FAMIGLIA CRISTIANA, 2 ottobre 2011, n.40 Giornata mondiale della vista La Sezione internazionale dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità ha deciso di dedicare la Giornata mondiale del 13 ottobre agli anziani Inserto speciale “A me gli occhi“, p. V
Visioni cerebrali
Visioni cerebrali Realizzato un ‘decoder’ che consentirebbe di codificare le esperienze visive di altre persone 28 settembre 2011 – Ciò che vediamo può essere potenzialmente ‘proiettato’ all’esterno e guardato da altri. I primi passi in questa direzione sono stati mossi da un’équipe di ricercatori giapponesi che ha ricostruito le esperienze visive di volontari misurandone l’attività cerebrale durante la visione di filmati. Per decodificare le immagini osservate – in questo caso scene di natura – è stata impiegata la risonanza magnetica funzionale per immagini ( fMRI ). Infatti tale tecnica consente di misurare l’afflusso sanguigno verso certe aree della corteccia cerebrale quantificando il consumo di ossigeno dei tessuti nervosi. Per analizzare l’attività della corteccia del cervello normalmente vengono scattate in sequenza una serie di immagini statiche (‘fotografie’) di aree specifiche. I ricercatori giapponesi, nel loro lavoro pubblicato su Current Biology , hanno presentato però un nuovo modello di codificazione, riuscendo a descrivere sia le rapide informazioni visive che la più lenta emodinamica cerebrale. Dopodiché è stato realizzato una sorta di decoder visivo cerebrale (detto bayesiano), che offrirebbe una ricostruzione notevolmente fedele dei filmati visionati. In conclusione, guardare nei ‘pensieri visivi’ altrui non sembra più essere appannaggio della fantascienza.
Fonte originale: Shinji Nishimoto, An T. Vu, Thomas Naselaris, Yuval Benjamini, Bin Yu, Jack L. Gallant, Reconstructing Visual Experiences from Brain Activity Evoked by Natural Movies, Current Biology , Available online 22 September 2011, ISSN 0960-9822, 10.1016/j.cub.2011.08.031.
La Repubblica
La Repubblica Martedì 27 settembre 2011, p.45 “In Ottobre occhio agli anziani“
Guardiamo alla prevenzione di diabete e obesità
Guardiamo alla prevenzione di diabete e obesità Convegno presso il Ministero della Salute, dove è stato presentato il decimo volume dei Quaderni Prestare più attenzione al diabete e al rischio di obesità. Questo è il messaggio di fondo del convegno organizzato a Roma dal Ministero della Salute il 27 settembre mattina, quando è stato presentato il decimo volume di una pubblicazione chiamata “Quaderni“. Il diabete e l’obesità, che affliggono sempre più spesso anche gli italiani, sono malattie largamente diffuse nella popolazione mondiale: le proiezioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indicano che, entro il 2015, gli adulti in sovrappeso potranno essere circa 2,3 miliardi e gli obesi più di 700 milioni. Attualmente, invece, i diabetici nel mondo sono oltre 220 milioni; tra l’altro spesso soffrono di retinopatia diabetica o sono a rischio di contrarla. “Questo Quaderno – ha scritto il Dicastero – testimonia la piena consapevolezza del Ministero della Salute dell’enorme rilevanza del problema clinico e sociale e intende fornire gli elementi necessari a definire i criteri di appropriatezza per la prevenzione, la diagnosi e la cura di diabete e obesità, patologie croniche strettamente correlate tra loro”.
Fonti principali: Ministero della salute , Oms
Pagina pubblicata il 20 settembre 2011. Ultimo aggiornamento: 27 settembre.
UK, staminali embrionali contro la cecità
UK, staminali embrionali contro la cecità Verranno usate in pazienti affetti da una malattia genetica che colpisce la retina 26 settembre 2011 – Staminali embrionali per scongiurare la cecità. Le useranno medici oculisti britannici del prestigioso Moorfields Eye Hospital di Londra per tentare di rallentare la degenerazione della retina in pazienti che rischiano di perdere la visione centrale. Sono infatti tutti affetti dallo stadio avanzato di una malattia oculare genetica considerata oggi incurabile ( malattia di Stargardt ). Le cellule embrionali saranno iniettate sotto alla retina di 12 pazienti nel tentativo di rigenerare almeno parte del tessuto retinico che va distruggendosi: la speranza è che i giovani neuroni retinici crescano correttamente fino a integrarsi nel fine tessuto che capta le immagini. Mentre in Gran Bretagna l’uso delle staminali embrionali è ammesso a scopo terapeutico – anche se con certe limitazioni – in Italia la legislazione ne vieta l’impiego; per questo alcuni laboratori di ricerca stanno invece tentando la strada delle cellule staminali adulte (ad esempio l’ospedale S. Raffaele di Milano). Vedi: Cellule staminali .
Fonti: Moorfields Eye Hospital , Bbc .
