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Quelle malattie croniche che minacciano l’autonomia degli anziani

Report dell’Istat: gravi limitazioni visive per l’8,8% degli italiani dopo i 75 anni

anziani-pubblico-web.jpgCirca un ultra65enne su due soffre di una malattia cronica grave oppure ne ha più d’una: lo sottolinea l’Istat nella sua nuova pubblicazione (Report) sulle condizioni di salute degli anziani in Italia e nell’Unione europea. A colpire maggiormente la terza età sono l’ipertensione (il 50,2% in Italia versus il 49,2% dell’intera Ue[può provocare anche [retinopatia ipertensiva]]) e l’artrosi (47,9%), ma destano preoccupazione anche il diabete (il 17,9% in confronto al 17,8% [col rischio di [retinopatia diabetica]]), le gravi limitazioni motorie (il 23,3% contro il 21,1%) e le gravi limitazioni nella vista (il 5,6% degli ultra65cinquenni italiani, in linea con la media Ue).

Gli anziani più “giovani” in Italia stanno meglio

Se gli anziani nostrani, che hanno un’età compresa tra i 65 e i 74 anni, riferiscono condizioni di salute migliori rispetto agli altri coetanei dell’Unione europea, il quadro si capovolge invece oltre i 75 anni.

Nel nostro Paese la grave riduzione di autonomia configura una situazione critica nel caso di anziani [si è celebrata la [Giornata internazionale ad essi dedicata il primo ottobre 2017, quando l’OMS ha sottolineato l’importanza di una copertura sanitaria universale]] che vivono soli: si tratta di circa 600mila persone con gravi difficoltà nelle attività di cura della persona (43,2%).

Le donne riportano meno frequentemente malattie croniche gravi, ma soffrono maggiormente di patologie croniche e limitazioni motorie o sensoriali. Lamentano, inoltre, più degli uomini dolore fisico da moderato a molto forte (il 45,4% contro il 27,6%).

Buona la speranza di vita nel Belpaese

L’Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo. Nell’Ue è al terzo posto dopo la Francia e la Spagna. La speranza di vita a 65 anni [[nel 2015 18,9 anni in più per gli uomini (in totale una longevità di 83,9 anni) e 22,2 per le donne (complessivamente una longevità di 87,2 anni)]] è più elevata di un anno per entrambi i generi rispetto alla media Ue, ma dopo i 75 anni gli anziani in Italia vivono in condizioni di salute peggiori. Scrive l’Istat:

In termini di qualità degli anni che restano da vivere, ovvero in buona salute e senza limitazioni, l’Italia è ai livelli più bassi, sia rispetto alla media dei paesi europei (Ue 28), sia rispetto agli altri grandi paesi europei, soprattutto per le donne. Nel 2015, in Italia, un uomo di 65 anni si può attendere di vivere ancora 13,7 anni in buona salute, mentre il suo coetaneo del Regno Unito ancora 16,1 anni e in media nell’Ue 14,4 anni. Per le donne italiane di 65 anni la speranza di vita in buona salute è pari a 14,3 anni contro i 19,3 delle coetanee francesi e una media europea di 15,8 anni. [[ISTAT, “Anziani: le condizioni di salute in Italia e nell’Unione Europea”, 26 Settembre 2017, p. 2]]

Il 5,6% degli anziani ha gravi problemi visivi o è cieco

cieco_percorso-giardino_sensoriale-web.jpgCirca l’8,8% degli ultra75enni riferisce, nell’Ue (l’Italia è allineata a questa media), di soffrire di gravi limitazioni visive. Si legge nella pubblicazione Istat:

[In Italia] sono il 30,8% le persone di 65-69 anni che dichiarano almeno una
patologia cronica grave, quota che raddoppia tra gli ultraottantenni (59,0%). Il 37,6% delle persone di 65-69 anni riporta almeno tre patologie croniche (detta comorbilità o multicronicità), a fronte del 64,0% degli ultraottantenni. Nel caso delle limitazioni motorie, l’incremento delle prevalenze è ancora più rilevante, passando dal 7,7% tra gli anziani di 65-69 anni al 46,5% tra quelli di 80 anni e più. Le limitazioni sensoriali (gravi difficoltà nella vista o nell’udito) passano dal 5,1% al 29,5%, con una quota complessiva di anziani pari al 5,6% che riferisce gravi difficoltà di vista o cecità e il 12,2% gravi difficoltà di udito o di essere completamente sordo. [[ivi, p. 3]]

Fonte di riferimento: ISTAT

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