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La molecola dell'acido valproico (che contiene 5-8 atomi di carbonio)

Usa, sperimentato trattamento contro retinite pigmentosa

La molecola dell'acido valproico (che contiene 5-8 atomi di carbonio)Usa, sperimentato trattamento contro retinite pigmentosa Si tratta dell’acido valproico, già approvato dall’FDA contro l’emicrania e come anticonvulsante 22 luglio 2010 – Una luce si è accesa per i malati di retinite pigmentosa , una grave malattia genetica rara che colpisce circa una persona su quattromila. L’acido valproico – il cui impiego è già approvato dall’FDA contro l’emicrania, gli attacchi epilettici e i disordini bipolari – sarebbe in grado di bloccare la morte dei fotorecettori e persino di migliorare il campo visivo dei malati. Lo sostiene un gruppo di ricercatori diretti da Shalesh Kaushal (Dipartimento di oftalmologia dell’Università del Massachusetts, Usa), che ha pubblicato un lavoro sul British Medical Journal of Ophthalmology on-line.Visione di malato di retinite pigmentosa (ultimo stadio) Sebbene i risultati siano per ora stati ottenuti solo su tredici occhi, i dati sono incoraggianti: in nove di essi si è avuto un miglioramento del campo visivo (mediamente dell’11%), mentre in due occhi è rimasto stabile e in altri due è peggiorato. Saranno però necessarie ulteriori sperimentazioni per valutare i reali benefici terapeutici dell’acido valproico: occorreranno soprattutto dei test clinici in cui venga confrontato con una sostanza inefficace (placebo). Un’altra strada terapeutica che viene perseguita è quella della terapia genica: un’équipe di ricercatori dell’Università dell’Oklahoma (Usa) sarebbe riuscita a prevenire la cecità nei topi di laboratorio in cui era stata indotta la retinite pigmentosa; sono state usate nanoparticelle veicolate attraverso capsule che hanno fatto effetto nel giro di un quarto d’ora. I risultati e gli effetti collaterali andranno verificati; ma a livello clinico la retinitie pigmentosa è ancora considerata una malattia incurabile.

Fonti: British Journal of Ophthalmology, University of Massachusetts Medical School, University of Oklahoma. Ultimo aggiornamento: 23 luglio 2010.

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