Problemi oculari spaziali
Problemi oculari spaziali Secondo una ricerca della NASA la permanenza in orbita può danneggiare la vista 22 settembre 2011 – Le occhiate degli astronauti potrebbero non essere più le stesse. Infatti in uno studio internazionale voluto dalla NASA, pubblicato sulla rivista Ophthalmology, si sostiene che i viaggi spaziali hanno effetti negativi sulla vista. La cosiddetta ‘assenza di gravità’, infatti, altera anche i normali meccanismi fisiologici del bulbo oculare. Nella ricerca si sono studiati sette astronauti che sono rimasti a lungo nello spazio e altri 300 che hanno fatto viaggi spaziali più brevi. Il problema più serio – riscontrato in cinque astronauti con una permanenza superiore ai sei mesi nello spazio – è un edema del disco ottico ossia un rigonfiamento della testa del nervo ottico (che si innesta nella retina): di conseguenza si è avuta una riduzione significativa delle capacità visive che, tuttavia, si possono recuperare dopo opportuna terapia farmacologica. Però temporaneamente la visione da vicino è diminuita in sei astronauti su sette. I ricercatori ipotizzano che le alterazioni oculari possano essere il prodotto dell’azione del liquido encefalico (contenuto nel cervello) che, probabilmente a causa di un aumento del suo volume dovuto alla microgravità, causerebbe a sua volta un rigonfiamento del nervo ottico.
Fonte originale: Ophthalmology
Documentarista bionico
Documentarista bionico Realizzata una protesi oculare con microtelecamera, ma non consente di recuperare la vista 21 settembre 2011 – Una protesi oculare dotata di telecamera con cui girare documentari: ora non esiste più solo nei film di fantascienza. Un ragazzo canadese, che ha perso un occhio in seguito a un grave trauma (avvenuto all’età di nove anni), ha messo a punto – grazie alla collaborazione di un ingegnere – un dispositivo che gli consente di visualizzare le immagini su un minischermo. Si badi bene: non si tratta del classico occhio bionico sperimentale che, ai malati di retinite pigmentosa , può consentire di recuperare parzialmente una visione in bianco e nero, bensì di una capsula oculare dotata di microtelecamera che viene inserita nella cavità orbitale. Le immagini però non arrivano al cervello, bensì al minischermo che riceve senza fili i dati trasmessi dalla protesi. La storia è stata ‘raccontata’ dalla BBC , la quale spiega che Spence (questo il nome del ragazzo canadese) ha già realizzato un film-documentario di 12 minuti sulle protesi bioniche per rimpiazzare gli arti persi.
Leggi anche: “ Maggiori protezioni contro gli infortuni oculari ”
Fonte: BBC
Ultima modifica: 28 ottobre 2011.
Assistenza disabili a rischio
Assistenza disabili a rischio Secondo la Federazione italiana per il superamento dell’handicap la manovra penalizza le fasce deboli della popolazione 19 settembre 2011 – “Con la manovra appena approvata, assieme a quella di luglio, le politiche sociali del nostro Paese subiscono una nuova possente spallata”: a sostenerlo è la Federazione italiana per il superamento dell’handicap (FISH). Infatti, scrive ancora la onlus, “le misure contenute nelle due manovre comportano una netta retrazione della spesa sociale”. L’allarme lanciato riguardo ai tagli della Finanziaria è di ampia portata: dagli asili nido all’assistenza domiciliare, passando per i supporti all’autonomia personale e gli assegni di cura. Ad essere colpiti, prosegue la FISH, sono “bambini, anziani e disabili”: complessivamente sarebbero “almeno 10 milioni di famiglie italiane” che saranno penalizzate. “è evidente a chiunque – osserva la Federazione – che con quella premessa i servizi e le prestazioni sociali non potranno che essere ulteriormente limitati, compressi, soppressi”.
Fonte: Fish
Sanità in cifre
Sanità in cifre “Vista: un mese di controlli gratuiti“ 6 settembre 2011
Maggiore rischio d’infarto con xantelasmi
Maggiore rischio d’infarto con xantelasmi Sono accumuli di colesterolo sulle palpebre: indicano maggiori rischi per il sistema cardiocircolatorio 16 settembre 2011 – Chiazze giallastre sulle palpebre possono essere un segno dei maggiori rischi che corre il cuore. Infatti gli xantelasmi, inestetici accumuli mollicci di colesterolo, sono spesso un campanello d’allarme per la salute. Lo attesta un vasto studio danese condotto su 12.745 individui di età compresa tra i 20 e i 93 anni che, inizialmente, non soffrivano di malattie al cuore o al sistema circolatorio. I pazienti sono stati seguiti dal 1976-8 al 2009. “Gli xantelasmi – osservano i ricercatori sul British Medical Journal – predicono il rischio d’infarto miocardico, ischemia cardiaca [ictus al cuore, ndr], aterosclerosi grave e la morte nella popolazione generale, indipendentemente dai ben noti fattori di rischio cardiovascolari, tra cui il colesterolo plasmatico e le concentrazioni di trigliceridi [livelli di grassi nel sangue, ndr]”. F onti: BMJ , BBC
Ultima modifica: 28 ottobre 2011.