Bietti di Roma. “Inhibition of ceramide biosynthesis preserves photoreceptor structure and function in a mouse model of retinitis pigmentosa”, Strettoi E, Gargini C, Novelli E, Sala G, Piano I, Gasco P, Ghidoni R., Proc Natl Acad Sci U S A. 2010 Oct 26;107(43):18706-11. Epub 2010 Oct 11.
Fonte primaria: PNAS
Nuovi progressi nella lotta contro la malaria
Nuovi progressi nella lotta contro la malaria Secondo l’Oms in diversi Paesi africani l’incidenza si è ridotta di oltre il 50%. La retinopatia malarica è una delle possibili complicazioni 22 dicembre 2010 – Si è ridotta di oltre il 50% l’incidenza della malaria in 11 Paesi africani e in una zona dello stesso continente. Lo assicura l’Oms, che sta conducendo una ‘guerra globale’ contro una zanzara che vive in 106 Paesi, di cui una quarantina africani. I miglioramenti significativi delle cure e della prevenzione della febbre malarica – che provoca brividi e irrigidimento muscolare – sono evidenziati dal Rapporto mondiale sulla malaria 2010 appena pubblicato dall’Agenzia Onu per la salute. Si è ridotto il numero delle vittime causate dalla malattia: si è passati da quasi un milione nel 2000 a 863mila nel 2008 e 781mila lo scorso anno, nella maggioranza dei casi concentrati in Africa, ma anche in Sud America e nell’Asia meridionale. La riduzione dei decessi si è osservata in tutte le Regioni dell’Oms, ma il miglior progresso in termini assoluti si è registrato proprio nel continente africano. Il programma dell’Oms, che mira a debellare la malaria nel mondo, si basa sull’impiego degli insetticidi, sulla distribuzione gratuita di reti alle finestre ma anche su farmaci antimalarici (come l’artemisina). Per prevenire la malattia, però, il più delle volte – se si viaggia in zone a rischio – viene prescritta l’assunzione di chinino. “Quasi 289 milioni di reti trattate con insetticida (ITNs) – ha scritto la direttrice generale dell’Oms, Margaret Chan – saranno state consegnate all’Africa subsahariana tra il 2008 e il 2010, sufficienti a proteggere 578 milioni di persone”. In questo modo si riuscirà a proteggere in misura del 76% le 765 milioni di persone che sono a rischio di contrarre la malattia causata dalla puntura di una zanzara. Se da un lato secondo Chan si sono registrati progressi significativi nello lotta alla malaria, dall’altro essi sono fragili: non solo l’ampiezza della minaccia richiede una risposta globale, ma è necessaria una vigilanza da parte dei singoli Stati ed è sempre in agguato la resistenza ai farmaci. La patologia può colpire diversi organi, tra cui il cervello. In questo caso si possono avere complicazioni anche a livello oculare (retinopatia malarica). Ciò avviene nella maggior parte dei bambini con malaria cerebrale, come ha dimostrato uno studio pubblicato lo scorso anno: si riduce l’apporto sanguigno a livello della retina, causando una carenza locale di ossigeno, con conseguente morte dei fotorecettori. All’esame oculistico si notano uno sbiancamento della retina e anomalie nei vasi sanguigni. La retinopatia malarica ha valore diagnostico: nei pazienti colpiti da malaria cerebrale la sua presenza e gravità predice la durata del coma e la mortalità. Algeria, Botswana, Capo Verde, Eritrea, Madagascar, Namibia, Ruanda, São Tomé e Príncipe, Sudafrica, Swaziland, Zambia e Zanzibar, Repubblica Unita di Tanzania.
