Alimentazione, i consigli ministeriali per le feste Dal pesce alla frutta secca: la dieta mediterranea migliora la saluteAvere un occhio di riguardo per la dieta è fondamentale anche durante le festività. Per questo il Ministero della Salute è prodigo di consigli e pubblica ricette utili. Dalla frutta secca al pesce: ecco alcuni degli alimenti tipici della dieta mediterranea che fanno bene anche alla vista, contribuendo a proteggere la retina. Tra i consigli utili contenuti nell’opuscolo Regaliamoci Salutec’è quello di cuocere bene gli alimenti, specialmente carne, pollame, uova e pesce. Inoltre, suggerisce ancora il Dicastero della Salute, “refrigera velocemente i cibi cotti (non lasciarli a temperatura ambiente per più di 2 ore) e quelli deperibili (preferibilmente a temperature inferiori a 5 °C)”. “Non conservare gli alimenti troppo a lungo, anche se messi in frigorifero. Non scongelare a temperatura ambiente i cibi congelati o surgelati, meglio in frigorifero”. Scrive ancora il Dicastero di via Lungotevere: “La frutta secca a guscio [tra cui noci, mandorle, nocciole, pinoli e pistacchi, ndr ] ha un elevato contenuto in acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, tra cui acido linoleico (Omega 6) e acido alfa-linolenico (Omega 3). Questi ultimi sono grassi essenziali che il nostro organismo non è in grado di produrre e che devono essere introdotti con l’alimentazione. Contiene anche vitamine B ed E e sali minerali come potassio, rame, fosforo, ferro e calcio. Molto importante anche la presenza di proteine, seppure non nobili, come quelle della carne o del pesce”. Insomma, mangiare correttamente è un vero regalo che si può fare alla nostra salute.
Quando l’AMD si nasconde nel DNA Scoperti nuovi fattori genetici, ma esistono anche fattori modificabili. Non bisogna fumare, occorre praticare esercizio fisico e alimentarsi correttamente 22 dicembre 2015 – Sono 52 varianti le varianti genetiche identificate nel DNA: sono probabilmente responsabili della malattia retinica più comune tra gli anziani, la degenerazione maculare legata all’età ( AMD ), la cui forma secca – quella più comune – è considerata incurabile e può far perdere la visione centrale.Grazie a un vastissimo studio diretto dal National Eye Institute americano, sono state analizzate oltre 12 milioni di varianti genetiche: sono stati così identificati 34 tratti del DNA (loci) con alterazioni associate alla degenerazione maculare. Dunque la base ereditaria di questa malattia retinica è sempre più ampia (in precedenza si conoscevano solo una ventina di loci).Tuttavia la degenerazione maculare legata all’età ha anche fattori evitabili: non bisogna fumare, è opportuno praticare esercizio fisico regolare e occorre alimentarsi in modo corretto e vario (con verdure, pesce, noci, ecc.). Infatti, se è vero che la componente genetica conta, con uno stile di vita sano si potrebbe tardare o prevenire l’insorgenza della malattia. Questa attenzione è, comunque, opportuna soprattutto se ci sono altri casi di AMD in famiglia.
Fonti principali: Nature, National Eye Institute (NEI)
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano si sottopone a un check-up oculistico
Controlli oculistici gratuiti a bordo di una Unità mobile oftalmica della IAPB Italia onlus presso lo stand della Regione Puglia (Bari, 19-20 settembre 2015)
Controlli oculistici gratuiti a bordo di una Unità mobile oftalmica della IAPB Italia onlus presso lo stand della Regione Puglia (Bari, 19-20 settembre 2015)
Controlli oculistici gratuiti a bordo di una Unità mobile oftalmica della IAPB Italia onlus presso lo stand della Regione Puglia (Bari, 19-20 settembre 2015)
Controlli oculistici gratuiti a bordo di una Unità mobile oftalmica della IAPB Italia onlus presso lo stand della Regione Puglia (Bari, 19-20 settembre 2015)
Facendo movimento si aumenta la plasticità cerebrale e persino la visione ne risente positivamente
Una lunga pedalata può, in qualche modo, fare bene alla vista. Se la strada contro la cecità può essere talvolta in salita, un buono stile di vita comunque può aiutare i nostri occhi a stare meglio.
Grazie a un nuovo studio si è riscontrato un miglioramento della visione grazie al movimento fisico: se un occhio viene bendato, la capacità visiva dell’occhio scoperto migliora per via indiretta, usando una cyclette in precise condizioni sperimentali (agli adulti volontari veniva mostrato un film durante il quale pedalavano a cicli di 10 minuti e per altri 10 si riposavano, per un totale di due ore, coprendo un occhio).
