Le cellule staminali per cercare di rigenerare i tessuti oculari sono la grande speranza di cui si è parlato all’ARVO (Association for Research in Vision and Ophthalmology), che si è svolto dal primo al cinque maggio 2016 a Seattle (Usa). Si tratta del più grande evento mondiale annuale dedicato alla ricerca oftalmologica, che ogniProtesi retinica Argus II (foto: ARVO 2016) anno vede la partecipazione di migliaia di esperti.
In Quest’ultima edizione ha visto partecipanti provenire da 75 Paesi diversi (l’Europa si è attestata seconda dopo gli Stati Uniti).
Le malattie oculari si è discusso di più, in particolare sul piano della ricerca scientifica, sono il glaucoma e la cataratta, mentre le parti dell’occhio “analizzate” maggiormente durante i lavori sono state la retina e la superficie oculare (cornea).
La novità principale è stata probabilmente quella legata all’occhio bionico: in Gran Bretagna è stata testata una protesi retinica su quattro persone affette da Ray, prima persona al mondo affetta da AMD secca con impianto Argus II (Foto web: Manchester Royal Eye Hospital)degenerazione maculare legata all’età, in particolare nella sua forma secca o atrofica (attualmente considerata incurabile). Uno di questi pazienti, hanno raccontato i ricercatori all’ARVO, ora è
“in grado di riconoscere i lineamenti dei visi e alcune caratteristiche del volto, ad esempio se la persona di fronte tenga la bocca aperta o chiusa”.
Il primo intervento e la relativa riabilitazione visiva erano in realtà già stati presentati lo scorso luglio dalla stessa struttura ospedaliera britannica (il Manchester Royal Eye Hospital), che per la prima volta al mondo ha impiantato l’occhio bionico – dopo un intervento chirurgico durato quattro ore – in un paziente affetto da AMD secca, un ottantenne di nome Ray.
I test consistono inizialmente nel guardare lo schermo di un computer e distinguere griglie a righe alterne (bianche e nere) orientate in modo diverso. “La capacità del paziente di identificare correttamente la direzione delle linee e la differenza – scrive l’ospedale oftalmico britannico – tra le linee diagonali e orizzontali dimostra che la protesi [retinica] Argus II offre una funzionalità visiva centrale che non esisteva prima dell’impianto”.