È stata impiantata una nuova protesi sopra la retina: dopo la riabilitazione un malato di retinite pigmentosa può localizzare degli oggetti e delle persone
Un occhio bionico per “superare” la cecità causata dalla retinite pigmentosa: un’ulteriore protesi artificiale è stata impiantata all’Ospedale San Paolo di Milano. Si tratta di un chip epiretinico chiamato Argus II, dotato di elettrodi che stimolano le cellule retiniche ancora vitali, che riceve senza fili le immagini provenienti da mini videocamere inserite in occhiali speciali, trasmettendole poi al cervello attraverso il nervo ottico.
A distanza di 24 ore dall’intervento il paziente è potuto tornare a casa e in due settimane ha potuto affrontare il percorso di riabilitazione [[anche in base alle sue aspettative e fondamentale per sfruttare al massimo le potenzialità di questo tipo di occhio bionico, che può consentire un recupero parziale della visione al centro del campo visivo, muovendo continuamente la testa]].
L’Ospedale San Paolo di Milano spiega:
Dopo un periodo di riabilitazione della durata di alcune settimane e con un programma personalizzato, i pazienti riescono ad individuare una persona di fronte e delinearne i contorni localizzando il chiarore del volto. Inoltre riescono a localizzare oggetti sul tavolo come una tazzina da caffè o ad individuare un posto libero sui mezzi pubblici o in una sala d’attesa e recuperano una maggiore sicurezza nella mobilità all’esterno riconoscendo strisce pedonali, alberi, ostacoli.
Ad oggi sono quattro i pazienti in cura presso l’Ospedale San Paolo che hanno potuto beneficiare di questo particolare occhio bionico. Altri interventi analoghi sono stati effettuati presso l’Ospedale Careggi di Firenze e alcuni dei pazienti operati sono stati riabilitati presso il Polo Nazionale di Roma. Invece presso il San Raffaele di Milano è stato effettuato quest’anno un impianto di protesi sotto la retina.
La retinite pigmentosa è una malattia degenerativa su base genetica, è estremamente invalidante e porta generalmente alla cecità. La prevalenza stimata è di 1 su 4000. La maggior parte dei pazienti raggiunge la cecità legale attorno all’età di 40 anni. Negli Stati Uniti questa particolare patologia rara ha un’incidenza di circa sei persone per milione di abitanti; in Italia si stima che vi siano circa 360 nuovi casi l’anno.
Fonte principale: ASST Santi Paolo e Carlo