re: intervento chirurgia refrattiva
Risposta di Oculista
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Scritto il 3 febbraio 2014
Gentile utente, in teoria nel momento in cui si esegue un intervento per correggere l’ipermetropia viene eseguito sulla base delle diottrie totali che comprendano sia l’ipermetropia che la presbiopia. Partendo dalla tecnica meno recente chiamata monovisione (dove veniva corretto con il laser ad eccimeri l’occhio dominante per la visione da lontano e quello non dominante adattando alla visione da vicino), si è arrivati a tecniche più sofisticate che utilizzano anche laser di ultima generazione (femtolaser) – chiamate di multifocalità – in cui la cornea (superficie oculare trasparente) viene plasmata dal laser creando diversi fuochi per poter leggere sia da lontano che da vicino.
Tra i software innovativi applicati al laser, la Pml (Presbyopic multifocal lasik) “comanda” una correzione della curva della cornea in modo da ottenere, o riottenere, una buona vista da lontano e vicino in un colpo solo (sfruttando la metodologia lasik).
Poi abbiamo il laser a femtosecondi che consente la massima precisione nel modellare la superficie della cornea per correggere i difetti. Prende il nome dalla sua frequenza di emissione: 10.000 impulsi al secondo di luce di un solo colore (monocromatica). Con questo laser, controllato dal computer, è possibile creare geometrie e piani di taglio personalizzati (tecnica intracor). Grazie a questo tipo di laser, il chirurgo oculista esegue cinque incisioni concentriche di altezza differente, direttamente all’interno della cornea, senza la necessità di incidere in superficie (come invece accade con la tecnica lasik). Questo produce una leggera multifocalità, che favorisce la visione da vicino. Le zone più laterali della cornea non subiscono, invece, cambiamenti e possono mettere a fuoco gli oggetti lontani.
Cordiali saluti
IAPB Italia onlus.