Più prevenzione all’orizzonte

gmv2017-frame-clip.jpg

Il 12 ottobre iniziative gratuite in circa 100 città italiane per la Giornata mondiale della vista

Controllo del fondo oculare a bordo di un'Unità mobile oftalmica della IAPB Italia onlus
Controllo del fondo oculare a bordo di un’Unità mobile oftalmica della IAPB Italia onlus
Si è accesa la prevenzione con la Giornata mondiale della vista che si è celebrata il 12 ottobre.

Iniziative gratuite in circa 100 città italiane si sono svolte, infatti, il secondo giovedì del mese: dalla distribuzione di opuscoli e gadget fino a check-up oculistici gratuiti in molte località, passando per una serie di conferenze informative tenute da oculisti. Il tutto allo scopo di preservare la nostra salute oculare. Singoli e famiglie hanno potuto, quindi, fare luce sul proprio benessere visivo.

I numeri della cecità e dell’ipovisione

Secondo le più recenti stime nel mondo 253 milioni di persone convivono con una disabilità visiva, delle quali circa 25 milioni sono colpite da una cecità irreversibile. Complessivamente circa 3 miliardi di persone sono affette da problemi oculari o da patologie che hanno effetti negativi sugli occhi (come il diabete), le quali richiedono un accesso tempestivo a cure di qualità, senza cui potrebbero persino perdere la vista.

Unità mobile oftalmica della IAPB Italia onlus (Roma Testaccio, 12 ottobre 2017)
Unità mobile oftalmica della IAPB Italia onlus (Roma Testaccio, 12 ottobre 2017)
Anche la riabilitazione visiva per gli ipovedenti è imprescindibile. L’ipovisione può persino culminare nella cecità e nel mondo colpisce circa 217 milioni di persone. Tuttavia, secondo l’OMS otto casi su dieci di cecità nel mondo sono evitabili.

Affrontare la disabilità visiva

È l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus ad aver promosso le iniziative citate, in stretta collaborazione con i suoi Comitati regionali e le strutture territoriali dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti.

La Giornata mondiale della vista è voluta sia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che dalla IAPB. Lo slogan internazionale del 2017 è Make Vision Count (“Fa’ che la vista conti”).

In Italia [dove si stimano oltre 1,25 milioni di persone tra ipovedenti e ciechi su una popolazione di 60,6 milioni di persone, ndr]] la Giornata è stata dedicata, in particolare, alle cure degli occhi, alla prevenzione e alla [riabilitazione visiva. L’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della IAPB Italia onlus, ha affermato:

Se non si garantiscono adeguati servizi di prevenzione, cura e riabilitazione visiva a miliardi di persone che accedono nel mondo all’assistenza oftalmica il numero di coloro che perderanno la vista o diventeranno ipovedenti è destinato ad aumentare inesorabilmente. Nel nostro Paese la salute visiva deve avere maggiore rilievo nell’agenda sanitaria pubblica, per evitare che al dramma umano della sofferenza si aggiunga un aggravio di spesa sociale per il bilancio dello Stato.

Il Ministero della Salute ha, tra l’altro, parlato dell’importanza della prevenzione delle bufale nel campo oculistico, citando l’iniziativa “Ti aiutiamo a vederci chiaro: 10 falsi miti sulla salute degli occhi“.

Appuntamenti da non perdere di vista

Conferenza stampa del 12 ottobre 2017 presso il Senato
Conferenza stampa del 12 ottobre 2017 presso il Senato
Conferenza stampa presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica il 12 ottobre mattina, uno spot sociale e le iniziative in piazza sono stati i tre ingredienti principali della Giornata mondiale della vista. In una cinquantina di città è stato possibile sottoporsi a check-up oculistici gratuiti. I prossimi appuntamenti con la prevenzione: il 14 novembre con la Giornata mondiale del diabete e dall’11 al 17 marzo 2018 con la Settimana mondiale del glaucoma.

Alla conferenza stampa sulla Giornata mondiale della vista sono intervenuti, tra gli altri, alla conferenza stampa del 12 ottobre 2017: il Sen. Giorgio Santini – Commissione Bilancio del Senato; il dott. Matteo Piovella – Presidente della Società Oftalmologica Italiana; l’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus; il prof. Mario Stirpe – Presidente del Comitato Tecnico Nazionale Prevenzione Cecità; il prof. Filippo Cruciani – Consulente Scientifico del Polo Nazionale per la Prevenzione Cecità e la Riabilitazione visiva; la dott.ssa Serena Battilomo – Ministero della Salute; il dott. Francesco Facchiano – Istituto Superiore di Sanità; il prof. Francesco Bandello – Direttore del Dipartimento di Oculistica del S. Raffaele di Milano; il prof. Mario Barbuto – Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Ha moderato: Nicoletta Carbone – Giornalista di Radio 24.