Questo risultato potrebbe, quindi, contribuire a migliorare le tecniche di neuroriabilitazione visiva. La ricerca è stata pubblicata a firma di due ricercatori italiani dell’Istituto di neuroscienze del CNR di Pisa e del Dipartimento di ricerca traslazionale e nuove tecnologie in medicina e chirurgia (Università di Pisa). “L’esercizio fisico – scrivono gli scienziati su Current Biology risulta essere particolarmente interessante per le sue potenziali applicazioni cliniche”. Dunque i ricercatori puntano a migliorare il recupero visivo in chi è ambliope (affetto da occhio pigro): normalmente si possono prevenire danni all’apparato visivo se interviene sin da bambini, coprendo l’occhio sano e spingendo, quindi, quello non attivo a lavorare. Questa ricerca, concludono i due autori, però dimostra per “la prima volta che l’attività fisica aumenta negli esseri umani, a breve termine, la plasticità della corteccia visiva degli adulti”.
Se da un lato è vero che la plasticità neuronale è massima da bambini (durante lo sviluppo), è anche vero che si può – almeno in parte – migliorare la plasticità del cervello degli adulti: nonostante sia molto più limitata, essa resta cruciale per la neuroriabilitazione. Per questo livelli moderati di attività fisica potrebbero contribuire a ottenere risultati migliori a livello visivo.
Dieta sana, ecco la prima ‘medicina’ naturaleSecondo l’Oms contribuisce a prevenire, assieme al movimento, una serie di malattie che vanno dal diabete al cancro17 dicembre 2015 – Esiste una semplice ‘protezione’ contro il diabete (che provoca retinopatia), le malattie cardiache, l’ictus e persino il cancro: un’alimentazione sana, non troppo salata né troppo dolce, ricca di vitamine e senza troppi grassi.L’Oms ha pubblicato il 16 dicembre, nel suo sito ufficiale, una serie di consigli per migliorare il proprio stile di vita sul piano della dieta. Perché mangiare bene migliora la nostra salute e aiuta a prevenire diverse malattie. A questa ‘ricetta’ bisogna però aggiungere l’esercizio fisico regolare. Un adulto su quattro non è sufficientemente attivo nel mondo, ma questa percentuale sale molto tra i giovani: oltre l’80 per cento degli adolescenti non fa abbastanza movimento. Anche l’Italia complessivamente è un Paese pigro, in cui quasi un adulto su due è in sovrappeso oppure è obeso. Quell’alimentazione da tenere d’occhio Quali caratteristiche deve avere una dieta sana secondo l’Organizzazione mondiale della sanità? Per gli adulti le seguenti: 1) mangiare frutta e verdura in abbondanza (almeno 5 porzioni al giorno ovvero più di 400 grammi); 2) meno del 10% dell’apporto calorico deve provenire da zuccheri semplici , il che significa al massimo 12 cucchiaini al giorno di zucchero (circa 50 grammi); 3) meno del 30% dell’apporto calorico deve arrivare dai grassi (preferibili quelli insaturi contenuti, ad esempio, nel pesce, nei girasoli, nelle olive, nelle noci, ecc.); bisognerebbe assumere al massimo 5 grammi di sale iodato al dì (circa un cucchiaino). L’Oms assicura che, se la gente rispettasse questo limite, si potrebbero prevenire ogni anno 1,7 milioni di decessi (ad esempio troppo sale -> aumento della pressione sanguigna -> maggiore rischio di malattie cardiache e di ictus).“Seguire una dieta sana tutta la vita – scrive l’Oms – aiuta a prevenire la malnutrizione in tutte le sue forme e tutta una gamma di malattie e disturbi non trasmissibili. Però una maggiore produzione di cibo lavorato, una rapida urbanizzazione e il cambiamento degli stili di vita hanno condotto a un cambiamento della dieta. La gente ora consuma più cibi ad alto contenuto energetico, di grassi, zuccheri o sale/sodio e molti, nella loro dieta, non assumono abbastanza frutta, verdura e fibre”. Si consideri, inoltre, che secondo uno studio pubblicato su Nature“la maggior parte dei tumori è il risultato di fattori evitabili“ (ad esempio a una dieta errata sono attribuibili il 75% dei casi di cancro colon-rettale). In generale i fattori ambientali causerebbero dal 70 al 90% dei tumori più comuni; dunque lo stile di vita incide di più di quanto non si pensasse in passato (bisogna evitare di fumare, non esporsi troppo al sole e, comunque, proteggersi anche con occhiali scuri a norma di legge, ecc.). Ci sono ancora molti passi in avanti da fare. Ad esempio, in Italia – si legge nel Rapporto Bes 2015 – “la quota di persone in eccesso di peso rimane sostanzialmente stabile nel lungo periodo, con il 44,6% delle persone di 18 anni e più obeso o in sovrappeso. Sebbene il livello sia più basso rispetto alla maggior parte