L’esposizione a lungo termine al particolato e una predisposizione genetica potrebbero essere associati a un aumento della pressione oculare negli anziani
Se si vive in ambienti inquinati si potrebbe essere più a rischio glaucoma [soprattutto se si è anziani e ci sono altri casi in famiglia della malattia oculare]]. Che il particolato possa incrementare la possibilità di essere colpiti dalla prima causa di cecità irreversibile al mondo è stato evidenziato da uno studio pubblicato da [Jama Ophthalmology: per la prima volta sarebbe stata individuata una possibile associazione tra pressione oculare elevata e un’esposizione di lungo periodo ad ambienti ricchi di particolato prodotto dalla combustione del carbone.
L’analisi ha incluso 419 anziani – per un totale di 911 visite complessive incluse quelle successive alla prima – che sono stati sottoposti periodicamente a misurazione della pressione oculare (tonometria).
I ricercatori di diverse università americane hanno effettuato analisi associate alla tossicità del carbone: può esistere una predisposizione genetica ad alterazioni provocate da fattori ambientali nocivi. Nei modelli elaborati l’associazione tra esposizione ai residui della combustione del carbone e la pressione oculare è risultata più elevata negli individui con un elevato stress ossidativo.
In conclusione, scrivono gli autori:
L’esposizione ad ambienti ricchi di [prodotti di scarto della combustione del] carbone potrebbe essere un fattore di rischio per l’aumento della pressione intraoculare in persone predisposte ad altri fattori biologici ossidativi stressanti. Se ulteriori studi confermassero questi risultati, monitorare l’esposizione al carbone e lo stress fisiologico ossidativo potrebbe prevenire lo sviluppo e la progressione di malattie correlate a una pressione intraoculare [elevata].
Fonte: Jama Ophthalmology