Scopri tutti gli appuntamenti
Leggi la brochure
Vai al video della Giornata

Vedi anche: l’Atlante della disabilità visiva

Fonti di riferimento: IAPB International, WHO

Quelle malattie croniche che minacciano l’autonomia degli anziani

anziani-pubblico-web.jpg

Report dell’Istat: gravi limitazioni visive per l’8,8% degli italiani dopo i 75 anni

anziani-pubblico-web.jpgCirca un ultra65enne su due soffre di una malattia cronica grave oppure ne ha più d’una: lo sottolinea l’Istat nella sua nuova pubblicazione (Report) sulle condizioni di salute degli anziani in Italia e nell’Unione europea. A colpire maggiormente la terza età sono l’ipertensione (il 50,2% in Italia versus il 49,2% dell’intera Ue[può provocare anche [retinopatia ipertensiva]]) e l’artrosi (47,9%), ma destano preoccupazione anche il diabete (il 17,9% in confronto al 17,8% [col rischio di [retinopatia diabetica]]), le gravi limitazioni motorie (il 23,3% contro il 21,1%) e le gravi limitazioni nella vista (il 5,6% degli ultra65cinquenni italiani, in linea con la media Ue).

Gli anziani più “giovani” in Italia stanno meglio

Se gli anziani nostrani, che hanno un’età compresa tra i 65 e i 74 anni, riferiscono condizioni di salute migliori rispetto agli altri coetanei dell’Unione europea, il quadro si capovolge invece oltre i 75 anni.

Nel nostro Paese la grave riduzione di autonomia configura una situazione critica nel caso di anziani [si è celebrata la [Giornata internazionale ad essi dedicata il primo ottobre 2017, quando l’OMS ha sottolineato l’importanza di una copertura sanitaria universale]] che vivono soli: si tratta di circa 600mila persone con gravi difficoltà nelle attività di cura della persona (43,2%).

Le donne riportano meno frequentemente malattie croniche gravi, ma soffrono maggiormente di patologie croniche e limitazioni motorie o sensoriali. Lamentano, inoltre, più degli uomini dolore fisico da moderato a molto forte (il 45,4% contro il 27,6%).

Buona la speranza di vita nel Belpaese

L’Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo. Nell’Ue è al terzo posto dopo la Francia e la Spagna. La speranza di vita a 65 anni [[nel 2015 18,9 anni in più per gli uomini (in totale una longevità di 83,9 anni) e 22,2 per le donne (complessivamente una longevità di 87,2 anni)]] è più elevata di un anno per entrambi i generi rispetto alla media Ue, ma dopo i 75 anni gli anziani in Italia vivono in condizioni di salute peggiori. Scrive l’Istat:

In termini di qualità degli anni che restano da vivere, ovvero in buona salute e senza limitazioni, l’Italia è ai livelli più bassi, sia rispetto alla media dei paesi europei (Ue 28), sia rispetto agli altri grandi paesi europei, soprattutto per le donne. Nel 2015, in Italia, un uomo di 65 anni si può attendere di vivere ancora 13,7 anni in buona salute, mentre il suo coetaneo del Regno Unito ancora 16,1 anni e in media nell’Ue 14,4 anni. Per le donne italiane di 65 anni la speranza di vita in buona salute è pari a 14,3 anni contro i 19,3 delle coetanee francesi e una media europea di 15,8 anni. [[ISTAT, “Anziani: le condizioni di salute in Italia e nell’Unione Europea”, 26 Settembre 2017, p. 2]]

Il 5,6% degli anziani ha gravi problemi visivi o è cieco

cieco_percorso-giardino_sensoriale-web.jpgCirca l’8,8% degli ultra75enni riferisce, nell’Ue (l’Italia è allineata a questa media), di soffrire di gravi limitazioni visive. Si legge nella pubblicazione Istat:

[In Italia] sono il 30,8% le persone di 65-69 anni che dichiarano almeno una
patologia cronica grave, quota che raddoppia tra gli ultraottantenni (59,0%). Il 37,6% delle persone di 65-69 anni riporta almeno tre patologie croniche (detta comorbilità o multicronicità), a fronte del 64,0% degli ultraottantenni. Nel caso delle limitazioni motorie, l’incremento delle prevalenze è ancora più rilevante, passando dal 7,7% tra gli anziani di 65-69 anni al 46,5% tra quelli di 80 anni e più. Le limitazioni sensoriali (gravi difficoltà nella vista o nell’udito) passano dal 5,1% al 29,5%, con una quota complessiva di anziani pari al 5,6% che riferisce gravi difficoltà di vista o cecità e il 12,2% gravi difficoltà di udito o di essere completamente sordo. [[ivi, p. 3]]

Fonte di riferimento: ISTAT