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Teleoftalmologia Militare

Teleoftalmologia militare: in Afghanistan un’applicazione per smartphone

28 consulti di teleoftalmologia svolti dai medici militari in Afghanistan hanno permesso ai pazienti di tornare in servizio nel 54% dei casi, escludendo il ricorso ad evacuazioni aeromediche.

È possibile utilizzare un’applicazione per smartphone per la teleoftalmologia in una zona di combattimento? A partire da questo interrogativo-guida è nato uno studio statunitense che ha coinvolto le Forze Armate Usa schierate in Afghanistan[1]. In particolare, all’interno dello studio è stata testata la versione beta di un’applicazione mobile per la teleoftalmologia presso le strutture militari nello stato islamico.

Anzitutto, la teleoftalmologia rientra nella telemedicina specialistica e comprende le varie modalità con cui si forniscono servizi medici a distanza. Secondo l’American Telemedicine Association, punto di riferimento per la telemedicina, con il termine si intende “l’uso delle informazioni mediche scambiate da un sito ad un altro, per mezzo di sistemi di telecomunicazione, allo scopo di migliorare lo stato di salute del paziente”[2]. Facciamo dunque riferimento ad una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria tramite il ricorso a tecnologie innovative, in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente, oppure due professionisti, non si trovino nella stessa località.

In quest’ottica, i servizi di telemedicina non sostituiscono la prestazione sanitaria tradizionale, ma la integrano per migliorare l’efficacia, l’efficienza e l’appropriatezza di un intervento, garantendo l’accesso e la disponibilità di un’assistenza sanitaria qualificata anche nelle aree più remote. Da anni le Forze Armate sostengono lo sviluppo della telemedicina, rivolta alle operazioni militari e alle missioni umanitarie, oppure come strumento di azione pacificatrice[3]. La pandemia del coronavirus ha poi messo in luce la necessità di espandere questo tipo di soluzioni.

All’interno di questa cornice, lo studio americano ha analizzato l’esito di 28 consulti di teleoftalmologia svolti dai medici militari presso 16 strutture di sanità militare, che comprendevano le basi operative avanzate in Afghanistan e una località al di fuori del paese. Sul campo sono stati previsti anche 30 punti di assistenza con medici e professionisti da settembre a novembre 2019.

Gli utenti hanno usufruito dei consulti di teleoftalmologia utilizzando l’applicazione mobile per la cura degli occhi, con il supporto di un oculista a distanza, situato in un ospedale militare in Afghanistan. Nell’arco di 6 settimane sono stati eseguiti consulti a 18 utenti diversi. I pazienti per la maggior parte erano militari statunitensi in servizio attivo. Il tempo medio di risposta iniziale al consulto è stato inferiore a 4 minuti e in 24 consulti c’è stato accordo tra la diagnosi di teleoftalmologia e quella finale.

L’utilizzo di questa applicazione ha quindi permesso di evitare alcune evacuazioni aeromediche, escludendo il trasporto sanitario dei pazienti da un sito all’altro e consentendo agli stessi di tornare in servizio nel 54% dei consulti.

Complessivamente, in questo ambiente le applicazioni per smartphone di teleoftalmologia possono risultare utili ed estendere le cure oftalmiche. Più in generale, l’introduzione della telemedicina come modalità organizzativa può favorire la comunicazione continua fra professionisti di diversi settori, riducendo il ricorso all’ospedalizzazione e ottimizzando l’uso delle risorse disponibili.


[1] G. G William, Military Teleophthalmology in Afghanistan Using Mobile Phone Application, in “Jama Ophthalmology”, Agosto 2020.

[2] Cfr: http://www.difesa.it/InformazioniDellaDifesa/periodico/IlPeriodico_AnniPrecedenti/Documents/La_Telemedicina.pdf

[3] Cfr.: Ministero della Salute, Telemedicina. Linee di indirizzo nazionali,p. 10-11.  

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