Fonti: Oms, J. Infect Dis 2009 (199: 263-71)
Handicap Day, Premiati La Iapb Italia Onlus E Il Policlinico A. Gemelli
Salute, è l’Europa delle differenze
Salute, è l’Europa delle differenze Operazioni di cataratta: in Italia quasi novecento interventi ogni centomila persone 21 dicembre 2010 – Salute nell’UE, è l’Europa delle differenze e dell’assistenza statale. La situazione è varia anche a livello delle operazioni di cataratta , le più frequenti a livello oculistico. Il numero di questi interventi in Italia è stato, due anni fa, di 896 ogni centomila persone (quinto Paese Ue), quasi quanto la Francia (944), contro una media dell’Unione di 765. Invece il Belgio si è attestato primo (con 1.848 interventi ogni centomila individui), nettamente avanti sia alla Spagna (1.205) che al Portogallo (1.141). Le percentuali più basse, invece, si sono registrate in Lituania (393 interventi ogni centomila persone), Polonia (351) e Cipro (193). Mediamente nei Paesi europei la speranza di vita alla nascita ha raggiunto, nel 2007, i 78 anni. Il record è detenuto dalla Francia per quanto riguarda le donne (84,4 anni) mentre per gli uomini va alla Svezia (78,8 anni). Uno dei campanelli d’allarme per la buona salute è il sovrappeso o l’obesità: oltre la metà della popolazione adulta dell’Unione europea ormai ne è colpita. Un peso eccessivo è associato a un aumento delle malattie croniche, tra cui il diabete che, a sua volta, può causare danni alla retina (vedi retinopatia diabetica ). La speranza di vita alla nascita in Europa è aumentata di sei anni (dal 1980) e la mortalità precoce si è fortemente ridotta; ma anche in questo caso lo scenario resta, comunque, a ‘macchia di leopardo’. L’invecchiamento demografico deve essere affrontato anche mediante una spesa sanitaria adeguata: nel 2008, secondo l’Ocse, l’Unione europea – assieme a Turchia, Svizzera, Islanda e Norvegia – ha speso l’8,3% del Prodotto interno lordo (Pil) contro il 9,1% dell’Italia. Tuttavia, il record è stato conquistato – tra i 31 Paesi considerati – dalla Francia (11,2%), a cui è seguito lo Stato elvetico (10,6% nel 2007), l’Austria e la Germania (entrambi allo 10,5%). La maglia nera è andata, invece, alla Romania (5,5% del Pil). Quasi tutti i Paesi sono accomunati da una maggiore spesa nel settore pubblico. Fa eccezione Cipro, mentre in Svizzera le due componenti (pubblica e privata), tendono ad eguagliarsi; ma complessivamente è evidente una preponderanza dello Stato.
Fonte principale: Ocse
Partito censimento internazionale della prevenzione della cecità
Partito censimento internazionale della prevenzione della cecità La Commissione Nazionale del Ministero della Salute: incarico a CBM Italia onlus 20 dicembre 2010 – é partito il primo censimento internazionale mirato alla prevenzione della cecità nel nostro Paese. Il Ministero della Salute ha incaricato CBM Italia onlus – attraverso la “Commissione nazionale di Prevenzione della Cecità” di cui fa parte anche la IAPB Italia onlus – di censire le iniziative di cooperazione internazionale in tema di prevenzione di cecità e menomazioni della vista nelle aree povere del mondo, svolte da organizzazioni non governative, associazioni e altri enti italiani. L’obiettivo del monitoraggio è la preparazione del primo rapporto di questo genere in Italia. Il Dicastero ha richiesto il “monitoraggio delle iniziative di cooperazione internazionale svolte dagli enti e dalle associazioni italiane per la prevenzione delle menomazioni della vista nei Paesi in via di Sviluppo e nelle aree povere, in armonia con le linee guida dell’OMS”. L’obiettivo è fornire un primo quadro conoscitivo degli interventi, cui farà seguito la pubblicazione di un rapporto sul contributo fattivo dell’Italia nelle sue varie componenti – pubbliche, non profit, private – alla sanità pubblica internazionale, nonché di favorire il coordinamento tra le iniziative tramite lo scambio di informazioni. L’ultima riunione della Commissione ministeriale per la prevenzione della cecità si è tenuta lo scorso 29 novembre. Di questo organismo fa parte, tra gli altri, l’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della Sezione italiana della IAPB (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità). é composta da cinque sottocommissioni che si occupano delle seguenti malattie: (1) degenerazione maculare legata all’età (AMD); (2) patologie oculari genetiche, come la Stargardt; (3) retinopatia diabetica; (4) glaucoma e (5) patologie oculari pediatriche (come l’ambliopia). Un documento ufficiale del Ministero della Salute stabilisce che i compiti della Commissione sono i seguenti: a) la raccolta e la pubblicazione dei dati sulle menomazioni della vista (cecità e ipovisione), con particolare attenzione rivolta alle patologie curabili e prevenibili; b) lo sviluppo di linee guida per la prevenzione delle menomazioni visive; c) il monitoraggio delle attività dei vari enti e soggetti attivi in questo ambito; d) il monitoraggio delle iniziative di cooperazione internazionale svolte dagli enti e dalle associazioni italiane nei Paesi in via di sviluppo e nelle aree povere, in armonia con le linee guida dell’Oms per la prevenzione della cecità.
Fonti principali: CBM Italia, L’Avvenire, Ministero della Salute.