dei Paesi europei, si tratta comunque di una quota considerevole di popolazione. Anche per quanto riguarda il consumo giornaliero di porzioni adeguate di frutta e verdura, cioè in quantità tali da svolgere un ruolo protettivo per la salute, la percentuale di popolazione interessata da questo stile alimentare continua ad essere molto bassa e non accenna ad aumentare (18,1%) anche per una scarsa conoscenza dei rischi connessi a un’alimentazione povera di questi alimenti che è trasversale alle diverse generazioni. Poco meno della metà della popolazione consuma al massimo due porzioni al giorno tra frutta e verdura“. Più esercizio fisico e miglior cibo Lo scarso movimento fisico aumenta, a livello oculare, i rischi di contrarre la degenerazione maculare legata all’età (a partire dai 55 anni può compromettere la visione centrale), la retinopatia diabetica (l’eccesso di zuccheri nel sangue può provocare danni alla retina) e favorisce l’insorgenza della cataratta (opacizzazione del cristallino). Le persone che non praticano abitualmente esercizio fisico dovrebbero iniziare un’attività moderata per poi incrementarla progressivamente. Secondo l’Oms gli adulti dovrebbero praticare l’esercizio fisico almeno due ore e mezzo la settimana, mentre bambini e adolescenti minimo un’ora al giorno (attività da moderata a intensa). Inoltre bisognerebbe mangiare regolarmente non solo frutta e verdura (evitando invece i grassi animali), ma anche pesce azzurro (ricco di Omega-3), che ha un effetto protettivo sulla retina.
Fonti principali: Who (1), Who (2), Bes salute Ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2015
L’oculista non viene sempre consultato in caso di problemi oculari. Quasi il 62% dei genitori ritiene che gli occhiali possano essere prescritti solo dalla prima elementare
Il pediatra è tuttora la figura professionale di riferimento anche quando sono in ballo problemi oculari dei figli, da neonati fino ai 14 anni d’età. Lo si evince da un sondaggio condotto su mille genitori, commissionato da Paidòss (Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza).
L’oculista passa però in primo piano quando un bambino piccolo presenta un “occhio storto” ovvero deviato: richiede una visita oculistica il 45,5% dei genitori, mentre chiedono un consiglio al proprio pediatra il 34,2% delle persone e, infine, il 20,3% aspetta che l’occhio torni dritto spontaneamente. Più della metà dei genitori (56,2%) sa che l’occhio pigro non è correggibile con semplici occhiali (spesso richiede il bendaggio dell’occhio sano per spingere l’altro occhio [[ambliope, ndr]] a lavorare).
Erroneamente il 61,7% delle mamme e dei papà pensa, inoltre, che l’oculista possa prescrivere occhiali solo dall’inizio della prima elementare, il 33,2% solo a partire dai tre anni e il 5,1% sostiene che lo si possa fare subito, alla prima visita oculistica, anche nei primi sei mesi di vita.
Anche se il bambino a scuola lamenta di non vedere bene la lavagna, il più delle volte i genitori chiedono il consiglio al pediatra (39,1%), mentre solo il 35,7% prenota una visita oculistica. Insomma, avere un occhio di riguardo in più per la specializzazione medica non sarebbe poi così sbagliato.
Sala Zuccari di Palazzo Giustinani (Sala affrescata del Senato della Repubblica). Inaugurazione della Conferenza OMS sulla riabilitazione visiva (Roma, 9 dicembre 2015)
Relatori presso il Senato (Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani), che hanno aperto il lavori della prima conferenza internazionale OMS sulla riabilitazione visiva
Da sinistra M. Stirpe (Presidente Commissione naz. prevenzione cecità), G. Castronovo (Presidente IAPB Italia onlus), Gianni Letta (già Sottosegretario Presid. Consiglio) e T. Melchiorre (Segr. generale IAPB Italia onlus)
Esperti riuniti a Roma per la Conferenza internazionale sulla riabilitazione visiva (OMS)
Esperti in riabilitazione visiva riuniti a Roma per la Conferenza internazionale per trovare regole comuni con l’OMS (9-12 dicembre 2015)
M. L. Jackson, responsabile ipovisione delle Americhe (Regione OMS), Roma, 10 dicembre 2015
S. Mariotti (OMS) con M. L. Jackson (responsabile delle Americhe per la Organizzazione mondiale della sanità)
Gruppo di esperti riuniti a Roma per concordare linee guida a livello di riabilitazione visiva, poiché gli standard non sono ancora uniformi (con OMS e Polo Nazionale)
Alcuni esperti nel campo oculistico, in ipovisione e riabilitazione visiva si sono incontrati a Roma per concordare standard riabilitativi comuni
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