Negli Usa spesso non si usano in modo corretto, con conseguente rischio d’infezioni oculari
L’impiego scorretto delle lenti a contatto è, secondo una pubblicazione statunitense [Cope JR, Collier SA, Nethercut H, Jones JM, Yates K, Yoder JS. Risk Behaviors for Contact Lens–Related Eye Infections Among Adults and Adolescents-United States, 2016. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2017; 66:841–845. DOI: http://dx.doi.org/10.15585/mmwr.mm6632a2]], troppo diffuso anche tra gli adolescenti americani: circa l’85 per cento di essi non le impiega seguendo le giuste norme igieniche. Infatti è rischioso – scrive il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie – “dormire con le lenti a contatto [[a meno che non si tratti di lenti speciali, ndr]], bagnarle con acqua corrente, non rispettare le sostituzioni programmate e reimpiegare i liquidi di conservazione anche quando non bisognerebbe farlo”. [[Si vedano anche i [12 consigli per l’uso corretto delle lenti a contatto]]
Gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni non sono gli unici a trascurare queste buone norme. A essere a rischio infezioni oculari riconducibili a comportamenti sbagliati sono anche gli altri americani (i giovani adulti non le rispettano nell’81% dei casi, quelli anziani nell’88%). Si stima che nel 2015 i maggiorenni che negli Usa facevano uso delle lenti a contatto erano circa 41 milioni, mentre l’anno seguente solo gli adolescenti erano complessivamente 3,6 milioni.
Ovviamente le lenti a contatto non vanno toccate con le mani sporche, una volta lavate dovranno essere asciugate perfettamente prima della loro applicazione, non bisogna superare un limite di utilizzo di 6-8 ore al giorno, meglio far uso di lacrime artificiali soprattutto quando fa molto caldo o si usa l’aria condizionata. Persino l’acqua della piscina potrebbe veicolare dei batteri nocivi, per cui è sempre meglio togliere le lenti prima di nuotare.
Si tenga conto che le infezioni da lenti a contatto riconducibili a un loro cattivo uso possono culminare, nei casi più gravi, persino in gravi danni corneali che arrivano fino alla cecità (normalmente reversibile grazie a un trapianto di cornea).
Vedi anche: cheratiti