Radio24-IlSole24Ore
ESSERE E BENESSERE trasmissione condotta da Nicoletta Carbone “L’importanza dello sguardo“ Intervista all’avv. Giuseppe Castronovo, presidente dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus, e al Prof. Filippo Cruciani, coordinatore scientifico del Polo Nazionale Ipovisione e docente presso il Dipartimento di Oftalmologia dell’Università Sapienza di Roma 15 dicembre 2010
I Volti Della Degenerazione Maculare (12 Maggio 2010)
Secondo Simposio Internazionale Ipovisione
Simposio internazionale ipovisione
Dal 15 al 17 dicembre 2010 a Roma si sono incontrati i maggiori esperti a livello nazionale e internazionale grazie alla IAPB Italia onlus. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza dell’ex Ministro della Salute Ferruccio Fazio
Dare risposte terapeutiche e riabilitative al milione e mezzo d’ipovedenti che risiedono in Italia e ai 245 milioni che, secondo l’Oms, vivono nel mondo. È stato questo il fine principale del secondo Simposio internazionale sulla riabilitazione dell’ipovedente e sull’abilità visiva che, inaugurato il 15 dicembre 2010 presso il Centro Congressi Parco dei Principi di Roma alla presenza dell’ex Ministro della Salute Ferruccio Fazio (a cui è stato conferito il Premio Internazionale G. B. Bietti), si è concluso il 17 dicembre dello stesso anno.
Tra i temi trattati: la riabilitazione e le malattie oculari che causano con maggiore frequenza ipovisione, l’impiego delle cellule staminali e la retina elettronica (occhio bionico). Le malattie dell’occhio che causano più spesso disabilità visiva sono, a livello globale, la cataratta (operabile, ma responsabile del 53% dei casi di disabilità visiva), il glaucoma (9%) e la degenerazione maculare legata all’età (6%). Quest’ultima è, invece, la prima malattia causa di cecità e ipovisione nei Paesi di maggior benessere, a cui seguono il glaucoma e la cataratta. In Italia l’incidenza delle patologie oculari associate all’età, ha osservato il Ministro Fazio, “è destinato a crescere, visto il progressivo invecchiamento della popolazione del nostro Paese.
Basti pensare che in Europa le persone disabili incapaci di leggere e scrivere, non autonome per queste patologie, dopo gli 80 anni sono tra il 10% e il 20%“. Per questa ragione, ha proseguito Fazio, “è importante proseguire con l’attività di prevenzione [della cecità, ndr] e diffondere a livello regionale i servizi di riabilitazione visiva, attualmente non distribuiti in modo omogeneo“. L’evento è stato organizzato dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus attraverso il “Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva” che si trova presso il Policlinico “A. Gemelli” di Roma, con cui è in atto una proficua collaborazione. Tra gli oculisti italiani sono intervenuti, oltre al Prof. Mario Stirpe (presidente della Commissione Nazionale per la Prevenzione della Cecità), il Prof. Filippo Cruciani (professore associato di oculistica all’Università Sapienza di Roma), il Prof. Alfredo Reibaldi (coordinatore scientifico del Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva nonché docente presso l’Università di Catania) e il prof. Emilio Balestrazzi (dirigente medico responsabile della Struttura Complessa Oculistica del Gemelli). Ha chiuso la prima giornata la lezione magistrale del Prof. Bruce Rosenthal, Direttore dei Programmi di Ipovisione della Lighthouse di New York (Usa). Il Premio G. B. Bietti è stato conferito anche al Prof. Ahmed Trabelsi per la sua nobile attività di prevenzione nei Paesi più poveri dell’Africa e, inoltre, un doppio attestato di benemerenza è stato consegnato a Radio24-IlSole24Ore.
“Salvare una persona dalla cecità evitabile, oltre a evitare una inutile sofferenza all’uomo, rappresenta – ha spiegato l’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della Sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità – anche un risparmio per la spesa socio-assistenziale del nostro Paese. Quest’affermazione trova conferma nello studio che la IAPB Italia onlus ha commissionato alla LUISS Guido Carli. L’adozione di politiche per la prevenzione della cecità consentirebbe allo Stato un risparmio stimato tra il 9,2% e il 34,2%, variabile a seconda della precocità della diagnosi e della cura (rispetto a uno scenario di non intervento)”. Il 16 dicembre si è trattato principalmente il tema della plasticità cerebrale su cui il Prof. Avinoam B. Safran – che attualmente svolge attività di ricerca a Parigi ed è professore emerito dell’Università di Ginevra – ha tenuto una lezione magistrale; anche Clara Casco (Università di Padova) ha affrontato l’argomento, concentrandosi sugli aspetti riabilitativi. Il 17 dicembre il Prof. Ronald Schuchard (Stanford University, Usa) ha parlato, invece, della retina artificiale e delle prospettive future d’impianto. Gli ipovedenti nel mondo –secondo i dati Oms del 2010 –sono 245 milioni mentre i ciechi ammontano a 39 milioni. In Italia, stando all’Istat, i non vedenti sono 362mila; gli ipovedenti, invece, si stima che siano circa un milione e mezzo (soprattutto anziani). L’allungamento della vita media a livello mondiale rende oggi, più che mai, urgente affrontare il problema delle malattie degenerative e, in particolare, quelle che colpiscono gli occhi.
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Pagina pubblicata il 15 dicembre 2010. Ultima modifica: 10 aprile 2014.