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Fotografata la salute degli italiani

Istat: meno posti letto ospedalieri e più malattie croniche. Però 7 residenti su 10 dichiarano di stare (molto) bene

copertina-annuario-istat-2017-icona-web.jpgAnno nuovo, dati nuovi. Continuano ad aumentare le malattie croniche per gli italiani, soprattutto tra gli anziani, e sono sempre meno i posti letto disponibili negli ospedali del Belpaese. Eppure il 70,1 per cento della popolazione residente ha dichiarato di stare bene o molto bene: il dato del 2016 è stabile rispetto all’anno precedente. È questo il ritratto dell’Istat nel suo Annuario statistico italiano 2017 che, pubblicato lo scorso 28 dicembre, dipinge un Paese che vive tra luci e ombre.

Le patologie croniche non demordono

La percentuale di persone che hanno detto di godere di un buono stato di salute è più elevata tra gli uomini (73,9 per cento) che tra le donne (66,4 per cento). Il 39,1 per cento dei residenti in Italia (+0,8 per cento rispetto al 2015) ha dichiarato di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche rilevate [[scelte tra una lista di 15 malattie o condizioni croniche]].

anziane-solidali-teste-web-photospip9f18bb9d5b2e17ec700631c6cbde73c3.jpgTra le regioni italiane le situazioni migliori rispetto alla media nazionale si trovano soprattutto a Bolzano (84,5 per cento), a Trento (78,5 per cento) ed Emilia-Romagna (73,5 per cento), mentre quelle peggiori si hanno in Calabria (62,1 per cento) e in Sardegna (63 per cento).

Ipertensione, artrite e allergie al top

anziani-pubblico-web.jpgLe patologie cronico-degenerative sono ovviamente più frequenti in età avanzata: se tra i 55-59 anni ne soffre il 53 per cento delle persone, tra gli ultra settantacinquenni si arriva all’85,3 per cento. Sono però le donne ad esserne più frequentemente colpite, in particolare dopo i 55 anni. Il 20,7 per cento della popolazione ha dichiarato di essere affetto da due o più patologie croniche (in aumento).

Le malattie o condizioni croniche più diffuse in Italia sono l’ipertensione (17,4 per cento, vedi retinopatia ipertensiva), l’artrosi/artrite (15,9 per cento), le malattie allergiche (10,7 per cento, vedi congiuntivite allergica), l’osteoporosi (7,6 per cento), la bronchite cronica e l’asma bronchiale (5,8 per cento), il diabete (5,3 per cento, con annesso rischio di retinopatia diabetica).

Se la salute va in fumo

Fumare nuoce gravemente alla salute, compresa quella visiva (ad esempio aumenta il rischio di AMD e di cataratta). Inoltre favorisce le malattie cardio-vascolari e respiratorie croniche.

5.jpgNel 2016 si stimava pari al 19,8 per cento la quota di fumatori di tabacco tra la popolazione di 14 anni e più. Rispetto al 2015 il fenomeno è sostanzialmente stabile. Forti sono però le differenze di genere: tra gli uomini i fumatori sono il 24,8 per cento, tra le donne invece il 15,1 per cento. L’abitudine al fumo di tabacco è più diffusa tra i giovani e gli adulti.

Ospedalizzazione in diminuzione

Nel tempo il tasso di ospedalizzazione è in diminuzione, soprattutto nelle strutture pubbliche. Se da un lato cresce il numero di posti letto nelle strutture di assistenza residenziale (4,4% in più dal 2013 al 2015), si riducono invece i posti letto ospedalieri, soprattutto quelli in “regime per acuti” (per i casi più gravi). Permangono le differenze della rete d’offerta ospedaliera tra le regioni: i posti letto ordinari per mille abitanti restano superiori al Nord rispetto al Mezzogiorno.

Negli ultimi cinque anni le dimissioni ospedaliere per acuti sono in continua discesa nonostante l’invecchiamento della popolazione. Parallelamente la riduzione dei ricoveri procede a ritmi decrescenti, segnale di una progressiva stabilizzazione del fenomeno.

posto_letto-chiaroscuro-web-2-photospip3a6d66df178f7ac80fdd261aea058e1d.jpgNel 2015 sono circa 195 mila i posti letto in regime ordinario (regime che prevede la permanenza del paziente nella struttura per almeno una notte), con un trend in diminuzione rispetto agli anni precedenti. La dotazione di posti letto nel settore pubblico è pari a circa il 78 per cento del totale dell’offerta ospedaliera. L’analisi degli ultimi otto anni (2007-2015) dell’indicatore relativo al numero di posti letto ordinari per abitante mostra una diminuzione da 3,8 a 3,2 posti per mille abitanti. I posti letto ordinari per acuti sono pari a 2,6 per mille, a seguire i posti letto per riabilitazione (0,4 per 1000 abitanti) e lungodegenza (0,2 per 1000 abitanti).

Fonte principale: Istat

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